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Autore: He_Zi    21/04/2014    0 recensioni
"[...] Nel mondo dei pirati si è pronti a morire; che sia per la fame, per la sete, per le troppe ferite inferte in battaglia o per mano di nemici e traditori non è rilevante. Ogni Pirata merita una degna sepoltura da parte della Ciurma di appartenenza. Un uomo cattivo può essere stato buono, in passato. Bisogna ricordare le persone per quello che sono, e non soltanto per i crimini commessi."
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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“Eccoci, Kobi! Siamo arrivati nel villaggio della Base Militare! Fantastico, sei un genio!”
“Rufy, ma cosa dici? Mi stai facendo tutti questi complimenti solo perché sono riuscito ad arrivare a destinazione?”
Il ragazzo lo guarda dall’alto, sorridente come sempre. Dalle sue labbra non esce alcun suono, lasciando la risposta a vagare nella sua testa. Chi tace, comunque, acconsente.
“Non puoi ringraziarmi solo per questo! Le basi della navigazione sono essenziali per chiunque! Non diventerai mai un pirata se non sei in grado di orientarti!”
Le urla di Kobi cadono nel vuoto, sembra che alle orecchie di Rufy non giunga nemmeno il loro eco.
“Almeno, nella tua ciurma, prendi un navigatore…”
“Sì, hai ragione. Comunque, ho fame. Che ne dici di andare a mangiare?”
 
Dopo essere entrati in un ristorante parecchio affollato, i due attaccano a mangiare. Gli occhi di Kobi sono tristi. Non vuole diventare un pirata, ma in fondo, perché non ammetterlo?, la compagnia di Rufy è una delle cose migliori che gli siano mai capitate. Lo ha portato via da Albida, lo ha spronato a realizzare il suo sogno. Non vi è alcun motivo per ripudiarlo, nonostante sia un pirata.
“Allora, Kobi, in questo villaggio ci diremo addio”
Le parole di Rufy sono dette a cuor leggero, in maniera del tutto spensierata. Tuttavia, nel giovane Kobi non fanno altro se non provocare una crisi di pianto. È come se gli avessero appena detto di essere affetto da un mare incurabile. Se davvero dirà addio a Rufy, non avrà più la sua roccia; la sua fonte di forza.
“Dai, non piangere! Piuttosto, dimmi, secondo te sarà facile trovare Roronoa Zoro in città?”
Ha parlato ad alta voce, e i clienti presenti nel locale hanno udito alla perfezione le sue parole. Alcuni si alzano da tavola avviandosi all’uscita. Altri, dal canto loro, smettono di mangiare, i coltelli a contatto con la superficie del piatto e le forchette ferme a mezz’aria.
“Rufy, credo che in questa città l’argomento Zoro sia tabù” sussurra Kobi sporgendosi verso l’amico, tentando di non creare ulteriore scompiglio.
“Comunque prima ho visto un cartello… a quanto pare in questa base si trova un certo Capitano Morgan…”
Il tentativo di Kobi era puro, innocente e semplice. Sperava che, nominando il nome del Capitano della Marina attivo in quell’area, gli animi dei presenti si risollevassero. Invece, all’udire il nome ‘Morgan’, quei pochi animi coraggiosi che erano rimasti decidono di andarsene o, come per una specie di riflesso involontario, di nascondersi sotto i tavoli di legno.
“Rufy… forse è meglio se ce ne andiamo, che ne dici?”
 
“Comunque non capisco… comprendo che avessero paura di Roronoa Zoro, ma… perché dovevano avere paura di un Capitano della Marina? Insomma, li hai visti? Sono letteralmente sobbalzati all’udire il suo nome!”
“E che ne so, forse si divertono a saltare sulle sedie”
“Rufy, smettila! Non sto scherzando!”
 
Alla base della Marina…
 
“Mh… Kobi, tu dici che Zoro si trova oltre queste mura?”
I muri che si parano di fronte ai due sono al dir poco imponenti, intimidatorie quasi. Sembra che custodiscano un enorme segreto. Sembrano proteggere quel tipo di luogo che nemmeno il più malfamato dei pirati vorrebbe visitare.
“Sicuramente”
“Guarda, la torre della base è laggiù… questo vuol dire che dev’esserci un piazzale, tutt’attorno ad essa. Tu dici che è lì che lo troveremo?”
“Certo che no! Come minimo si troverà in una cella di massima sicurezza all’interno della torre, ma… ehi, Rufy, che fai? Scendi giù di lì!”
Gli occhi di Rufy sono già puntati su qualcosa. O, per meglio dire, qualcuno. Quando lo sguardo di Kobi incontra la figura di Roronoa Zoro, legato per le braccia a una croce di legno al centro della piazza, sente le gambe cedergli. La fascia nera in testa… la panciera… non ci si può sbagliare: è lui.
“Guarda, Kobi, eccolo lì!”
“R-R-R-Ro… Roronoa Zoro… è così… così…”
“Forte? Sì, lo penso anche io! E poi non  dovrebbe essere difficile liberarlo! Basterà slegare quelle corde, e poi…”
“Rufy, ti scongiuro, non dire mai più nulla di simile! Non…”
“Ehi, tu”
La voce di Zoro giunge alle orecchie dei due come un rantolo sommesso. Ha la stessa voce di chi cammina nel deserto da giorni senza aver mai visto una sola goccia d’acqua.
“Liberami. Se lo farai, ucciderò qualche latitante con una somma sulla testa e ti darò tutto il denaro. Sono in queste condizioni da nove giorni, ormai… potrei anche morire”
“Guarda, Kobi, ha riso!”
“Tu sei matto! Non farlo Rufy, non dargli retta! Se tu lo liberassi sarebbe la fine per la città, e anche per te”
“Impossibile… non potrà mai uccidermi. Perché io sono il più forte
“Uhm?”
Lo spadaccino solleva la testa di qualche centimetro, giusto per scorgere il sorriso fiero che spunta sulla bocca di Rufy. Quel ragazzo è strano, è… fuori dal comune. Nessuno aveva mai osato avvinarglisi, nemmeno quando si trovava come adesso, legato e indifeso. Tutti lo temono, pensano che lui sia un assassino. Quel ragazzo, invece, sembra non darci peso.
“Sshh!”
Di fianco a Kobi compare una bambina dagli occhi grandi e neri, i capelli castani raccolti in due morbidi codini. Ha l’aria corrucciata e guardinga, come se fosse allerta. Poi, senza pronunciare più parola alcuna, scavalca il muro, dirigendosi verso Zoro.
“Ehi, piccola, torna indietro! Quell’uomo è pericoloso!” urla Kobi, il cuore che batte a mille.
“E tu, che cosa vuoi?”
“Ti ho portato delle polpettine di riso! È la prima volta che le faccio e non penso saranno poi tanto buone, ma le ho fatte col cuore, e…”
“Non le voglio. Non ho fame. E ora vattene”
“Ma…”
“Vattene, ti ho detto! O vuoi morire ammazzata?”
“Roronoa Zoro, quanta cattiveria! Ti conviene calmarti… o forse preferisci che chiami papà?”
Da un cancello laterale fa ingresso un uomo dai capelli corti e biondi, vestito di un apparentemente comodo e pregiato completo viola. Ha un’espressione di superiorità stampata in volto, quel tipo di superiorità che, solitamente, si addice ai codardi.
“A giudicare dall’aspetto quello deve essere un graduato. Che ne pensi, Rufy?”
“Sarà, ma a me sembra solo strano…”
“Fantastico. È arrivato lo stupido figlio di papà”
Le pupille di Zoro si fanno più piccole. In questo momento, legato com’è, sembra una bestia incatenata, una bestia che non può far altro che ruggire.
“Ho sentito bene? Stupido a me? Stammi bene a sentire Roronoa. Io sono il figlio del Capitano Morgan. Ti è chiaro questo? Oh, e questa piccolina chi è? Dimmi, bimba, sono per me quelle polpettine?”
“Veramente…”
Rica, la bambina, tenta di togliere le polpettine da lei stessa preparate dalla portata di Hermeppo, il quale, lesto, riesce ad afferrarne una appena in tempo, dandole un morso.
“Puah, ma questa roba fa schifo! Ci hai messo lo zucchero, vero?”
Hermeppo si sente invadere da quel senso di potenza che tanto gli piace. Senza pensarci su due volte, afferra le polpettine della bambina per poi scaraventarle al suolo e, dinanzi ai suoi occhi, pestarle, fino a renderle una poltiglia immangiabile. Rica si accascia al suolo. Il prodotto del suo lavoro è andato in fumo, e tutto per colpa di quell’uomo spregevole.
“Vedrai, piccola, le formiche gradiranno. Non abbatterti”
“Ti odio! Ci avevo messo così tanto amore per farle!”
Gli occhi di Rica si riempiono di lacrime, il labbro trema all’ingiù.
“Oh, che strazio. Ecco perché odio voi mocciosi. Non sai leggere, piccola? Leggi questo cartello, avanti. ‘Chiunque aiuto il criminale è considerato suo pare’. È stato mio padre a firmarlo. Questo vuol dire che se tu fossi adulta, verresti decapitata, seduta stante. Buttatela fuori”
L’ultima frase di Hermeppo viene rivolta a uno degli uomini che gli hanno fatto da scorta, il quale spalanca gli occhi, incredulo.
“Ma, signore…”
“Sei sordo? Muoviti, scagliala oltre il muro! Altrimenti… altrimenti lo dico a papà!”
Il Marine si avvicina alla piccola, titubante.
“Ehi, piccola, raggomitolati. Così ti farai meno male” le sussurra all’orecchio.
Il volo di Rica avviene in un lampo. Solo che, invece di atterrare sulla dura terra, atterra sul morbido corpo di Rufy, il quale, tenendosi il cappello calcato in testa, la afferra al volo, precipitando al suolo al posto suo.
“Ehi, piccola! Ti sei fatta male? Quell’Hermeppo… che essere spregevole”
Kobi la aiuta a rialzarsi. Il suo cuore è ferito dalla crudeltà del figlio del Capitano Morgan. Spera solo che anche il padre non sia così.
“Allora, Roronoa, vedo che resisti! Te l’ho detto, se resisterai per un mese, ti libererò… anche se dubito che tu ci riesca”
Il figlio del Capitano esce di scena, portandosi appresso i suoi scagnozzi, anche se scagnozzi, a voler ben guardare, non è proprio il termine esatto. Zoro torna nella sua consueta posizione, portando il mento a contatto con il petto, fino a quando non vede un’ombra allungarsi davanti a lui.
“Ancora tu? Sai che se quel buono annulla di Hermeppo di dovesse vedere, chiamerebbe subito suo padre?”
“Sì, lo so. Ma vedi, attualmente sto cercando persone che si uniscano alla mia ciurma”
“Oh, dunque vuoi fare il pirata? Vuoi davvero votarti alla malvagità?”
“Che c’è di male, scusa? E poi, è una mia decisione”
“Certo, certo. Quindi, fammi capire bene, mi stai forse proponendo un accordo? La mia liberazione… in cambio della mia forza al tuo servizio?”
“Beh, per il momento non ho intenzione di liberarti… sai, da quel che ho sentito godi di una pessima reputazione”
“Dunque passerei io per malvagio? Comunque non avrei accettato. Ho già dei progetti in mente… vedrai! Resisterò per un mese, fino a quando quel babbeo non mi libererà! Sopravvivrò ad ogni costo… e porterò a termine ciò che ho in mente di fare!
La determinazione negli occhi di Zoro porta Rufy a sorridere, istintivamente. Un po’ si rispecchia, in quel ragazzo. L’unica differenza fra i due è che egli è libero di andare dove vuole.
“Se fossi in te, mi metterei il cuore in pace”
“Aspetta e vedrai. Ho molta forza di volontà io, molta più di chiunque altro. Cercati qualcun altro per la tua ciurma”
Detto fatto. Rufy si incammina, intenzionato a scavalcare il muro, impresa per lui non troppo difficile.
“Ehi, tu, non andartene! Aspetta un attimo!”
“Mh?”
“Puoi passarmi… quella roba?”
Rufy segue la direzione del suo sguardo, fino a incontrare le furono polpettine di riso. Così, le raccoglie, saggiandone la consistenza con le mani.
“Dì un po’, davvero vuoi questa roba? Più che polpettine di riso, mi sembrano polpettine di fango…”
“Zitto! Mettimele in bocca, avanti, tutte quelle che puoi”
Lo spadaccino mastica rumorosamente. Il sapore è veramente terribile, ma la fame porta a compiere gesti incredibili chiunque, volontà ferreo o meno.
“Dillo a quella mocciosa. Dille ‘erano ottime. Grazie per le polpettine’
Il sorriso di Rufy si allarga e, dal profondo del cuore, gli fuoriesce una breve risata.
 
“Dici davvero? Non stai mentendo?”
Il sorriso sul volto di Rica si espande a dismisura. Gli occhi neri diventano improvvisamente lucidi, ma, questa volta, non dal pianto.
“No, te lo assicuro, parola di pirata! Le ha mangiate tutte, anche le briciole!”
“Oh, sono proprio contenta!”
“Mi chiedo se sia davvero cattivo come sembra…” sussurra Kobi, nel bel mezzo di un profondo dibattito interiore.
“Non è cattivo, no, non lo è affatto! Non ha fatto niente di male, la gente lo teme solo per le voci che girano sul suo conto. In realtà… in realtà è stato arrestato per colpa mia. Sapete, mi ha salvata. Ha ucciso il lupo del figlio del Capitano Morgan. Fino a quel momento il lupo era libero di andare in giro per la città a terrorizzare e ferire le persone”
Rica è triste, quasi abbattuta. Si sente in colpa, ma sente anche una forte rabbia nei confronti di quell’uomo dai capelli color del sole tanto spregevole.
“Quindi Zoro è stato arrestato solo per aver ucciso il cane di quell’idiota?”
Rufy sente i nervi saltare. Come si può arrestare qualcuno solo perché ha ucciso un cane della Marina che, invece di stare dalla parte della giustizia, crea più scompiglio di quanto non ne esista già?
“Sì, ha ucciso quel lupo… esatto”
“Capisco… ora tutto ha un senso! In effetti, l’unico suo difetto è quel carattere irascibile, ma non c’è nulla di male nell’essere un cacciatore di taglie. Anzi, la Marina dovrebbe essere contenta di avere un uomo del genere dalla sua parte, seppur indirettamente”
L’animo di Kobi è sempre più triste, lacerato. In cuor suo prega, prega affinché non debba mai scoprire che la Marina è composta da uomini come Hermeppo.
“E’ tutta colpa di Morgan e di quel buono a nulla di suo figlio! Tutti in città li temono, dal momento che hanno instaurato un regime secondo il quale, anche se per una minima pena, si è giustiziati!”
Appena Rica finisce di parlare, il vociferare degli altri abitanti della città si arresta. Si sente un rumore di passi in avvicinamento, e poi…
“Ehilà, gente! Prostratevi subito al mio cospetto o lo dico a papà!”
La voce inconfondibile di Hermeppo rompe il silenzio.
“Non vorrete fare la fine di Roronoa Zoro, vero? Ah giusto. A tal proposito, devo darvi una nuova, buona notizia. Entro tre giorni quel criminale verrà giustiziato. Ben gli sta, è ciò che gli spetta! Se volete, siete tutti invitati! Venite pure, ci sarà da divertirsi!”
Hermeppo ride, e Rufy, dopo aver udito le parole uscite dalla bocca di quell’uomo, si alza in piedi.
“Tre giorni? Ma non gli era stato promesso un mese?”
“E tu cosa ne sai? Inginocchiati come gli altri, piuttosto! Comunque quella non era una promessa, era solo una presa in giro! Bisogna essere davvero degli stupidi per poter credere a una cosa del genere”
L’espressione di Rufy si fa corrucciata, assorta. Come in un flashback, gli tornano alla mente le parole di Zoro, e la sua faccia mentre le diceva. ‘Resisterò per un mese, fino a quando quel babbeo non mi libererà! Sopravvivrò ad ogni costo… e porterò a termine ciò che ho in mente di fare!’. Zoro ci ha creduto, in quelle parole pronunciate da una creatura così disgustosa… spregevole.
Scuro in volto, senza rimuginarci ancora a lungo, un pugno parte, colpendo Hermeppo sul mento. L’uomo rovina al suolo, quasi del tutto privo di sensi, sputacchiando sangue di qua e di là. Tutti osservano la scena, sbalorditi. Anche Kobi lo è, ma quando si rende conto di cosa Rufy sta per fare…
“Rufy, no, fermati!” strilla, agganciandolo da dietro.
“Così ti farai nemica tutta la Marina!”
Il ragazzo sente i muscoli dell’amico tendersi un paio di volte, fino a rilassarsi.
“Kobi, ho deciso”
“Uhm?”
Farò di Zoro un mio compagno!
 
La scena è ancora bollente. Poco lontano dal luogo del misfatto, una ragazza se ne sta appollaiata su di un tetto, le mani incrociate, gli avambracci posati sulle gambe. Sembra che stia assistendo a uno spettacolo teatrale.
Uno di quelli belli da morire, a giudicare dal sorrisetto dipinto sul suo volto.
  
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