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Autore: Imyoursmaljk    22/04/2014    1 recensioni
Nella vita di Sunshine non c'era mai stato molto per cui sorridere: la perdita di suo padre, madre e nonna costantemente in conflitto e l'adozione di una sorella le rendevano la vita praticamente impossibile. La sua vita era dipinta su era tela monotona che comprendeva i suoi corsi di letteratura all'università e le chiacchiere inutili con il suo migliore amico Zayn. La sua vita cambiò radicalmente all'arrivo del nuovo vicino, Louis Tomlinson; un ragazzo solare, pieno di vita e sempre con un sorriso stampato sulle labbra. Ma, dietro quel sorriso che tanto ostinava far vedere a tutti, nascondeva qualcosa? 
 
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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-DEAR DIARY-

Zayn era in panico totale e doveva agire in più fretta possibile. Velocemente rientrò in casa assieme a Louis e, scusandosi con suo zio, uscì dalla casa del castano per correre verso la vecchia casa di Sunshine. Louis lo affiancò e bussarono alla porta ma nessuno rispondeva. Possibile che nessuno voleva aprire? La porta si aprì facendo uscire Sunshine che non gli degnò nemmeno di uno sguardo e chiuse la porta alle sue spalle. «Sunshine!» la chiamò Zayn ma lei non lo guardò ed oltrepassò i corpi del ragazzi. Si allontanò velocemente dal vialetto di casa sua e Zayn e Louis la seguirono. Che cosa gli avrebbe detto?, nemmeno Zayn lo sapeva di preciso ma non voleva assolutamente perderla. Zayn le corse dietro supplicandola di fermarsi ma la ragazza continuava a camminare con la testa alta senza voltarsi indietro. Entrambi i ragazzi continuarono a seguirla e Zayn l'afferrò la mano cercando di fermarla. 

«Cosa?!» sbottò furiosa Sunshine, «vi siete divertiti, vi siete divertiti entrambi a prendervi gioco di me?» Zayn e Louis la guardarono, così come anche tutta la gente che camminava per le strade attirati dalle urla della ragazza mora. «Sei giorni per conquistare la bambolina, wow meritate entrambi un premio! Grandioso Zayn, grandioso!» aggiunse Sunshine per poi voltarsi ed iniziando nuovamente a camminare. «Ascoltami, per favore» la supplicò ancora Zayn. La ragazza dopo appena due metri si voltò ed avanzò nuovamente verso i due ragazzi. «No, adesso tu ascolti me: ti ho aperto il mio cuore perchè credevo che tu fossi mio amico, e tu cosa fai? Racconti tutto a lui!» sputò con disprezzò guardando Louis, «e Louis cosa fa? Si comporta a suo solito, sapendo che lui non può amarmi ha cercato il primo che potesse farlo al posto suo!» 

Le parole le uscirono con talmente tanta rabbia che Louis sentì la bocca dello stomaco stringersi; non poteva vederla così ed era tutta colpa sua. «Ed ovviamente quella persona sei stata tu, convincendoti che non provi 'amicizia' per me ma 'amore'! Bingo!» mimò le virgolette con le mani alle parole amicizia e amore. Zayn e Louis continuarono ad ascoltarla senza spiccicare parola e fissandola con lo sguardo da cane bastonato. «Dio, che razza di persona sei che non conosce i suoi propri sentimenti?!» lo rimproverò con disprezzo. «Ma io provo davvero amore per te e questo è vero!» ribatté Zayn con un groppo enorme in gola. «No Zayn, non è vero! Non ti credo più niente perchè tu... tu mi ferita davvero molto...» Sunshine iniziò ad abbassare il tono della voce sentendo le prime lacrime che minacciavano di uscire. 

Si voltò con gli occhi lucidi verso Louis. «So che nella mia vita non c'era stato molto per cui sorridere, non ero felice ma almeno avevo un amico e quello l'ho perso anche grazie a te.» La prima lacrime le rigò il viso pallido sotto gli occhi di tutta quella gente. «Vi dovreste vergognare, entrambi» aggiunse prima di girare i tacchi ed allontanarsi dai due ragazzi. Louis fece due passi verso di lei cercando di fermarla. «Sunshine, per favore» supplicò il castano afferrandole il polso. Lei si dimenò dalla presa del ragazzo e quando vide che il ragazzo insistette nonostante le sue proteste, si voltò e diede uno schiaffo in pieno viso a Louis. Il viso del ragazzo era completamente rivolto verso la sinistra e la guancia iniziò a diventare sempre più rossa. 

Solo in quel momento Zayn e Louis riuscirono a vedere gli occhi rossi e le lacrime sul viso di Sunshine. Con il viso completamente umido di lacrime avanzò verso Louis, unendo le mani come se stesse pregando. «Non voglio sentire altro, non devi spiegarmi niente. Per favore lasciamo solo in pace» disse Sunshine prima di allontanarsi dai due ragazzi con le labbra curvate vero il basso. Dire che in questo momento Zayn si sentiva distrutto era riduttivo, molto riduttivo. Ci aveva messo anima e corpo per riuscire a conquistare Sunshine ed era soltanto riuscita perderla, di nuovo. Il castano in un battito di ciglia raggiunse Zayn infilando le mani dentro il sua giacca. «Che cavolo stai facendo?!» disse irritato Zayn appena Louis frugò dentro la sua tasca. Louis lo ammutolì ed uscì il suo diario nero dalla tasca.  

«Sunshine, vorrei tanto dirti quanto ti amo. Ti amo davvero, davvero tanto.» 
Le parole di Louis echeggiarono per tutta la strada raggiungendo anche Sunshine che di colpo di fermò e di voltò, immobile. Louis iniziò a sfogliare il diario e si fermò a leggere ad alta voce una pagina a caso. 
«Sunshine, ti amo e non te ne rendi nemmeno conto. 
Quando chiudo gli occhi vedo sempre e soltanto te, piccola Sunshine. 
Quando li apro, i miei occhi bramano di vederti e anche quando non sei con me, riesco a sentire la tua vicinanza. 
Ogni secondo, ogni minuto, sempre. Solo te cercano i miei occhi. 
Chiamalo amore, destino, follia, per me non fa alcuna differenza. 
Molte persone conoscono l'amore ma il mio è unico perchè appartiene solo a te. 
Non riuscirò mai a dimenticarti; io non voglio dimenticarti, tu appartieni a me e ti amerò per sempre finchè morirò ed oltre
.» 

Lesse Louis, iniziando ad avere gli occhi lucidi e chiudendo il diario. «Mh, qua nel diario di Zayn c'è scritto tutto questo, come potrebbe mai ferirti?» sorrise a malapena. Sunshine continuava a guardarli mentre le lacrime le scendevano lungo il viso. Zayn invece sembrava di aver visto un fantasma, pallido com'era. Louis sorrise dando una leggere pacca sulla spalla all'amico, stringendogli il diario tra le mani e si allontanò dalla folla. Anche la gente iniziò ad allontanarsi da loro ed intraprese nuovamente la propria direzione. Zayn non riusciva a distogliere lo sguardo dalla ragazza, finchè lei tirando su col naso riprese a camminare verso il suo appartamento. Il moro raggirò il diario tra le mani prima di riporlo in tasca e raggiungere Louis. 

Lo trovò non molto distante, appoggiato ad una cabina telefonica e nervoso più che mai. «Louis» lo chiamò vedendo i suoi occhi azzurri saettare su di lui. «E si, dimmi» sorrise distrattamente il castano lisciandosi la nuca. «Il mio diario...» mormorò Zayn. «Oh scusami, so che non avrei dovuto ma-» provò a dire Louis ma Zayn lo interruppe. «No, non è questo il punto: tutto questo non c'era scritto nel mio diario» ammise. Louis sorrise ancora ma con meno convinzione di prima. «Già, ma avresti dovuto scriverlo» scherzò Louis e Zayn semplicemente annuì. «Ora scusami dovrei fare una chiamata» disse salutando l'amico con una cenno ed inserì la moneta nella serratura. «Ci vediamo» salutò Zayn prima di girarsi ed iniziando a camminare con la testa bassa.

Louis ripose la cornetta che teneva tra le mani ed uscì dalla cabina telefonica. Pensò a quello che aveva detto prima; le parole gli erano uscite dalla bocca con estrema facilità perchè non gli occorreva leggere le pagine del diario dell'amico, aveva espresso tutto ciò che provava lui verso Sunshine e lei forse mai lo saprà. Sunshine penserà sicuramente per il resto della sua vita che quelle parole erano ciò che Zayn provava nei suoi confronti, ma poco importava. Louis era riuscito ad esprimere ciò che provava per Sunshine almeno una volta senza essere giudicato o doversi trattenere. 

* * *

Sunshine era come una massa amorfa di carne gettata sul divano, con lo sguardo perso e gli occhi spenti. Ancora non riusciva a crederci; tutto quanto era uno stupido piano ed era stato Louis ad aiutarlo. L'accaduto era già grave di suo ma sapere che era stato Louis l'artefice di tutto questo le faceva venire i conati di vomito. Sunshine era di nuovo a punto e d'accapo: senza amici e sola. L'unica che la sosteneva e cercava di consolare era Megan, che in quei giorni era rimasta con lei nell'appartamento per non lasciarla sola. «Pronto, onoranze funebre? Sì, vorrei ordinare una bara per la mia amica» disse Megan sedendosi accanto a Sushine e mimando un telefono con la mano. Un piccolo lamento uscì dalle labbra della mora prima di raggirarsi nel divano e coprendosi fino alla testa con la coperta verde. «Avanti!» la incitò la bionda, «non puoi restare per sempre su quel divano! Zayn ha chiamato sette volte in questi giorni chiedendo ogni volta di te per poter parlare ed incontrarti!»

Sunshine sbuffò rumorosamente, iniziando a sentire caldo sotto la coperta ma non aveva alcuna intenzione di farsi vedere dall'amica. Megan scosse delusa la testa e quando sentì qualcuno bussare alla porta aspettò al permesso di Sunshine per potersi alzare per aprire. «Se sono quei due criceti digli che non sono in casa» disse semplicemente, attribuendo a Zayn e Louis il nomignolo di criceti. Ma era questo quello che pensava Sunshine in quel momento di loro. Anzi, ripensandosi avrebbe dovuto dire vermi perchè i criceti le stavano simpatici, i vermi no. Sentì la porta aprirsi e l'amica salutare la persona; quella voce l'avrebbe riconosciuta tra mille. Sollevò la coperta dal capo e sentì i suoi occhi brillare. «Mamma...» disse con voce talmente bassa che solo lei era riuscita a sentirsi.

Helen le sorrise e si guardò attorno; era la prima volta che metteva i piedi dentro l'appartamento di sua figlia. Si avvicinò a Sunshine e si accomodò accanto a lei nel divano. «Ok. Vedo che sei di ottima compagnia. Vado farmi un giretto da Josh, con permesso» si congedò Megan, percependo di essere di troppo e prese il suo cappotto per ripararsi dal freddo ed uscì dall'appartamento. Sunshine invece si sentiva come sotto interrogatorio e sua madre la metteva parecchio in soggezione. La mora si alzò e andò dritto in cucina. «Ti preparo velocemente un thè» disse Sunshine. In questo momento qualsiasi scusa le andava bene pur di non sostenere lo sguardo di sua madre. Helen annuì e rimase seduta sul divano, ammirando l'arredamento del soggiorno.

«Hai chiarito con quel giovanotto? Zach, Zohan... Ah, Zayn!» urlò dall'altra stanza alla figlia. Sunshine non rispose alla domanda posta da sua madre e continuò di occuparsi del thè. A quel punto Helen decisi di mettere la figlia con le spalle al muro, andando da lei in cucina e lanciandole uno sguardo accusatorio. «Vuoi il limone?» chiese la mora tentando di deviare il discorso, «credo di aver-» «Sunshine, ascoltami» la interruppe sua madre poggiando le sue mani calde su quelle delle ragazza. «Una relazione che durerà per tutta la vita, oltre all'amore, ha bisogno di una certa forza. Tuo padre, ci amava moltissimo, ma era una persona debole. Ci ha abbandonati senza soffermasi a pensare come saremmo stati senza di lui.» Un colpo al cuore; sua madre non gli aveva mai parlato di suo padre in questo modo da quando era morto. Probabilmente perchè Helen stessa si sentiva abbandonata dal marito come lo erano tutti gli altri.

«Ma Zayn no, non è debole e ci tiene veramente a te» aggiunse. Sunshine ritrasse le mani e spense la fiamma, mantenendo un'espressione seria. «Lo dici con molta facilità che papà era una persona debole. Ma come puoi dire che Zayn non lo sia? Ha bisogno dell'aiuto di un altro per riuscire ad esprimere quello che prova per me, questo è debolezza!» replicò Sun. Si era scottata un dito sfiorando il tegamino caldo ma non sentì molto dolore; era una cosa cui aveva fatto l'abitudine e quel discorso non era affatto confortevole. «L'unica cosa di cui ha bisogno è sostegno, cosa c'è di sbagliato in questo?» sospirò Helen. Sun scosse la testa ed alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

Come poteva sua madre difenderlo se era stato lui a ferirla? Perchè sì, lei si stava iniziando ad innamorarsi di Zayn, dei suoi gesti, dei suoi difetti e lui aveva mandato tutto in aria. «Credimi quando ti dico che Zayn non è una persona debole; lui sa che appartieni ad un altro ed è pronto di accettarlo. Questo è forza, questo è amore, Sunshine!» La ragazza continuava a fissare l'alto quindi la donna le prese il viso tra le mani e la guardò dritto negli occhi marroni. «Tutti meritano una seconda possibilità, soprattutto quelli che ci voglio bene» aggiunse prima di abbracciarla e farla sfogare sul suo petto.

* * *

Le occhiaie attorno i suoi occhi erano ben evidenti e anche la barba ormai lunga non rendeva affatto il suo aspetto migliore. Se non fosse stato per Armanda probabilmente non avrebbe nemmeno mangiato in questi giorni, non trovava la forza per alzarsi dal letto. Aveva già attraversato una fase del genere ma questa volta era più intenso, più insopportabile. Aveva faticato talmente tanto per raggiungere il suo obiettivo ed una volta raggiunto gli era scivolato dalle mani. Come poteva vivere in pace con sè stesso se si incolpava da solo di tutto l'accaduto? Louis in fondo non aveva colpa, anzi era stato lui ad aiutarlo. Il castano non si era più fatto vivo dopo quella volta alla cabina telefonica e Zayn iniziava a sospettare che lui l'evitasse, anche se non c'era nessun particolare motivo. Allungò la mano verso il comodino afferrando il diario ed iniziò a sfogliarlo, notando solo ora che in nessuna delle pagine aveva mai espresso esplicitamente i suoi sentimenti per Sunshine. 

Louis quel giorno aveva improvvisato ogni singola frase, ogni singola parola. Questa cosa lo stupì parecchio perchè se lui fosse stato al posto di Sunshine gli avrebbe creduto ciecamente, dato che esprimeva e diceva quelle frasi con tale sicurezza. Forse l'unica cosa che Zayn in quel momento poteva fare era riportare i suoi sentimenti nero su bianco. Prese una penna tra le mani per iniziare a scrivere ma proprio quando stava per togliere il tappo, il telefono squillò. Scocciato allungò nuovamente la mano verso il comodino e rispose alla chiamata. «Pronto?» brontolò il moro. “Ciao Zayn, come stai?” Quella voce suave gli fece raddrizzare la schiena a sgranare gli occhi: Sunshine.

«Sunshine?» chiese per sicurezza il ragazzo. “Sì, sono io. D..dove sei per ora?” chiese con la voce tremante. «Sono a casa.» La ragazza non rispose subito e Zayn riuscì a sentire il vento attraverso la cornetta, segno che la ragazza era fuori. “Vorrei vederti, o parlati... Credi sia possibile?” Anche se il ragazzo non poteva vederla, giurò lei si stesse mordendo nervosamente il labbro come faceva di solito quando era nervosa. «Sì.» Punto.

 

LOOK AT ME!

Ok, stavolta sono stata velocissima ad aggiornare: soltanto 12 giorni!
Dai che sono progressi enormi rispetto ad un mese mezzo...
La storia:
Scusate se è deprimente ma volevo mettere in chiaro quello che pensava Sunshine
di tutto questo piano ed inoltre volevo esprimiere in modo esplicito i sentimenti di tutti 
i personaggi. La conversazione con la madre può sembrare superflua ma non lo è
perchè si parla del padre ed è lei che convince Sunshine di chiamare Zayn e di dargli un'altra 
possibilità. Per quanto riguarda Louis apparirà mooolto di più nei prossimi capitoli.
Anticipo soltanto che nel prossimo capitolo parlerò del loro 'incontro di chiarimento' 
e aggiungerò -molto probabilmente- un colpo di scena davvero shock.
Ma non turbatevi, non morirà nessuno ahahah ;)
Ora vi lascio, spero che voi lasciate dieci paroline là in fondo. E' gratis. ^-^
Vi saluto con un bacio, la vostra Cristina.

Twitter: @Solidal_Love

Altre mie storie:
Rebellion.
Strange.


Ps: Mi scuso per la conclusione banale del capitolo ma non avevo
la più pallida idea di come chiuderlo quindi ho scritto semplicemente 'Punto'.

 

  
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