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Autore: Harihanna    18/04/2014    1 recensioni
Un amicizia nata in estate tra due ragazzi il quale si ritrovano loro e i loro amici.
Tanto divertimento e amore per Jane Margaret Evans.
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-Chi minchia è sto figo?- ero ancora senza parole guardando la figura difronte a me, esattamente seduto al posto di Alex.
-Lui è...- il prof interruppe la nostra mini conversazione.
-Se avete intenzione di stare li a fissare il signor Payne allora fatelo dopo la mia ora, non voglio perdere tempo con queste bambinate- avevo la gola secca e non sapevo cosa dire.
-Ciao Alex- disse lui mostrandomi un sorriso a 32 denti, fantastico.
-Ciao Liam- probabilmente avevo appena fatto la figura della malaticcia con la laringite perchè era proprio quella la voce che mi era uscita, un misto tra ultimo respiro e una che stava affogando.
Genere: Demenziale, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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-Louis...- perfetto e ora come avrei chiesto a Niall dove si trovava Harry?
-Ciao Jane che ci fai qui?- pensai a qualche scusa che potevo inventarmi al momento ma non ne avevo.
-Dov'è Niall?- azzardai.
-È in doccia- annuii, no non potevo aspettare.
-Louis devi portarmi da Harry-
-Cosa?- esclamò, ecco sapevo di avergli chiesto una grande minchiata ma in qualche modo sicuramente lo sarebbe venuto a sapere.
-Si ti prego, devo parlargli- lui scosse la testa sembrava piuttosto arrabbiato.
-No Jane, Liam non sarebbe d'accordo se ti portassi ora da Harry-
-Liam nom c'è dai ti prego!- congiunsi le mani a mò di supplica inginocchiandomi, una coppia di ragazzi che stava passando cominciò a ridere.
-La tecnica migliore per una sega nè?- disse uno dei due mentre l' altro rideva, Louis era diventato bordeaux mentre io me ne infischiavo, ora avevo altro a cui pensare.
-Okok basta che ti alzi ma se ti chiederà chi ti accompagnato tu non dovrai neanche pensarmi chiaro?- io annuii contenta stringendolo.
-Lasciami ho gia una fidanzata- questa fu una notizia nuova per me.
-E chi è?- chiesi, lui fece cenno di no con la testa e così non me lo avrebbe detto lo stronzo.
Salimmo in macchina e continuai a chiedergli chi fosse per circa un quart d' ora quando finalmente poi me lo rivelò.
-Si chiama Eleanor, studia anche lei ma a Londra-
-E bravo Tommo così si fa- lui rise.
-Ci tieni davvero a Harry vero?- improvvisamente l' aria sbarazzina che c'era un momento fa si fece più seria.
-Penso che sia un ragazzo che non debba essere mai lasciato solo e l' ho notato oggi quando vi ho visti cantare, aveva degli occhi tristi e pieni di malinconia-
-Ci hai visti cantare??- un bel discorso pienamente ignorato, complimenti a me.
-Si e sono arrabbiata non me ne avete neanche parlato- mi imbronciai.
-Bhe lo si faceva solo per divertirsi- si faceva? Ciò significava che ora non cantavano più, ecco perchè Liam scriveva canzoni da sè.
-Sbagliate, se siete finiti in tv è perchè avete cantato come una vera e propria band unita, penso non dovreste lasciar perdere l' idea di formarne una vera e propria- lui cominciò a ridere appena finii il mio lungo discorso, sbuffai.
-È una presa per il culo vero? Come puoi anche lontanamente immaginare noi in giro per il mondo a cantare canzoni. Insomma hai visto come siamo. Liam pensa solo alla scuola o a te. Harry è una testa di cazzo vera e propria. Niall probabilmente è l' unico che accetterebbe. Zayn assolutamente no, farebbe il cascamorto con tutte le sue fan. E io... bhe io sono un caso a parte. Quindi toglitelo dalla testa, noi non formeremo mai una band- incrociai le braccia infastidita, il mondo avrebbe fatto a meno di 5 voci bellissime.
Passarono 20 minuti e la macchina si fermò, questo era il capannone dell' altra volta, guardai Louis.
-Come ti ho gia detto tu non sai niente di me, dimenticami- annuii e uscii dalla macchina, tornai a guardare Louis che mi rivolse un cenno del capo come saluto e poi fece retromarcia e imboccò la strada di ritorno. Guardai quell' ambiente, era davvero brutto e oscuro, mi sembrava uno di quei luoghi di violenza.
-Ok Jane ora vai lì e ti fai sentire, ovvio che ti ascolterà, è pur sempre tuo amico... forse- perfetto cominciavo pure a parlare da sola, arrivai davanti all' entrata con un solo pensiero fisso, Harry.
Cominciai ad aprire lentamente il portone ma appena udii delle voci mi fermai a origliare.
-Allora amico te la sei portata a letto la Davidson?-
-C'ero quasi ma poi quella bastarda della prof mi ha interrotto. Magari era invidiosa- cominciarono a ridere mentre io disgustata provai a guardare qualcosa.
-Hei Harry che cazzo fai?-
-Fatti i cazzi tuoi- misi la testa dentro tentando di guardare qualcosa, ma  vedevo solo alcune teste.
-Eddai Harry non ancora, devi levarti da quella merda-
-Sta zitto Jack- non sentii più niente e provai ad avvicinarmi ancora un pò ma caddi a terra a sacco di patate, la prima cosa che vidi probabilmente fu anche la più terribile che potevo vedere in 16 anni di vita.
-Harry...- esclamai, non mi resi conto che avevo appena urlato.
-Mandatela via- sentivo di scoppiare a piangere da un momento all' altro, vedere quell' ago che si infilzava nel suo braccio era troppo per me, mi alzai di mia spontanea volontà tentando di fermarlo.
-Harry ti prego metti giu la siringa, non farlo. Hai diritto anche tu a essere felice e io posso provarci- lui mi guardò con i suoi occhi arrossati, non riuscivo a capire se ci fosse anche qualche traccia di lacrime in quei occhi così verdi.
-Jane vattene via. Lasciami in pace esci dalla mia vita- vedere del sangue uscirgli dal braccio, mi creava solo un gran dolore, cominciai a piangere.
-No tu sei diverso, tu sei il ragazzo che mi ha chiesto di esserti amica e chi si è ripresentato nonostante ci conoscessimo gia, il ragazzo che mi ha cantato una canzone dei Pink Floyd, sei il ragazzo che mi fa ridere sulle scale della scuola e che la prende sul ridere se Liam ti da un pugno- vidi perfettamente delle lacrime fuoriuscirgli dagli occhi, anche lui lo sapeva.
-Ragazzi mandatela via ora!- dei tipi loschi si alzarono e prendendomi con forza contro la mia volontà, mi buttarono fuori facendomi cadere sull' erba. Piansi come non mai, piansi perchè la vita aveva voluto che il destino di quel ragazzo andasse a puttane in questo modo, piansi perchè quella siringa infilata in quel braccio era ancora vivida nella mia mente. Non meritava ciò, meritava qualcuno che gli volesse bene, che lo confortasse, una famiglia e una ragazza che lo amasse e lui non aveva ciò.
Mi rialzai nonostante stessi perdendo le forze per il troppo piangere, avevo un male atroce alla caviglia probabilmente l' avevo stortata. Cominciai a camminare entrando in un bosco, sentii un tuono provenire dal cielo, perfetto si sarebbe anche messo a piovere. Cominciai a camminare pensando di ritrovare la città, ma era tecnicamente impossibile, ci erano voluti 40 minuti per arrivare fino qui. Sentii le prime goccie, camminai più rapidamente ma il dolore alla caviglia si intensificava, la pioggia cominciò a scendere a tal punto che ero gia completamente bagnata.
Cominciai a correre ma caddi a terra, sentivo la caviglia gonfia e dolorante, la pioggia si mischiò alle mie lacrime. Tutto ciò perchè volevo aiutare Harry ma lui non me ne dava la possibilità e nonostante mi odiasse ora io lo volevo vedere, adesso, piansi per lui non per me ma perché vederlo piangere è stato peggio di una caviglia rotta o di una litigata con Liam, lui doveva essere aiutato.
Mi buttai a terra mentre le goccie premevano sulla mia pelle, sarei rimasta così in eterno.
-Ti ammalerai- aprii immediatamente gli occhi, era la sua voce.
-Harry- un sussurro, lui si avvicinò ma era incerto e si vedeva. Avrei tanto voluto abbracciarlo in questo momento.
-Io...- scoppiai per l' ennesima volta in lacrime, lui mi prese in braccio e appoggiai la testa alla sua spalla, probabilmente io e la pioggia contribuimmo a bagnargli la manica.
Mentre il mal di testa, contribuì a farmi addormentare tra le sue braccia.
 
Aprii lentamente gli occhi, vedevo tutto sfuocato, ci impiegai un pò di secondi a focalizzare ciò che c'era intorno a me.
Ero su un letto, ma non era il mio e non era neanche la mia stanza.
-Dove sono?-
-A casa mia- guardai immediatamente verso la mia sinistra, Harry era seduto con i gomiti sui ginocchi e mi guardava.
-Harry- sibilai.
-Gia è il mio nome-
-Perchè sono qui?- non ricordavo assolutamente di essere arrivata fino qui da sola.
-Hai dormito per circa 40 minuti in macchina prima che ti portassi a casa mia. Non sapevo dove abitavi- questa era la camera di Harry, in effetti aveva il suo stesso odore.
-È meglio se vada- provai ad alzarmi ma appena appoggiai il piede per terra, emisi un gemito di dolore, avevo un dolore acuto alla caviglia.
-Stai bene?- mi stava prendendo per il culo?
-Ti sembra che sto bene?- accennò un sorriso, per un momento i miei angeli ballerini fecero un triplo salto mortale nella mia mente, aveva appena sorriso.
-Aspetta ti porto del ghiaccio- lo guardai uscire e ne approfittai per ispezionare la stanza, cominciai a saltellare con un piede fino alla scrivania. C'era una foto incorniciata, l' afferrai e guardai il contenuto. C'era una ragazza molto simile a Harry e ovviamente lui accanto, sembrava più piccolo in quella foto, avrà avuto almeno 14 anni. Sorrisi, spostai lo sguardo su un braccialetto che catturò la mia attenzione, c'era l' iniziale di un nome: "M". Poteva stare per Mary, Macy o... Margareth. Era palese che non fosse per me, mi conosceva da poco tempo. Appena sentii dei passi avvicinarsi, lasciai immediatamente quel bracciale e mi fiondai sul letto, provocando un dolore lancinante alla caviglia.
-Ecco del ghiaccio- lo guardai avvicinarsi, mi accorsi solo ora della crosticina che gli era rimasta sul braccio, deglutii discostando subito lo sguardo.
Lo guardai mentre mi dava il ghiaccio.
-Puoi farlo te perfavore?- lui non disse niente e dopo qualche secondo si avvicinò al mio piede sedendoci accanto, liberò la calza dal mio piede delicatamente, arrossii per quel tocco cauto. Appoggiò il ghiaccio alla caviglia, non mi stava guardando preferiva guardare quella stupida caviglia invece di me, io necessitavo del contatto con quei splendidi occhi.
-Harry- lui alzò la testa e mi guardò, dopodichè riabbassò lo sguardo verso il basso.
-Perchè lo fai?- chiesi riferendomi a ciò che avevo visto prima, aspettai una risposta.
-Perchè ne ho bisogno- sibilò, ciò non significava niente anche io avevo bisogno di mio padre ma lui non c'era, ma sicuramente non facevo follie per rivederlo.
-No tu hai bisogno di amore e affetto- dissi io sedendomi quindi alzando il busto.
-Tu non sai niente di me- notai che la sua stretta si intensificò sul mio piede.
-Io so che tu potresti essere meglio di quello che cerchi di essere- improvvisamente i suoi occhi presero contatto con i miei, fu una scarica elettrica che mi diede vita.
-Se non fossi una ragazza ti avrei gia presa a pugni- deglutii, dov'era il ragazzo dell' altra sera? Sembrava il gemello cattivo.
-E invece mi stai medicando- un angolo della bocca gli si sollevò, era consapevole del fatto che mi stava aiutando.
-Lo hai fatto tu ora devo ricambiare- quindi era solo una questione di principio, avrei voluto urlargli contro che stava sbagliando ma l' unica cosa che feci fu alzarmi e stando attenta, mi infilai la scarpa.
-E ora dove vai?- mi alzai e cominciai a camminare, il dolore era forte ma mai quanto la voglia di piangere e sfogarmi. Camminai zoppicando fino all' entrata.
-Dai Jane rientra- ovviamente ciò lo faceva solo perchè non avrebbe mai osato mandare in giro una ragazza zoppicante da sola.
-Harry.. vaffanculo- esclamai, aprii la porta e uscii, una folata di vento spettinò i miei capelli. Provai a scendere le scale ma non appena feci il primo gradino persi l' equilibrio, gia mi vedevo con la faccia sul pavimento, sentii la mano di qualcuno afferrare possessivamente il mio polso, andai a sbattere all'indietro contro il suo petto. Era terribilmente vicino, vedevo ogni venatura dei suoi occhi. Mi allontanai immediatamente.
-Non ammazzarti- disse lui divertito, non ci trovavo niente di divertente.
-Non preoccuparti non sono come te- fu un attimo, non mi accorsi nemmeno delle parole che avevo detto, tornò immediatamente serio e gia mi vedevo piena di lividi e pugni.
-Andiamo- disse, avevo esagerato come al solito, lo seguii entrando in macchina.
-Abito difronte a casa di Niall- lui capii e accese il motore della macchina.
Silenzio per metà del viaggio finche mi decisi a parlare.
-Mi dispiace- lui non rispose.
-So che hai i tuoi problemi e so di essere assilante, ma... io ti voglio bene- lui frenò immediatamente la macchina, la mia testa andò a sbattere contro il sellino dietro.
-Tu non devi volermi bene, io non sono raccomandabile, hai visto cosa faccio? Mi drogo, si mi drogo perché ho una madre assente una sorella che vive in Irlanda e che vedo solo a natale e non ho nessuno, nessuno da abbracciare, nessuno con cui confidarmi e nessuno che possa volere bene perchè l' amore è una puttanata- d' impulso lo abbracciai, aspettavo da giorni questo momento, finalmente si era confidato, sorrisi.
-Io ti voglio bene perchè ne hai bisogno tu e ne ho bisogno io.- improvvisamente sentii la sua stretta attorno alla mia schiena, il profumo che emanava era meglio di qualsiasi colonia esistente.
Mi allontanai notando che stava piangendo, gli asciugai le lacrime infondendogli un pò di coraggio.
-Promettimi che proverai a smettere con quella roba- lui deglutii.
-Sono dipendente Jane...- gli presi il braccio e gli depositai un bacio esattamente dove poche ore prima aveva infilato l' ago.
-D' ora in poi se farai del male a te ne farai anche a me- lui sussultò, gli sorrisi e dopo avermi dato una lunga occhiata, ripartì verso casa.

 

 

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