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Autore: _Nayre_    22/04/2014    2 recensioni
*fleshback*
[...]
Una luce, l'ultima cosa che vide prima di accasciarsi al suolo allo stremo delle forze. Dopo tutto buio.
Sentì dei passi -Andrà tutto bene.- una voce roca continuava a ripeterle all'orecchio. Si lasciò trasportare fino a perdere completamente conoscenza.
-Sei sicuro che sia quella giusta?- chiese dubbioso.
-L'ho osservata per diciassette anni; ne sono abbstanza sicuro.- rispose irritato.
La ragazza continuava a guardarsi intorno, ignara di quello che stava succedendo. Era terrorizzata, le si poteva leggere dagli occhi.
-Calmati o sarà peggio.- le disse il bruno dall'altro lato della stanza.
-Non credi che il siero che le hai somministrato sia troppo forte?-
-Forse per un muno si. Ti ricordo che è una di noi.-
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1   -Incontri.-

 

                  -Dai sali in macchina.- disse Jaqe contono severo.
-Ma sono le dieci di sera!-
Jaqe fece una smorfia; come poteva dire a sua figlia che erano senza casa?
-Non fare storie, domani veniamo a prendere le tue cose.- disse evitando un contatto ottico con la ragazza.
-Le mie cose?!- disse sorpresa.
-Senti Irys, ora non è il momento di discutere. Sali in macchina.-
La ragazza obbedì, che altro poteva fare?
La loro situazione economica non era mai stata delle migliori, ma non erano mai arrivate a non riuscire a pagare l’affitto.. magari qualche mese la luce, ma adesso erano per strada.
Tra qualche giorno Irys avrebbe fatto diciassette anni, ma a lei non importava più di tanto.
La macchina camminava silenziosa per le srade di Pierre; entrambe non dissero niente per tutta la durata del viaggio.
Jaqe era preoccupata per sua figlia, non ha mai avuto una vita stabile e sicuramente essere senza casa non aiutava.. aveva lasciato la scuola l’anno prima, non perche non le piacesse, ma per trovarsi un lavoro e aiutare economicamente sua madre, tutto questo lacerava il cuore di Jaqe. Quale madre vorrebbe che la propria figlia sprecasse la prorpia vita in questo modo? Eppure non poteva obbiettare, i soldi servivano e Irys aveva fatto la sua scelta.
 
La macchina si parcheggiò silenziosamente nel retro di una struttura che a prima vista sembrava un magazzino ‘dovrò dormire qua?!’ fù il primo pensiero di Irys non appena la struttura entrò nel suo campo visivo.
-Siamo arrivate.- disse Jaqe con tono neutro.
Irys scese dalla macchina e guardò sua madre scioccata, non potevano rimanere qui.
Continuò a scrutare la struttura situata davanti a lei con sguardo titubante per poi rivolgersi a sua madre. -Stai scherzando vero?-
Jaqe distolse lo sguardo, non potendo continuare a reggerlo.
Odiava questa situazione, ma che scelta aveva?
Cominciò ad avviarsi dentro; non si girò nemmeno per vedere se la figlia la stesse seguendo.. non poteva biasimarla avesse deciso di passare la notte in auto.
Tutto era spento, sicuramente non aspettavano ospiti alle undici e mezza di sera.
Così decise di suonare, consapevole che in questo modo avrebbe svegliato tutti, quindi evitò.
Provò a spingere la porta, ma il tentativo fù vano; decise di raggiungere sua figlia in macchina, l’indomani sarebbe andata a chiedere la colazione.
Irys già dormiva nei posti posteriori, per non disturbarla Jaqe si accomodò nel posto del guidatore –Buonanotte.- le sussurò prima di chiudere gli occhi.
 
Correre, sarebbe stata l’unica cosa in grado di salvarla. Comiciava  a perdere fiato e la stanchezza comicniava a farsi sentire; ogni secondo che passava il suo corpo si faceva più pesante; la vista si cominciava ad offuscare fino a cadere per terra, ‘è la fine’ pensò.
Delle voci urlavano straziate, provenivano dalla boscaglia intorno a lei. Tutto ciò non faceva altro che farle aumentare i battiti cardiaci.
Spari. Voci umane in vicinanza. Si sentiva come un’animale in trappola; vide tanti flesh della sua vita passarle veloci davanti gli occhi. Quando la morte è vicina ne senti la presenza, sua madre le diceva sempre.
 
Jaqe si svegliò di scatto e presa dall’istinto cercò sua figlia nel retro, ma era sola. Irys non c’era. Corse fuori dalla macchina in preda al panico, non poteva essere; il momento non era ancora arrivato.
Cominciò a cercarla fino a che non sentì delle voci.
Hawni. Grazie al cielo. Irys era con lui.
Jaqe cercò di calmarsi e si avvicinò alla figlia e all’uomo. –Buongiorno.- esclamò Jaqe fingendo un sorriso; Irys non la degnò di uno sguardo.
-Ben svegliata!- disse Hawni. Irys poté notare che tra i due c’era confidenza, si chiese il perché. –Ho consociuto tua figlia, è una ragazza squisita.- proseguì Hawni; la sua affermazione non faceva altro che far crescere la curiosità di Irys, ma aspettò pasientemente che qualcosa uscisse fuori da sola.
-Grazie.- rispose dolcemente Jaqe al complimento, crecando di catturare lo sguardo della figlia che, a differenza sua, faceva di tutto per non incontare il suo sguardo.
-Dobbiamo rimanare qua fuori a congelare?- disse l’uomo con un palese accento canadese. Jaqe unnuì e seguì l’imponente figura del gigante; Irys lasciò passare qualche secondo prima di accodarsi ai due.
L’interno della struttura era completamente diversa da come Irys se l’aspettava; le mura erano di un color porpora, che rendeva l’ambiente caldo e accogliente. Il pavimento era rivestito di un parquet chiaro che faceva da contrasto con il colore delle pareti. L’arredamento riprendeva uno stile rustico; sembrava un cottage di montagna, con l’unica differenza che era nella downtown di Pierre e il fuori sembrava più adatto a un parcheggio per lo spaccio di droghe che ad una struttura che accoglieva gente.
Sulla parte destra c’erano le scale ricoperte di moquet che portavano sicuramente al piano superiore; Irys cercò di contenersi dal chiedere di poter visitare il resto della struttura, cercando di dimostarsi disinteressata a gli occhi della madre.
-Cosa volete per colazione?- chiese Hawni.
Pensandoci, Irys, si rese conto che era da un po’ che non mangiava e l’odore di carne arrostita le fece venire l’acqualina in bocca e il via ai crampi allo stomaco.
-Una fettina di maiale.- disse, subito dopo si stupì di quello che le era uscito dalla bocca, ‘una fettina di carne a colazione?!’ pensò, ma poi si convinse che la fame può portare a fare cose strane.
-Grazie, ma poi vedrò di cucinarmi qualcosa.- a quella affermazione i dubbi di Irys si fecero spazio nella sua mente cercando di uscire fuori sotto forma di domanda, ma evitò per l’ennesima volta.
Voleva punire sua madre, e ci stava riuscendo alla grande. Ancora non aveva deciso per quanto tempo doveva continuare il suo silenzio, ‘certamente ancora era troppo presto’ pensò tra sé e sé.
-Uhna, mostra le stanze alle ragazze.- disse Hawni interrompendo i pensieri di Irys; una ragazza dai capelli neri corvino si avvicinò a loro. La ragazza aveva una bellezza felina  a gli occhi di Irys,  la ragazza camminava con un passo quasi felpato che Irys non si accorse della sua presenza. –Va bene una camera sola per entrambe?- Irys si guardò in torno prima di aprire bocca, ma le parole erano già avviate –Non c’è un’altra camera libera?- chiese. Jaqe fece una faccia scioccata alle parole della figlia.
-...Si..- disse titubante Uhna rivolgendo uno sguardo a Hawni, -Seguitemi.- continuò la ragazza cominciando a salire le scale. Irys si sentì leggermente in colpa per il colpo basso fatto alla madre, ma quello che era fatto era fatto.
Salite le scale il gruppo di ragazze si trovò all’inizio di un corridoio lunghissimo, ai lati di questo c’erano diverse porte che, ovviamente, portavano alle rispettive stanze. ‘Ma quante persone stanno qui?’ venne spontaneo a Irys chiederselo. Solo in questo primo corridoio c’erano una ventina di stanze, ma a quanto pare era solo il primo pezzo del piano superiore e le scale continuavano anche sopra. Quel posto sembrava immenso.
-Jaqe questa è la tua stanza,- disse Uhna indicando la stanza 18 –e queste sono le chiavi.- proseguì porgendole le chiavi.
Jaqea aprì la porta e prima di entrarci rivolse un ultimo sguardo alla figlia, la quale sembrava l’apatia fatta persona. Sospirò, fece un sorriso forzato ed entrò nella stanza chiudendo la porta dietro di sé.
-La tua stanza è al piano di sopra, vieni.- disse la ragazza dai capelli corvino con una voce calda e un sorriso che poteva far invidia alle stelle. –Quante persone stanno.. quì?- chiese Irys indicando la struttura; Uhna la guardò e sorrise –Beh, siamo molti.. spesso quando qualcuno si trasferisce da altri paesi non riesce subito a trovare casa.- spiegò.
‘Chissà da dove viene lei..’ pensò Irys mentre scrutava la figura della ragazza davanti a lei cercando di capire da quale stato potesse provenire. –Vengo dal Messico.- disse quasi a leggerle nella mente. Irys si trovò un po’ spiazzata dalla risposta, ma ci passò sopra.
-Bene siamo arrivati, la stanza numero 29b è la tua. Queste sono le chiavi. Devi attraversare il corridoio e poi voltare a destra. Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure, io sono nell’androne.- disse con voce dolce per poi lasciare da sola Irys nel corridoio.
Il piano di sopra era leggermente diverso da quello sottostante: le porte erano blu e non rosse, al posto della moquet c’era il parquet come al piano terra e un lucernario vi era al posto del tetto; quest’ultimo illuminava tutto il corridoio, era bellissimo, per quanto un corridoio poteva esserlo. 
-Hai bisogni di aiuto?- chiese una voce alla fine del corridoio, Irys si distrasse dall’ammirazione del luogo e posò i suoi occhi sul ragazzo che le era difronte. –N-no, grazie.- riuscì a dire. Quel ragazzo sembrava un figlio del sole; i capelli castani gli incorniciavano il viso, due occhi verdi l’avevano inchiodata; l’intensità di quegli occhi era tale da averle fatto saltare un battito. La luce emessa dal lucernario illuminava  la pelle ambrata del ragazzo, facendo acquisire alla pelle un colorito quasi dorato. Quel ragazzo aveva una bellezza sovraumana. –Sicura di stare bene?- chiese il ragazzo. Irys si accorse di averlo fissato per più di cinque minuti senza emettere fiato e alle parole del ragazzo si accorse di aver smesso di respirare ‘andiamo bene’ pensò. –Si, certo scusa e che.. mi sono persa.- disse imbarazzata. Il ragazzo la scrutò per bene, c’era qualcosa di strano nel suo sguardo, ma sembrò far cadere la cosa. –Ah, si ti capisco, non è difficile perdersi quì se non conosci le zone.- disse sorridendo; si avvicinò di più alla ragazza –Che stanza hai?- ‘questo almeno dovresti ricordartelo no?!’ si disse, quasi rimproverandosi.
-Emh.. credo, 29b..?- pregò con tutto il cuore di non aver sparato una cazzata. –Ah si, giusto, la camera libera. Seguimi ti ci porto io.- offrì gentilmente il ragazzo.

Camminarono lungo il corridoio senza dire niente e Irys si sentiva schiacciata da quel silenzio. –Io sono Irys.- se ne uscì; il ragazzo all’inizio la guardò stranito, ma appena riformulò le parole nella sua testa rispose –Io sono Cowu.- disse sorridendo; aveva un sorriso a dir poco perfetto, Irys poteva stare lì ore ad ammirare la sua bellezza. –Beh siamo arrivati, spero che non avrai altri problemi ad orientarti, in ogni caso la mia stanza è la 15b, quindi siamo nello stesso piano, beh.. ci si vede allora.- disse sfoggiando un’altro dei suoi sorrissi. ‘Siamo nello stesso piano’ si continuò a ripetere Irys mentre osservava il ragazzo che si allontava.
 
 

                   -Mancano pochi giorni e tu l'hai persa di vista?!- gridò Togur fuori di sé.

-La situazione mi è sfuggita di mano..- disse Kwer provando a giustificarsi.
C'era elettricità nell'aria e la tenzione si poteva tagliare con il coltello. Gli occhi di Togur diventarono quasi neri; Kwer non lo aveva mai visto così arrabbiato.
Preso da uno scatto uscì dal magazino; in qualche modo doveva scaricare la tenzione.
'Devo trovarla.' Era il suo unico pensiero in quel momento. Poteva succederle di tutto, sopratutto in questi giorni, senza nessuno che vegliava su di lei poteva finire veramente nei guai.
Alcune scintille cominciarono a partire dalle sue mani, fortuna che il loro rifuggio si trovava vicino ad un bosco; dopo poco perse il  controllo sulle scintille così avvistò un albero abbastanza robusto per resistere alla scarica di energia.
Capitava spesso quando era nervoso di non riuscire a controllare le scariche elettriche.
Dopo aver quasi incendiato  un albero Togur si sentì più calmo; ora doveva capire come trovare la ragazza.
Ritornò al rifuggio quasi trascinandosi, la scarica aveva esaurito tutte le sue forze.
-Avrei qualche idea di dove possa essere.- disse Kwer con voce sottomessa. –L'importante è trovarla. Siamo vicini.- disse Togur con aria pensierosa, ripetè l'ultima parte più volte sotto voce quasi a riperselo a sé stesso.
'Le scariche gli danno alla testa' pensò Kwer vedendo Togur parlare da solo. –Stenditi, io vado a controllare la zona e chiedere in giro..- avvisò Kwer prima di uscire –No!- lo interruppe Togur –Nussuno deve sapere che non è più sotto il nostro controllo; dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza. Non una parola, Kwer.- dopo di ciò Togur si lasciò cadere sulla brandina accanto a lui. Aveva bisogno di riposo e di ripristinare i suoi poteri, domani sarebbe iniziata la ricerca e qualcosa gli faceva pensrae che non sarebbe stato facile trovarla.
 
                   La cena era pronta, Uhna aveva già avvertito Irys che, aveva passato il suo pomeriggio a dormire cercando di recuperare il sonno perso la notte precendente; dormire in macchina non è il massimo.
Irys si avviò verso il bagno, il quale era situato alla fine del corridoio sinistro, si aggiustò i capelli, almeno li rese decenti. Aveva sempre desiderato avere i capelli lisci, ma destino voleva che lei li avesse ricci, nemmono mossi, no. Ricci.
Legò i capelli in un tuppo scombinato, si sciacquò la faccia e la bocca. Ora era presentabile. Scese le scale lentamnete, anche se quest'ultime non cigolavano.
Si ritrovò al piano terra e seguì le voci che provenivano da una stanza accanto; non appena sorpassata la soglia vide un tavolo lunghissimo che ricopriva in lunghezza tutta la stanza; c'erano tantissime persone, tra quali riconosceva solo Uhna, Cowu e Hawni, il resto delle faccie erano sconosciute alla sua vista. Ma mancava qalcosa, o per meglio dire qualcuno, sua madre. Per quanto lei volesse dimostrarsi disinteressanta dei riguardi della madre, il fatto di non vederla in giro la fece preoccupare un po'.
Cowu scorse al figura della nuova arrivata sulla soglia della porta e decise di avvicinarsi –Ehi.- le disse non appena le andò vicino abbstanza. Nella stanza c'era un tale rumore che a poco Cowu non sentiva il rumore della sua voce. Non appena la ragazza lo notò si irrigidì. Cowu ancora non aveva capito questo lato di Irys.. solitamnete riesce a capire le persone con uno sguardo, ma lei no.. aveva qualcosa di particolare. –Ehi.-  ricambiò il slauto la ragazza, sforzando un sorriso.
-Sai cosa si mangia?- chiese Irys cercando di aprire un dialogo. Togur sembrò pensieroso, poi le sorrise dolcemente –Non ne ho la più pallida idea.- disse continuando a sorridere.
I due rimasero a guardarsi per qualche istante fino a che non arrivò Uhna –Dormito bene?- chiese rivolgendosi ad Irys. –Si, grazie. Dovevo recuperare un po' d sonno... non è che hai visto mia madre in giro?- chiese cercando di non far trasparire nessun'emozione a riguardo.
-Si, è in cucina.- disse indicando il locale alle sue spalle.
'Ovvio, dove poteva essere, altrimenti' pensò schietta Irys. Si guardò intorno, cercando di capire cosa i due potevano pensare del suo atteggiamento così strano, ma sembrava che non la degnassero di uno sguardo; erano troppo occupati a scambiarsi occhiatine.
Si poteva sentire il cuore di Irys che cadeva a pezzi 'ovvio, certamente è interessato a lei. Chi altro sennò, io?! Pff' in quel momento si voleva sotterrare per aver sfiorato il pensiero che un tipo come Cowu si potesse interessare a lei, pff. Ovvio che no.
-Andiamo a sederci.- disse Cowu rivolto ad Irys riportandola al mondo reale.
Ma anche se cercava di non dare a vedere la sua delusione il viso perfetto di Cowu si inclinò in una smorfia. Irys lo notò subito, così cercò di trovare qualcosa da dire, ma prima che potesse collegare il cervello alla bocca fù troppo tardi –Tu e Uhna siete una bella coppia.- disse con un sorriso palesemente forzato e finto.
A quelle parole Cowu si pietrificò e la guardò strano –Tu pensi che io e.. no!- seguì una rista –Siamo fratelli.-
'Ok, ora sotterratemi.' Irys abbassò di scatto al testa, le sue guancie stavano andando a fuoco.
Togur le prese la mano e la fece sedere accanto a lui –Tra poco sarà pronto, è meglio se prendiamo posto.- le disse per poi sorriderle, di nuovo.

Questo è il primo capitolo, credo di averlo fatto abbastanza lungo ^^ beh, la situazione tra Irys e sua madre non è delle migliori, ma qua possiamo trovare dei protagonisti moolto importanti :P beh.. mi scuso per eventuali errori (segnalatemeli pliss) e accetto critiche pur che siano costruttive. Ripeto il mio problema con i verbi quindi.. siate clementi :3 spero in qualche recensione, ma anyway.. al prossimo capitolo! :* Nayrexx

 

  
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