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Autore: _HisEyes_    14/04/2014    1 recensioni
Perchè nella vita bisogno sempre scegliere?
Bianco o nero? bhè qui ancora si può trovare una soluzione, miscelie trovi il grigio... ma quando questo non è possibile? Quando la scelta diventa...
Bronzo o smeraldo?
Castano o moro?
Dolcezza o malizia?
Per fortuna avevo il mio fratellone che mi faceva ragionare prima di prendere decisioni avventate... ma era sempre giusto?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Niall Horan, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Harry Styles
 
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A circa un mese e mezzo da Natale, avevo finalmente deciso di andare a casa.
Non sapevo per quale motivo avevo aspettato cosi tanto, ma c’era sempre qualcosa che me lo impediva, o forse ero solo io che non volevo veramente allontanarmi dai miei amici.
Erano circa le dieci del mattino e avevo già caricato in macchina tutto quello che mi serviva, poi però mi accorsi di aver lasciato una borsa con dei vestiti a casa di Liam.
Mentre componevo il suo numero, mi ricordai che quel fine settimana ci sarebbe stata a casa anche Juliet. Preferii mandargli un messaggio.Un’oretta dopo, stavo ripercorrendo il vialetto di casa loro e una strana ansia mi stava assalendo.
Suonai il campanello e un Liam sorridente mi aprì la porta.
“Ciao Harry! Entra pure! … È chiusa in camera sua che studia se è questo che ti preoccupa…” aggiunse lui forse accorgendosi del mio sguardo che vagava per il posto.
“Liam hai detto tutto tu! Comunque prendo solo la mia roba e vi saluto. Niall è a casa?” chiesi poi
“Sta arrivando ora dalla biblioteca con dei libri per July. La borsa è nell’armadione in fondo al corridoio. Va pure!” concluse lui e io feci come mi aveva detto.
Cercai di fare meno rumore possibile, ma sentendomi come una specie di ladro, tornai a comportarmi normalmente.
Non è che non volevo vedere Juliet, perché ad essere onesto mi sarebbe piaciuto, ma non avevamo nulla da dirci e sarebbe stato un momento di grande imbarazzo.
Io a mio modo andavo avanti con la mia vita, e lei a detta degli altri, era ripartita piuttosto bene e le cose andavano per il verso giusto.
Aveva conosciuto gente nuova e si divertiva, continuava ad essere amica di Zayn e si vedevano ancora, così come Ronnie e Louis.
Ovviamente Liam e Niall, insomma, stava con tutti meno che con il sottoscritto.
Questa era stata una SUA scelta.
Meglio uscire da quel vortice di pensieri e continuare a fare quello per cui ero li.
Aprii le ante e presi la borsa richiudendole.
Ora dovevo solo rifare quel percorso al contrario e tornare di sotto da Liam e anche Niall… ma no.
Notai che la porta della stanza di July era leggermente aperta, e che forse, dopotutto, un saluto potevo farglielo.
Bussai alla porta, ma non ottenni risposta. Riprovai, ma ancora nulla.
Spinsi leggermente quell’asse di legno e pensai a quante volte ero entrato in quella stanza senza nessun tipo di problema, senza nessuna ansia e solo in quel momento, mi resi conto che in tutte quelle volte non aveva mai visto July cosi, piccola e “innoqua”.
Se ne stava sul letto a pancia in sotto circondata da una marea di libri e quaderni, e come sua abitudine, le cuffie dell’mp3 nelle orecchie.
Mi scappò un sorriso mentre mi avvicinavo, non volevo svegliarla, le avrei lasciato un messaggio scritto su uno di quei fogli e sarei uscito. In certo senso l’avevo salutata.
Si mosse leggermente ma non si svegliò.
Una cuffietta scivolò e fece uscire il suo debole suono.
“…and I can’t explain, but there’s something about the way, you look tonight, you take my breath away … The way you look tonight…”
Possibile che ancora ascoltasse e tenesse quella canzone nell’mp3?
Possibile che fossero lacrime quel luccichio che vedevo agli angoli dei suoi occhi?
Espirai e le immagini della sera del suo compleanno  tornarono nitide nella mia mente, anche se a dire la verità non se ne erano mai andate.
Ripensai a tutto.
Da quando scese le scale, a quando la vidi abbracciata a Zayn e scomparve con lui nel privè.
A quando la vidi arrivare in terrazza per stare con me, al ballo imbarazzante su quella canzone …  a quel bacio!
Avevo lo stomaco in subbuglio, un tornado avrebbe creato meno caos!
C’era un terremoto dentro di me quella sera.
Sentivo le sue labbra morbide e insicure al gusto di panna e fragola della torta, e le sue mani stringere la presa su di me.
Avevo analizzato così tante volte quel momento che era come se fosse successo qualche ora prima!
Nulla di più sbagliato!!
Erano passati quasi sei mesi e da tre non ci parlavamo più …
Gettai ancora qualche occhiata alla stanza, poi presi una penna e scarabocchiai e scarabocchiai qualcosa sul libro e girai pagina.
In ogni posto poggiavo lo sguardo, rivedevo noi due sorridere e scherzare.
Persino quella volta quando stavamo per..
Dovevo uscire da li!
Ma ancora una volta feci qualcosa di sbagliato.
Poggiai per qualche secondo le labbra sulle sue e uscii da li velocemente richiudendo la porta.
 Il vuoto che sentivo si era trasformato in una voragine.
Dovevo andarmene e rinfrescarmi il cervello lontano da li.
Lontano da lei.
Lontano da Juliet.
Salutai Liam e Niall e corsi fuori di casa dirigendomi verso Louis che mi aveva chiamato. 

Ero uno stupido.
Eravamo due stupidi.
Lei aveva fatto la sua scelta e io non avevo avuto il coraggio di dirle le cose come stavano e quello che volevo io.
Avevo semplicemente lasciato che lei decidesse anche per me.

Che idiota!

Juliet Payne
 
Quel fine settimana avevo deciso di passarlo a casa, o meglio ero stata costretta dal buon vecchio fratellone Liam. Lo stesso che all’ora di pranzo, aveva deciso di svegliarmi bussando sonoramente alla porta della  mia stanza aggiungendo con voce soave un “È pronto pranzo!”
Mi alzai lentamente ancora intontita liberandomi dal filo delle cuffiette e andai in bagno.
Quando uscii, sentii qualcosa di diverso, di non mio.
Un profumo diverso…
Ogni traccia di sonno era sparita, conoscevo il profumo, era quel profumo. Il suo profumo.
Non lo sentivo da mesi, ma era sempre lo stesso.
Non potevo essere arrivata ad immaginarmi anche il profumo.
Scesi al piano di sotto dove trovai Liam e Niall seduti a tavola che stavano pranzando.
“Grazie per il tuo dolce modo di svegliarmi!” dissi a Liam
“Non c’è di che! È quasi mezz’ora che provo a chiamarti!” rispose lui
“Ah July, ti ho trovato il libri che mi hai chiesto  meno uno che era già preso.” Si intromise Niall per cambiare discorso ed evitare un crescendo di toni.
Lo ringraziai.
Mangiammo e parlammo del più e del meno, come sempre.
Mi mancava stare a casa, ma le cose in università andavano bene e fino a quando resistevo sarei rimasta la.
Tra quelle chiacchiere però, eccolo comparire di nuovo… Harry.
“Parte oggi pomeriggio…” disse Liam così dal nulla portandosi un boccone alla bocca
“Ah…” commentai cercando di risultare indifferente e non troppo dispiaciuta.
Dispiaciuta? Non ero dispiaciuta… ero a pezzi, ero arrabbiata perché non volevo che partisse!! Assolutamente no! Non doveva. E poi non aveva fatto nemmeno un minimo tentativo per venire a salutarmi!
Diedi un colpo di tosse e proseguii..
“Bhe, buon per lui …  io torno a studiare…”
Tornai in camera mia. Non mi importava nulla dei libri in quel momento!
Non volevo nemmeno aprire un libro! Tutto per colpa sua.
In un modo o nell’altro Harry riusciva sempre a bloccare le mie capacità mentali e occupare ogni cellula.
Sistemai un po’ del casino che avevo creato in mattinata, più per scopo terapeutico che per altro, ma riuscivo a fatica a togliermelo dalla testa.
Aprii di nuovo il libro che stavo studiando prima di addormentarmi, lessi le ultime righe e voltai pagina.
Il cuore sprofondò per poi tornare al suo posto come un razzo e ricominciare a battere impazzito!
Harry! … Era davvero il suo profumo!
Non me lo ero immaginata!
Era stato in camera mia, di nuovo!
Con quella sua delicata scrittura aveva scritto poche righe che conoscevo, conoscevamo, molto bene.
Erano le parole di una canzone che avevamo ascoltato una delle ultime volte insieme.
Io continuavo a cantare solo quel pezzo e volevo sempre che fosse lui a continuare perché adoravo sentire la sua voce quando cantava.
La adoro ancora adesso, e ogni giorno senza è come se mi mancasse un pezzo…
Lessi quelle cinque righe più e più volte…
“If you could spare an hour or so,
We’ll go for lunch down by the river.
We could really talk it through…
And being here without you,
It’s like I’m waking up to…”

Era come sentire la sua voce.
Chiusi gli occhi e cominciai a respirare profondamente.
Tempo qualche secondo e dopo aver scarabocchiato altre righe su quella pagina, la strappai.
Infilai scarpe e giubbotto e dopo un rapido “Esco” urlato al vento, uscii di casa correndo in metro.
Scesi poi e mi diressi lungo il Tamigi.
Avevo un fiatone assurdo ma non sapevo perché.
Non sapevo nemmeno perché ero li!
Non sapevo nulla.
Semplicemente non ragionavo.
Per la prima volta avevo seguito fino in fondo il mio istinto. Cominciai a camminare lanciando occhiate a destra e sinistra alla gente che passava.
Ad un tratto sentii un bambino piangere e mi girai per guardare dove fosse, in quel momento un ragazzo dalla massa informe di ricci spettinati lo stava aiutando ad alzarsi e  pulirsi le ginocchia.
Il sorriso gentile del bambino, credo sia stato lo stesso che mi sentivo in volto.
Lo feci sparire molto presto e quando il bimbo si allontanò raggiungendo la mamma, fui io ad avvicinarmi.
Presi la sua attenzione picchiettandogli la mano sulla spalla.
Si girò sorpreso, ma mai quanto me.
Avevo di nuovo i suoi occhi verdi e luminosi puntati addosso e un accenno di sorriso che si stava formando sempre più man mano che passavano i secondi, muti entrambi, solo a guardarci.
Mi stupii di come riuscii a rimanere così distaccata in quel momento.
“Ciao..” mi disse. E di nuovo sentii la sua voce calda e roca scaldarmi il cuore.
“Ciao..” risposi io, e con un gesto gli misi in mano la pagina del libro.
Non la aprì, la mise in tasca continuando a fissarmi, ad un certo punto sbottai.
“Mi sono forse trasformata in una creatura strana in questo momento senza accorgermene?”
“Direi di no, non sei cambiata per nulla…”
oh Harry, ero cambiata eccome, solo che non era nulla di visibile.
“Come stai?” questa domanda mi sorprese e non poco.
Ma la sorpresa lasciò subito il posto al nervoso represso che dovevo assolutamente sfogare. Non mi importava nulla di dove fossi.
“Come sto? Vediamo un po’: non ci parliamo da tre mesi, ci evitiamo come la peste dandoci quasi i turni con gli amici …” alzavo la voce sempre di più avvicinandomi a lui.
“Ti ho detto di essere innamorata di te, ma tu non hai mai avuto il coraggio di dirmi in faccia ciò che pensavi, poi decidi di andartene e scappare senza nemmeno salutarmi lasciandomi poche righe.
Senza nemmeno dirmi se ti sono mancata un po’, se ti manco, anche
solo come amica o conoscente, vedila come vuoi! Per concludere Harry …”
Stavo urlando come una pazza lungo la
sponda del Tamigi tra cittadini e turisti. Molta gente mi lanciava occhiate parecchio strane e qualcuno credo si sia pure fermato ad ascoltare curioso.
“Sono arrabbiata, frustrata, delusa e porca miseria! Sono ancora innamorata di te razza di stupido!!”
Gli picchiai i pugni sul petto quanto più forte potevo ma mi ritrovai bloccata fra le sue braccia, il suo cuore che batteva forte quanto il mio. Senza accennare a lasciarmi , cominciò a parlare.
“Mi dispiace per tutto questo tempo sprecato, per quello che è successo, ma non credere che per me sia stato semplice! Ho capito che le cose sarebbero cambiate da quella sera, quando ti ho sentito piangere appena chiusa la porta.
Non so dirti cosa sento per te e mi dispiace, ma quello che so è che non voglio più stare così tanto tempo lontano da te! Non voglio più lasciarti andare non voglio più dover fingere di stare bene senza te!”

Ero in sovraccarico di emozioni, sentimenti, tutto. Voleva me. Voleva stare con me.
Non me lo ero inventato, me lo aveva appena detto!
Quando ritornai al mondo dai miei pensieri, mi ritrovai con le spalle contro un albero.
“So che può sembrarti stupido, ma, potresti leggere quel foglio…” dissi con un filo di voce.
Prese la pagina e la spiegò, poi…
“Only half a blue sky, kinda there but not quite. I’m walking around with just one shoe, I’m half a heart without you. … … Juliet!”
Le sue labbra furono sulle mie, sicure e decise.
Entrambi con la voglia di quel contatto, le mani che stringevano gli indumenti e lui che si premeva contro di me e poi finalmente, approfondimmo quel bacio.
I suoi baci… i nostri baci!
Non volevo che finisse. Non doveva finire, per me potevamo stare così fino a sera, a notte, il giorno dopo!
Ero di nuovo con Harry.
Lui che mi faceva battere il cuore.
Quel cuore che mi resi conto funzionare bene solo quando eravamo insieme.
Un po’ come fosse la mia metà. Forse lo era.
Sentivo che era così e non volevo più lasciarlo andare. Lo volevo solo per me, con i suoi lati positivi e negativi. Lo volevo con me e basta!
Sentivo la sua lingua in quel momento in ogni parte della mia bocca che si incrociava con la mia, si cercavano.
Quando si staccava un po’, bastava un piccolo morso o sfiorargli le labbra con la lingua che tornavamo uniti come prima.
Non mi ero mai sentita così. Mi sentivo viva e cominciavo a volere sempre di più.
Lo tenevo vicino a me e le sue mani finirono nelle tasche posteriori dei miei jeans avvicinandomi e lo sentii.
Anche questa volta dovevamo fermarci ma per altri motivi e con il fiato corto parlai…
“Credimi che non vorrei farlo, ma sarà meglio che ce ne andiamo perché stiamo iniziando a dare spettacolo…” dissi arrossendo.
Nella mia testolina immaginai anche a quanto sarebbe stato imbarazzante per lui dover camminare (in mezzo a tutti) con un “piccolo” problema.
Un bacio velocissimo a stampo dopo uno dei suoi sorrisi mozzafiato e mi prese per mano trascinandomi alla sua macchina, dove senza nemmeno una parola, salimmo e mise in moto.
Avevamo entrambi degli strani sorrisi sul volto che non accennavano ad andarsene.
Pensavo che quel pezzo di strada mi avrebbe aiutato a calmarmi, ma non fu così perché mentre guidava, mi teneva una mano sulla coscia muovendo le dita. Ero sempre più agitata.
Agitata e non solo!
Si fermò all’inizio della strada che portava a casa mia e parcheggiò.
Mi guardò, ma siccome non sapevo cosa dirgli, tolsi le chiavi dal quadro e scesi dalla macchina aspettando che lui facesse lo stesso, facendo poi scattare la chiusura.
Ma lo ritrovai nuovamente addosso che mi lasciava qualche bacio sul collo stringendomi da dietro e in qualche modo arrivammo davanti alla porta di casa mia.


 
Chiedo nuovamente perdono per essere sparita in maniera cosi
sconsiderata (lol) ma sono stata occupata e con poca ispirazione! :'(
Bene ora ci sono e credo proprio che il prossimo capitolo sarà l'ultimo.
Spero di non deludervi e di sapere cosa ne pensate di questa storia ormai agli sgoccioli.
Grazie a tutti quelli che hanno letto e che sono ancora qui nonostate
il mio aggiornare discontinuo!!
GRAZIEEEE!!!
_HisEyes_
   
 
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