HATFIELDS & MCCOYS-QUESTIONE DI SANGUE
- Ellison "Cotton Top" Mounts
Mi impiccheranno, ormai il tribunale ha deciso. Domani a mezzogiorno sarò appeso per il collo, dove tutti potranno vedermi.
Mi guardo intorno nella cella angusta. Sono solo. Hanno spostato lo zio Wall in un’altra cella, dove non posso vederlo. Lui resterà in carcere ma vivrà, almeno. E’ stato pur sempre un giudice.
Lascio le sbarre, dove fino a quel momento mi sono aggrappato, e scivolo lungo la parete in angolo, rannicchiandomi con le ginocchia al petto.
Tremo, forse per la paura o per il freddo della notte. C’è la nebbia, la vedo chiaramente infiltrarsi dalla piccola finestrella a quadretti di ferro. Io non volevo uccidere la piccola Alifair McCoy.
Cap mi aveva detto di tenere d’occhio l’uscita posteriore della casa di Randall McCoy, di non permettere a nessuno di uscire, di scappare. E’ passato un po’ di tempo da quel giorno di Capodanno del 1888 eppure…eppure non riesco a dimenticare lo sguardo di quella ragazzina che cade morta tra le foglie rinsecchite, una macchia rossa all’altezza del petto laddove l’ho colpita.
E’ stato un riflesso involontario. Mi sono spaventato e il colpo è partito, colpendola. La testa bionda di Johnse era sbucata da un albero subito dopo, l’espressione sconvolta. Anche Cap mi aveva raggiunto subito “Cos’è successo?” aveva domandato guardandomi con il suo unico occhio sano. Avevo schiuso le labbra, fissando il punto in cui c’era Alifair, e Cap si era voltato.
Il silenzio era calato un attimo su di noi poi, Cap aveva allungato una mano, poggiandomela sulla spalla “E’ tutto okay, Cotton. Va bene così”.
Ora non è tutto okay. Bad Frank mi ha catturato e io sono stato processato. Ora non è tutto okay, Cap.
Affondo le dita nei capelli corti e biondi, quasi da sembrare bianchi. Forse verrà qualcuno a liberarmi.
Zio Devil Anse non permetterà mai che impicchino suo nipote, no? Oppure verrà Cap. Lui mi ha sempre difeso dagli altri che mi prendevano in giro. Non lascerà che mi ammazzino.
“Verranno…verranno…” lo ripeto sottovoce ma più passa il tempo e più mi rendo conto che forse non sarà così. Vogliono liberarsi di me? Eppure credevo mi volessero bene.
Io sono Cotton e gli Hatfield continueranno proteggermi in nome del mio defunto padre.
Comincio a dondolare su me stesso, nel tentativo di calmarmi, ma non ci riesco. Sento sempre più freddo e la morsa allo stomaco sembra quasi capace di mozzarmi il respiro in gola. Forse morirò ancor prima di domani.
Apro gli occhi quando sento qualcuno parlare. Quando mi sono addormentato? Sollevo lo sguardo e mi guardo intorno. Un raggio di sole filtra dalla finetra creando l’ombra della finestra sul pavimento di legno. E’ giorno.
E’ il giorno e io sono ancora qui. Non sono venuti. Nessuno della mia famiglia è venuto a salvarmi. Un lamento mi sale su per la gola e sento le lacrime pizzicarmi gli angoli degli occhi “Sveglia, piccolo scemo…E’ giunta la tua ora”.
Mi volto verso la voce e osservo gli occhi neri dell’uomo che è venuto a prendermi “E’…Stai per portarmi lì?” chiedo.
L’uomo sorride, divertito “Cos’è quell’aria spaventata, piccolo bastardo?”.
Mi alzo in piedi e sbircio fuori dalla finestra. Dove sono gli Hatfield?
“Ti aspettavi che venissero a prenderti eh? E che se fanno di te, umh?” dice l’uomo con un fragorosa risata.
Già, che se ne fanno di uno come me?
Mi mordo forte l’interno della guancia e socchiudo gli occhi rivolgendo un pensiero a mio padre, morto per mano dei tre fratelli McCoy. Presto lo rivedrò.
Mentre l’uomo mi accompagna fuori, dove vedo che hanno allestito un piccolo palco per l’esecuzione, mi viene un pensiero.
“Io sono Cotton, e sono un uomo morto che cammina”. Le lacrime iniziano a correre giù per guance senza che me ne accorga. Ci sono un sacco di persone, le vedo, ferme su per la collina che attendono il momento di vedermi penzolare.
E’ per gli Hatfield che io muoio.
E’ per l’aver causato morte, che morte mi viene restituita.
Spazietto Autrice
E' passato più di un mese dall'ultimo aggiornamento .-. mi scuso, davvero. Scrivere l'ultimo capitolo di questa piccola raccolta sui personaggi principali di Hatfields & McCoys fa un certo effetto. Chiudere con Cotton Top poi...povero. Mi ha fatto una pena immensa. Abbandonato da tutti. Cap voleva andare a salvarlo ma Devil Anse glielo ha impedito dicendo che l'esecuzione di Cotton Top avrebbe concluso la faida tra le famiglie. In effetti poi è così ma poverino.
Un bacione immenso a chi ha visitato queste piccole one-shot. Spero vi siano piaciute, sto ancora cercando qualcuno che abbia visto questo telefilm oltre Rinie xD Me lo fate sapere? xD
Un bacione!
Raya_Cap_Fee
Mi impiccheranno, ormai il tribunale ha deciso. Domani a mezzogiorno sarò appeso per il collo, dove tutti potranno vedermi.
Mi guardo intorno nella cella angusta. Sono solo. Hanno spostato lo zio Wall in un’altra cella, dove non posso vederlo. Lui resterà in carcere ma vivrà, almeno. E’ stato pur sempre un giudice.
Lascio le sbarre, dove fino a quel momento mi sono aggrappato, e scivolo lungo la parete in angolo, rannicchiandomi con le ginocchia al petto.
Tremo, forse per la paura o per il freddo della notte. C’è la nebbia, la vedo chiaramente infiltrarsi dalla piccola finestrella a quadretti di ferro. Io non volevo uccidere la piccola Alifair McCoy.
Cap mi aveva detto di tenere d’occhio l’uscita posteriore della casa di Randall McCoy, di non permettere a nessuno di uscire, di scappare. E’ passato un po’ di tempo da quel giorno di Capodanno del 1888 eppure…eppure non riesco a dimenticare lo sguardo di quella ragazzina che cade morta tra le foglie rinsecchite, una macchia rossa all’altezza del petto laddove l’ho colpita.
E’ stato un riflesso involontario. Mi sono spaventato e il colpo è partito, colpendola. La testa bionda di Johnse era sbucata da un albero subito dopo, l’espressione sconvolta. Anche Cap mi aveva raggiunto subito “Cos’è successo?” aveva domandato guardandomi con il suo unico occhio sano. Avevo schiuso le labbra, fissando il punto in cui c’era Alifair, e Cap si era voltato.
Il silenzio era calato un attimo su di noi poi, Cap aveva allungato una mano, poggiandomela sulla spalla “E’ tutto okay, Cotton. Va bene così”.
Ora non è tutto okay. Bad Frank mi ha catturato e io sono stato processato. Ora non è tutto okay, Cap.
Affondo le dita nei capelli corti e biondi, quasi da sembrare bianchi. Forse verrà qualcuno a liberarmi.
Zio Devil Anse non permetterà mai che impicchino suo nipote, no? Oppure verrà Cap. Lui mi ha sempre difeso dagli altri che mi prendevano in giro. Non lascerà che mi ammazzino.
“Verranno…verranno…” lo ripeto sottovoce ma più passa il tempo e più mi rendo conto che forse non sarà così. Vogliono liberarsi di me? Eppure credevo mi volessero bene.
Io sono Cotton e gli Hatfield continueranno proteggermi in nome del mio defunto padre.
Comincio a dondolare su me stesso, nel tentativo di calmarmi, ma non ci riesco. Sento sempre più freddo e la morsa allo stomaco sembra quasi capace di mozzarmi il respiro in gola. Forse morirò ancor prima di domani.
Apro gli occhi quando sento qualcuno parlare. Quando mi sono addormentato? Sollevo lo sguardo e mi guardo intorno. Un raggio di sole filtra dalla finetra creando l’ombra della finestra sul pavimento di legno. E’ giorno.
E’ il giorno e io sono ancora qui. Non sono venuti. Nessuno della mia famiglia è venuto a salvarmi. Un lamento mi sale su per la gola e sento le lacrime pizzicarmi gli angoli degli occhi “Sveglia, piccolo scemo…E’ giunta la tua ora”.
Mi volto verso la voce e osservo gli occhi neri dell’uomo che è venuto a prendermi “E’…Stai per portarmi lì?” chiedo.
L’uomo sorride, divertito “Cos’è quell’aria spaventata, piccolo bastardo?”.
Mi alzo in piedi e sbircio fuori dalla finestra. Dove sono gli Hatfield?
“Ti aspettavi che venissero a prenderti eh? E che se fanno di te, umh?” dice l’uomo con un fragorosa risata.
Già, che se ne fanno di uno come me?
Mi mordo forte l’interno della guancia e socchiudo gli occhi rivolgendo un pensiero a mio padre, morto per mano dei tre fratelli McCoy. Presto lo rivedrò.
Mentre l’uomo mi accompagna fuori, dove vedo che hanno allestito un piccolo palco per l’esecuzione, mi viene un pensiero.
“Io sono Cotton, e sono un uomo morto che cammina”. Le lacrime iniziano a correre giù per guance senza che me ne accorga. Ci sono un sacco di persone, le vedo, ferme su per la collina che attendono il momento di vedermi penzolare.
E’ per gli Hatfield che io muoio.
E’ per l’aver causato morte, che morte mi viene restituita.
Spazietto Autrice
E' passato più di un mese dall'ultimo aggiornamento .-. mi scuso, davvero. Scrivere l'ultimo capitolo di questa piccola raccolta sui personaggi principali di Hatfields & McCoys fa un certo effetto. Chiudere con Cotton Top poi...povero. Mi ha fatto una pena immensa. Abbandonato da tutti. Cap voleva andare a salvarlo ma Devil Anse glielo ha impedito dicendo che l'esecuzione di Cotton Top avrebbe concluso la faida tra le famiglie. In effetti poi è così ma poverino.
Un bacione immenso a chi ha visitato queste piccole one-shot. Spero vi siano piaciute, sto ancora cercando qualcuno che abbia visto questo telefilm oltre Rinie xD Me lo fate sapere? xD
Un bacione!
Raya_Cap_Fee