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Autore: Odairs    22/04/2014    6 recensioni
Sirius Black non ama trascorrere il Natale in famiglia. Mentre James, Remus e Peter scartano i regali nella più completa gioia e felicità, lui si vede passar davanti un corteo di persone che non sopporta e che farebbe volentieri a meno di incontrare.
Ma questo Natale sarà diverso.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Famiglia Black, I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Vieni a vivere dai miei: una storia Wolfstar

Capitolo 3
In cui l'universo è contro Sirius.


Remus e Sirius erano seduti vicini sulle orribili sedie della stanza del moro. Fissavano ininterrottamente i due pacchetti sul letto, i gomiti appoggiati sulle ginocchia. Ogni tanto uno dei due sospirava o emetteva un verso ma nulla riusciva a distrarli.
-Beh- iniziò a un certo punto Remus, la voce che voleva apparire sicura -non è male, dopotutto. -
-Lo sapevo che si sarebbe rivelata una pessima idea.- commentò Sirius, lo sguardo perso ancora su quegli orribili fiocchetti verdi che spiccavano sopra le scatole.
-Oh, andiamo, non esagerare!- lo riproverò Remus, ma nemmeno lui sembrava convinto di quello che stava dicendo. -Non sono così brutti!-
-James non mi rivolgerà più la parola.- disse Sirius, ignorando completamente il compagno, la voce atona.
-Su, possiamo sempre rifare i pacchetti! Togliamo quella carta rosa confetto e ci mettiamo qualcosa di più… virile - cercò di rimediare Remus. Eppure nemmeno lui riusciva a immaginarsi come il pacchetto avrebbe potuto fare la differenza.
-Io quella roba non voglio vederla fino al giorno di Natale.- dichiarò Sirius passandosi una mano sugli occhi -Anzi, credo che farò in modo che il gufo non arrivi mai a casa Potter. Oh, cosa direbbe James se sapesse…-
-Sono sicuro che li troverà fantastici. Dopo tutto, è il pensiero che conta, no?-
Sirius si voltò lentamente verso Remus, lo sguardo incredulo.
-Remus, gli stiamo regalando dei guati con il suo nome ricamato sopra. Remus, dei guanti! Con il nome ricamato sopra!- il moro lo fissò disperato -E sono gialli!-
-Canarino.- lo corresse Lupin mordendosi il labbro. Era ormai tardi quando si erano decisi a comprare qualcosa. I negozi stavano chiudendo, e non c’era più tempo. Dovevano prendere qualcosa per forza, o sarebbero rimasti a mani vuote. Così avevano trovato una sartoria in una vietta nascosta, MagliaMago, dove una graziosa vecchina era disposta a fare loro un prezzo speciale su qualsiasi articolo in negozio. Certo, avrebbero voluto scegliere qualcosa di diverso, non dei guanti di lana color canarino con “James” ricamato a lettere corsive, ma le alternative erano berretti e sciarpe rosa con dei gattini cuciti sopra. Quindi si erano affrettati a comprare l’ultimo paio di guanti per James e l’ultimo paio di calzini rossi a pois verdi per Peter. E la dolce vecchina –ispirata dalla bellezza di Sirius, a giudicare da come lo guardava- si era offerta di ricamare qualcosa di carino, gratuitamente. Idea eccellente! Remus s’immaginava il caro Boccino sui guanti di James e un topo su i calzini di Peter, ma nulla era andato secondo i suoi piani. La vecchietta doveva aver sentito i nomi dei ragazzi durate uno dei tanti battibecchi tra Sirius e Remus mentre decidevano cosa comprare, e si era affrettata a scuotere la bacchetta facendo apparire le scritte su i diversi regali. Poi, senza nemmeno dare il tempo a Lunastorta e Felpato di lamentarsi, aveva impacchettato tutto con un’orribile carta rosa confetto, visto che James e Peter erano decisamente nomi femminili.
-Canarino!- Sirius si prese la testa tra le mani -Tu porteresti mai delle muffole color canarino? Era meglio il mio regalo.-
-Sirius, ne abbiamo già parlato!- lo riprese Remus -Doveva convincere entrambi.-
-Ah, perché delle calze a pois e dei guanti giallo canarino ti convincono?- Lunastorta sospirò in risposta, guardando sconsolato il compagno.
-Appunto. Era esattamente quello che volevo sentire.-
Remus si alzò e raggiunse il letto, deciso a cambiare la carta di quei regali. Il rosa confetto era decisamente troppo e stonava accanto al verde del fiocco. Doveva assolutamente rimpacchettarli prima di spedirli a James e Peter.
Da baule lì a fianco tirò fuori delle forbici, della carta da regalo e dei nastri per i fiocchi, comprati quel pomeriggio a Diagon Alley, e li appoggiò sul copriletto.
-Remus…- lo richiamò Sirius, avendo capito cosa avesse in mente il biondo. -Ti prego, non farlo.-
Ma Lunastorta lo ignorò. -Hai preferenze sul colore della carta?-
-Remus…-
-Per James direi questa con i Boccini e le nuvole. Insomma, è il suo ambiente, forse la bellezza della carta lo distrarrà dal regalo in se…- commento il biondo portando la carta da regalo controluce.
-Credo sia una pessima idea cercare di disfare…-
-E per Peter direi questa rossa, perché alla fine il suo regalo non è così terribile.- Remus ignorò palesemente Sirius.
-Davvero, Lunastorta, non farlo.- lo implorò il moro capendo che il compagno non si sarebbe arreso.
-Oh e andiamo, Felpato! Perché devi essere sempre così lugubre e pessimista! Possiamo cercare di migliorare la situazione?- chiese Remus, le mani su i fianchi.
Sirius lo guardò minaccioso dalla sedia, mentre Lunastorta gli sorrideva divertito.
-Fai sempre così.- commentò il moro poco dopo, alzandosi dalla sedia. -Ogni volta che vuoi ardentemente qualcosa giri la frittata.- si avvicinò al ragazzo e gli prese una mano -fai sempre in modo di essere dalla parte del giusto. “Sirius, non è colpa mia in quanto non ti ho permesso di fare a James il regalo del secolo, ma tua, perché non vuoi rifare il pacchetto per un paio di guanti gialli canarino e dei calzini rossi a pois verdi!”- Felpato sorrise e passò una mano tra la chioma bionda del compagno.
-È per questo che ti piaccio così tanto.- commentò Remus divertito.
Sirius rise. -Touche.-
Si avvicinò lentamente al viso di Lupin, sfregando il naso con il suo. Riusciva a vedere in maniera confusa l’ambra degli occhi del compagno, talmente diversi dai suoi. Ci pensava spesso. Lui e Remus erano l’esatto contrario, erano l’uno la nemesi dell’altro, ed era proprio questa abissale differenza che, a detta del  moro, li legava così intensamente l’uno all’altro. Il fatto di compensarsi a vicenda, riuscire a bilanciarsi in maniera così perfetta, l’intesa vincente tra di loro, anche se molto difficile da trovare. Tutte quelle cose avevano attratto Sirius a Remus.
Felpato portò le mani dietro il collo del compagno, iniziano a giocare con alcune ciocche bionde. Chiuse gli occhi e si avvicinò a quelle labbra che ormai conosceva a memoria. Sapeva che avrebbe trovato il sapore dolce del cioccolato, e infatti non rimase deluso. Sorrise contro la bocca dell’altro.
-Messer Lunastorta, ieri, se non vado errando, mi avevate promesso carta bianca sulle attività serali. Mi avevate assicurato che vi sareste concesso a me.- Sirius si scostò leggermente e si concentrò sul collo del ragazzo, lasciando scie infuocate di baci dopo il suo passaggio. -Spero non abbiate cambiato idea. Sarebbe una vera scocciatura dovervi costringere.-
-Certo che mi ricordo, Sirius.- disse Remus ridendo mentre portava i palmi sul petto del moro. Si lasciò torturare dal ragazzo, cosa che non gli procurava nessun fastidio, anzi, lo faceva impazzire.
-Quindi, posso sperare di trovarvi nel mio letto, questa notte?-
-Certamente. Questa notte, quella dopo e quella dopo ancora, e tutte le altre notti a venire, o quasi. Ma prima- Remus si scostò dalla presa del moro, scappando dalla tortura per poi girarsi verso il letto -mettiamo a posto questi regali.-
-Mio Dio, Lupin!- esclamò esasperato Sirius, rigettandosi sulla sedia. -Ti prego!-
-Prima i regali, Felpato. Poi possiamo divertirci.-
Lunastorta si sedette sul materasso prendendo in mano uno dei due pacchetti, quello di Peter. Se lo portò sulle ginocchia e accarezzò l’orribile carta rosa confetto con i polpastrelli delle dita.
-L’ho già detto che non mi sembra una buona idea?- chiese Sirius in un sussurro stendendo le gambe fino a toccare i piedini in legno del letto.
-Va tutto bene, Felpato.- lo tranquillizzò Remus cercando di disfare il fiocchetto verde -abbi pazienza, ci metto un attimo.- rivoltò il pacchetto cercando il punto in cui la vecchina aveva sigillato la carta con del MagiScotch. Tipico di Lupin. Non strappava mai la carta dei pacchetti.
Remus sorrise trionfante a Sirius non appena ebbe trovato quello che cercava, mentre il moro lo guardava sempre più perplesso.
-Oh, non fare quella faccia, Felpato!- esclamò il biondo mentre tentava di acchiappare un lembo di scotch -Non succederà nulla!-
Ma, appena finito di parlare, Remus strappò per sbaglio la carta rosa confetto. Il viso di Sirius si trasformò in una smorfia non appena una lamentosa litania natalizia rimbombò nella stanza, costringendo i giovani a tapparsi le orecchie.
-Argh! Carta Canterina!- urlò Remus guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa con cui zittire i canti accompagnato da una versione smielata di Silent Night.
-Oh, te l’avevo detto che era una pessima idea!- lo rimproverò urlando Sirius, il viso rosso. -Ma no, rifacciamo i pacchetti! Oh, Sirius! Sei sempre così lugubre e pessimista! Lo sapevo, lo sapevo!-
Lunastorta correva da una parte all’altra della stanza, rovistando tra i vestiti diligentemente piegati e i libri riposti nel suo baule, mentre Silent Night lasciava il testimone a White Christmas.
-Oh, questa è la mia preferita.- dichiarò Sirius, ancora seduto, intento a osservare il compagno dimenarsi ribaltando camera sua.
-Non startene lì impalato!- urlò rabbioso Lunastorta, tanto che Felpato si chiese se fosse vicina la luna piena. -Dammi una mano!-
Sirius sorrise al compagno. -No, sai, mi sembra che tu ti stia divertendo. Non vorrei rovinare tutto con il mio pessimismo.-
Remus ringhiò per poi tornare ai suoi vestiti. Le camicie che aveva diligentemente piegato la sera prima venivano lanciate da una parte all’altra della stanza, gli amati calzini giacevano spaiati a terra, i pantaloni erano gettati in un angolo della camera. Sirius pensò alla reazione che avrebbe avuto il biondo rendendosi conto delle condizioni dei suoi vestiti e a quello che avrebbe provato una volta capito che era solo colpa sua. A malincuore, Felpato capì che probabilmente nemmeno quella sera sarebbe andata secondo i suoi piani.
-Oh oh!- esultò il moro -Jingle Bells Rock! Quindi non ci sono solo canzoni noiose!- e si mise a fischiettare battendo il tempo sul suo stomaco con una mano.
-Sirius.- implorò Remus appoggiandosi di schiena all’armadio e scivolando fino a sedersi sulla moquette logora. -Ti prego.-
Sirius si alzò pigramente dalla sedia continuando a guardare divertito Remus. Senza distogliere lo sguardo dal ragazzo fece scivolare la sua mano nella tasca dei pantaloni, e il suo volto si trasformò in una maschera di puro terrore.
-E ora cosa c’è?- chiese esasperato Remus prendendosi la testa tra le mani.
-Ehm, non vorrei dirtelo, m-ma…- Sirius era davvero spaventato dalla reazione che avrebbe potuto avere Lunastorta. -Io ho… ecco… nontrovolabacchetta.-
-Felpato, non ho capito. Per favore, ripeti lentamente.-
-Io- Sirius deglutì -non trovo la mia bacchetta.-
-TU COSA?!- chiese urlando Remus, tirandosi in piedi. Felpato riusciva a vedere l’ira negli occhi ambrati del biondo, e il viso era paonazzo. Le ciocche di capelli ricadevano spettinate in fronte.
-SIRIUS BLACK, È INAMMESSIBILE CHE UN MAGO PERDA LA SUA BACCHETTA!-
-N-non l’ho persa!- cercò di giustificarsi Sirius -Ce l’avevo prima di entrare in casa! I-io mi ricordo di averla usata a Diagon Alley, e p-poi…-
-INACCETTABILE! INACCETTABILE! E se qualcuno ci avesse aggrediti per strada? Se avessimo incontrato un qualsiasi ostacolo? Cosa avremmo fatto? Avremmo chiesto di aspettare ad aggredirci perché dovevi cercare la bacchetta?- Remus era fuori di sé, gesticolava con foga mentre parlava e lanciava sguardi di fuoco a Sirius.
La canzone cambiò, e Jingle Bells Rock lasciò posto a Happy Christmas.
-Non l’ho persa!- protestò il moro -E comunque anche tu hai una bacchetta!-
-Si, ma…-
Uno schiocco, e la musica s’interruppe all’improvviso. Disorientati, i ragazzi si guardarono, dimenticando per un attimo la loro discussione.
-Sei stato tu?- chiese Remus, indicando la carta da regalo che si stata lentamente accartocciando su se stessa.
-No, io stavo litigando con te.- rispose Sirius accigliato.
-La cena è quasi pronta.- disse una voce roca. Entrambi i Grifondoro si voltarono verso la porta. Kreacher aveva un braccio alzato e guadava in cagnesco i due ragazzi.
-Kreacher, sei stato tu?- chiese gentilmente Remus all’elfo. Kreacher annuì.
-Vecchio elfo inutile- disse Sirius con un tono di superiorità -non potevi almeno aspettare che la canzone finisse? Mi piace John Lennon!-
Kreache fece una smorfia e si voltò borbottando qualcosa contro il moro. “La povera padrona di Kreacher non dovrebbe ospitare il figlio Babbanofilo. Ma la padrona ha Kreacher che la sostiene” riuscì ad udire Remus prima che l’elfo sparisse dietro la porta.
Lunastorta volse uno sguardo pieno di rimprovero a Sirius, che scrollò le spalle.
-Beh?- disse Felpato, passandosi una mano tra i capelli. -Mi sono sempre piaciuti i Beatles, e gli occhiali di John mi ricordano quelli di James.-
-Non dovresti trattarlo così male, un giorno potresti pentirtene.- disse Remus.
-Un giorno, lavorerà per me, e avrà ben poco di cui borbottare.- Sirius si diresse verso la porta, spalancandola -O gli taglierò la lingua.- e sparì giù per le scale.
Remus roteò gli occhi. Avrebbe fatto a Sirius un bel discorsetto sul modo giusto di trattare le Creature Magiche, ma prima voleva riempirsi lo stomaco, quindi seguì il moro.
 
♦♦♦
 
 
-Che mangiata!- dichiarò Sirius gettandosi di peso sul letto. Remus entrò in camera poco dopo, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
-Lo sarebbe stata, se non avessi iniziato a parlare di quanto faccia schifo la squadra di Quidditch di Serpeverde quest’anno.- disse Lunastorta appoggiandosi allo stipite della porta -Ti devo ricordare che tuo fratello è Cercatore?-
-Oh, andiamo! Ti ricordi quando James ha catturato il Boccino nell’ultima partita? Quando era letteralmente sotto il naso di Regulus?- disse Sirius euforico -E vorrei anche precisare che Ramoso si era già preso due Bolidi sulla schiena e uno in pieno viso, e grondava sangue dal naso, aveva i Battitori alle calcagna!-
-Ti prego, non dirlo come se sapessi di cosa tu stia parlando. Sai che non è così.- disse Remus incrociando le braccia al petto.
-Davvero non hai mai letto Quidditch attraverso i secoli? –
-Mai.- dichiarò Lunastorta sorridendo. Sirius notava i sorrisi di Remus. Sorrideva più spesso da quando stavano insieme.
-Beh, rimedieremo.- disse Felpato mettendosi seduto con un colpo di reni.
Remus guardò per un attimo la stanza continuando a sorridere. Eppure il moro riuscì ad intravedere un guizzo negli occhi ambrati del biondo.
-Sirius.- chiamò il biondo -Dimmi che i vestiti sul pavimento sono tuoi.-
Sirius lo guardò solenne. -La vita è dura, ragazzo mio.- disse. -E comunque io non metterei mai niente del genere.- indicò una camicia appallottolata su davanzale della finestra e i calzini bordeaux.
-Devo mettere in ordine, devo assolutamente mettere in ordine.- il sorriso era sparito dal volto di Remus, gli occhi spalancati, quasi fosse un automa senza volontà. -Io devo…-
-Oh, no, Remus!- Sirius si alzò dal letto e prese per le spalle il compagno guardandolo negli occhi -Tu vieni qui, ti sdrai, ti rilassi e non pensi al tuo baule completamente stravolto e ai tuoi orribili calzini in giro per la camera.-
Remus lo guardò sbalordito. -I miei calzini non sono orribili!-
Il biondo si fece condurre sul letto e si sedette. Sirius, per precauzione, chiuse se tende del baldacchino che davano verso il resto della camera, nascondendo il disordine agli occhi di Lunastorta.
-Davvero, Sirius, fammi mettere in ordine.- disse Remus trepidante. Il moro tornò dal compagno e si mise accanto a lui.
-Oh, no, tesoro. È stata una giornata pesante, si?-  il biondo annui e poggiò la fronte sulla spalla di Sirius.
-Non voglio mai più vedere un regalo di Natale.- il volto di Remus s’illuminò e scatto in piedi. -Felpato! I pacchetti per James e Codaliscia! Non arriveranno mai in tempo se non li spediamo subito!-
Sirius afferrò il ragazzo per un braccio e lo trascinò i nuovo sul letto. -Domani mattina ci svegliamo presto e li mettiamo a posto.- disse. -Senza rompere la carta, magari.-
Remus lo guardò a lungo, poi annuì e si rimise comodo contro la spalla del ragazzo. Sirius lo circondò con un braccio.
-Sono stanchissimo.- si lamentò Lunastorta.
-Lo so, Lunastorta. Lo so.- Remus si liberò dalla stretta del compagno e si gettò su i cuscini raggomitolandosi in posizione fetale. Sirius si portò indietro i capelli con una mano, per poi prendere i piedi di Remus e togliergli le scarpe. Non poté fare a meno di notare quanto fossero lucide e pulite. “Fissato” pensò prima di togliersi anche le sue –scolorite e logore- e raggiungere carponi il compagno.
-Non ho nemmeno la forza di mandarti via.- disse Remus sorridendo mentre guardava il moro. Sirius ammiccò e si sdraiò a pancia in giù.
Remus allungò una mano fino a toccare quella di Sirius.
-Dobbiamo assolutamente fare qualcosa per queste tende.- disse Lunastorta indicando il baldacchino. –Sono orribili.-
Sirius rise. -Se è per questo dovremmo fare qualcosa anche per i tuoi vestiti.-
-I miei vestiti sono fantastici.- Remus fece il finto offeso. -Sei tu che non hai stile.-
Felpato roteò gli occhi divertito. Lunastorta si avvicinò ancora di più al ragazzo, trovandosi a pochi centimetri dal suo viso. Sirius lo guardò negli occhi.
-Sei una persona orribile, Remus Lupin.- disse. -Dici che sei stanco, mi mandi in bianco, mi obblighi a dormire su una brandina da campeggio, però ti avvicini talmente tanto da mandare in crisi il mio autocontrollo. Non puoi dirmi che non hai voglia e trascinarmi in un letto a qualche centimetro di distanza l’uno dall’altro. È una cosa cattiva da fare.-
Remus arrossì violentemente e si morse il labbro. -E chi ha detto che non ho voglia?- sussurrò mantenendo il contatto visivo con Sirius, cosa che gli costò una fatica immensa.
Sirius non se lo fece ripetere. Dopo il momento di shock e dopo aver metabolizzato quel che Remus intendesse, si  fiondò sulla bocca del giovane. Gli morse il labbro inferiore sorridendo.
Remus approfondì il bacio, le guance ancora rosse per l’imbarazzo. Porto una mano alla nuca di Sirius slegando il codino improvvisato del compagno. Titubante, spostò la mano sul collo e poi più giù, poco oltre il colletto del maglione.
Aveva baciato Sirius un sacco di volte, e altrettante volte aveva sentito le loro pelli sfiorarsi. Eppure gli sembrava sempre strano, sempre sbagliato, come se non dovesse essere così. Aveva una paura tremenda di toccarlo, di sentirlo vicino.
Sirius, invece, rispondeva alla titubanza di Remus con più passione. Senza staccarsi dalle sue labbra si puntellò su i gomiti e si mise a cavalcioni del biondo, sedendosi sul suo bacino. Interruppe il loro bacio e lo guardò dolcemente. Gli piacevano qui movimenti impacciati e goffi, come se fosse la prima volta. Remus aveva i capelli scompigliati e le guance rosse. Guardava Sirius imbarazzato, eppure non riusciva a distogliere lo sguardo. Felpato si fiondò di nuovo su di lui prendendogli il viso tra le mani.
Remus sollevo il maglione di Sirius lentamente, fino a scoprirgli la pancia con il pollice disegnava distrattamente dei cerchi sullo stomaco del moro. Sentiva le ciocche corvine del compagno solleticargli il viso, ma non ci fece caso. Ogni tanto gli scappava una gemito.
Sirius si staccò da Remus per togliersi velocemente il e gettarlo da qualche parte nella stanza. Lunastorta era troppo concentrato sulla figura sottile di Felpato per compatire il povero indumento appallottolato.
Sirius aveva un bel corpo. Non era grosso, non era imponente. Era magro, s’intravedevano le costole sotto la pelle bianca, il petto che si alzava e si abbassava con il ritmo del suo respiro affannato. “Ed è bellissimo” pensò Remus.
Sirius gli sorrise appena prima di tornare a baciarlo. Le sue mani frettolose si erano subito concentrate sulla camicia, slacciando abili i bottoni. Lui li avrebbe strappati, quei bottoni, ma sicuramente Lunastorta non sarebbe stato d’accordo.
Remus prese a trafficare con la fibbia della cintura di Sirius, slacciandola. Sentiva qualcosa sotto la schiena dargli fastidio, ma non ci fece caso. Cercò di slacciare i pantaloni del compagno, ma qualcosa lo punse appena sotto la spalla. Emise un gemito cercando di tirare giù la zip dei jeans, sentendo l’erezione del compagno premergli contro la mano, ma il fastidio alla schiena lo stava davvero irritando.
-Sirius- mugugnò staccandosi dal compagno che prese a baciargli il collo mentre slacciava gli ultimi bottoni. -Sirius, credo di aver trovato la tua bacchetta.-
-Oh si, Remus, l’hai trovata.- commentò divertito Felpato muovendo il bacino contro quello di Lunastorta.
-Non quella bacchetta, idiota.- sbottò Remus imbarazzato. -La bacchetta vera!-
-Mh?-
Remus inarcò una schiena e si portò una mano sotto la spalla, afferrando l’asticella in legno e mostrandola a Sirius.
-La tua bacchetta.- disse in un gemito. Il moro si staccò dal collo del compagno e fissò la bacchetta per un attimo.
-Fantastico.- disse prendendola in mano e appoggiandola sul comodino. Tornò a baciare il petto di Remus, tracciando le cicatrici con la lingua. Lunastorta rabbrividì come ogni volta vedendo Sirius così concentrato sulla sua pelle deturpata. Gli accarezzò la schiena bianca con i polpastrelli.
Felpato era ormai arrivato ai pantaloni. Alzò eccitato  lo sguardo verso Remus prima di mettersi a trafficare con la cintura. Slacciata la fibbia la tolse e la fece cadere dal letto. Slacciò la lampo dei pantaloni e li fece scendere lungo le gambe, lasciandoli alle ginocchia.
Stese la gamba sinistra per sistemarsi meglio e urtò qualcosa. Alzò la testa e vide il volto preoccupato di Remus guardarlo, ma ormai era troppo tardi.
Il suo piede aveva accidentalmente urtato il pacchetto di James, strappandone la carta. Sirius sobbalzò non appena Jingle Bells Rock invase la stanza con il suo ritmo movimentato.
-Remus! La bacchetta! Presto!- urlò al compagno. Remus allungò la mano verso il comodino, ma colpì la bacchetta scaraventandola dall’altra parte della stanza.
Sirius imprecò e si lanciò verso il pacchetto, tentando di zittire la carta. Ma ogni volta che faceva un altro strappo in un altro punto partiva un’altra canzone, e la stanza fu presto sommersa da canti natalizi di tutti i tipi.
-Svelto! Dammi la tua!- urlò Felpato.  Remus si alzò dal letto e provò a fare un passo, ma i pantaloni lo bloccarono, facendolo cadere di faccia sul pavimento.
-Remus! Ti sei fatto male?- chiese Sirius spaventato fissando il compagno. Remus indicò il baule.
-Pendi a bacchecca!- disse, cercando di alzarsi in piedi. Sirius si fiondò verso il baule -praticamente vuoto, visto l’ira che Remus aveva sfogato su di lui un’ora e mezza prima- e cercò disperatamente nelle tasche interne.
-Dove?- chiese a Remus che si stava togliendo frettolosamente i pantaloni.
-Seconda tasca a destra!-
Sirius ci ficcò dentro la mano e ne tirò fuori la bacchetta di Lunastorta. La puntò verso il pacchetto.
-Incend…-
-No!- urlò Remus interrompendolo. -Così brucerai anche i guanti!-
-Ne ho abbastanza di questi stupidi guanti!- Sirius cercò di sovrastare il suono assordante.
-Usa il Finite Incantatem!- urlò Lunastorta.
-E va bene!- disse Felpato esasperato. -Finite Incantatem!-
Ad un tratto, la musica sparì. I due ragazzi erano sul pavimento con il fiatone guardando il pacchettino dove i guanti sbucavano con i loro allegro giallo canarino. Sirius aveva ancora la bacchetta puntata.
-Tutto bene Remus?- chiese poi subito dopo, ricordandosi del compagno.
-Ho avuto giorni migliori.- rispose Lunastorta massaggiandosi una guancia. -Sai, Sirius, non ho più tanta voglia.- aggiunse subito dopo.
-Lo immaginavo.- Sirius sospirò e si alzò in piedi, gettando la bacchetta nel baule. Tese una mano a Remus e lo aiutò a tirarsi su. Guardò la brandina da campeggio. Nemmeno lei era sfuggita all’ira distruttiva di Lunastorta. La struttura in legno –già fragile e decadente- si era completamente distrutta. -Dimmi che non devo dormire lì. Dimmi che posso stare nel letto.- disse Sirius indicandola.
Remus la guardò accigliato. –Certo, Felpato. Puoi dormire nel letto con me.-
Sirius emise un sospiro di sollievo.
-Prendo il pigiama.- disse Lunastorta scrutando la camera. Gli faceva male vedere tutti i suoi vestiti rovesciati a terra, ma non aveva la forza per metterli in ordine. Pescò da un cumulo di abiti il suo pigiama rosso e se lo infilò.
Sirius si tolse i pantaloni e si buttò sul letto sollevando tantissima polvere.
-Fammi spazio.- disse Remus avvicinandosi al letto e scostando le coperte. Sirius si spostò.
-Secondo te riusciremo mai a farlo in questa casa?- chiese guardando il soffitto.
-Assolutamente no. Sarà uno dei pochi posti sulla terra in cui non riuscirai a portarmi a letto.- rispose Remus cercando di prendere sonno. -E spegni le candele.-
-Non ho la bacchetta. Tira le tende.- Lunastorta sbuffò e mise un braccio fuori dalle coperte per afferrare le grosse tende. Su di loro calò il buio.
-Buonanotte Lunastorta.- Sirius si girò di fianco. -E se questa notte senti l’impellente bisogno di coinvolgermi nei tuoi sogni erotici, beh, fai pure.-
-Stai zitto e dormi.- borbottò Remus.
-L'universo è contro di me, oggi.- sussurò Sirius sbuffando.
E si addormentarono così, la guancia di Lunastorta che ancora bruciava, l’eccitazione di Sirius non ancora soddisfatta, uno accanto all’altro.

 
Buonasera a tutti!
Beh, siamo arrivati al terzo capitolo di questa storia! È stato abbastanza impegnativo da scrivere e ci ho messo un po', tra Pasqua e Pasquetta non ho avuto molto tempo.
Cosa ne pensate? Lasciatemi una recensioncina piccina (si, dico a te, lo so che stai leggendo!) per farmelo sapere, non mordo :)
Grazie per essere arrivati fino a qui, un abbraccio a tutti.
Con affetto,
Odairs.


(Forza, scrivi qualcosa!) ||
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