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Autore: sakura18    22/04/2014    1 recensioni
dopo la morte della madre in un incidente stradale, rosy va a vivere dal padre in montagna a caponotte. un paesino in mezzo al bosco. una nuova scuola. una nuova vita. nuovi amici. era tutto troppo perfetto fin chè all'ora di arte rosy disegnò un ragazzo che non aveva mai visto. questo ragazzo si chiama sakurai hiroki. la sua vita cambiò. qualcuno cerca di ucciderla.
questa è una storia di vampiri, licantropi e angeli una lotta eterna tra bene e male. chi vincerà?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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presi i fogli che ci diede la segretaria e li guardai. Era la mappa della scuola. Ok, mi perderò di sicuro. C’erano un sacco di linee rosse. Spero che chiedendo in giro qualcuno di buon cuore mi aiuti a trovare al mia stanza. Giusto! poteva aiutarmi Lorenzo! Sì non c’è nessun problema.
   -avete delle domande da farmi prima di andare?- Fabio scosse la testa.  Al contrario di lui io avevo una domanda.
   -io ne ho una- lei mi guardò e mi sorrise. Aveva un sorriso così gentile.
   -dimmi cara- il ragazzo vicino a me teneva sempre lo sguardo basso, ma vidi che mi stava osservando. Non riuscivo ancora a vedere il suo viso.
   -ecco… potrò vedere i miei amici vero? Io ho anche un ragazzo quindi..- la supplicai con lo sguardo, ma dalla sua espressione la risposta è no.
   -mi dispiace, ma devi lasciarti tutto alle spalle. Immagino che i tuoi amici e il tuo ragazzo siano umani no?- bè sul mio ragazzo si sbaglia, ma meglio non dirglielo. -non devi continuare a essere loro amica e ovviamente devi lasciare il tuo ragazzo. Non è permesso avere amici umani mentre siete sotto nostra protezione. Quando avrete finito la scuola potete fare quello che vi pare, ma fino a quel momento… spero che mi capisci. Mi dispiace averti dato questa brutta notizia. Gli insegnati ti diranno il motivo. Ok ora potete andare, ma prima..- prese un cestino pieno di caramelle e dolci. -prendete uno di questi- mentre ce lo porgeva ci sorrideva. Io presi una caramella alla fragola e Fabio prese un cioccolatino alla menta. Ci alzammo e salutammo. I suoi genitori e mio padre restarono in silenzio.
   Quando uscimmo dalla segretaria i genitori ci lasciarono. Mio padre mi salutò con un bacio sulla guancia e qualche pacca sulla testa. Tirai un sospiro. Quindi non devo più essere amica della, Fra della Giuly e della vale he? Non mi sembra giusto, ma che male c’è essere loro amica? Io proprio non capisco.
   -hey, non startene lì impalata a osservare il vuoto. Mi dai sui nervi- ma che..? mi voltai e Fabio mi guardava, avevo ragione. Era alto. E adesso che lo guardavo meglio, è vestito tutto di nero. Anfibi neri, jeans neri, giacca di pelle nera e infine capelli neri con le punte bionde. L’unico tocco di colore in quell’oscurità. No, ho trovato un altro colore. Gli occhi. aveva degli occhi verde smeraldo. Bellissimi. A parte il suo carattere, ma chi si crede di essere? Parlarmi in quel modo!
   -come hai detto scusa? Se ti do sui nervi basta che te ne vai nel tuo dormitorio no?- ho risposto male a uno sconosciuto? Paura, paura cosa faccio? Vidi apparire un leggero sorriso. Ho no, avrà pensato che sono quel tipo di persone che risponde a tono. Ti sbagli!
   -oh! La ragazza punge he? Penso che non sarà poi così noiosa questa scuola. Ci si vede in giro, rossa- mi salutò con un cenno con la mano e uscì.  Come mi ha chiamata? Rossa? Ma come si permette questo tizio? Non mi conosce nemmeno. Gonfiai le guance e buttai fuori l’aria. Uscì anche io, alla ricerca di Lorenzo, ma guardai lo stesso la mappa, magari potrei capire come arrivare al dormitorio. Almeno quello.
   Era da un ora che giravo alla ricerca dei dormitori e nessuno mi aiutava e il perché in giro non c’era nessuno. Ma dov’erano finiti tutti? È impossibile che hanno lezione adesso. Ci deve essere per forza qualcuno. Va bene anche il bidello o il giardiniere. Mi va bene qualunque persona mi possa dire dove sono i dormitori! Non avevo neanche la valigia.  Non avevo più le mie amiche, non avevo più nessuno. A parte Lorenzo e mio padre. E a quanto pare è difficile farsi degli amici qui, quando c’era ancora qualcuno in giro tutti mi evitavano, forse perché –come ha detto la direttrice- mi sono trasformata tardi? Non lo so. Mi incamminai e provai a fare un ultimo giro della scuola, dopo di che avevo deciso che mi sarei arresa e avrei aspettato che gli altri uscissero e andassero a dormire. Appena mi ritrovai sul retro della scuola vidi una ragazzina con una mappa. Allora anche lei è nuova? Stava entrando in una porta. Decisi di seguirla, starà andando ai dormitori, spero.  
   Come immaginavo, si stava dirigendo ai dormitori. Guardai il foglio della mappa con scritto il numero della stanza. Sembrava stare in un hotel. C’erano corridoi ovunque. Ma quanti licantropi c’erano? È impossibile che ce ne siano così tanti.
   La mia stanza era la numero 58, dovrei esserci quasi ormai. Finalmente arrivai davanti alla porta della stanza. L’aprì e dentro ci trovai già qualcuno. Con le sue valigie. Avrò sbagliato? Tornai indietro e guardai il numero. 58. Allora sarà questa. Ma non avevo una stanza tutta per me? Dovevo condividerla con qualcuno? Entrai nella stanza e seduta sul letto c’era una ragazza dai capelli neri, lunghi. Appena mi vide si illuminò e mi sorrise. Aveva un bellissimo sorriso. Gli occhi erano come smeraldi. Le guance rosa. Doveva avere più o meno quattordici anni. La ragazza si alzò e mi venne incontro porgendomi la mano.
   -ciao! io sono Luna. Piacere- Luna? Non avevo mai sentito una persona che si chiamava Luna, però è davvero un nome bellissimo.
   -ciao, io sono Rosy. Piacere- le strinsi la mano. cominciai a guardarmi attorno, la stanza aveva due letti, uno era attaccato alla parete alla mia destra e l’altro era attaccato alla parete a sinistra. Lei era seduta sul letto a sinistra. poi vidi una porta. Probabilmente li c’era il bagno. Davanti a me c’era una finestra molto grande. E vicino a me c’erano due grandi armadi marroni. Pensavo che la stanza fosse più piccola. Bhè meglio così.
   -è grande! Mi piace. Dove posso  mettere le mie cose? Qual è il tuo armadio?- chiesi a Luna. Lei si avvicinò a uno dei due e lo indicò.
   -questo! l’altro l’ho già riempito. Spero che non ti dispiaccia- 
   -no, no va benissimo questo. Grazie- andai alla ricerca delle valigie e trovai la mia quasi subito. Mi inginocchiai e cominciai a mettere a posto i miei vestiti. Tirai fuori degli abiti che non avevo mai visto, oddio non è che ho aperto quella di Luna? La richiusi.
   -Luna, questa è la tua per caso?- lei si girò e la guardò. Poi scosse la testa. I suoi capelli ondeggiarono a destra e a sinistra. Come fa ad averli così?
   -no. Le mie sono queste e sono vuote.- allora.. di chi sono questi vestiti? Riaprì di nuovo la valigia e cominciai a guardare i nuovi abiti. C’erano dei pantaloni da ginnastica, dei jeans, delle felpe, delle maglie. Alcuni erano eleganti. Trovai anche dei vestiti e delle gonne. E sono tutti della mia misura. Quando li toccai avevano qualcosa di strano, non sembravano fatti dello stesso materiale che erano fatti i vestiti normali.
   -streghe- alzai la testa di scatto e davanti a me c’era inginocchiata Luna.
   -cosa?- lei indicò gli abiti.
   -gli hanno fatti le streghe. Sai se per caso noi siamo in giro e ci capita di trasformarci, non si distruggono. E poi è imbarazzante ritornare esseri umani ed essere nudi non trovi? Io non mi sentirei per niente a mio agio. C’è mi è successo prima e non sai che imbarazzo davanti ai miei genitori! soprattutto mio papà! Ah comunque con quei vestiti non ti ritroverai mai più in quella situazione. Forte he?- già forte. In effetti è molto imbarazzante ritornare esseri umani e non indossare niente. Mi ritrovai ad annuire, un pensiero si fece l’argo tra gli altri… streghe?! Esistono anche quelle? Non ci credo. Non dovrei crederci invece visto che i vampiri esistono, i licantropi esistono quindi esistono anche loro. Stranamente non ne ero così entusiasta. Che licantropi e streghe non vadano d’accordo? Ma allora se è così perché ci hanno fatto questi vestiti? No, di sicuro vanno d’accordo.
   -io mi sono trasformata davanti a mio padre e al mio migliore amico. Anche lui è come noi. Non sai che imbarazzo volevo sotterrarmi.- lei si mise a ridere, aveva una risata cristallina. Penso che andremmo d’accordo.
   -già ti capisco benissimo. Ma posso farti una domanda personale?- io annuì. Intanto stavo finendo di mettere a posto le ultime cose che c’erano dentro la valigia. -quanti anni hai?- e questa sarebbe una domanda personale?
   -ne ho diciassette- lei rimase a bocca aperta. Letteralmente. A quanto pare è davvero raro che un licantropo si trasformi così tardi.
   -Luna forse è meglio se richiudi la bocca o ci entreranno le mosche- fece come le ho detto. Era davvero sconvolta. -e te quanti ne hai?- iniziò a balbettare, poi fece un respiro profondo e si calmò.
   -quattordici- come pensavo! Io e quell’ odioso ragazzo siamo gli unici ad avere diciassette anni e essere al primo anno di questa scuola.
 
   Finì di mettere a posto le mie cose e decidemmo di andare in giro per la scuola. Vedemmo molte foto di ragazzi e ragazze sorridenti, di lupi e di professori. Nei corridoi dei dormitori c’era una moquette rossa e pareti di legno chiaro.
   Uscimmo e ci dirigemmo verso il lago dei cigni. Ormai non sentivo nemmeno più il freddo, anzi si stava bene. Andammo in esplorazione nel bosco e lì non c’era nessuno. Solo alberi, cespugli.. cose che ci sono in un normale bosco. Ci aspettavamo che pullulava di licantropi, ma a quanto pare non era così. Restammo deluse, tutte e due. Tornammo indietro ed entrammo nella scuola. C’erano due piani, nel primo non c’erano molte classi ne vedevo solamente due. E il primo piano era molto grande, cosa ci saranno dentro quelle classi? Cosa faranno? Percorremmo il corridoio e salimmo le scale. Nel secondo piano erano piene di porte. In ogni porta c’erano dei cartelli con scritto: “anno 1 classe A” percorremmo tutto il secondo piano ed erano tutte classi. C’erano solo tre anni, ma le classi erano davvero tante. Quanti alunni ci saranno?
   La palestra è l’unica cosa che non trovammo. Voglio vedere Hiroki. Voglio incontrarlo.
   -Rosy, andiamo a mangiare? È tutto il giorno che camminiamo, sta diventando buio e il mio stomaco si sta lamentando.- aveva ragione, poverina l’ho costretta a girare con me per tutto il pomeriggio e non ho pensato che potesse essere stanca o affamata. E a pensarci bene anche il mio stomaco cominciava a farsi sentire.
   -scusa Luna, non ci avevo pensato. Adesso andiamo- il mio stomaco si lamentò e arrossì. Luna si mise a ridere e mi unì anch’io. Ci incamminammo verso la mensa, e lì finalmente vedemmo tutti gli studenti. Per tutto il pomeriggio vedevamo qualche studente qui e là, ma mai tutti insieme ed erano tanti. Tra la folla vidi una chioma che conoscevo bene trascinai Luna con me. Entrammo, non assomiglia per niente alla mensa della mia vecchia scuola. C’erano due file per prendere da mangiare e molti tavoli lunghi e al posto delle sedie c’erano delle panche della stessa lunghezza dei tavoli, andammo nella seconda fila e strofinai la testa bionda. Oddio, spero che sia lui. Non ci avevo fatto molto caso, ma c’erano altri due ragazzi dai capelli biondi. Spero di non essermi sbagliata, altrimenti avrei fatto una bruttissima figura.
Il ragazzo si girò e con mio sollievo era Lorenzo. Appena mi vide si illuminò e mi abbracciò. Sciolsi l’abbraccio e presentai la mia nuova amica a Lorenzo, lui era sembrato abbastanza contento di conoscere Luna. Povera Vale, ora ha una rivale in amore. Finalmente toccò a noi, e appena vedemmo quello che dovevamo mangiare, non ci potevamo credere. A scuola ci davano della robaccia, ma questa… è tutta un'altra cosa. C’erano tanti tipi di carne, arrosto, fritto, alla griglia… c’era anche della verdura, ma ce ne era talmente poca che nessuno la prendeva. Proprio perché non si vedeva. In tre anni arriveremmo a pesare oltre cento chili se ogni giorno ci sarà questo cibo. Non vorrei pensare alla colazione. Penso che durante il giorno dovremmo fare molto movimento per rimanere in forma. Luna prese delle fette di manzo con l’insalata e una coscia di pollo. Io presi del pollo cotto in padella con il purè. Andammo alla ricerca di un tavolo e l’unico vuoto era quello in fondo alla mensa. Ci mettemmo sedute insieme a Lorenzo e iniziammo a parlare del più e del meno. Luna era davvero una ragazza simpaticissima. Durante la cena ci ha fatto morire dalle risate, facevamo fatica a mangiare perché ridevamo sempre.
   Quando finimmo mettemmo a posto il vassoio e andammo nel dormitorio, noi e Lorenzo ci dividemmo nel bivio dove le ragazze andavano da una parte e i ragazzi dall’altra. Ma sono sicura che se ci sono delle coppie in questa scuola, non rispettano questa regola. Io e Luna camminammo in silenzio fino alla nostra stanza, stranamente mi ritrovai triste tutto d’un tratto. Mi mancava la mia vita di prima, mi mancava stringere in un caldo abbraccio Hiroki, mi mancavano le mie amiche che mi facevano sentire come se fossimo sorelle. Mi mancava la mia casa, anche Mattia mi mancava, i suoi occhi che mi osservavano. Riavrò mai questa vita? Mi fermai davanti alla porta della camera.
   -che succede?- chiese Luna.
   -devo andare in un posto- girai sui tacchi e corsi fuori. 



capitolo dieci fine ci vedremo nel prossimo capitolo! chissà dove starà andando Rosy? 

  
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