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Autore: elyl    22/04/2014    10 recensioni
"Tu mi chiedi perché dovresti essere diversa, perché non sei una < schifosa Mezzosangue >.” Deglutì, alla ricerca delle giuste parole. “Tu sei diversa da qualsiasi maga abbia mai conosciuto, Mezzosangue o Puro Sangue. Non mi importano le tue origini, mi importi tu.” Sbatté un paio di volte le palpebre, incredulo per quanto aveva appena detto.“Sei diversa da tutte perché io ti amo.” "
Lily Evans e Severus Piton stanno finalmente insieme e subito dopo la fine del loro settimo anno vanno a vivere insieme. Dopo 9 mesi nasce loro figlio, Alistair. Sono felici, ma la loro felicità non è destinata a durare. Infatti Severus decide di unirsi ai Mangiamorte e Lily si sente costretta a lasciarlo. Così Severus si ritrova solo con suo figlio e a lavorare per il Signore Oscuro, Lord Voldemort. Una sera è al Testa di Porco e assiste all'enunciazione della Profezia di Sibilla Cooman. Subito riferisce a Lord Voldemort ciò che ha sentito e questi crede che il bambino sia Harry Potter ed è deciso ad uccidere chiunque si metta contro di lui. Severus allora si rivolge ad Albus Silente e lo prega di salvare la madre di suo figlio, l'unica donna che ama, l'unica donna che abbia mai amato. Silente accetta, ma i suoi sforzi non valgono a nulla, poichè quando Harry ha solo un anno Lord Voldemort ucciderà i suoi genitori. Questa è la storia di Harry Potter e il suo fratellastro, Alistair Piton.
Quinto anno per Harry, Hermione e Ron, settimo per Alistair Piton. Il Signore Oscuro è tornato, ma nessuno crede a Harry. Severus è alle prese con il suo doppiogioco e deve proteggere il proprio figlio e quello di Lily Evans e James Potter. Cosa farà quando il Signore Oscuro gli chiederà di Alistair? Come reagirà Alistair quando scoprirà la verità?
Ormai il destino del giovane Piton è segnato. Cosa succederà?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Anche se in ritardo… Buona Pasqua! Scusatemi se vi ho fatto aspettare qualche giorno in più, ma sono stata un po’ presa anche io, inoltre lo studio non aiuta ahimè!

Volevo comunicarvi che ho aggiornato anche la mia fan fiction sulla New Generation (se interessati, le coppie sono JamesDominique, ScorpiusAlbus. Qui il link al primo capitolo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1111818&i=1 ).

Siamo ormai a pochi capitoli dalla fine di Father e già sto piangendo. Che cosa farò dopo che tutto sarà finito? Come farò a stare senza il mio Alistair? Beh… chi vivrà vedrà!

Il prossimo capitolo lo avrete per giugno, visto che ho due esami da dare a maggio e non so quanto riuscirò a scrivere.

Lo so, i capitoli si sono accorciati drasticamente, ma sono molto più intensi e difficili da scrivere.

Volevo inoltre avvisarvi che per rendere più reale questo capitolo ho riportato un pezzo tratto da “Il Principe Mezzosangue”.

Beh… non mi resta che augurarvi buona lettura!

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Chapter XLII:

Severus, please

 

“Severus… please”
Avada Kedavra!”
-Harry Potter and the Half-Blood Prince-

 

Alistair era profondamente addormentato: quel giorno aveva smontato dal turno di notte al San Mungo –ospedale in cui stava facendo ancora del tirocinio-. Come negli ultimi mesi, il suo sonno non era per nulla tranquillo, anzi: era agitato e dominato dagli incubi. Continuava a rivivere la cerimonia in cui era diventato Mangiamorte, il momento in cui aveva lasciato Hermione, vedeva la donna amata morire e persino suo fratello perire per mano dell’Oscuro Signore.

Iniziò a sudare e si svegliò di soprassalto, urlando, quando si sentì letteralmente bruciare. Deglutì a fatica e portò la mano a grattarsi l’avambraccio sinistro. Ritrasse immediatamente la mano quando sentì la pelle più calda del normale. Abbassò lo sguardo, sollevò la manica della felpa e vide che il Marchio Nero era lì, ben visibile, che bruciava sulla sua pelle. Tutto quello significava solo una cosa: il Signore Oscuro stava chiamando a rapporto i suoi seguaci e –purtroppo- lui era uno di quelli.

Si alzò dal letto e si tolse felpa e maglietta restando a torso nudo. Mise il tutto nella cesta dei panni sporchi, poi prese una camicia nera e la indossò abbottonando lentamente ogni singolo bottone. Tolse i pantaloni della tuta e indossò un paio di jeans, poi mise le scarpe e infine un cappotto nero in pelle. Afferrò la propria bacchetta e fece un respiro profondo, poi si smaterializzò e si ritrovò al Malfoy Manor. Come suo solito vomitò, poi si ripulì la bocca e fece il suo ingresso nel Manor.

Ad accoglierlo c’era Bellatrix Lestrange.

“Oh il piccolo Snape è arrivato.” Disse avvicinandosi a lui e dandogli un buffetto sulla guancia. “Il figlio del codardo.”

“Signora Lestrange.” La salutò educatamente senza scomporsi minimamente.

“Muoviti.” Sibilò la donna. “Il Signore Oscuro aspetta solo te.”

Così dicendo, Bellatrix s’avviò verso la sala da pranzo. Alistair la seguì e in pochi attimi si ritrovò al cospetto del più grande mago oscuro di tutti i tempi.

“Signore.” Lo salutò inchinandosi.

“Alistair.” Disse Voldemort. “Che piacere rivederti. Ho saputo che il tuo tirocinio è andato splendidamente.”

“Sì, signore. E’ stata una grande opportunità per cui le sarò sempre grato.”

“Ottimo, ottimo.” Annuì rigirandosi la bacchetta tra le dita guardando quasi divertito il ragazzo. “E’ giunta l’ora della tua prima missione. Hai dimostrato grandi abilità nella medimagia e di questo ne abbiamo bisogno.” Fece una lunga pausa durante la quale Alistair non distolse mai gli occhi da quelli dell’uomo. “Ma ora devi dimostrare che sei un mio servo fidato.”

“Sono al suo servizio, mio Signore.”

“Bene. Molto bene, Alistair.” Annuì compiaciuto. “Questa sera ti recherai a Hogwarts insieme a Bellatrix e altri miei seguaci.” Un ghigno apparve sulle sue labbra. “Questa notte Silente morirà.”

 

I loro passi rimbombavano per le scale della torre di Astronomia, quel luogo che Alistair amava tanto e che ora sarebbe stata la scena di un delitto. Il cuore del giovane Snape batteva all’impazzata e temeva di crollare da un momento all’altro. Ciò che però non sapeva, era che dall’esterno sembrava di ghiaccio, come se nulla potesse scalfirlo.

Pochi attimi e sbucarono sui bastioni, tutti e cinque.

“Silente in trappola!” Esclamò Amycus Carrow, uno dei Mangiamorte incaricato per quella missione, rivolgendosi alla sorella Alecto. “Silente disarmato, Silente solo! Ben fatto, Draco, ben fatto!”

“Buona sera, Amycus.” Lo salutò Silente. “E hai portato anche Alecto: incantevole.”

Anche la donna al fianco di Alistair ridacchiò, rabbiosa.

Com’era possibile che Silente fosse così tranquillo? Diamine, era ben consapevole che stava per morire. Da un momento all’altro sarebbe arrivato suo padre e avrebbe posto fine alla sua vita, ma a quanto pareva non gl’importava più di troppo.

“Credi che le tue battutine ti aiuteranno sul  letto di morte?” Lo dileggiò Alecto.

“Battutine? No, no, queste sono buone maniere.” Ribattè Silente.

“Fallo.” Ringhiò Fenrir Greyback, il lupo mannaro.

Alistair era semplicemente disgustato da ognuno di loro, dal primo all’ultimo. Se solo avesse potuto, li avrebbe uccisi tutti. No, non è vero: non era un assassino, non sarebbe stato in grado di farlo. Li avrebbe solo rinchiusi da qualche parte, impedito loro di smaterializzarsi e buttato via la chiave. Non sarebbe nemmeno stato in grado di uccidere il Signore Oscuro.

“Tu, Fenrir?” Chiese Silente.

“Proprio così.” Rispose l’altro con voce stridula. “Contento di vedermi, Silente?”
“No, non posso dire di esserlo.”

Fenrir sorrise scoprendo i denti appuntiti e del sangue gli colo sul mento, poi si leccò le labbra lentamente.

“Però sai quanto mi piacciono i ragazzi, Silente.”

“Devo dedurre che adesso attacchi anche senza la luna piena? Questo è del tutto insolito. Hai sviluppato un gusto per la carne umana che non può essere soddisfatto una volta al mese?”

“Già.” Affermò. “Ti sconvolge, questo, Silente?”

“Sta’ zitto!” Intervenne con un ringhio Alistair. “Per Salazar, Greyback, sta’ zitto. Sei abominevole.”

“Chi abbiamo qui?” Domandò Silente. “Anche il giovane Snape?”

“Già.” Rispose con una smorfia disgustata Alistair, serrando le dita attorno alla propria bacchetta.

“Che sorpresa, davvero. Uno studente così brillante…”

“Ciò che faccio non è affar suo.” Sibilò.

“Oh ma che importa di che studente era? Ora fa parte del nostro gruppo.” Ghignò Greyback. “Sai, potrei averti come dessert…”

“No.” Intervenne Antonin Dolohov con tono secco. “Abbiamo ricevuto degli ordini. Deve farlo Draco. Ora, Draco, sbrigati.”

Draco era meno sicuro che mai e fissava Silente terrorizzato, che era ancora più pallido e molto più basso del solito poiché era scivolato lungo la parete del bastione.

“Non gli resta comunque molto da vivere.” Esclamò Amycus. “Guardatelo… che cosa ti è successo, Silly?”

“Oh, meno resistenza, riflessi più lenti, Amycus.” Rispose Silente. “La vecchiaia, insomma. Un giorno forse succederà anche a te… se sarai fortunato.”

Alistair, tra sé e sé, non poté trattenere un sorriso, che subito mascherò con una smorfia.

“Vogliamo muoverci? Ci stiamo mettendo troppo.” Intervenne il giovane. Ma dove diavolo era suo padre?

In quel momento dal basso salirono degli scalpiccii e una voce gridò < Hanno bloccato le scale! Reducto! REDUCTO! >.

“Ora, Draco, presto!” Ripetè rabbioso Antonin.

Ma la mano di Draco tremava tanto che a fatica riuscì a prendere la mira. Alistair trattenne il respiro e si avvicinò all’amico, andando a posare la mano sulla sua.

“Andrà tutto bene, Draco.” Sussurrò soltanto.

“Levatevi entrambi!” Sbottò Fenrir. “Lo farò io.” Disse avanzando verso Silente con la mano tesa e i denti scoperti.

“Ho detto no!” Gridò Antonin.

Ci fu un lampo di luce e il lupo mannaro fu scaraventato lontano; urtò contro i bastioni e barcollò, furente.

“Ma che diavolo fate?!” Esclamò Alistair. “Siete per caso ammattiti?”

“Draco, fallo o spostati. Uno di noi…” Strillò Alecto, ma in quel preciso istante la porta si spalancò ancora una volta.

Alistair si voltò e vide il padre comparire con la bacchetta in mano. Chiuse un attimo gli occhi e a stento trattenne le lacrime, poiché sapeva cosa stava per succedere.

“Abbiamo un problema, Snape.” Disse Amycus senza distogliere da Silente lo sguardo e la bacchetta. “Il ragazzo non sembra in grado…”

In quel momento, però, qualcun altro pronunciò il nome di suo padre, con dolcezza.

“Severus…”

Alistair deglutì a fatica, il cuore che martellava nel petto. Perché proprio lì? Perché sulla torre di Astronomia? Perché Silente s’era fatto cogliere così di sorpresa? Perché era successo tutto quello? Perché diavolo non era scappato?

La cosa che più atterriva Alistair era che per la prima volta in vita sua aveva sentito Silente supplicare.

“Papà…” Si ritrovò a sussurrare, ancora vicino a Draco.

Severus non rispose. Avanzò e spinse rudemente i due ragazzi di lato. I tre Mangiamorte si ritrassero senza una parola: perfino Fenrir era intimorito.

Severus scrutò per un attimo Silente, e incisi nei suoi duri lineamenti c’erano disgusto e odio.

“Severus… ti prego…”

Sollevò la bacchetta e la puntò contro Silente.

Avada Kedavra!”

Uno zampillo di luce verde schizzò dalla sua bacchetta e colpì Silente in pieno petto.

Alistair raggelò e impallidì nel vedere Silente scagliato in aria: per un istante parve restare sospeso sotto il teschio lucente, e poi cadde lentamente all’indietro, oltre le merlature, come un’enorme bambola di pezza, e scomparve.

Pochi attimi e sia Alistair che Draco vennero afferrati per il colletto e spinti oltre la porta.

“Fuori di qui, sbrigatevi.”

 

Erano passati ormai giorni dalla morte di Silente e Alistair e Severus avevano dovuto lasciare la loro casa a Spinner’s End: molto probabilmente gli auror li avrebbero cercati lì.

Per questo Alistair aveva momentaneamente abbandonato l’Inghilterra ed era tornato in Francia, con grande stupore di Jerome. Il francese non aveva detto niente, lo aveva semplicemente accolto vedendolo pallido, tremante e terrorizzato.

Ovviamente le voci della morte di Silente erano giunte anche in Francia e Jerome credeva fosse per quello che Alistair era tornato: non immaginava minimamente che fosse lui uno degli artefici della morte del grande mago.

Steso sul letto, Alistair era raggomitolato su se stesso a piangere. Da quando era successo tutto, ancora non si era lasciato andare per paura di tradirsi ma adesso che era solo poteva farlo liberamente. E fu così che le lacrime avevano iniziato a rigare il suo viso.

Si sentiva vuoto, si sentiva perso, si sentiva uno schifo, voleva solamente scappare il più lontano possibile. Si sentiva responsabile di tutto.

Che cosa sarebbe successo ora che Silente era morto? Non aveva idea di ciò che avrebbe fatto, Silente non gl’aveva dato indicazioni. Ora doveva solo stare agli ordini di suo padre e del Signore Oscuro. Ma come avrebbe fatto a capire che era giunto il momento di ribellarsi? Quanto sarebbe durata quella maledetta guerra?

Alistair non sapeva rispondere a nessuna di queste domande e tutto ciò non faceva che aumentare la sua angoscia.

Se solo avesse potuto, Alistair Snape sarebbe sparito.

 

 

   
 
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