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Autore: Odairs    17/04/2014    7 recensioni
Sirius Black non ama trascorrere il Natale in famiglia. Mentre James, Remus e Peter scartano i regali nella più completa gioia e felicità, lui si vede passar davanti un corteo di persone che non sopporta e che farebbe volentieri a meno di incontrare.
Ma questo Natale sarà diverso.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Famiglia Black, I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Vieni a vivere dai miei: una storia Wolfstar

Capitolo 1
In cui l'arrivo non è dei migliori.


  -Mamma cara! Sono a casa!- urlò Sirius dall’ingresso della lugubre casa Black. Era cupa, puzzava di vecchio e chiuso, e la tappezzeria non era della più allegre. Ricordava uno di quei castelli in cui puntualmente qualcuno muore assassinato dal maggiordomo -Mamma! C’è anche Regulus! Almeno lui puoi salutarlo! Lui è un Serpeverde!-
  -Sirius, credo che…- Remus era rannicchiato contro il muro polveroso, il baule stretto in mano.
  -Stai calmo, Lunastorta, sembra cattiva, è cattiva, ma non morde.- lo interruppe Sirius. -Almeno credo.-
Regulus sbuffò e li spinse di lato per poi salire le strette scale in legno e dirigersi verso la sua camera. Prima che terminasse l’ultima rampa, però, una figura nera comparve in cima alle scale, le braccia in grembo, i capelli corvini raccolti dietro alla testa, il volto rugoso corrugato in un’espressione severa e altezzosa. Regulus abbandonò il baule a metà rampa, che quasi cadde all’indietro, per raggiungere la vecchia donna davanti a lui.
  -Madre!- la salutò facendo un piccolo inchino, per poi sorriderle timidamente dal basso. La madre ricambiò il sorriso, e portò una mano rugosa alla guancia del ragazzo, lasciandogli una lieve carezza sul volto.
  -Regulus, caro, quanto ci sei mancato. Tuo padre è in salotto, vorrebbe parlarti. Oh, è così orgoglioso di te! Porti onore alla famiglia!- disse Walburga, la voce altezzosa caratteristica di un nobile. Regulus annuì e sorrise di nuovo, per poi tornare al suo baule.
  -Oh, no, Regulus, fai portare il baule a Kreacher. Kreacher! Kreacher!- urlò la signora Black, e dal nulla spuntò un elfo basso e vecchio. Portava solo uno straccio sudicio legato alla vita, e guardò la sua padrona con sinistra ammirazione. Sirius storse il naso.
  -Padrona chiamato Kreacher?- chiese l’elfo con una profonda riverenza.
  -Kreacher, porta il baule di Regulus in camera sua.- ordinò la donna con voce dura. Ma l’elfo pareva decisamente felice di poter rendersi utile per la sua amata padrona. Si voltò verso il baule e ne afferrò la maniglia, quando i suoi occhi incontrarono quelli di Sirius.
  -Buongiorno, Kreacher, inutile e vecchio elfo domestico, come mai mia madre non ti ha ancora fatto fuori?- chiese il moro sorridendo. Kreacher s'inchinò anche a lui, poi trascinò il baule di Regulus per le scale, borbottando qualcosa contro Sirius. Regulus scoccò un’occhiata malefica verso il fratello, per poi raggiunger il padre in salotto.
  Il Grifondoro non ci fece caso, afferrò i suoi bagagli e salì le scale portandosi appresso un Remus decisamene imbarazzato e a disagio.
  -Mammina cara!- salutò Sirius, aprendo le braccia per stringere la donna. Walburga si allontanò dal figlio e gli lanciò sguardi di odio, che non ferirono minimamente l’ormai abituato ragazzo.
  -Sirius- disse la donna, la voce incrinata dal disgusto -se tuo padre è orgoglioso di Regulus, non può dire lo stesso di te. Nove punizioni in un solo mese, e hai continuato Babbanologia anche dopo i G.U.F.O., cosa assolutamente inaudita!- ora la voce era salita di un’ottava, il viso rugoso arrossato. -Babbanologia! Come puoi studiare una materia del genere! Tu, un Black, un Purosangue a Babbanologia! Oh, disgrazia! Disonore! Vergogna dal primo momento in cui hai visto la luce! Cosa penserebbe il Signore Oscuro sapendo questo!-
  -Anche tu mi sei mancata tanto- disse Sirius sorridendo alla madre. Si voltò verso Remus trovandolo immobile e bianco come un cencio, e un lampo apparve nei suoi occhi, quasi sorpreso di vederlo lì. -Oh! Già, Remus! Mamma, lui è Remus John Lupin, mio grande amico Grifondoro- scandì lentamente. -E si ferma qui per le vacanze. O almeno fino a quando non lo farai scappare urlando.- aggiunse accigliato. La signora Black squadrò Remus da capo a piedi, il solito disgusto a imbruttirle la faccia già rugosa, cercando qualsiasi cosa potesse compromettere Lupin. Ma Remus era il Prefetto, non aveva niente di compromettente, era la persona più ordinata di Hogwarts, e questo, Sirius lo sapeva bene, stava irritando sua madre.
  Eppure il volto di Walburga s'illuminò appena notò le cicatrici deturpare il giovane viso. Remus provò a sorridere alla donna sperando di distogliere la sua attenzione da quei segno, ma la vergogna per ciò che era lo tormentava, rendendo impossibile ogni tipo di emozione all’infuori dell’imbarazzo.
  -Quelle cicatrici?- chiese la donna, la voce secca.
  -Oh, Remus ha avuto un incidente con… un avvincino! Sì, sì, era un avvincino molto cattivo- inventò Sirius prima che Remus potesse rispondere.
  -Un avvincino?- chiese la donna perplessa. Sia Remus sia Sirius annuirono tristemente fingendosi addolorati, sperando di convincere la signora sospettosa.
  -Mh… Stato di Sangue?-
  -Mezzosangue, mamma!- esclamò Sirius raggiante. -No, no, aspetta, Finnegan è un Mezzosangue, Remus è un Nato Babbano! Vero, Rem?-
  La donna sbiancò, la bocca contratta in una smorfia di disgusto e repulsione, fissava Remus con occhi infuocati, pronta a sbatterlo fuori casa. Un Sanguemarcio in casa Black? Meglio morire, piuttosto che offrire ospitalità a certi deturpatori delle razza magica.
  -Non lo ascolti, signora!- intervenne Remus in fretta scoccando un’occhiataccia ad un Sirius divertito. -Sono Purosangue, ma purtroppo la mia famiglia non è rinomata come la nobile e antichissima casata dei Black- disse cercando di addolcire la donna. Walburga lo fissò con circospezione e Remus cercò di sfoderare un sorriso disinvolto, cosa che si rivelava già difficile in situazioni normali senza quadri alle pareti che ti fissavano orripilanti, e che in queste circostanze era a dir poco impossibile.
  -La cena è alle sette.- disse la donna, spostando lo sguardo da un ragazzo all’altro. -E Sirius- si rivolse poi al figlio, indicando i lembi della camicia che uscivano dai pantaloni -cerca di renderti presentabile-
  E così detto si diresse verso il salotto, scoccando un’ultima cattiva occhiata verso Remus.
  -Che donna adorabile- commentò Sirius sistemandosi una ciocca di capelli non appena la donna scomparve dietro ad una porta nera.
  -Nato Babbano?- chiese Remus, rosso dalla rabbia. -Cosa c’è, deve odiarmi dal primo momento? Come ti è saltato in mente?-
  Sirius sorrise divertito al ragazzo che cercò di mantenere il suo cipiglio rabbioso. -Andiamo Rem! Volevo vedere cosa avrebbe detto scoprendo che sono gay e fidanzato con un Grifondoro Nato Babbano!- disse sorridendo -Di sicuro avrei fatto la fine di Cedrella e di zio Alphard- aggiunse, facendo una smorfia con la bocca.
  -Perché? Che fine hanno fatto Cedrella e zio Alphard?- chiese Remus esasperato.
  -Oh, niente- liquidò Sirius con un gesto della mano. -Sono solo stati cancellati dall’albero genealogico. Ora il loro nome è un Tabù. Per questo mi diverto a ricordarli a Natale.
  Remus roteò gli occhi. -E comunque gli avvincini non hanno gli artigli.-
  -È la prima cosa che mi è venuta in mente!- contestò Sirius indignato. -Però hai ragione, quella degli avvincini è stata un’idea stupida- aggiunse, il volto illuminato dalla solita luce che lo attraversava ogni volta che pensava a qualche diabolico scherzo per Severus Piton.
-Avrei dovuto dirle la verità: ‘Mamma, sono gay, fidanzato con un Grifondoro Nato Babbano, e lui è pure un lupo mannaro!’- Remus rimase pietrificato da quelle parole. -Dio, Rem, sei un genio! Altro che cancellarmi dall’albero Genealogico, mi avrebbe scagliato un Avada Kedavra all’istante! Tu sì che sai come farsi odiare da mia madre!- esclamò Sirius sorridendo, poi prese il baule e si fiondò su per le scale, lasciando Remus indietro, fermo su i gradini, troppo esterrefatto per fare un passo.
  -Forza, Lunastorta, muoviti!- gridò Felpato sporgendosi dal parapetto ad un piano di distanza. Remus prese il suo baule sconsolato e lo trascinò su per le scale, verso la camera di Sirius.
 
 
♦♦♦
 
  -Che camera… interessante- disse Remus appena entrato nella stanza di Sirius. I muri erano ricoperti di stendardi di Grifondoro, il rosso e l’oro davano luce a quella stanza buia e coprivano l’odiosa seta grigio-argento della tappezzeria, poster di motociclette babbane che Sirius tanto ammirava erano dappertutto, anche sopra la testiera intarsiata del letto del ragazzo, ma le cose che saltavano subito all’occhio –con grande disgusto di Remus- erano le enormi foto di ragazze babbane in bikini che sorridevano provocanti e lasciavano ben poco all’immaginazione. Lupin si chiese cosa diavolo ci facessero certe immagini in camera di Sirius, ma preferì non dire nulla. Non parlavano spesso del passato etero di Sirius, salvo qualche volta in cui il moro gli rinfacciava le belle ragazze a cui aveva spezzato il cuore scegliendo un lupo mannaro maniaco dell’ordine, e a Remus andava più che bene.
  Evidentemente Sirius colse il disagio del suo compagno di fronte a certe immagini, perché lasciò perdere il baule con il quale stava trafficando e raggiunse Remus alla porta, cingendogli le spalle con il braccio destro.
  -Non farci caso. Le avevo appese alla parete solo per infastidire mia madre. E poi le trovavo carine- disse, ma incrociò lo sguardo furente di Remus, e si affrettò ad aggiungere: -Una volta. Ora non mi piacciono più. Le staccherei, ma sono incollate con un Incantesimo di Adesione Permanente, giusto per assicurarmi che non le buttassero mentre ero a scuola. Ah, ero giovane e stupido a quei tempi. Anche se ingegnoso.-
  -Sirius, tu sei ancora giovane e stupido.- gli fece notare Remus, inarcando le sopracciglia.
  -Lo so, Lunastorta, ma ora sono giovane, stupido e gay.- Precisò felpato, facendo arrossire il ragazzo al suo fianco. –Ma devo ammettere che quella nell’angolo è carina ed eccitante come me la ricordavo.-
Remus gli mollò una gomitata nello stomaco e trascinò il suo baule al centro della stanza, accompagnato da un “,Però il tuo sedere è molto più bello del suo” di Sirius, la voce incrinata dal dolore.
  Scostò le pesanti tende scure dalla finestra alta e dovette coprirsi gli occhi per proteggerli dalla forte luce che entrava nella stanza. Era affacciata su Grimmuld Place e poteva vedere i bambini giocare spensierati al centro della piazza.
  -Dove dormo io?- chiese poi, sentendo Sirius avvicinarsi alle sue spalle. Il moro gli appoggiò il mento spalla e gli prese una mano, intrecciando le sue dita a quelle del compagno.
  -Per quanto tu stia simpatico a mia madre –troppo, secondo i miei piani- non ti cederà mai una camera. Se fossi stato amico di Regulus magari potevi prenderti la camera all’ultimo piano, che è più grande della Sala Comune di Grifondoro più i dormitori, e solo se ti andava male. Ma essendo il mio amico speciale, o dormi qui con me o ti trovi una panchina ad Hyde Park con i barboni.- disse, baciando il collo del compagno -Se scegli i barboni, salutami Albert.-
  -Beh, allora preparami una brandina.- dichiarò Remus, liberandosi della presa di Sirius e andando verso il baule per disfarlo.
  -Ma come!- protestò Sirius indignato -Non dormi con me nel letto?-
  -Assolutamente no.- sancì Remus, assumendo il tono da Prefetto che usava con i bambini del primo anno quando doveva spiegargli perché non si facesse qualcosa.
  -E allora perché sei qui, se non per dormire con me?- chiese Felpato, le braccia incrociate al petto.
  -Per passare un casto e pulito Natale conoscendo la famiglia del mio ragazzo, ovviamente.-
  -Beh- Sirius scrollò le spalle e sbuffò sonoramente. -L’altra notte non mi sembravi così casto e pulito l’altra notte quando hai urlato il mio nome. Stavi per svegliare mezzo dormitorio. E tu puoi dire quello che vuoi, ma Frank Paciock ci ha sentiti.-
  Remus arrossì violentemente e si concentrò ancora più intensamente su i suoi calzini bordeaux perfettamente ripiegati.  Sirius sorrise accorgendosi della tinta che stava assumendo il suo ragazzo, e si gettò sul letto osservando il soffitto scuro.
  -Però ci dormo io sulla brandina.- disse ad un certo punto, facendo sussultare Remus. -Tu prenditi il letto. Almeno stai comodo.-
  -Va bene.- sussurrò Lunastorta, talmente piano che si chiese se avesse parlato davvero. Continuò a dividere e ripiegare lo stesso paio di calzini più e più volte, finché non li ripose nel baule e ne tirò fuori un altro paio nero.
  -Dio, Remus, lascia stare quei calzini e vieni qua ad occuparti del tuo ragazzo! Li hai piegati nove volte ad Hogwarts, e li hai anche fissati con un incantesimo affinché non si stropicciassero!- sbottò ad un certo punto Sirius, puntellandosi su i gomiti. Lupin fece cadere i calzini nel baule –assicurandosi che finissero in ordine tra la biancheria e i pantaloni, ma non vicino alle camicie e ai maglioni- e raggiunse titubante il compagno sul letto. Si distese esitando sulle coperte scure e appoggiò la testa su i cuscini poco imbottiti.
  -Scusa- disse Sirius indicando i cuscini -i migliori li ha presi Regulus. Ovviamente.-
  -Non importa. Sono comodi comunque.- lo tranquillizzò Remus, e Sirius, annuendo, poggiò il capo sul petto di Lunastorta, cingendogli la vita con un braccio. Remus meccanicamente portò una mano sulla testa di Sirius e iniziò a giocare distrattamene con le ciocche corvine, come se fosse qualcosa di naturale e ordinario.
  -Non è magnifico?- chiese Sirius, gli occhi chiusi. -Non dobbiamo preoccuparci se arriva James, o Peter, siamo completamente soli e senza pericoli.-
  -Dovremmo fare outing.- propose Remus, fissando lo stendardo di Grifondoro.
  -Si, dovremmo. Poi organizziamo incontri scambisti con i maghi del Perù. O con i Tassorosso.-
  -Guarda che io sono serio!- protestò Remus picchiettando la sua mano sulla fronte di Sirius.
  -Anche io sono serio. Mi piacciono gli scambisti del Perù.-
  -Stupido.- rise Remus, tornando ad accarezzargli i capelli.
  Si guardò ancora un po’ intorno. Quindi Sirius passava qui le sue vacanze estive, di solito? Remus provò ad immaginare Sirius da solo, chiuso in camera sua a osservare con occhio critico le foto appese ai muri. Le motociclette e le ragazze. Forse ora avrebbe guadato solo le motociclette, ma Remus avrebbe ci avrebbe scommesso una mano, l’anno prima doveva aver avuto occhi solo per le ragazze.
  -Perché così tanti stendardi di Grifondoro?- chiese ad un certo punto Lunastorta.
  -La maggior parte li ho rubati con James. Li ho attaccati ovunque- alzò un dito e indicò le pareti attorno a loro, nei punti esatti dove spiccava l’oro e il rosso -perché sono l’unico Black finito in Grifondoro. È un po’ un ‘Ciao mamma, sono inutile, stupido, e sono l’unico di famiglia in Grifondoro, perché devo farti vergognare di avermi fatto nascere.’-
  Remus gli passò una mano su volto, accarezzando la guancia con le nocche. Si sentiva triste per Sirius, poteva immaginare quanto fosse difficile per lui essere la pecora nera della famiglia Black, nonostante sembrasse non importargli. Eppure sentiva una punta di orgoglio mentre parlava del suo distacco dalla famiglia, come se fosse fiero di non essere come loro.
  -Sirius, come facciamo con la luna piena?- chiese sottovoce Remus, quasi avesse paura che qualcuno lo sentisse. Sirius si alzò e voltò la testa verso Lupin. si trascinò accanto a lui e gli scompigliò i capelli affettuosamente, per poi avvicinare il suo naso a quello del ragazzo.
  -Non preoccuparti, Lunastorta.- gli disse tranquillizzandolo. -Ci penserà Felpato a te. Non devi avere paura.- si avvicinò al compagno e gli lasciò un bacio sulle labbra. -Se poi la cosa ci sfugge di mano, ci penserà Walburga. Quella ti fa rigare dritto, Messer Lunastorta. Magari cancella anche te dall’albero genealogico.-
 
♦♦♦
 
 
  L’enorme sala da pranzo era tappezzata di quadri che fissavano la testa del nuovo commensale con la solita espressione di altezzoso disgusto che, a quanto pareva, era una caratteristica comune della famiglia Black. Remus cercava di non farci caso, ma sentiva gli antenati aristocratici di Sirius sussurrare qualcosa –di sicuro si stavano consultando sull’origine delle cicatrici sul volto- additandolo. Per Lunastorta, timido e impacciato di suo, senza bisogno di sentirsi giudicato, era difficile concentrarsi sulla zuppa di cipolle francese che aveva davanti.
  Sirius, invece, abituato alla presenza dei suoi predecessori durante i pasti, ingurgitava con foga cucchiaiate di zuppa, facendo ben attenzione a non sembrare educato e raffinato, guadagnandosi gli sguardi di disapprovazione della madre e del fratello e, qualche volta, anche di Remus, irritato dalle maniere da rozzo cavernicolo di Sirius. Il signor Black, invece, sembrava non accorgersene nemmeno, come se fosse da solo.
  -Mh… Kreacher ha davvero superato se stesso con questa zuppa, oggi!- esclamò a un certo punto Sirius, il cucchiaio ancora inforcato che andava velocemente avanti e indietro dal piatto. -È più rancida e fredda del solito!-
  Walburga quasi si strozzò con un sorso di zuppa iniziando a tossire e Regulus, al suo fianco, le batté gentilmente la schiena per farla riprendere, guardando con rimprovero e disgusto il fratello maggiore che continuava a mangiare tranquillo.
  -Tu!- sbottò a un certo punto la signora Black tra un colpo di tosse e l’altro. -Come osi tu criticare…-
  -Oh! Mamma!- la interruppe Sirius, l’espressione offesa che trasudava divertimento da tutti i pori. -Stai davvero per aggredire verbalmente un Purosangue per prendere le difese di uno stupido e vecchio elfo domestico?- chiese portandosi in maniera teatrale una mano al petto, la bocca spalancata. -Cosa penserebbe il Signore Oscuro sentendo questo, Walburga? Cosa?- il piccolo volto della signora Black si stava colorando spaventosamente di rosso, come se si stesse trattenendo dall’urlare.
  -Non parlare dei Lui così!- si levò un urlo, ma non proveniva da Walburga. Anzi lei era immobile, bianca come un cencio, lo sguardo fisso sul secondo figlio. Regulus si era alzato, le mani chiuse a pugno sul tavolo. Aveva ancora il fiato corto e il sangue gli era affluito al viso, il rossore che gli dipingeva le guance. Il signor Black sorseggiava la sua zuppa, mentre Remus fissava attonito i due fratelli.
  Sirius apparve confuso. Per un attimo, Lupin vide le sopracciglia del ragazzo aggrottarsi sorprese, come se non avesse previsto lo scatto furibondo del fratello. Ma fu solo un attimo, tanto che Lunastorta si chiese se l’avesse  visto davvero. Poi il solito sorriso sghembo tornò a farsi largo sul volto magro del giovane.
  -Regulus.- disse piano, la voce divertita. -Fratellino caro, la zuppa si raffredda se non la mangi subito.- si portò il cucchiaio alla bocca e distorse il naso. -Beh, più fredda.-
Regulus si portò una mano sotto la giacca e, prima che Remus potesse accorgersene, prese la bacchetta, puntandola contro Sirius. Il fratello maggiore era scattato in piedi, anche lui la bacchetta in pugno puntata alla gola dell’altro.
  -Su, fratellino.- sussurrò Sirius. -Fai vedere alla mamma quanto sei diventato bravo con i Duelli.-
  Il fratello minore scoprì i denti, ma prima di poter pronunciare qualsiasi incantesimo, la bacchetta volò dall’altra parte della stanza. L’Expelliarmus di Sirius era risuonato tra le pareti della cupa casa, amplificato dal soffitto altro della sala, così forte che anche il signor Black alzò a testa per un secondo –giusto il tempo per buttare un occhio ai due figli- per poi tornare alla zuppa. Walburga, invece, sembrava attonita dal disarmo ben assestato del suo primogenito.
  -Beh.- disse poi Sirius, portandosi alle spalle di un Remus spaventato e stupito al tempo stesso dall’incresciosa piega che avevano preso gli eventi. -Se fossi stato il tuo Signore Oscuro, Regulus, probabilmente saresti già morto.- e così dicendo ripose la bacchetta nella tasca dei pantaloni e uscì dalla sala, lasciando il fratello sgomento ancora in piedi.
  -Oh, ehm, Remus?- aggiunse poi, sbucando dalla porta con la testa per cercare il compagno. –Vieni anche tu, va bene? Non vorrei che mio fratello…- si portò una mano al collo facendo finta di strozzarsi, la lingua fuori e gli occhi socchiusi.
  Remus si alzò goffamente dal tavolo facendo tintinnare le posate sul tavolo, sussurrando un flebile “Scusate” per poi correre fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
  -Amo le cene in famiglia.- esclamò Sirius entusiasta mentre saliva gli stretti gradini seguito da Remus. -Sono così…avventurose!- concluse, sorridendo al compagno.
  -È sempre così?- chiese Lupin fissando la schiena del ragazzo davanti a lui.
  -Oh, no, non sempre. A volte mia madre mi Schianta prima che io possa difendermi.- saltò gli ultimi gradini e si fermò davanti alla porta di camera sua. Sul legno, a caratteri raffinati, c’era scritto Sirius. Probabilmente risaliva a molti anni prima, perché la vernice era rovinata e nessuno si era preso la briga di riverniciarla.
  -Bene, Lunastorta.- iniziò Sirius, il solito sorriso che non prometteva nulla di buono -Tutto quel duellare mi ha fatto venir voglia di mettere in atto la mia più grande e perversa fantasia.- disse, prendendo le mani del ragazzo ormai di fronte a lui, tirandolo a sé. Remus lo guardò perplesso, le sopracciglia incurvate.
  -Ossia, Sirius?-
  -Beh, ho sempre pensato a noi due qui, insomma, nonostante la polvere e le ragnatele è davvero un bel posto. Cioè, l’atmosfera gotica, quella luce un po’ dark, dai, è il posto perfetto per un atto di passione intenso come il nostro.- disse il moro giocherellando con il polsino della camicia del compagno.
  -Allora perché non l’abbiamo mai fatto alla Stamberga Strillante?- chiese esasperato Remus.
  -Ci ho provato!- protestò Sirius -Ma tu avevi mal di testa.-
Remus roteò gli occhi e sorrise divertito al broncio dal compagno, che non aveva assolutamente intenzione di arrendersi.
  -Comunque no.- sentenziò Remus, il solito tono da Prefetto.
  -Remus!- si lamentò il moro, appoggiando la sua fronte su quella di Lunastorta.
  -Domani.- promise il ragazzo. Sirius sbuffò, e Lupin entrò in camera liberandosi dalla presa del compagno.
  -Ma Remus! Io ho voglia adesso!- si lamentò il moro seguendo il ragazzo in camera. -Non puoi fare proprio nulla?- chiese, lanciandosi sul letto.
  -Sirius, è stata una giornata impegnativa.- Remus riprese i calzini dal baule. -Dove posso mettere i miei vestiti?-
  -Nell’armadio, ma lasciali bene in vista, tanto tra poco scapperai a gambe levate.- Sirius si coprì gli occhi con un braccio. -Anche per me è stata una giornata pesante… potremmo scaricare la tensione!-
  -Sirius, no.- sancì Remus. -E comunque oggi l’abbiamo già fatto.-
  -Già…- ricordò Sirius, gli occhi sognanti. -Ed è stato fantastico.-
  -No! È stata un’idea orribile! Seraphina Johnes ci ha quasi scoperti!-
  -Ma tu sei un genio in Incantesimi, quindi non ha potuto rompere il tuo Incantesimo di Chiusura- Sirius sorrise mostrando tutti e trentadue i denti.
  -Beh, Seraphine Johnes ha preso una T nei G.U.F.O., ma se fosse passato James o Evans, probabilmente sarebbero riusciti ad aprire quel maledetto scompartimento.-
  -Però è stato eccitante.- dichiarò Sirius sperando di far crollare le difese di Remus.
  -Si, d’accordo.- ammise Lunastorta, disponendo i calzini nell’armadio a seconda del colore e del tessuto. –È stato molto eccitante. –
  Sirius sorrise speranzoso, ma i suoi desideri furono distrutti da un’occhiata gelida di Lupin.
  -No, Sirius, per oggi abbiamo già dato.- lo ammonì, afferrando i suoi maglioni.
  -Oh, Remus, lo dici come se fossimo malati di sesso!- si lamentò il moro, aprendo le braccia. –In fondo, quante volte sei venuto oggi?-
  -Una stamattina in bagno.- iniziò ad elencare Lupin lasciando per un attimo i maglioncini su una sedia e contando sulle dita.
  -Lì non è colpa mia, quello è l’alzabandiera mattutino. Ti ho solo dato una mano a liberartene.- commentò Sirius.
  -Poi di nuovo in bagno, quando stavo recuperando le mie cose.-
  -Sembravi triste! Volevo tirarti su di morale!-
  -Avresti potuto portarmi del cioccolato, un fiore, cantarmi una canzone!- gli fece notare Remus.
  -Mhpf. Vai avanti.-
  -Poi sul treno tre volte, e siamo a cinque in una mattina.-
  -Beh, abbiamo già assoldato che era troppo eccitante per resistere.- affermò Sirius sollevando un angolo della bocca.
  -Sirius, ti prego! Non credo di riuscire ad alzarlo di nuovo!- si lamentò Remus, sistemando nell’armadio i pantaloni e le camicie.
  -Ma io non ho raggiunto quei numeri. Ti sei divertito solo tu, oggi.- protestò il moro.
  -Beh, tu sei venuto una volta in bagno e due sul treno. Tre volte in un giorno mi sembra ragionevole, no?- costatò Remus appoggiando la biancheria in ordine in un cassetto.
  -Va bene, Lunastorta, va bene!- si arrese Sirius, voltandosi verso il muro. -Ma lascia stare quelle mutande. Ti supplico. Stai dando più importanza ai vestiti che al tuo ragazzo. Se avessi voluto una fighetta perfettina sarei rimasto etero.-
  Remus roteò gli occhi e si avvicinò al letto. Si sedette a gambe incrociate accanto alla testa di Sirius, che si voltò a fissarlo. Lunastorta provò a leggere cosa i suoi occhi volessero dirgli, ma gli occhi di Sirius erano sempre stati troppo profondi ed enigmatici per capirli davvero.
  -Ma, Remus?- chiese ad un certo punto il moro, tirandosi a sedere con un colpo di reni e puntellandosi con le mani sul materasso -Cosa fanno le coppie?-
  -Le coppie?- chiese Lupin sorpreso.
  -Si, le coppe, le coppie come noi. Quelle di due persone che stanno insieme.- spiegò Sirius, guadagnandosi una smorfia da Remus.
  -Lo so cos’è un coppia, cretino.- lo riprese -In che senso ‘cosa fanno?’-
  -Sai, Lunastorta- iniziò il moro -io ho sempre avuto passionali avventure di una notte con giovani ragazze innocenti e ingenue, per poi tornare libero a cercare nuovi orizzonti da seguire e nuovi buchi da colmare.- raccontò Sirius orgoglioso, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Remus sbuffò seccato.
  -Quindi mi chiedevo, mio caro compagno, cosa faccia esattamente una coppia stabile. Per intrattenersi, dico. Quali sono le loro attività… ricreative?-
  -Di certo non quello che immagini tu.- sottolineò Remus scoccandogli un’occhiata contrariata.
  -Accidenti.- imprecò Sirius. -Mi sembrava troppo facile e divertente questa storia della relazione seria. Ecco perché non ne ho mai avuta una.-
  -Ti stavo dicendo- riprese il discorso Lupin, esasperato -Le coppie fanno tante cose insieme. Escono a cena, giocano a carte o a scacchi, parlano, fanno passeggiate mano nella mano, un sacco di cose.-
  -Mh. Capito.-
  Sirius tornò a sdraiarsi fissando il soffitto. Remus si chiese a cosa stesse pensando, così assorto. Poi sentì una mano prendergli il polso e trascinarlo in basso. Il moro lo fece sdraiare di fianco a lui, e poi poggiò il proprio capo sul petto del biondo, chiudendo gli occhi. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca e con uno sventolio chiuse la pesante tenda nera e spense la debole luce prodotta dalle candele.
  -Sirius, ne abbiamo già parlato…- provò a scostarlo Remus, ma il ragazzo lo zittì stringendo ancora di più il suo polso che non aveva ancora mollato.
  -Andiamo, Lunastorta, non voglio farti niente. Non sono mica un ninfomade, io.-
  -Ninfomane.- lo corresse il biondo involontariamente.
  -Si, quello. Non lo sono.- Sirius si sistemò ancora meglio sul torace del compagno. -Voglio solo stare qui al buoi con il mio ragazzo.-
  -Almeno fammi cambiare!- protestò Remus -Ho ancora addosso la camicia e i pantaloni, si stropiccerà se…-
  -Ti cambierai dopo.- disse Sirius -Tanto abbiamo già deciso che non dormo qui. Dopo mi alzo e tu ti cambi. Ma ora per favore,per favore, prendiamoci dieci minuti di pace, solo io e te. Ti va?-
  Remus non disse nulla, ma accarezzò il viso di Sirius, cercando di guardare il giovane nel buio della stanza. Sentiva il suo respiro caldo sulla mano, mentre con l’altra pettinava le ciocche corvine che ricadevano disordinate sulla sua camicia. Lentamente il respiro di Felpato si fece più regolare, cullato dalle carezze del compagno, e la presa sul polso dell’altro si fece meno potente. E insieme a lui, anche Lunastorta scivolò nel sonno, dimenticandosi di essere nello stesso letto di Sirius, infrangendo così la sua stessa regola, e dimenticandosi di essere ancora completamente vestito.

 
Angolo Autrice:
Buongiorno!
Ho deciso di scrivere questa Wolfstar perchè mi sembrava carina quest'idea che mi frullava in testa, e ho voluto rendervi partecipi della mia pazzia.
Vorrei chiedervi di lasciare una piccola recensione, giusto per farmi sapere cosa ne pensate e come vi sembra la storia.
Vi ringrazio in anticipo e vi lascio un abbraccio.
Con il solito affetto che per voi non manca mai,
Odairs.
  
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