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Autore: BeatriceNataliePrior    21/04/2014    2 recensioni
1997, terrore, paura, il tutto mischiato alla solitudine, alle debolezze umane.
Noi abbiamo visto la storia affrontata da Harry, Ron e Hermione.
Ma il resto di loro? Quelli che sono rimasti a Hogwarts, a combattere all'interno?
Ecco la storia dei guerrieri, di chi ha lottato fino in fondo anche quando si credeva non ci fosse più speranza, anche quando le cose iniziavano a peggiorare. Ecco la storia di chi -senza imprese eroiche- ha compiuto la rivoluzione silenziosa.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Lo senti anche tu, vero?
Senti –come me- il freddo pungente, lo stesso freddo che nonostante tutto ci culla la notte.
È esattamente questo.
Il sapore della paura, della lotta, del sonno perso, dei sogni a rischio.
È esattamente questo, quello a cui stiamo andando incontro, tornando a Hogwarts.
Eppure io so che se ci siete voi, con me, non ho timore di affrontare quello che davvero mi aspetta.
Sparisce tutto.
Il terrore, l’esitazione. Tutto.
So che se ci siete, va tutto bene. Non ho paura. Non devo aver paura.
So che ovunque mi troverò, con voi sarà casa.
 
 
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« Hai preso tutto? »
Lo sguardo di Charlize è esitante, svelto, ma spaventato: glielo leggo negli occhi, e lo capisco al volo, perché è lo stesso sguardo che ho visto lo scorso anno, quando ha preparato le valige a giugno.
È il terrore. Lo stesso terrore che ci coglie alla sprovvista ad ogni attacco dei Mangiamorte.
E io sono una frana con le parole, non posso dirle che so, che ho visto quello che prova.
Per questo annuisco, posando una mano sulla sua spalla: lei si gira, sorride stanca e con un colpo secco chiude la cinta del suo baule, posizionandolo accanto al mio.
Alle sue spalle Anemone tira silenziosamente su con il naso, e dal suo viso vedo che ha passato le ultime ore a piangere, e non la biasimo: al mio quinto anno anche io avrei pianto in quella maniera, forse addirittura disperatamente. O forse non sarei stata in grado di fare una scelta simile.
Ruoto gli occhi su Evelyn, in piedi accanto a noi, alta e severa come sempre: il naso all’insù, gli zigomi ben definiti, i lineamenti dritti. Charlize e Anemone le somigliano molto, ma di carattere sono tre donne totalmente differenti.
Nonostante tutto lei è una donna che ammiro, una donna che mi sorprende ogni volta, per la forza e la tenacia che ha dimostrato in tutti questi anni, per questo ancora non mi capacito del fatto che andrà a stare in un cottage per mesi –o forse anni- con i miei genitori, perché confesso che avrei giurato sul fatto che si sarebbe messa in prima linea per sconfiggere i Mangiamorte; ma forse ora ha paura, o forse non vuole farsi uccidere, lasciando due figlie orfane.
Io al suo posto non saprei davvero cosa scegliere, perché sarebbe da codardi fuggire e abbandonare tutti, pur sapendo che anche solo una persona è in grado di fare la differenza in questa battaglia, a partire da noi “nuove generazioni”.
Ma devo dire che più di tutti è Anemone quella che ancora oggi riesce a sorprendermi, per una sola ragione: sorride.
Lei –indipendentemente dalla situazione- sorride, e questo mi lascia nettamente spaesata, perché io non ci riesco e la invidio ma al tempo stesso so che tutti le dobbiamo molto: sono in tempi come questi che persone come lei riempiono di speranza tutti.
Un po’ come i gemelli Weasley, che ancora oggi riescono a strappare un sorriso a chiunque, nella triste Diagon Alley.
Eveleyn guarda l’orologio.
« E’ l’ora. »
Dice, con voce spezzata.
Noi afferriamo i nostri bauli, ci stringiamo nei mantelli e –con esitazione- appoggiamo una mano sulla passaporta.
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King Cross è affollata come ogni anno, ed è questo che mi lascia più perplessa, ma forse sto esagerando: effettivamente sono pochi i Babbani a conoscenza del disastro che sta per distruggere il mondo.
Charlize mi prende per mano e sorride, un sorriso tirato, di chi sta per scoppiare a piangere ma non può, perché deve essere forte, deve essere saggio: come sempre fa onore alla sua casata, Corvonero.
« Chi va per prima? »
Cinguetta Anemone, passandoci davanti. Noi non rispondiamo, e la lasciamo fare, perché sappiamo che non vede l’ora di scoprire chi fra i suoi compagni Corvonero è rimasto.
Io questa domanda non me la pongo, perché tra i Grifondoro non ve ne è uno soltanto capace di andarsene da Hogwarts solo perché i tempi sono davvero difficili.
« Siete sicure di quello che state facendo? »
La domanda di Evelyn sembra più rivolta a Charlize, ed è sottile, un sussurro, quasi potesse impedirci di fare qualcosa, e nella sua voce piccola rivedo tutte le disgrazie passate, una verità che io conosco solo in parte.
Ha gli occhi lucidi, ed è l’unica cosa che mi spinge a non parlare, soprattutto perché so di non essere la persona da cui vuole essere rassicurata.
« Mamma ascolta, andrà tutto bene, Anemone starà con noi. »
« Ma i Carrow… I Carrow! »
Evelyn aveva sentito dire che i fratelli Carrow avrebbero insegnato ad Hogwarts, sostituendo altri due docenti: probabilmente quelli di Babbanologia e Difesa Contro le Arti Oscure.
« Non importa. Qualsiasi cosa accada, non possiamo permettere che facciano di Hogwarts quello che vogliono. La distruggeranno. Distruggeranno casa nostra. Vogliono renderci tutti dei Mangiamorte, arruolarci, comandarci. Spingerci ad uccidere. »
Charlize marca l’ultima parola, perché sa che è quello che vogliono, sa che non hanno paura di usare ogni mezzo che hanno a disposizione per fare quello che vogliono. Perché sa –come me- che non si faranno mai scrupoli a riguardo.
Evelyn serra le labbra nervosa, e posa le mani sulle spalle della figlia maggiore, scuotendola con forza.
« Vi tortureranno! »
Charlize si scansa con fatica, ma sorride, perché in Evelyn rivede la madre che molto spesso era mancata.
« Ce la faremo. A Natale cercheremo di venirmi a trovare-ma non vi promettiamo nulla. »
Certo che no. Forse solo lei riuscirà a tornare a casa, per le Vacanze, perché se mai scoprissero dove stanno i miei genitori ed Evelyn, tutti i nostri sacrifici diventerebbero vani.
Inoltre non possiamo neanche mandare o ricevere gufi, perché saremo sorvegliate ad ogni ora.
Evelyn sembra ancora titubante, non si lascia del tutto convincere, e tenta ancora di spaventarci.
« Sapete… sapete che state andando incontro alla morte, vero? »
Lo sappiamo?
Non credo. Ne dubito, per questo ora il mio battito cardiaco ha iniziato ad accelerare vertiginosamente, facendomi tremare le ginocchia: non lo sappiamo. Non sappiamo a che cosa stiamo andando in contro, ci stiamo semplicemente buttando in qualcosa di molto più grande di noi, qualcosa di incredibilmente pericoloso, qualcosa di spaventoso. È quel genere di pericolo che metterebbe alle strette anche il più valoroso dei Grifondoro, così credo. O forse sto solo cercando di giustificarmi, perché sono nel panico; per questo cerco lo sguardo rassicurante di Charlize, ma qualcosa non va, qualcosa scuote anche lei: e io mi perdo.
Ma Charlize è forte, Charlize è intelligente. Scuote la testa e appoggia il mento sulla spalla della madre che –stranamente- le accarezza maternamente i capelli, e io sento una morsa al cuore, ripensando a mia madre che molto probabilmente starà ancora piangendo.
Ma non posso cedere, non ora.
« Andiamo? »
Sussurro, ricordandomi che Anemone ha già superato il varco, e non mi pare il caso di lasciarla sola vicino ai binari: abbiamo promesso di restare unite.
« Certo. Andate, ragazze e –Michelle-… »
Evelyn si avvicina e mi abbraccia, gesto inaspettato per una donna come lei, abituata a gesti di affetto limitati solo alle sue figlie.
« Abbi cura di loro. »
« Glielo prometto. Stia tranquilla. »
Mi giro verso Charlize, che ha approfittato della mia distrazione per asciugarsi le lacrime con il lembo del mantello nero: le sorrido e l’abbraccio, perché so che entrambe ne abbiamo bisogno.-
« Allora, insieme? »
Grido, imitando una risata.
Lei annuisce energica, e insieme spingiamo i carrelli, verso il binario nove e tre quarti.
  
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