Il pomeriggio di quello
stesso giorno, Watanuki e Doumeki fecero visita a Shaoran per cercare di
portare a compimento nel migliore dei modi la prima fase del piano.
Shaoran dal canto suo, era
rimasto un po’ interdetto dal modo in cui i suoi amici si erano comportati
quella mattina, non se lo sarebbe mai aspettato da loro, soprattutto da Sakura…
Non riuscì a soffermarsi un’attimo di più su quel pensiero perché il suono del
campanello lo risvegliò dallo stato di trance in cui era caduto. Così, alzatosi
di malavoglia dal divano su cui stava riposando beatamente, dopo la sfacchinata
che aveva dovuto fare per aiutare suo padre, si diresse alla porta.
“Arrivo” disse mentre si
avviava. Chi poteva essere a quell’ora? Erano le quattro diamine!
Appena aprì la porta però,
si rilassò. Erano Doumeki e Watanuki.
“Ehi ragazzi! Che ci fate
qui?” domandò Shaoran un po’ assonnato.
Alla vista del
compagno,sempre meticoloso e perfetto in tutti i particolari, a Watanuki scappò
un sorriso…Shaoran era lì in piedi davanti all’uscio, con indosso soltanto una
canotta bianca e dei bermuda grigi(*ççççç*), aveva i folti capelli castani un
po’ arruffati e gli occhi ambrati,solitamente vispi e curiosi, erano ora velati
da una patina di stanchezza.
Fu Doumeki il primo a
parlare: “Ciao Shaoran-kun! Senti passavamo di qui e abbiamo pensato di venire
a salutarti…e poi volevamo scusarci per il nostro comportamento di questa
mattina…”
A quel punto anche Doumeki
rinsavì: “ Ah si già…eheheh…scusaci ma sai…le ragazze…e poi Himawari…non potevo
rifiutare…spero capirai amico…!” detto questo diventò rosso.
Alla vista dei due ragazzi
venuti a trovarlo a casa per scusarsi, Shaoran si intenerì e tutta la faccenda
della mattina fu dimenticata all’istante…
“Non preoccupatevi
ragazzi, mettiamoci una pietra sopra! Entrate piuttosto, non vorrete rimanere
qui fuori! Vi offro qualcosa!” esclamo Shaoran, adesso un tantino più sveglio.
I due ragazzi mori non se
lo fecero ripetere due volte ed entrarono. Si accomodarono nel salotto, e pochi
attimi dopo Shaoran si unì a loro portando un bicchiere di limonata ghiacciata
per tutti.
Dopo un po’ Watanuki prese
la parola: “Senti Shaoran, hai da fare questa sera?”; Shaoran rispose: “No,
niente. E per giunta mio padre è dovuto ripartire subito, e non tornerà prima
di una settimana, quindi sono completamente solo…” disse l’ultima frase con una
nota di tristezza nella voce.
Intervenne allora Doumeki:
“Ah perfetto! Sai noi avevamo pensato di organizzare una serata tra ragazzi,
così, tanto per divertirci un po’, e pensavamo che anche tu potresti venire a
casa di Watanuki…”. “Direi che è un’ottima idea!” disse Shaoran pensando che
almeno così non sarebbe stato da solo il giorno del suo compleanno, anche se
avrebbe preferito passare quel giorno in compagnia di un’altra persona…
La voce di Watanuki lo
scosse dai quei pensieri: “Allora andiamo! A casa mia è già tutto pronto:
Console, Tv, computer, patatine, e un bel film di fantasmi…Cosa aspettiamo!”.
Detto questo, Watanuki e Doumeki fecero segno di alzarsi, ma Shaoran li fermò:
“Emh…Potreste aspettare un attimo…?Vado a rinfrescarmi e a vestirmi…datemi
dieci minuti e sono da voi.” Detto ciò si allontanò pensando che a Sakura non
sarebbe piaciuto partecipare a quella serata e vedere quel film…
Nel frattempo Sakura e
Himawari si erano già appostate nella strada ad angolo con la casa di Shaoran in
attesa che i tre uscissero e loro potessero avere via libera. Le due erano
molto concentrate, e si distraerono solo quando sentirono delle voci alle loro
spalle. Si girarono contemporaneamente ed esclamarono: “ Yuuko-sensei,
Fai-sensei, Kurogane-sensei, Moko-chan! Che ci fate voi qui?”. Rispose Fai:
“Beh ragazze, non potevamo lasciarvi fare tutto da sole! Inizialmente volevamo
venire solo io e la preside Yuuko, ma poi Kuro-tan si è gentilmente offerto di venire per aiutarci con i preparativi più
faticosi, e dopo i Mokona si sono aggregati!”. Subito il professore di ed.
fisica aggiunse: “ Tsk. Perché non dici la verità pazzoide! Tu e quella strega
mi avete obbligato!”. Di fronte a quella scenetta le due ragazze scoppiarono a
ridere ma vennero interrotte dal parlottare di tre ragazzi, a loro ben noti,
che si allontanavano.
La seconda fase del piano
poteva avere inizio.
Quello strano gruppetto di
persone entrò così nella bella casa di Shaoran, che fortunatamente non si era
preso la briga di chiudere la porta a chiave. Iniziarono subito a lavorare e in
poco tempo finirono di abbellire tutta la casa con festoni di tutti i colori.
Poi Himawari, grazie anche all’aiuto di Sakura e Yuuko, creò un festone molto
particolare, composto datante lettere, ognuna di un colore diverso, che
formavano la scritta: “Buon compleanno Shaoran”, in cinese. Terminarono
relativamente presto. Soprattutto perchè la maggior parte del lavoro fu svolta
dal povero Kurogane, a cui non era
rimasta altra scelta che quella di sottostare agli ordini di Fai e di Yuuko.
Essendo ancora presto, Fai cominciò a preparare le basi di tutte le pietanze
che sarebbero state servite, soprattutto dolci al cioccolato, dopodichè
tornarono tutti a casa.
Si ritrovarono a casa di
Shaoran il mattino seguente. Fai ultimò di preparare i dolci, e Yuuko, Sakura
ed Himawari avevano dato una rassettata generale alla casa. A Kurogane era
stato concesso di riposare, se di riposo si poteva parlare con i Mokona appiccicati!
Aspettarono molto, ma alla
fine, all’orario prestabilito, le sette di sera, il festeggiato rincasò.
Aprì la porta, e fermatosi
sull’uscio disse, rivolgendosi ai suoi amici: “Ragazzi, vi ringrazio molto per
la bella giornata, ma certo che mi avete
fatto perdere troppo tempo con quel videogioco! È da ieri pomeriggio che
sono con voi e non sapete quante faccende di casa mi aspettano…!”. Doumeki,
accortosi che tutti gli altri erano in salotto, rispose: “Eh già, scusaci, ma
non riuscivamo proprio a finire quel livello…comunque non è che prima di andare
potresti offrirmi un bicchiere d’acqua…Sai, sono molto assetato…”. Shaoran
allora replicò: “Ma certo! Accomodatevi in salotto, arrivo in un attimo…”. I
due mori, appena il castano si voltò, si precipitarono dalle ragazze,
ovviamente tenendo la luce spenta, ed attesero. Shaoran, vedendo la luce del
salotto spenta disse: “Ehi, ma non avete neanche acceso la lu…” Non riuscì
neanche a terminare la frase che la luce si accese, e sentì delle voci gridare
all’unisono: “ Sorpresa!Tanti auguri!”
Shaoran era basito. Non
riusciva a credere a quello che i suoi occhi vedevano. Una tavola, imbandita
con mille golosità, al centro di cui spiccava una grande torte ricoperta di
panna e fragole. E dietro questa meravigliosa tavolata, vi erano tutte le
persone che più gli erano state vicine dopo il suo trasferimento, persino
alcuni degli insegnanti e la preside, erano lì anche i due Mokona. Soel e Larg!
E poi c’era lei, la
ragazza che aveva catturato la sua attenzione sin dal primo momento che aveva
messo piede in quella città, quella che per prima lo aveva accolto, lo aveva
capito, quella che a volte pareva lo avesse stregato. Soprattutto quel giorno.
Con quel vestito rosa dai bordi fucsia appena sopra il ginocchio, e quella spilla
a forma del fiore che prendeva il suo stesso nome, sembrava un astro del cielo
che brillava di luce propria.
Fu lei che interruppe il
silenzio, gli si avvicinò e prendendolo per mano disse: “Allora Shaoran-kun, ti
è piaciuta la nostra sorpresa?. Egli allora, ripresosi da quello stato di
contemplazione, rispose: “Oh ma certo Sakura-chan, io sono davvero senza parole,
non so come ringraziarvi!”. “Un modo ci sarebbe, vieni qui e sbrigati a dare
inizio alla festa!” sbottò Doumeki fintamente stizzito.
Tutti erano felici,
ridevano e si divertivano, molti grazie al saké portato da Yuuko e Fai.
Sakura, si era ripromessa
di non berne neanche un sorso, era ormai ben consapevole di non essere in grado
di reggere l’alcool, così bevve solo un bicchiere di punch, che avrebbe dovuto
essere analcolico. Già, avrebbe dovuto essere, ma non lo era, perché Yuuko e
Fai avevano messo un po’ di saké anche lì, facendo innervosire Kurogane, che
non tollerava si trasgredissero le regole.
Sakura però,
fortunatamente non ebbe nessuna reazione evidente. Chissà, forse si stava
veramente abituando all’alcool…
Passarono le ore, e tutti
si divertirono come matti, soprattutto grazie a Kurogane ed i Mokona, che un
po’ brilli regalavano un esilarante spettacolo. Alla fine,verso le undici, fu
per tutti l’ora di ritirarsi. Salutarono Shaoran, che cordialmente li ringraziò
tutti, uno per uno. Rimase con lui solo Sakura. Stava per accompagnarla alla
porta quando lei si girò per gettare un ultimo sguardo al salotto. Era davvero
ridotto male… Così, presasi di coraggio disse: “Senti Shaoran-kun, so che è
molto tardi, ma mi dispiace lasciarti qui con tutto questo caos da sistemare.
Vorrei rimanere ad aiutarti, dopodichè andrò anch’io a casa, Touya capirà.” Il
suo tono non ammetteva repliche e dopotutto, Shaoran non poteva e…non volva
mandarla via. Così, in silenzio,cominciarono a sistemare il salotto e dopo la
cucina. Ci impiegarono un’ora. Erano davvero stanchi, e il ragazzo propose a
Sakura di sedersi sul divano per riprendere fiato un attimo.
In quel momento, guardando
un punto indistinto del pavimento, Shaoran disse a voce appena percettibile:
“Adesso avrei proprio voglia di…” La ragazza dal suo canto,molto incuriosita,
lo interruppe chiedendo: “Di cosa?” . “No niente…una cosa sciocca…davvero, non
è importante” riprese il giovane cercando di deviare il discorso, ma la ragazza
non demorse : “No Shaoran, ti prego dimmelo…Se non ti avessi interrotto prima,
me lo avresti detto…” Dopo questa frase egli non poté più dirle di no, quindi
rispose: “ Come vuoi Sakura, te lo dirò, ma sappi che è una cosa piuttosto
infantile, me ne vergogno un po’.” Ma Sakura lo rassicurò dicendo: “Qualunque
cosa fosse io non potrei mai schernirti Shaoran…” A quelle parole, il castano,
rincuorato continuò il discorso da dove era stato interrotto: “Beh ecco, Dicevo
che avrei voglia di una tazza fumante di cioccolata; lo so che è estate, ma
tutti gli anni, il giorno del mio
compleanno, mio padre mi preparava sempre una cioccolata calda, è una
sorta di tradizione…”
A quel punto Sakura si
alzò dal divano e raggiante in volto esclamò: “ Oh Shaoran, è una magnifica
idea! So che io non potrò mai sostituire tuo padre, ma che ne dici di portare
avanti questa tradizione?” Detto questo si diresse verso la cucina, seguita da
Shaoran, ed insieme prepararono due abbondanti tazze di cioccolata. Sakura,
stava per dirigersi in salotto, ma udì la voce di Shaoran dirle: “ Senti, ti
andrebbe di berla in terrazzo? Sai,è il mio posto speciale, dal quale posso
guardare le stelle e riflettere…” La ragazza fece un cenno con il capo, e lo
seguì. Giunsero in un’ampia terrazzina, dal quale si godeva di un panorama
mozzafiato. Shaoran la condusse su di un telo steso per terra, e i due si
accomodarono. Sakura allora, non seppe contenere un momento di più la sua gioia
ed esclamò: “Wow Shaoran, questo è un posto davvero meraviglioso…”, “Già”
rispose semplicemente l’altro. Dopo un po’ di esitazione però aggiunse: “ Lo
sai in realtà cosa mi rende felice in assoluto? Il fatto che tu abbia deciso di
condividerlo con me…”.
Un attimo dopo,i due
abbandonarono le loro tazze di cioccolata per terre, e cominciarono a
guardarsi.
Sakura si sentiva
totalmente rilassata. Non sapeva se fosse merito dell’alcool, o della magi del
posto, ma lei e Shaoran cominciarono ad avvicinarsi.
I loro volti era sempre
più prossimi l’uno all’altro, i loro sguardi concatenati
Ognuno si perdeva in
quello della persona che aveva di fronte.
Brillante giada persa
nell’oro puro; yin e yang che si fondevano in una sola cosa.
Anche le loro labbra stavano per sfiorarsi, per
suggellare con un casto bacio, quel magico momento.
Ma purtroppo una voce
maschile li interruppe: “Ehi fratellino! Ma come! Io mi precipito da Hong Kong
per venire qui a farti una sorpresa, e ti ritrovo in compagnia di una bella ragazza?!?”.
Sentendo quella voce i due
ragazzi,“colti in flagrante”, si allontanarono bruscamente l’uno dall’altra.
Shaoran si fiondò ad
aiutare il gemello con i bagagli, mentre Sakura si diresse velocemente alla
porta.
Non si salutarono neanche,
o meglio, non in modo apparente. In realtà si scambiarono un sorriso. Un
sorriso che valeva più di mille parole. Un sorriso che rivelava quanto fossero
felici, perché anche se erano stati interrotti, in fondo sapevano che il
destino avrebbe offerto loro una seconda chance, ed erano consapevoli che
quell’attesa avrebbe reso quel momento ancora più magico, speciale ed
indimenticabile.
Così entrambi rientrarono
nelle rispettive case, dopotutto consci che ormai le loro anime erano fuse
insieme, legate indissolubilmente da un fil-rouge che non si sarebbe mai spezzato.
Fine!!!