Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Lady Five    21/04/2014    7 recensioni
Una bellissima donna consapevole del suo fascino. Un uomo apparentemente di ghiaccio. Una passione improvvisa che non sanno dove li condurrà. E un fatto doloroso del loro passato che li accomuna, un'oscura minaccia che devono finalmente affrontare...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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by Triz
 

Glielo chiese, quando furono da soli, in camera loro. Ma lui per tutta risposta la fece cadere sul letto e cominciò a baciarla con impeto, scoprendo man mano lembi sempre più estesi della sua pelle di seta.
“Non parliamo adesso. Adesso facciamo l'amore e basta.”
Fujiko si abbandonò tra le sua braccia. Dimenticò la paura e la tensione, felice che fossero finalmente liberi, e lui fosse lì, sano e salvo.
“Perché devi restare ancora?” gli chiese accarezzandogli il viso.
“Perché... non ho ancora avuto tutte le risposte. E Juro ha promesso di darmele. Se vuoi rimanere anche tu, ne sarei contento... ma se vuoi tornare a casa tua, o unirti a Lupin per il nuovo colpo... io non ti tratterrò, e ti raggiungerò il prima possibile.”
“Ma cosa dici? Certo che resterò con te.”
La ragazza lo fissò intensamente negli occhi.
“Una volta mi hai detto che non eri un assassino... Sono contenta che tu non lo sia diventato adesso, che tu non abbia ucciso quell'uomo...”
“Sì, anch'io.”
“E' questo che ho detto a Juro. L'ho ringraziato per averlo impedito.”
“Eppure l'avrei fatto, se non fosse arrivato lui. Ero talmente accecato dall'odio e dall'ira che avrei tagliato la gola a un uomo disarmato e senza alcuna possibilità di difendersi. Non avevo mai fatto niente di simile, e questo mi ha spaventato. Anche se quell'individuo è un mostro, non è degno di un samurai uccidere così... anzi, non è degno di nessun uomo”.
“E' a questo che pensavi, prima? Sembravi così lontano...”
“Sì, anche. Pensavo che vorrei andare a salutare Miya e darle metà della mia parte... così se vuole potrà farsi operare, come dicevi tu...”
“E tu? Rinunci?”
“Non ho bisogno di tutti quei soldi. Anche Juro non li ha voluti, posso farlo anch'io, e voglio usarli per sdebitarmi con chi mi ha salvato la vita. Anche se non credo che basterebbero tutte le ricchezze del mondo per rimediare a tutto il male che ha fatto quella setta maledetta...”
“Sei proprio diverso da noi, tu. Non sei mai stato un vero criminale.”
Goemon sorrise e la strinse più forte.
“Ti ricordi che ti avevo promesso di portarti a visitare il quartiere dove abitavo da bambino? Ho pensato che ora possiamo andarci. Non mi fa più tanto male l'idea.”

Il giorno dopo si separarono. Lupin e Jigen andarono all'aeroporto diretti a Londra.
“Fatevi vivi quando tornate, piccioncini!” strillò Lupin dal taxi.
Fujiko e Goemon lasciarono l'albergo e si trasferirono in uno più piccolo e modesto, nel quartiere Kichijoji. Goemon le mostrò la sua casa, la sua scuola, il parco dove andava a giocare, perfino la tomba dei suoi genitori, che non visitava da quasi 20 anni. Le raccontava episodi e aneddoti della sua infanzia, alcuni anche divertenti. Come se finalmente avesse fatto pace con i suoi ricordi.
Fujiko lo ascoltava incantata. La verità vi farà liberi... Chissà perché le era venuta in mente questa frase.
Un giorno andarono a trovare Miya. Era già stata informata di quanto era successo e naturalmente era molto felice. Fujiko entrò a salutarla, ma poi, con la scusa di dover fare delle compere, li lasciò da soli. Goemon doveva parlarle dell'operazione e convincerla ad accettare il suo aiuto, e lei si sentiva di troppo.
Quando il giovane uscì di casa, lei lo stava già aspettando in macchina.
“Allora? Ce l'hai fatta?”
“Sì. E' stata durissima, ma alla fine ha accettato e ha detto che prenderà in considerazione l'idea dell'intervento chirurgico. Le ho detto di chiamarci, se deciderà di farlo in Europa...”
“Hai fatto bene. Le auguro davvero di realizzare finalmente tutti i suoi sogni.”

Finalmente, dopo una settimana, Juro li contattò. Goemon gli aveva restituito il cellulare che usavano per farsi chiamare da Abe, quindi telefonò su quello di Fujiko. Chiese di incontrarli in un posto sicuro. Aveva notizie piuttosto delicate. Scelsero la loro camera d'albergo, piuttosto che un locale pubblico. In fondo, in quei giorni si erano comportati come una coppietta di turisti, e non c'era nulla di strano se si vedevano con un amico.
Si salutarono calorosamente. Juro andò subito al punto. Esitò solo un attimo guardando fugacemente Fujiko.
“Puoi parlare davanti a lei, lo sai” lo incoraggiò Goemon.
“Abe ha vuotato il sacco. Non è stato nemmeno necessario sfiorarlo. Appena si è reso conto della sua situazione, è caduto in uno stato di prostrazione tale che lo ha praticamente privato di volontà. E' irriconoscibile, credetemi. E quello che ha rivelato è piuttosto sconvolgente, Goemon.”
Fece una pausa, come per cercare le parole più appropriate.
“I capi della setta ti volevano morto perché tu eri depositario di molti loro segreti...”
Goemon lo interruppe.
“Ma … non è possibile! Ero solamente un bambino!”
“Non ne eri cosciente, infatti. Tuo padre, che era un membro piuttosto importante del Sentiero del Dragone d'oro, prima di decidere di uscirne, aveva trovato un posto sicuro per nascondere tutto ciò che sapeva: la tua mente*, Goemon.”
I due spalancarono gli occhi e la bocca, ma senza articolare parola.
“Ti ha fatto ipnotizzare, o qualcosa del genere, e ti ha trasmesso tutte le informazioni di cui era in possesso, suppongo soprattutto gli atti criminali, le persone eccellenti che sostenevano la setta, ecc. ecc. Alla fine tu non avresti ricordato nulla. Per recuperare tutto questo qualcuno avrebbe dovuto ipnotizzarti di nuovo.”
Goemon era sconvolto.
“Non capisco... Perché mio padre avrebbe scelto di mettere a rischio la mia vita in questo modo? E come ha fatto la setta a scoprirlo?”
“A quanto ho capito, lo psicologo che ha eseguito l'ipnosi è andato a raccontarlo a qualcuno, forse per paura, forse per interesse. Abe dice di non ricordare come sono venuti a saperlo. Tuo padre non pensava di metterti in pericolo. Probabilmente sospettava di esserlo lui, ma chi avrebbe immaginato che se la prendessero con un bambino? Si è fidato della persona sbagliata, purtroppo. A quel punto la setta non poteva rischiare che qualcuno riuscisse a tirar fuori le informazioni dalla tua testa...”
Anche Fujiko era allibita. Le sembrava tutto assurdo. Di fatto, il padre di Goemon aveva condannato a morte suo figlio. Senza volerlo, d'accordo, ma con quell'azione lo aveva messo nell'occhio del ciclone. Come aveva potuto agire con tale leggerezza, sapendo con chi aveva a che fare?
Juro proseguì.
“Ora il punto è un altro. Quelle informazioni potrebbero esserci utili, Goemon. Saresti disposto a farti ipnotizzare per recuperarle? Penseremmo a tutto noi.”
La ragazza rabbrividì. Possibile che quella storia non fosse ancora finita?
“Ma... quelle informazioni sono vecchie di quasi 20 anni! A che cosa vi possono servire ormai?”
“Ti sbagli. Sicuramente molte persone sono ancora in vita, molte connivenze sono ancora valide... forse non tutto sarà utilizzabile, ma conoscere anche il passato può aiutarci a ricostruire il quadro attuale. Non posso e non voglio obbligarti a farlo. Ma ti prego di pensarci seriamente. Possiamo disporre dei migliori professionisti del Paese.”
Goemon socchiuse gli occhi, come faceva sempre quando rifletteva.
Fujiko sapeva già quale sarebbe stata la sua risposta. Rivolse a Juro la domanda che lui non avrebbe mai fatto.
“E' una procedura.. pericolosa?”
“No, per nulla. L'ipnosi non comporta alcun rischio per chi vi si sottopone. Non è possibile manipolare la volontà della persona, né farle fare o dire cose che non farebbe mai spontaneamente, né cancellare la sua memoria. Nella peggiore delle ipotesi, non riusciremo a recuperare quelle informazioni. Tutto qui.”
Tacquero per alcuni lunghi minuti. Juro si alzò e si mise a guardare fuori dalla finestra.
Poi Goemon parlò.
“Lo farò. Mi sottoporrò all'ipnosi. Lo devo a te, a me, a Fujiko, a Miya e a tutti gli altri. Dovete cancellare quella setta dalla faccia della Terra!”
Juro sorrise.
“Grazie, davvero. Cercherò di organizzare il tutto il prima possibile, così sarai finalmente libero di andartene. Mi faccio vivo io.”
Si congedò.
Goemon si rese conto di non avere più tanta fretta di andarsene. Era mancato dal suo Paese per quasi 10 anni, ma, nel bene e nel male, le sue radici erano lì. Non le aveva messe da nessun'altra parte.
Fujiko lo abbracciò.
“Sei sicuro di volerlo fare? Io non mi sento del tutto tranquilla.”
“Sì. E' molto più utile fare questo che non ammazzare Abe. Così per noi sarà finalmente finita. Se ne occuperanno Juro e i servizi segreti, molto meglio di quello che potremmo fare noi. Non ti preoccupare, hai sentito che cos'ha detto, non c'è nessun rischio. Ci possiamo fidare di lui.”
La ragazza non aggiunse altro. Lei, invece, non vedeva l'ora di buttarsi quella storia alle spalle e tornare alla loro solita vita. E poi, in fondo, che garanzie avevano che Juro agisse davvero per i servizi segreti? Aveva portato via Abe, ma questo non significava che non potesse essere suo complice, e in realtà volesse ipnotizzare Goemon per carpirgli delle informazioni... Ma, si disse, è anche vero che, se fosse stato in combutta con la setta, non avrebbe avuto bisogno di lui e di quello che aveva archiviato nella sua mente. Sarebbe bastato non rivelargli nulla, e lui non lo sarebbe mai venuto a sapere. Più ci pensava, più le sembrava che fosse tutto pazzesco! Decise che avrebbe preteso di assistere all'operazione, e si sarebbe portata dietro una pistola. Qualunque cosa fosse successa, avrebbero venduto cara la pelle.
Juro fu di parola e li chiamò due giorni dopo. L'appuntamento era in una zona periferica della città, in un anonimo palazzo. Probabilmente era una delle sedi operative della loro cellula.
Li accolsero Juro, un uomo con il camice bianco e una giovane donna. Juro li presentò come il medico che avrebbe eseguito l'ipnosi e una sua collega dei servizi segreti. Mostrò loro anche il curriculum del dottore. La seduta sarebbe stata registrata e filmata, senza però mai mostrare il volto di Goemon. Fujko lo abbracciò, prima che entrasse in un'altra stanza insieme al medico e alla donna.
“Vorrei assistere” disse a Juro.
“Non è possibile, mi dispiace. Dobbiamo limitare al massimo le interferenze. Goemon potrebbe non parlare in modo chiaro e dobbiamo essere sicuri di registrare tutto per bene. Ma puoi guardare da qui, attraverso il vetro. Andrà tutto bene, se siamo fortunati sarà anche una cosa breve.”
La ragazza lo fissò negli occhi. Erano limpidi e sereni. Quasi si pentì di avere dubitato di lui. Ma anni trascorsi a guardarsi sempre le spalle l'avevano resa istintivamente diffidente.
“D'accordo” si rassegnò, accomodandosi su una sedia che il giovane le porgeva.
Dall'altra parte del vetro, Goemon fu fatto sdraiare su una specie di divano imbottito. Di fronte a lui si sedette il dottore, mentre la ragazza sistemava una serie di apparecchiature, una telecamera e un registratore. Juro si mise a una scrivania, con un pc portatile davanti. Fujiko non poteva sentire le loro voci. Vide però che dopo qualche minuto Goemon chiuse gli occhi e dopo una pausa cominciò a parlare, lentamente, muovendo ogni tanto le palpebre, come se stesse davvero “leggendo” qualcosa nella sua mente. Probabilmente Juro annotava le cose più importanti sul computer.
In realtà, l'operazione durò quasi due ore. Due ore durante le quali il samurai non smise mai di parlare, anche se con frequenti, ma brevi, intervalli. Ne doveva sapere di segreti, suo padre!
Finalmente il dottore disse qualcosa e Goemon aprì gli occhi. Lo lasciarono sdraiato ancora qualche minuto, gli diedero un bicchiere d'acqua. Doveva essere sfinito.
Juro fece cenno a Fujiko di entrare e la ragazza si precipitò dentro. Si chinò su Goemon e gli accarezzò il viso sudato.
“Come ti senti?”
“Bene - la rassicurò lui con un sorriso - Mi sento solo un po' stanco... come svuotato.”
“Non si preoccupi, è normale - intervenne il dottore - Stasera vada a dormire presto e vedrà che domattina sarà come nuovo.”
“Allora, vi sono stato utile?” chiese a Juro, mettendosi a sedere.
“Sì, non sai quanto. Hai parlato per quasi due ore. Nomi eccellenti, membri occulti, attività illecite, insospettabili società collegate... Una vera miniera d'oro! Sottoporremo tutta questa massa di informazioni ai nostri analisti e prevedo che verranno fuori delle belle sorprese! Grazie, Goemon. Farò presente il tuo contributo all'imperatore.”
Goemon scosse la testa, sorridendo.
“Meglio di no. Se poi viene a sapere che in realtà sono un malvivente, magari ci rimane male!”
La collega di Juro intanto verificava che la registrazione e il filmato fossero venuti bene: erano perfetti.
Non c'era più bisogno di lui. Era davvero arrivato il momento degli addii.
I due uomini si guardarono intensamente.
“Se un giorno vorrai tornare al villaggio, sarai sempre il benvenuto. Anche Fujiko, naturalmente.”
“E se tu vorrai farti un giro in Europa, fatti sentire...”
“Ma... - chiese la ragazza - Vuoi dire che anche se è tutto finito, tornerai a vivere lassù?”
“Non è affatto finita, Fujiko. Abbiamo appena cominciato. Temo ci vorrà parecchio tempo per smantellare la setta... e dopo mi aspetterebbe comunque una nuova missione. E' il mio lavoro, e il villaggio è un nascondiglio sicuro. E poi io sono cresciuto lì, ci sono affezionato.”
“Dimmi la verità - chiese Goemon - I tuoi genitori sono davvero morti per mano della setta? E anche quelli dei tuoi collaboratori? O era solo una copertura?”
“Sì, i miei sì, purtroppo. Degli altri, solo qualcuno. Ti potrei raccontare come sono stato reclutato dai servizi segreti, subito dopo la morte del maestro, ma sarebbe troppo lungo... magari la prossima volta che ci vediamo...”
Fujiko lo abbracciò di nuovo. Non le importava di metterlo in imbarazzo.
“Tienici informati sui progressi... quello che puoi rivelare, naturalmente.”
“Senz'altro!”
Salutarono gli altri due e tornarono al loro albergo.

Fujiko lo obbligò a farsi un bagno rilassante.
“Solo se mi fai compagnia...”
“Ma... il dottore ha detto che devi riposarti!”
“Niente affatto. Ha detto di andare a dormire presto stasera, e sono appena le cinque!”
La ragazza non obiettò più. E non si oppose nemmeno alle sue carezze insistenti, né respinse il corpo di lui che chiamava così prepotentemente il suo.
“Dillo, Fujiko” le sussurrò sulle labbra.
“Dire... cosa?”
“Di' che adesso lo sai, che cosa provi per me. Perché l'hai capito, vero?”
La ragazza annuì.
“Ti amo, Goemon.”
“Che cosa facciamo, ora? Vuoi rimanere ancora?”
Erano andati a letto presto, ma quanto a dormire subito...
“Credo sia ora di tornare. Io sono nato e cresciuto qui, ma ormai non è più casa mia da molto tempo. Ora il fatto di poterci tornare quando voglio senza pericoli mi conforta, e lo farò, ogni tanto.”
“Ma dove vuoi andare?”
Goemon sorrise malizioso.
“Secondo te, siamo ancora in tempo a raggiungere quei due disgraziati a Londra? Senza di noi si metteranno nei guai oppure si terranno gloria e bottino tutti per loro!”

Epilogo

Tornati da Londra, Fujiko volle andare a trovare Lebrun, il figlio del meccanico che aveva eseguito (o tentato di eseguire) la perizia sull'auto incidentata dei suoi genitori. Gli parlò della setta e gli rivelò che probabilmente anche suo padre era stato eliminato da loro, per sottrargli la prova che la macchina era stata manomessa e liberarsi di un testimone scomodo.
L'uomo rimase ovviamente sconvolto. Fujiko lo capiva: anche lei aveva fatto fatica ad accettare quella terribile verità. Gli accennò che le autorità giapponesi stavano arrestando i colpevoli e che tutto sarebbe presto finito.
Non aveva dimenticato il proposito suo e di Goemon di risarcire i figli delle vittime della setta, e Lebrun era alla fine l'unico che conoscevano. Tuttavia dovette faticare non poco a convincerlo ad accettare l'assegno che aveva preparato.
“Lo tenga, signor Lebrun. Lo sappiamo che qualunque cifra non varrà mai quanto un padre perduto, ma... è giusto così. E poi lei ci ha aiutato, le sue indicazioni ci hanno fornito dei tasselli che ci mancavano!”
A Julien aveva già pensato. E nonostante questo, erano rimasti ancora tanti di quei soldi da bastare una vita. E, nonostante questo, Fujiko e Goemon tornarono a fare esattamente quello che facevano prima. A volte da soli, a volte in combutta con Lupin e Jigen, gli amici di sempre.

Dopo alcuni mesi, Juro mandò loro un e-mail in cui raccontava dei progressi delle sue indagini, senza fare nomi e senza mai dire esplicitamente a chi si riferiva. Tanto non ce n'era bisogno.
Grazie anche alle informazioni fornite da Goemon sotto ipnosi, avevano potuto arrestare molti fiancheggiatori e alcuni dei capi attuali del “Sentiero del Dragone d'oro”. Avevano scoperto delle sedi segrete, in cui avevano trovato le prove degli omicidi commissionati, tra cui quelli che li riguardavano da vicino, e di svariati altri crimini. I vertici del “Sentiero del Dragone d'oro” avevano affidato l'esecuzione di quegli odiosi assassinii ai killer della setta, come il maestro Okada, con l'accusa di aver tradito gli ideali dell'associazione con i loro matrimoni misti. Era un pretesto come un altro. Avrebbero potuto inventarsi qualsiasi altra cosa. Non erano stati eliminati i figli semplicemente perché non era necessario: si trattava per lo più di bambini o ragazzini, che non avrebbero mai saputo come far valere i loro diritti sui patrimoni di famiglia affidati alla setta, che così, nella maggior parte dei casi, poté tenerseli indisturbata.
Juro confermò che i membri appartenenti ad antiche famiglie di samurai avevano fatto incidere sulle loro katane il simbolo della setta.
Nello stesso tempo, in tutto il Giappone era iniziata una campagna stampa che aveva informato l'opinione pubblica sulla reale natura dell'associazione. Che ormai aveva i giorni contati. Non sarebbe passato molto tempo, infatti - prevedeva Juro - e l'imperatore stesso l'avrebbe probabilmente dichiarata illegale.
Fujiko e Goemon si guardarono negli occhi.
L'incubo era finito davvero.
Erano liberi.

 

 

* L'idea mi è venuta da un episodio (il numero 20, per la precisione) di un altro amato anime, “Capitan Harlock SSX: rotta verso l'infinito”

 

THE END

 

 

… e siamo arrivati alla fine … sniff  : - (

Un affettuoso ringraziamento a chi ha letto e soprattutto a chi non ha fatto mancare i suoi generosi (e simpatici!) apprezzamenti: le fedelissime Fujikofran e Ninjaistinct, Triz (che mi ha anche regalato la sua “composizione”), ElyInTheCorner, e anche Harlocked e Mamie, che mi hanno seguita fin qui dal fandom dove ci siamo conosciute.

Sono stata davvero bene in vostra compagnia! Vi abbraccio tutte e alla prossima avventura!



 
  
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