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Autore: Mistress Lay    15/07/2008    24 recensioni
Tre passi al tavolo, cinque alla credenza... dov'è il miele? Ah, eccolo qui. Cinque passi al tavolo... la sedia, un passo. Oggi dev'essere una giornata ventosa, le foglie stanno turbinando fuori. La finestra! Devo ricordarmi di andare a chiuderla dopo colazione... dov' il tea? Ah, eccolo... si sta raffreddando. Ora lo alzo e brindo: quattro anni. Sono quattro anni che sono cieco
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza luce, il buio (29/

Senza luce, il buio (29/36) by Mistress Lay

Capitolo Ventinovesimo – La schiusa della crisalide

 

 

Quella mattina, quando Harry riaprì gli occhi, il sole stava invadendo la stanza in ogni suo angolo, scacciando persino le tenebre create dalle ombre: la camera era così luminosa che per un attimo ne rimase abbagliato. Che ore erano? Generalmente era mattiniero, ma questa volta il sole lo stava accecando.

Le tende stavano svolazzando di fronte alla finestra spalancata, cullate dal sibilo del vento, creavano larghe volute irregolari, raccogliendo il vento che pulsava al suo interno aritmicamente e creava piegoline che si cancellavano automaticamente al minimo variare del soffio ventoso. Il fruscio che provocavano aveva qualcosa di ipnotico fino ad evaporare con quel ridondante ‘pop’ del lembo di tessuto che colpiva l’altro.

Harry si alzò a sedere, si guardò attorno, vide i raggi del sole penetrare dalla finestra spalancata e colpire le due lampade di vetro sopra i comodini creando giochi di luce iridescenti proiettati sulla biancore del muro alle sue spalle, scandagliando la stanza vide il letto sul quale era ancora semicoricato, la trapunta bianca che sembrava divertirsi a raccogliere anch’essa i raggi del sole e rifletterli in un chiarore bizzarro, la luce pure strisciava lungo il parquet lucido, ancora fin là, sul fondo, dove si trovava la porta che conduceva al bagno, era socchiusa, ma anche lì penetrava un riverbero fino alla trama intessuta del piccolo tappeto antistante il lavandino.

Colori, luci, forme degli oggetti...

 

Lui... ci vedeva?

 

Harry spalancò ulteriormente gli occhi, sconvolto, mentre un tremito gli scuoteva il corpo sollevò le mani all'altezza del volto, guardandone attentamente il dorso e ogni singola linea del palmo. Osservò con scrupolosità i polpastrelli, le unghie, le singole vene in rilievo.

Sollevò gli occhi, lanciò un veloce sguardo sgranando gli occhi addosso a tutta la stanza, facendo una rapida panoramica dell'arredamento spartano, i pochi suppellettili, tutti pragmatici in modo da non ostacolare nessuno dei suoi movimenti. Certo, perchè lui era cieco.

 

Però... lui... lui... ci vedeva.

 

Tutto era colorato, tutto definito, nessuna massa informa oscura, nessun buio totale ad accoglierlo.

Aprì più volte la bocca, senza che ve ne uscì una sola sillaba, deglutì, recuperando solo allora l'uso della gola: - Io... ci vedo... - gli uscì un solo rantolo, quasi incomprensibile, se solamente ci fossero altre orecchie all'ascolto.

In quel momento la porta della stanza si aprì ed entrò Draco, quasi come lo ricordava Harry, solo, con quelle caratteristiche che aveva avvertito tramite tatto, che aveva immaginato baciando quelle labbra, quando aveva soffiato giocosamente il fiato in quelle orecchie o sfiorato con il proprio naso quello di Draco.

Lo vedeva, ed era bellissimo.

Stava sorridendo, le mani sorreggevano un vassoio per la colazione, conteneva una tazza di caffè, una spremuta d'arancia, delle brioche, tutto disposto elegantemente e con ordine. Draco aveva lo sguardo allegro, spensierato, come Harry lo aveva immaginato la sera prima, quando avevano passato il resto della giornata prima a stare assieme, come una coppia che poco a poco si conosce, parlando fra di loro del lavoro di Harry, del ricevimento di Draco, delle rispettive infanzie.

La questione della fiducia tra Harry e Draco si era consolidata , dopo il discorso di Harry, e quello aveva aperto i punti d'appoggio per qualcos'altro, qualcosa di molto più importante, come se avessero buttato le basi per costruire qualcosa di molto più serio.

- Buongiorno -

Harry sorrise a quel radioso saluto, estasiato da tutto quello che lo circondava, quel mondo che un tempo non era altro che oscurità ora risplendeva di luci e colori.

- Draco! Io... ci vedo! Ci vedo! -

Draco continuò a sorridere con dolcezza e si sedette sul letto accanto ad Harry, appoggiando il vassoio in bilico sulle sue gambe.

Harry gli gettò le braccia al collo: - Draco ci vedo! Ci vedo! -

Draco seguitava con il suo silenzio, ricambiò per un attimo il suo abbraccio, finchè Harry non lo sciolse, deluso per la reazione dell'altro, perchè non scoppiava di gioia anche lui? Perchè non era felice?

- Draco... perchè non sei felice? -

- Certo che sono felice per te, Harry - rispose a bassa voce, gli tenne affettuosamente la mano.

Harry s'imbronciò: - Non sembra... -

Draco per tutta risposta sorrise, quasi di scusa, eppure con quell'espressione soddisfatta, sconcertante in una occasione del genere.

Perchè Harry provava il desiderio di saltare su e giù sul letto in preda alla felicità mentre Draco rimaneva con quel meraviglioso ma disinteressato sorriso sulle labbra?

Draco gli accarezzò la guancia e al suo tocco Harry non sentì il calore della sua mano o quella deliziosa sensazione di protezione che Draco gli donava sempre, avvertì quel semplice contatto come qualcosa di rarefatto, di impalpabile.

- Draco… -

- Da quanto non facevi un sogno del genere, Harry? – domandò l’altro con voce bassa, quasi impercettibile – Da quanto non avevi la quieta speranza di svegliarti al mattino e di vedere, come adesso? -

Harry non rispose, un nodo alla gola glielo impedì.

- Da tanto tempo – rispose per lui Draco – e da quanto non ti rendi conto che quando ti sveglierai non troverai altro che oscurità ad avvolgerti? Un tempo perdesti la speranza, Harry e desiderasti non fare più sogni del genere, perché ti avrebbero riportato troppa sofferenza… ma adesso, adesso qualcosa è cambiato, no? -

Ancora una volta Harry rimase in impietrito silenzio.

- Ora, Harry… puoi rincominciare -

- A fare cosa? -

- A tornare te stesso -

- Io… -

- Quando ti sveglierai nulla cambierà, tranne questo ricordo… -

 

 

 

Harry aprì gli occhi e non vide nulla. Il buio lo inghiottì di nuovo nel suo abbraccio crudele.

Un sogno… solo un sogno…

Per una volta le lacrime di rabbia non gli salirono agli occhi, nemmeno la consueta stretta al cuore, quella che lo prendeva sempre al risveglio dopo un sogno del genere, che gli alimentava la speranza per poi distruggergliela al minimo sentore di ritorno alla realtà.

Era davvero da tanto che non faceva un sogno del genere ed era la prima volta che aprendo gli occhi non ebbe l’impressione che il buio lo stesse inghiottendo sbeffeggiando la sua ritrovata condizione e questo solo per merito di Draco.

Il respiro di Draco addormentato accanto a sé, in mezzo alle coltri calde, la presenza di quel braccio attorno alla vita che, disperatamente, si aggrappava alla maglia del pigiama, quasi a volerlo trattenere dal consueto allontanamento che Harry compiva durante la notte.

Quell’ultimo particolare toccò profondamente il cuore di Harry, allora era così, Draco cercava sempre di impedirgli la ritirata, lo teneva vicino per quanto potesse, non accettava la separazione, la combatteva strenuamente tutte le notti.

 

Quando ti sveglierai, nulla cambierà, tranne questo ricordo…

 

Sì, qualcosa era cambiato dentro Harry, perché quella stretta di Draco, unita al ricordo di quel bizzarro sogno, e alfine l’accettazione che aveva sentito nel cuore, lo avevano completamente cambiato.

 

Accettazione, ecco la parola chiave.

Non adeguamento. Accettazione.

 

Ieri sera aveva detto a Draco che prima di stare bene con gli altri doveva stare bene con se stesso, che prima di tutto doveva accettare se stesso e la cecità… ebbene, ora l’aveva accettata.

Non era stato un cambiamento repentino, assolutamente, solo molto sofferto, che era durato mesi, anni.

Precedentemente aveva convissuto con la cecità ogni giorno, vivendo in oscillazione tra il desiderio di respingerla e di accoglierla, quando aveva incontrato Draco si era costretto ad accettarla per quello che era: segno di dolore, ostacolo, ma parte di sé. Scendendo a patti con questa poteva smetterla di crogiolarsi nel passato e guardare davvero al futuro.

Man mano che Draco si avvicinava al suo mondo, che gli si accostava con il cuore, Harry aveva cominciato ad avere bisogno di lui, della sua presenza, della sua persona intera. Lo aveva accettato, ed accettandolo aveva ammesso assieme la sua condizione, perchè amando Draco, era sceso a patti con se stesso.

Di quell’ ammissione fatta tempo prima se ne rese conto solo adesso, comparando la sua nuova situazione con quella precedente, la sua vita con e senza Draco. Quel sogno gli aveva fatto capire questo.

Sorrise, rassicurato.

 

 

Al suo risveglio, Draco si ritrovò tra le braccia Harry, la schiena combaciava con il suo petto e sulle proprie mani era poste quelle dell’altro, comodamente adagiato in quella culla confortevole.

Ogni mattina, da quando aveva preso a dormire con Harry, si svegliava sempre con l’amarezza derivante dalla sua lontananza, rimproverando se stesso e l’altro, stringendo i denti deluso per quel rifiuto di accettazione completa. Eppure quella mattina… quella mattina si sentì accettato completamente da Harry.

Per un istante si sentì sopraffare dalla commozione nel constatare che per una volta l’abbraccio aveva perdurato nonostante la notte trascorsa.

Draco cercò di regolarizzare il battito e il respiro per non svegliare l’altro, poi strinse ulteriormente a sé Harry, chiudendo gli occhi e addormentandosi con il sorriso sulle labbra.

 

 

*

 

 

Si svegliò nuovamente quando ormai era mattina, si mise a sedere, cercando di coprire la delusione di non avere Draco accanto a sé come avrebbe sperato. Sentì la porta aprirsi e aprì il viso in un sorriso, sentendo Draco entrare, accompagnato da un profumo di caffè appena fatto.

 

- Buongiorno -

 

Per un istante Harry rimase interdetto, notando una strana verosimiglianza con il sogno che aveva fatto quella notte: quella sensazione di deja-vu si acuì ulteriormente quando Draco si sedette sul letto accanto a lui, dalla sua parte, posando il vassoio con la colazione sulle gambe di Harry, in bilico. Quando gli prese la mano, proprio come aveva fatto nel sogno, sentì il cuore stringersi perché in quel momento si accorse di quanto fosse miracolosa la presenza di Draco lì. E aveva dovuto rendere i conti a se stesso prima di ammetterlo.

 

- Tutto bene, Harry? – domandò con voce preoccupata Draco, notando l’assenza di risposta al suo ‘buongiorno’.

Harry annuì: - Sì, tutto ok – l’aroma di caffè unito ad un forte profumo di toast lo distrasse dalle sue reminiscenze – Che cosa festeggiamo? –

Draco si avvicinò e lo baciò sul naso: - Te –

Harry strinse le labbra, confuso: - Me? Che ho fatto? –

- Mi ami -

- Lo so -

- Stanotte ti ho trovato abbracciato a me – Draco fece veramente poco per trattenere il sorriso vittorioso che spuntò sulle proprie labbra – Non trovi sia un motivo perfetto per festeggiare? Non volevo lasciarti svegliare da solo ma… ti ho preparato la colazione! – mosse le mani, eccitato – E il caffè è ottimo! -

Vero.

Harry annusò l’aroma del caffeina, non era acre, ma puro caffè, senza aver traccia di bruciato. Ci mise qualche secondo a registrare il profumo di confettura di pesche – la sua marmellata preferita – e l’odore di pane tostato. Draco aveva pensato proprio a tutto.

- Che c’è? – la voce di Draco aveva una nota allarmata, poi bofonchiò con disappunto – Ho fatto qualcosa che non va? La marmellata di… -

Harry spostò il vassoio  che stava in mezzo a loro, era così felice di sentire l’amore di Draco e non trattenersi dal mostrare felicità e compiacimento, si chinò su di lui: - Trovo tutto perfetto. Ti amo, Draco –

Draco sorrise orgoglioso e un poco stupito dalla reazione di Harry, si sentì come al risveglio, completamente accettato da Harry, come se quest’ultimo avesse esorcizzato i suoi demoni interiori. Quella nuova sensazione lo fece sentire bene, mettendogli addosso una strana euforia.

- Voglio che sia tutto perfetto per te – replicò Draco e lo baciò come se fosse la cosa più preziosa e fragile del mondo, riprese il vassoio della colazione, posizionandolo nuovamente sulle gambe di Harry – Mangia, abbiamo tempo per le romanticherie dopo colazione -

Osservò attentamente Harry sorseggiare il caffè e mangiare con gusto la brioche e un toast con la marmellata, si beccò le lodi e confessò di aver imparato a maneggiare l’infernale tostapane usando l’orologio per regolarsi e non bruciare nulla.

- Imparo in fretta – concluse fieramente Draco.

Harry mandò un colpo di tosse che assomigliò vagamente ad un ‘due mesi!’ prima che Draco gli desse un colpetto sul braccio prima di lamentarsi scherzosamente: - Sono io l’eroe del momento! Devi elogiarmi, non prendermi in giro! –

- Oh sì, un valoroso eroe che è riuscito ad ammansire i marchingegni babbani! Ah, dimenticavo che ha anche salvato il Natale! – ovviamente con Natale si riferiva ai festeggiamenti pre-natalizi, non al giorno in sé, decisamente da dimenticare. Draco non accennò ad accorgersene, ma la registrò mentalmente, felice che Harry potesse cominciare a scherzarci su con naturalezza.

Sì, Harry stava veramente rinascendo, proprio lui, Harry.

- Precisamente e quindi dovresti… -

- I regali! Ci siamo dimenticati di aprire i regali! -

Draco sorrise, Harry sembrava quasi un bambino deluso con quella smorfietta sul viso: - Allora dobbiamo rimediare! Lavati e vestiti, ti aspetto di sotto – prese il vassoio, gli donò un bacio e scese di sotto, trattenendosi dal gridare al mondo la sua felicità.

 

 

*

 

 

La giornata che ne seguì fu per entrambi qualcosa di estremamente nuovo: certo, avevano vissuto assieme per più di un mese, ma il loro legame era andato incontro a continui alti e bassi, a vacillamenti ed oscillazioni.

Era stato qualcosa di simile ad una cerimonia iniziatica, in attesa che il loro rapporto si consolidasse al punto di cementarsi con il tempo.

Per loro era una continua novità sedersi di fronte al camino acceso, profondati nel divano, e scartare i regali. Era una novità pensare persino di festeggiare il Natale!

Draco trovava impossibile evitare a lasciarsi andare a continue romanticherie – mai stucchevoli, ma decisamente insolite per un Malfoy normalmente freddo e distaccato –, Harry trovò spontaneo appoggiarsi a Draco, cercarlo con i gesti e con la presenza per essere davvero sicuro che oltre al buio di fronte a sé ci fosse una realtà luminosa attorno.

Il regalo di Harry si rivelò essere una calda sciarpa di lana verde inanellata, nelle due parti terminali, con una striscia sinuosa color mercurio. Il pacchetto lo aprì Draco, ma non fece in tempo a dire o fare alcunché che Harry gliela strappò letteralmente di mano, avvolgendogliela attorno al collo.

- Ti occupi sempre di me – spiegò Harry – Da adesso voglio prendermi io cura di te -

Seguitò un momento di silenzio piacevolmente sorpreso interrotto poi da Draco che si schiarì la gola, tossicchiando per diminuire la felicità che minacciava di soffocarlo, poi gli strinse le mani, commosso dal gesto e dalla volontà di Harry, slacciò la sciarpa per allungarla verso l’altro e avvolgerlo vicino a sé con una delle due liste, poi gli sussurrò, ad un centimetro dalle sue labbra: - Così non mi scappi –

Harry fece combaciare le due fronti: - Non ho intenzione di andare da nessuna parte -

- Mi piace come risposta -

Draco allora si scostò, allungando la mano per afferrare il proprio regalo e tenderlo a Harry, ma nel farlo fu colto da un dubbio, quindi si ritrasse: e se Harry l’avesse preso per una ‘trappola’? era troppo presto, troppo azzardato?

- Beh? – lo incalzò Harry – e il tuo regalo? – tese le mani impaziente – Avanti! Se è una sciarpa non mi offenderò! -

Infine Draco lasciò scivolare il suo regalo nelle mani di Harry, sebbene con qualche riserva – non per sé, ma per la possibile reazione di Harry, lui che quella mattina appariva così spensierato… - e osservò con attenzione ciascun gesto di Harry: lo vide tastare il pacchetto, cercare il nodo nel nastro, infilare le dita sotto e spingere verso uno degli angoli, ancora uno sforzo, ecco, poi fu la volta della carta rossa, sollevò con delicatezza il piccolo pezzo di scotch e svolse il piccolo ripiego. Infine il pacchetto venne alla luce, le dimensioni erano di una scatoletta di nemmeno un palmo in velluto nero notte.

Harry non lasciò trapelare nulla della sua reazione,  con un dito percorse il perimetro della scatoletta fino a quando non trovò l’apertura da sollevare. Lo fece e un respiro particolarmente profondo di Draco lo spinse ad allungare le dita per toccare il contenuto custodito.

Il metallo era freddo al tocco fisico ma Harry poteva avvertire il calore della magia attraverso gli schermi di resistenza. Un tipo di magia protettivo o custodente? A primo acchito non si seppe dare risposta.

Ritrasse di scatto le mani, come se fosse spaventato, sollevò il capo, ponendo a Draco una muta domanda.

Il biondo si affrettò a spiegare: - Non sei tenuto ad indossarlo adesso – precisò frettolosamente – Voglio solamente che tu sappia quanto profondo è il legame che mi lega a te, sono stato forse un po’ precipitoso ma voglio solamente che tu sappia che ci sono e ci sarò sempre – prese un profondo respiro. Perché le parole adesso gli uscivano con difficoltà? Quando aveva pensato a quel discorso non c’era stato spazio per le insicurezze… perché l’esecuzione di quel dialogo gli risultava così incerta? – Non è una costrizione, è una promessa -
- E poi? –

- Come? -

- E poi, Draco? – sospirò Harry – Posso sentire la magia scorrere attraverso il metallo… -

Draco spalancò gli occhi dalla sorpresa prima di rendersi conto che si trovava di fronte a Harry Potter, il mago che aveva fatto sparire dalla faccia della terra Voldemort, sorrise imbarazzato: - Oro bianco temprato con la magia: sono due, quando una delle due persone che l’indossano chiede aiuto, l’anello dell’altro si scalda –

- Anelli? -

- Sì… sono… sono due -

Harry si fece coraggio e fece scivolare un dito all’interno della scatoletta, sì, poteva avvertirle a tatto, erano due anelli identici, la loro superficie non era liscia ma irruvidita da disegni di forma spigolosa che correvano fino ad incontrare l’ostacolo di una pietruzza al centro, dal taglio irregolare.

Un incantesimo di protezione e avvertimento, sì, ecco, poteva avvertire le linee della magia addensarsi sotto il suo tocco, allungandosi fino a toccare i suoi polpastrelli…

Di scatto, ritrasse la mano, lottando con il desiderio di richiudere la scatoletta, pensando che questo avrebbe potuto ferire i sentimenti di Draco, semplicemente l’abbassò, fino ad appoggiarla sulla sua gamba ripiegata e ancora sentì il forte richiamo della magia combattere per toccare nuovamente gli anelli.

La magia… per la quale aveva abbandonato un intero mondo di promesse si era ripresentata alla sua porta, incartata e tirata a lucido in una scatoletta elegante! Amara ironia della sorte.

- Non è un obbligo – seguitò a spiegare Draco, notando le ombre cupe e il cipiglio scuro che si alternavano sul viso di Harry – La indosserò anche io quando vorrai -

- Un anello è un obbligo, Draco – lo corresse placidamente Harry.

Facendo qualche conto mentale, pensando a come andassero quelle cose nel mondo della magia, probabilmente Draco le aveva fatte fare da prima delle vacanze di Natale. Doppia ironia. Un incantesimo del genere apportato agli anelli che poteva essere usato se Harry avesse aperto quel regalo prima… e se lo avesse indossato, ovviamente.

 

Un anello.

 

Improvvisamente, le implicazioni di quel dono vennero alla luce: prima era stato preso dalla sorpresa della magia, quindi aveva risposto automaticamente alle parole di Draco riguardo il suo impegno, ma ora il significato del gesto lo stordì, non era per niente pronto ad una cosa del genere.

 

Un anello.

 

Il cuore prese a battere più forte, quasi in sincronia con i pensieri tortuosamente contraddittori che si susseguirono nella sua mente, alla ricerca di una risposta, di una spiegazione, di domande…

 

Un anello.

 

- Avevi pensato a tutto, eh? – domandò tristemente Harry, pensando a Gary.

- Mi piaceva l’idea di essere previdente – rispose con amarezza Draco.

 

Aveva pensato agli anelli da molto, in realtà l’idea originale era un’altra, non un anello, per non dare ad Harry la sensazione di essere braccato, ma poi la scelta era stata quasi dettata dall’istinto. Quando era entrato in Diagon Alley aveva una precisa di idea di come doveva essere il suo regalo, poi la sua attenzione era caduta su un paio di vere in vetrina e aveva deciso per degli anelli.

Dentro di sé aveva sempre pensato che l’anello era un gioiello semplice da portare, comune, non avrebbe portato fastidio come una collana o si sarebbe impigliato da qualche parte come per un bracciale, inoltre era a diretto contatto con la pelle.

 

Un anello.

 

Sì, nella parte più recondita della sua mente, quella che cercava di ignorare la maggior parte delle volte, aveva cercato di fargli capire che no, un anello non andava bene perché, anche se pratico, prometteva troppe cose, e forse nemmeno molto gradite ad una persona indipendente come Harry.

 

Un anello.

 

Lo aveva fatto preparare appositamente, non aveva donato a Harry qualcosa dalla cassaforte dei Malfoy, che pure possedeva meravigliosi anelli con incantesimi di protezione potenti, no, voleva donare a Harry qualcosa di nuovo, che tagliasse i ponti con un passato legato ai Malfoy, e fosse solamente un anello loro.

Nel momento in cui aveva messo piede dentro la gioielleria, si era immediatamente figurato come dovesse l’anello, quale fantasia, quale pietra, quale metallo.

Oro bianco, il miglior conduttore di magia, smeraldo, la piccola pietruzza che riprendesse lo straordinario colore degli occhi di Harry, alamari intrecciati in rilievo, il simbolo del legame infrangibile.

 

Un anello.

 

Non avrebbe mai pensato, un giorno, di ritrovarsi nelle vesti di innamorato trepidante, eppure eccolo lì, ad offrire il cuore, ad offrire una vita assieme a qualcuno. A Harry Potter tantomeno.

Aveva pensato più volte che quel dono fosse melenso e stucchevole, però aveva cancellato quell’impressione per dare più importanza all’incolumità di Harry e all’impegno di proteggerlo.

 

Improvvisamente il silenzio fu interrotto da Harry che, con voce quasi esitante, chiese: - E’ così importante questo anello per te? –

- Non è un obbligo – ripetè per l’ennesima volta Draco, chiudendo la scatoletta – Deciderai tu quando e se indossarla. L’ho data a te non per l’immediato futuro. Volevo semplicemente che tu l’avessi… -

Harry sorrise, divertito: - Niente dichiarazione? –

Draco scosse la testa: - Non mi inginocchierò e chiederò la tua mano, promesso –

Harry si appoggiò contro il petto di Draco, ed immediatamente le braccia di questi lo avvolsero strettamente: - Grazie, Draco, davvero, ma io… -

- … Non lo puoi accettare – concluse Draco, non lo disse tristemente, però, ma con calore, comprensivo. Annuì una volta, e annuì una seconda volta mentre appoggiava la scatoletta sul tavolino lì accanto: non poteva davvero dire di non esserselo aspettato, però la delusione, seppur attenuata, c’era e bruciava.

La mano di Harry strinse la propria.

- Non ti preoccupare – disse d’istinto Draco, stringendo la presa di rimando, rassicurandolo.

- Voglio essere chiaro – esclamò con determinazione Harry – non sto rifiutando te o quello che mi stai promettendo. Voglio solo del tempo e non lo voglio per pensare all’impegno che hai preso con me – una traccia di felice imbarazzo passò sul suo viso – ma per accettare la magia nell’anello. Lo so, sembro puerile… -

- Ti darò tutto il tempo di cui hai bisogno, Harry – affermò Draco con voce ardente, sollevato dalle parole di Harry. Merlino, quanto lo amo… – Ti ho dato questi anelli per farti capire quanto ti amo, non per costringerti o soffocarti in alcun modo -

Non gli chiese che cosa avvertisse esattamente nella magia degli anelli, decise di aspettare che Harry spontaneamente glielo confessasse.

Harry annuì ma la verità che aveva dato a Draco era incompleta, ma era certo che Draco avesse comunque compreso il suo sottile timore: la paura di accettare non solo la magia, ma anche il concetto di aver bisogno di aiuto e di doversi appoggiare completamente ad un’altra persona e consentirgli di fargli indossare un anello con un incantesimo del genere…

- Ho capito, non preoccuparti – lo rassicurò Draco, comprendendo i suoi timori inespressi.

Harry allora annuì di nuovo, confortato e Draco gli sorrise, sempre stringendolo a sé, passandogli scherzosamente l’indice sulla punta del naso: – Non hai bisogno di dirmi niente –

Harry ridacchiò: - E’ anche per questo che ti amo – trascinato da quell’atmosfera leggera e allegra gli fece la linguaccia – Mi hai risparmiare un sacco di fiato –

- Ah, è così che la pensi? – Draco cominciò a fargli il solletico – Non ti meriti proprio niente, crudele! -

Harry rise felice, pieno di allegria e soddisfazione, sentendosi leggero come l’aria…

In quel momento squillò il campanello, Draco si alzò a malavoglia e man mano che si avvicinava alla porta sentì parecchie voci intrecciate, tra le quali riconobbe la profonda voce di Richard, quella cristallina di Dana… forse c’era anche Timmy con loro.

Andò ad aprire con un sorriso, immaginandosi il motivo per il quale i vicino fossero venuti in visita, sicuramente per chiedere come andasse e delle spiegazioni per la scomparsa di Harold.

Ma quando aprì la porta, il sorriso si spense immediatamente e rimpianse di aver lasciato la bacchetta al piano superiore. Uscì di casa, socchiudendo la porta alle sue spalle, sibilando furibondo: - Che cosa ci fai qui? –

C’erano Richard e Dana, ma Timmy no, al suo posto c’era la presenza meno benvoluta sulla faccia della terra, quella inopportuna ed invadente di Gary che sfoggiava un sorriso incerto, a tratti ancora più arrogante del solito, quasi volesse mascherare il disagio con una dose ulteriore di boria, una cosa che sapeva fare decisamente meglio.

In ogni caso, appena vide l’espressione minacciosa di Draco, abbassò gli occhi per terra, quasi imbarazzato: - Dov’è Harold? – domandò.

- Dove non puoi raggiungerlo con le tue mani! – gli prudevano le mani dal desidero di cancellare quell’espressione sul viso di quel bastardo. Come due sere prima non desiderava solo farlo a pezzetti e torturarlo con le cruciatus, ma desiderava anche fargli del male fisico: quasi volesse dimostrargli una rabbia più d’impatto e più violenta invece che la semplice collera magica.

E magari anche la magia. Come ciliegina sulla torta.

- Io volevo scu… -

- TU volevi sparire immediatamente da qui e non farvi più ritorno altrimenti ti ridurrò in così tanti piccoli pezzetti da rendere impossibile l’identificazione di un essere così abietto come te. Ora sparisci, che se non avessi avuto altri problemi per la testa ti avrei dato una bella lezione ieri! -

La voce di Draco era diventata un sibilo così minaccioso da far venire i brividi a tutti e tre gli ospiti, era così furioso che le parole gli uscivano dalla bocca con l’impatto di una sferzata di vento gelido che, seppur glaciale, sembrava fosse rovente dalla furia che marchiava quelle parole.

Gary arretrò istintivamente, si morse le labbra ma non ebbe il coraggio di dire niente, nemmeno le parole che desiderava dire, nemmeno quelle scuse che gli bruciavano sulle labbra, girò le spalle ed entrò nella sua macchina per poi andarsene via.

Draco si appuntò mentalmente di andare più tardi da lui e fargli un discorsetto: ieri non ne aveva avuto occasione, preso prima a parlare e poi a stare con Harry, la sera ancora prima non ne parliamo. Sì, decise, doveva ancora farglielo quel discorsetto. E doveva ricordarsi la bacchetta.

Richard e Dana, impietriti di fronte a quella scena, rimasero immobili e muti fino a che Gary non fu un puntino in strada, allora Richard si schiarì la voce, osservando Draco con circospezione: - Ehm… c’è una spiegazione a quello che abbiamo appena assistito? –

Solo in quel momento Draco si rese conto del suo inatteso pubblico tuttavia, ancora memore della rabbia nel rivedere quel bastardo, non si trovò in dovere di imbarazzarsi: - Sì, una spiegazione fin troppo esauriente –

- A cosa? – domandò Harry, sopraggiungendo alle sue spalle. Preoccupato dal così tanto tempo che Draco ci metteva a far accomodare gli ospiti, lo aveva raggiunto, cogliendo solo quelle ultime parole della conversazione, oltre, ovviamente, alla sgommata di una macchina che si allontanava a gran velocità dal vialetto.

Non fece parola però di quell’ultimo particolare. Né delle conclusioni che aveva tratto.

- Nulla – si schermì Draco – Entrate, comunque – colse con la coda dell’occhio un movimento dalla tendina della casa della signora Middlewest, questa volta non sentì la sensazione di fastidio di essere spiato, al contrario, fece un segno con la testa. In fondo era stato anche merito suo se era riuscito ad arrivare in tempo da Harry, due sere prima.

- Ciao Harold – lo salutò con voce dolce Dana – va tutto bene? -

- Certo –  rispose precipitosamente Harry – su entrate, vi faccio qualcosa di caldo? -

- Non preoccuparti – replicò Richard – abbiamo appena fatto colazione – scambiò uno sguardo interrogativo con Draco. Doveva o non doveva parlarne di fronte a Harold di quanto fosse successo prima? Draco sviò lo sguardo, facendo un segno di diniego con la testa.

I coniugi furono fatti accomodare in cucina e, una volta seduti, Richard riprese la parola: - Possiamo sapere che cos’è successo due giorni fa? –

Harry si irrigidì immediatamente, certo, aveva immaginato che Draco avesse dato di matto nel trovare la casa vuota al suo ritorno dal ricevimento, per questo aveva detto a Gary di scrivere un biglietto. Considerato quanto fosse furioso, probabilmente era andato da Dana e Richard per chiedere loro dove fosse la casa di Gary.

- Niente – disse Harry in fretta.

Draco cercò di far segno di non parlare ma Dana lo ignorò: - Draco era sconvolto quando è piombato da noi dopo che ha trovato la casa vuota e nessun segno che indicasse dove fossi andato –

- Nessun… cosa? – domandò Harry.

- Nessun segno, Harold – ribadì Dana.

Harry si rivolse a Draco: - Il biglietto? Non l’hai trovato? –

Draco sbuffò: - Molto esplicativo, quel biglietto. Era vuoto, come avresti voluto che lo interpretassi? –

- Vuoto? -

Vuoto. Ma a Gary aveva detto di scrivere…

Ah, certo.

L’ennesima bugia.

Scosse la testa: - Avevo chiesto a Gary di scriverci dove fossi ma evidentemente non… non l’ha fatto –

Draco lo guardò con preoccupazione, ma prima che potesse dire alcunché Richard li interruppe: - Gary? Eri da Gary? – sembrò quasi allegro – Ecco perché Draco era così furioso! -

Già, chissà quanto era sconvolto Draco quando non l’aveva trovato, riflettè Harry. Povero Draco. Istintivamente ricercò la sua mano, trovandola immediatamente e la strinse.

- Non credevo fossi così geloso, Draco – continuò Richard, strizzandogli l’occhio.

Harry scosse lentamente la testa: - Non è per gelosia, Richard –

- Come, non capisco… -

- Harry… -

Harry poteva immaginare i due coniugi sedutigli di fronte: Dana, con i suoi capelli ramati e gli occhi verdi, stava di certo attendendo la sua risposta con quieta curiosità. Dana era così, quieta come un ruscello di montagna che zampilla acqua pura in mezzo ai sassi sferici del letto fluviale, una purezza che si rifletteva nella dolcezza delle sue parole, sempre pacate, e nelle sue espressioni, sebbene Harold non le avesse mai visto susseguirsi sul suo viso ovale e pallido.

Più volte si era trovato a pensare quanto lei e Richard formassero una coppia perfetta: solidità e serenità, ecco cosa trasmettevano. La famiglia che Harry non aveva mai avuto.

Richard, con i suoi morbidi capelli castano chiaro e gli occhi color caffè, lo superava di una buona spanna, questo lo rendeva alto quanto Draco… chissà che effetto gli avrebbe fatto vederli in piedi uno accanto all’altro.

Due persone così diverse.

Richard era come Dana, come un ruscello di montagna, solo dal getto più forte, più vitale, vigoroso come l’acqua nell’atto di colpire e travolgere, non trasmetteva solo tranquillità, ma un senso di protezione. Lo aveva sentito spesso quando era da loro a cena, o quando lo accompagnava in città. Richard trovava naturale proteggere le persone, soprattutto gli amici.

Amici… già…

Si prese del tempo per riflettere sulla risposta da dare a Draco, eppure sapeva bene che era completamente inutile, il flusso di pensieri di interruppe a metà, lasciando da parte le sue solite congetture fin troppo rimuginate e si lasciò guidare dall’istinto.

Draco aveva ragione: per un suo semplice errore non doveva rifiutare il mondo rinchiudendosi nella sua solitudine.

- Puoi dirglielo – rispose l’altro a bassa voce, seppur senza traccia di incertezza – a loro puoi dirlo -

- Dirci cosa? -

Draco lo raccontò, tenendo la mano di Harry per tutto il tempo, ed osservando il rossore che si stava propagando sulle gote del moro per tutto il tempo della narrazione – era imbarazzo di dover confessare la sua debolezza? O forse semplice disagio? –, nettamente in contrasto con l’orrore sul viso di Dana e la rabbia progressiva su quello di Richard.

Al termine del racconto Dana dovette mettere una mano sulla coscia di Richard per calmarlo, altrimenti si sarebbe alzato in piedi e chissà cos’altro.

- Harold… mi dispiace tanto! – esclamò infelicemente Dana mordicchiandosi poi il labbro, affranta – Non avrei mai creduto che Gary… insomma… ma tu stai bene? – domandò con premura. Cercò di non soffocarlo, ma desiderava davvero fare qualcosa, anche prendergli la mano e fargli capire che lei era lì per qualsiasi cosa, purtroppo doveva cercare di tenere a bada il marito, altrimenti si sarebbe trovata moglie di un uomo condannato all’ergastolo.

- Non preoccuparti, Dana, è tutto passato, Draco è… è arrivato in tempo -

- Oh, Draco – esclamò Dana rivolgendosi al biondo con un tale sollievo da farlo quasi sorridere – per fortuna sei arrivato tu! -

Non disse altro, perché conosceva l’orgoglio di Harold, ma capì, dall’espressione sul suo viso, che era sceso a patti con quella brutta esperienza. Quasi sentendosi osservato, intuendo ciò che Dana stava pensando, le rivolse un piccolo sorrisino.

- Era per questo che hai detto quelle cose a Gary prima? – domandò Richard a denti stretti, pronunciare il nome dell’altro quasi come se volesse masticarlo e martoriarlo con i denti, così arrabbiato e deluso da dimenticarsi del cenno di intesa che aveva scambiato con Draco prima sul tacere.

- Richard! – lo rimproverò aspramente Draco.

- Tranquillo… - Harry gli fece un piccolo sorriso – ho sentito la macchina allontanarsi -

- Mi dispiace -

- Non preoccuparti – lo rassicurò Harry – non fa niente. Non avevo molta voglia di vederlo -

- Io vorrei farlo a pezzi, pensa un po’… - borbottò a mezza voce Draco.

Richard gli rivolse uno sguardo: - Credo che ho anche io quel desiderio… -

- Ora però tenete a bada il vostro desiderio di apparire macho, per favore! – sospirò Dana per alleggerire l’atmosfera.

- Ma tesoro, non … -

- Oh, sono perfettamente d’accordo con te, Richard, se incontrassi Gary per strada uno schiaffo non glielo risparmierebbe nessuno ma adesso non mi sembra il caso di parlare di queste cose… - immaginò che Harold fosse ancora scombussolato per la vicenda, sebbene non sconvolto dalla stessa. Si stava riprendendo, ma non era il caso di assillarlo con piani di vendetta. Richard e Draco protestarono e Dana alzò gli occhi al cielo – Uomini! -

- Vorrei farti presente, Dana, che anche io sono un uomo. Potrei offendermi – puntualizzò divertito Harry. Aveva capito l’intento di Dana di spostare la conversazione sul piano meno serio e più faceto, cercando di non fargli pesare la situazione passata. Ne avrebbe parlato con Richard a casa, forse avrebbe sollevato la questione anche con Draco, ma non con Harry, era troppo sensibile per farlo. Apprezzò quella sua caratteristica e si trovò felice della sua scelta di mettere al corrente i due amici, il loro sostegno contava molto per lui.

Dana sorrise, stando al gioco: - Harold, tu sei uomo sensibile, mica un violento come questi due…! –

- Violento? – esclamò Draco inarcando un sopracciglio. L’irritazione che aveva provato a ricordare la brutta esperienza di due giorni prima scemò nell’isyante in cui Harry pronunciò quella mezza battuta. Non stava incassando quella brutta esperienza, no, stava imparando da questa e stava attenendosi alla loro conversazione: stava rinascendo, poco a poco. – Avresti dovuto vederlo che pugni che mi tirava a scuola! – Harry gli rifilò un pizzicotto per gioco – Visto? Un violento –

- Sono sicura che i pugni che ti ha dato sono stati del tutto meritati – replicò pacatamente Dana.

- Eccome! – approvò Harry con un ghignetto sul viso. Quel ghigno, così scherzoso, fece perdere l’ultimo residuo di rabbia anche a Richard. Non l’aveva mai visto così, Draco stava davvero compiendo un miracolo. Rilassò i tratti del viso e Dana gli scoccò un sorriso. Era ancora furioso con Gary, ma la sua rabbia avrebbe potuto aspettare – Draco era un bastardo arrogante a scuola! -

- Beh, questo è vero – confermò Draco per amor del vero.

I tre scoppiarono a ridere, Harry si allungò per dargli un piccolo bacio sulla guancia, niente di profondo, ma trasmise a tutti una sensazione quieta di affetto e tenerezza. L’Harold che Richard e Dana conoscevano non l’avrebbe mai fatto ma ora, evidentemente, molte cose erano cambiate.

Draco, sebbene preso in contropiede a quella dimostrazione di affetto pubblica, protestò: - Se vuoi scusarti delle brutte parole che hai usato prima, potresti darmi un bacio come si deve! –

Oh sì, voleva essere coccolato anche lui…

- Ma se hai cominciato tu! Ora non fare il furetto alla ricerca di attenzioni! – Harry non finì nemmeno la frase che scoppiò in una risata così spensierata che gli altri tre sentirono incurvare le labbra in risposta.

- Spero che ti ci strozzi! – grugnì Draco.

Harry non smise di ridere, allora Richard domandò, curioso: - Perché ‘furetto’? –

Il moro riuscì a placare le risa abbastanza per poter rispondere, ma mentre apriva la bocca per rispondere ‘uno scherzo a scuola’, Draco gliela tappò preventivamente: - A cuccia. Non vorrai finire nei guai con me più di quanto tu non sia già, vero? –

Harry sorrise dietro quella mano, sentendosi circondato da un’atmosfera così spensierata da renderlo euforico, non a disagio, malgrado la straordinarietà dell’evento: era nella sua cucina con Draco e due amici a ridere e scherzare.

Cosa voleva di più?

 

 

Continua…

Mistress Lay

 

Elucubrazioni post-capitolo: generalmente non mi piace utilizzare l’idea dell’anello come regalo, almeno non per le mie fic – in quanto alle altre sono di norma un’inguaribile romantica –, essendo un’idea molto usata e non originale. Eppure, i regali come dovrebbero essere? Alla fine si ricade sempre sui soliti cliché… inoltre la mia nee-san in spirito Astaroth, da brava manipolatrice qual è, mi ha esposto dieci ragioni per le quali invece sarebbe stato giusto uno scambio di anelli in questo frangente, chi sono io per oppugnarmi alla logica? >< Come spesso accade, però, non sempre la logica si sposa con le mie idee malate… U.U Vero che non mi uccidi Ast adorata? *Miss si va a nascondere in un remoto angolo dell’universo*

 

Tra una cosa e l’altra alla fine mi sono pescata l’aggiornamento… sono riuscita a recuperarlo oggi nonostante condizioni avverse… XD

Vi assicuro la fine di questa fic ad Agosto (e questa volta mi sono decisa a segnalare la lunghezza della fic accanto al titolo…).

 

Naiad26(grazie tesoro! ^//^ scusa sull’altro sito ho fatto un disastro!), Moony9 (ah sì, la sinestesia era proprio voluta… ero certa che l’avresti colta! XD), Heris (oh my… Ysy… così mi lasci senza fiato, altrochè! *//*), Kira Hashashin (dì la verità, SisSly, proprio non te lo aspettavi che Harry avesse smesso di… come dicevi? Ah sì… sbattere la testa contro un muro di piombo e prendendoci pure gusto. U.U Quando si dicono miracolo… addirittura ringraziare Gary?), Astaroth (XD mi vuoi ancora uccidere?), Francesca Akira89 (scrivo come Dickens? O.o), ice90 (ah no, se Draco mi finisce in prigione cosa succede con Harry? XD), alicesimone (salvata in corner dici? Wow me la sono scampata bella… XD ah, non dirmi niente… mi finisce pure slib, che crudeltà! – e dovrei prendermela solo con me, lo so – ^^), Ina (ah, sono felice che ti sia piaciuto *__*), Draco Malfoy (beh… spero davvero di continuare così allora ^////^), nicodora (slib mi mancherà un sacco… non hai idea… ç_ç sono sempre in crisi quando si tratta di terminare qualcuna delle mie fic! Però sono molto felice se leggerai qualche altra mia fic… *___*), Captain, Vampire_and_Witch (2), James_Prongs, Noctumbrial,

 

mara_star (Credo  proprio di non aver mai ricevuto una recensione così, ti assicuro. Sì, ogni mia fic – o quasi – è proprio come un figlio XD slib in particolare: c’è davvero molto di me in questa fic, molto, quindi sono doppiamente onorata del tuo commento: ecco, sono orgogliosa di essere riuscita a trasmettere quello che volevo comunicare tramite i miei soliti rigiri di parole, ma il merito va tutto alla fic che, miracolosamente, si scrive da sola, raccogliendo pezzi delle mie esperienze e quello che sento. Mi fa piacere, inoltre, riuscire a suscitare il desiderio di ‘scavare più a fondo’. Inutile dire che ho una specie di fissazione per esplorare fino al parossismo il lato psicologico dei pg… più che una virtù mi sembra un’ossessione XD Risparmierei un sacco di giri di parole se non lo facessi ma le abitudini sono dure a morire… non potrà accadere mai. Avevo cominciato a scrivere una fic originale ma era diventata un progetto troppo ambizioso, troppo esteso, e ho lasciato perdere, dal momento che non ho avuto molto tempo per me in questo ultimo periodo (a proposito, la maturità è andata bene! XD) e per scrivere un libro… se continuerete a ripetermelo temo che prima o poi lo scriverò davvero! XD Beh, mi piacerebbe, ma non credo che potrei dedicarmici come vorrei, troppi impegni. Mai dire mai… chissà XD Ma non credo proprio che sarebbe il fenomeno letterario della stagione, forse un libro che passa inosservato nelle librerie.

La mia nuova fic chissà quando verrà postata XD E’ molto complessa (come se non scrivessi mai fic complesse… sigh ><) E’ una thriller, nientemeno. Mi farebbe davvero molto piacere se la leggessi ma non è un granchè (sebbene ne abbia scritto solo un capitolo e mezzo). Non ho letto "Un posto nel mondo" di Fabio Volo, perché, com’è? Un bacio!

 

Commentate, eh!

Miss

 

  
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