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Autore: Pretty_Liar    23/04/2014    11 recensioni
Darcy è una ragazza di venti anni.Ha il suo lavoro, le sue amiche... E un marito famoso che vuole a tutti i costi avere un bambino! E se lei non si sentisse pronta? Se avesse paura di diventare mamma? Tra litigi con il proprio marito, consigli, amiche pettegole e madri impiccione, Darcy si troverà ad affrontare la peggior gravidanza della sua vita!
*********
"Perché! Spiegami solo il cazzo di motivo per cui è 'NO'!"
"Perché NO, Harry! Non c'è un motivo preciso!", dissi piegando le maglie del riccio sparse per casa.
"Non ha significato la tua risposta!", urlò lui, facendo gonfiare le vene sul collo.
"Devo mettere in ordine il tuo casino! Non mi rompere!"
Accesi la luce nel salone, illuminando la stanza sotto sopra.
Ero stata via due giorni a causa di un'intervista e lui mi faceva trovare un porcile... Non una casa!
Lui mi seguì, sventolando per aria un paio di pantaloni puliti.
"Darcy... Quando fai così sei insopportabile!", sbraitò, infilando i jeans e rimanendo a torso nudo.
"Io?! Io sono insopportabile, Harry?! Per favore non ne parliamo!", dissi con arroganza, alzando una scatola di patatine dal pavimento.
"No, invece! Parliamone!", disse esasperato, allacciandosi con furia la cintura.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov. Darcy
"Sei impazzito?!", urlai entrando in casa come una furia, gettando la borsa a terra e scaraventandomi su Harry seduto sul divano.
Mi misi a cavalcioni su di lui, iniziando a tirargli pugni sul petto che sembravano non fargli altro che il solletico.
"Calmati amore!", esclamò afferrandomi i polsi e capovolgendo le posizioni, facendomi sbattere con la schiena sui cuscini del divano. Respiravo affannosamente e avevo le guance rosse.
Si avvicinò al mio viso, incatenandomi i polsi sopra la testa. Il cuore iniziò a battere velocemente mentre il suo fiato caldo finiva sulle mie labbra schiuse.
"Calma...", sussurrò prima di poggiare delicatamente le labbra rosee sulle mie rosse. Le fece incastrate semplicemente, senza muoverle, mentre in me cresceva la voglia di averlo sempre più vicino.
La rabbia era sbollita, niente più giornalisti, niente più fan... Solo Harry che mi sovrastava con il suo corpo, schiacciando il mio petto contro il suo.
Mosse timidamente la testa verso la mia, facendo più pressione sulle mie labbra, prima di accarezzarle con la lingua, bagnandole e mordendole con i denti bianchi e perfetti che aveva.
Tenne stretti i miei polsi con una sola mano, facendo vagare l'altra lungo la mia gamba fasciata da jeans neri e stretti.
Gemetti sulle sue labbra, facendolo sorridere ampiamente, mentre continuava la sua tortura. Avrei voluto toccarlo, mettergli le mani fra i capelli, stringendoli e arricciandoli più di quanto non fossero già... Ma ero bloccata da lui.
"Ti amo", mormorò nella mia bocca.
E furono proprio quelle parole che mi fecero ritornare con i piedi per terra, mentre le immagini sul giornale ritornavano ad occupare la mia mente.
Lo spinsi di lato, scalciando, facendolo cadere a terra con un tonfo.
"Merda!", esclamò massaggiandosi le natiche doloranti per la botta.
"Harry cosa diamine hai fatto questa mattina?! Ti avevo pregato per favore di..."
Ma fui ri-bloccata dalle sue labbra che prepotenti, questa volta, si poggiarono sulle mie. Iniziò a baciarmi con foga e sentii le sue lacrime salate finire nel bacio. Piangeva.
Provai ad allontanarmi, ma mise una mano dietro la mia nuca, trattenendomi a lui.
"Ti prego!", singhiozzò facendo sfiorare i nostri nasi,"Ho bisogno... Di t-te!"
Portai le braccia intorno il suo collo, mentre lui le sue intorno la mia vita stretta e fragile.
Gli asciugai le lacrime con il pollice, facendolo sospirare, mentre spingeva sempre più la guancia contro la mia mano, in cerca di una carezza.
Tracciai il profilo della sua mascella con l'indice, facendolo fremere leggermente.
"Cosa è successo?", chiesi cauta, mentre lui aveva gli occhi chiusi e si godeva il momento.
Mi spinse al muro, poggiando entrambi i palmi delle mani su di esso. Aveva il respiro affannato e le labbra serrate in una linea dura. Erano rare le volte che faceva così... Mi tornò in mente il giorno in cui lo lasciai perché lo avevo visto con una bionda rifatta. Era ubriaco e non sapeva realmente quello che stesse facendo, ma io mi allontanai per un po', cercando di dare senso a tutte quelle sensazioni spiacevoli che mi assediavano la mente. Poi, un giorno, bussò alla mia porta.
*Inizio Flashback*
Ero sola in casa, con una grande vaschetta di gelato sulle ginocchia e la televisione accesa sul canale che trasmetteva film romantici. Mi facevo del male ricordando quanto fossi felice con Harry. Lui aveva provato a richiamarmi, ma ormai non mi fidavo più. Zayn continuava a ripetermi che quella sera si era ubriacato e non sapeva cosa stesse facendo realmente, ma io credevo che quella fosse solo una scusa per proteggere il riccio.
Dopo dieci minuti, sentii un insistente bussare alla porta. Il rumore era forte e inquietante, tanto che pensai che fossero i ladri.
Quando avvicinai l'occhio allo spioncino della porta e vidi Harry, mi sentii sollevata e arrabbiata allo stesso tempo.
Aprii di scatto la porta, pronta a lanciargli contro le maggiori accuse del mondo, ma lui fece irruzione in casa, spingendomi contro il muro.
"Lasciami! Chiamo la polizia!", urlai dimenandomi mentre lui mi poggiava prepotentemente una mano sulla bocca per farmi tacere.
"Zitta! Tu non chiami nessuno! Mi devi ascoltare cazzo!", ringhiò frustrato, facendomi rimpicciolire sul posto.
"Non ho intenzione di sentire una parola uscire dalla tua bocca! Mi hai tradita! E io che mi fidavo! Mi fai schifo!", sputai con odio e disprezzo.
Il riccio sospirò pesantemente, battendo un pugno sul muro, affianco la mia testa, facendomi sussultare.
"Non puoi odiarmi! Darcy tu mi ami!", ribatté incazzato, mettendo una gamba fra le mie per immobilizzarmi ancora di più.
"No caro... Io ti amaVO! Ora non... Non più...", farfugliai non guardandolo negli occhi.
Le mie barriere stavamo iniziando a cedere davanti quegli smeraldi.
E lui sembrò capirlo, perché avvicinò il viso al mio, soffiando sulle mie labbra.
"Sei bellissima", sussurrò accarezzandomi il fianco destro con una mano che, fece entrare nella maglietta di lana. Rabbrividii.
"Non puoi farmi questo!", mi lamentai, poggiando la testa sulla sua spalla.
"Non posso allontanarmi da te Darcy. Ti amo! Quella sera... Io non... Credimi ti prego!"
I suoi occhi divennero profondi e lucidi, mentre intrecciava le mani con le mie.
"Davvero pensi che sia bellissima?", chiesi arrossendo.
"Certo principessa!", esclamò sorridendo, facendo sfiorare i nostri nasi.
"Anche io ti amo", confessai, prima che lui rinchiudesse le mie labbra fra le sue.
*Fine Flashback*
"Darcy non mi va di parlarne", disse con voce roca e bassa, facendomi ritornare alla realtà.
Poggiai le labbra sul suo collo, baciandolo lentamente.
E lui si lasciava andare a me, chiudendo gli occhi e buttando la testa all'indietro. Quando poggiai un bacio sul mento, mordendolo con dolcezza, lui gemette forte, facendomi capire che era uno dei suoi maggiori punti deboli.
Sorrisi inconsapevolmente, ripentendo quel gesto, mentre lui faceva scontrare i nostri bacini.
"Co-continua!", mi pregò, spingendomi sul tappeto del pavimento, stendendosi sotto di me.
Poggiai le mani sul suo petto, iniziando a sbottonare i bottoni della camicia blu che indossava quel pomeriggio. 
Delineai il contorno dei suoi tatuaggi indelebili, facendolo fremere sempre più.
"Darcy... Mio dio!", urlò quando morsi il suo capezzolo destro. Strinse i miei fianchi, spingendo i suoi verso l'alto come se volesse di più.
"An-ancora!", balbettò senza fiato, strappandosi la camicia di dosso e gettandola dall'altro lato del salone.
Poggiai l'indice sull'inizio della sua V, tracciandola fino all'inizio dei suoi pantaloni. 
Harry tremava.
Sbottonai lentamente la sua cintura, sfilandola e tirando poi giù la zip dei pantaloni.
Lasciai un bacio sulla stoffa dei suoi boxer neri.
"Sto impazzendo", mormorò, prima di invertire le posizioni, buttandomi sotto di lui con uno scatto veloce.
"Vuoi uccidermi.... Giusto?", chiese retorico scalciando i suoi pantaloni e rimanendo in intimo davanti i miei occhi chiari e la gola secca.
"Candy ha scoperto tutto", farfugliò sfilandomi la maglia e fiondandosi sul mio collo.
Armeggiò con il gancetto del reggiseno, cercando di toglierlo.
"È andata da mia madre, perché non vuole parlarmi...", disse ancora baciando poi il mio seno, impedendomi di parlare perché ogni volta che aprivo bocca riuscivo solo ad ansimare. Lo stava facendo apposta il bastardo!
"Domani la maestra vuole parlare con noi perché dice che adesso i paparazzi si apposteranno fuori la scuola per fotografare la figlia di Harry Styles"
"Co...", cercai di incazzarmi, ma lui entrò dentro me con uno scatto che mi fece fermare il fiato in gola.
Spinse con foga, facendomi gettare la testa all'indietro.
"Perdonami...", mormorò nel mio collo, mordendo quest'ultimo e lasciandomi dei ben visibili segni violacei.
"Ha-Harry...", dissi nel suo orecchio accarezzandogli il petto sudato.
"Voglio sentire il mio nome uscire da questa labbra rosse!", esclamò baciandomi a stampo,"Avanti piccola... Dillo fino allo sfinimento!", ansimò.
Pov. Harry
"Harry", mormorò un'ultima volta Darcy, abbandonandosi a me.
Stava per accasciarsi sul pavimento, sfinita, quando la presi fra le braccia, dirigendomi con lei in braccio nella nostra stanza. La adagiai sul letto, mentre lei lentamente chiudeva gli occhi.
Coprii il suo corpo nudo con le coperte, mentre si rannicchiava su se stessa per il freddo.
"Dormi principessa...", sussurrai, cercando qualche panno nell'armadio per andare a prendere Candy.
Ora dovevo chiarire con la mia piccola.
Quando aveva scoperto la verità, i suoi profondi occhi verdi erano diventato d'un tratto vuoti e spenti, mentre mi trapassavano come se fossi invisibile.
Louis aveva ragione: stavo rischiando di diventare la parte più odiosa della sua vita.
Scesi al piano di sotto, dopo una doccia fredda. Mi sentivo più sollevato e avevo messo a freno anche i miei spiriti bollenti che mi indulgevano ad andare nuovamente da mia moglie per possederla fino al mattino seguente. Scossi la testa, infilando la giacca. Fuori nevicava e desiderai che tutto fosse un sogno...
Ogni volta che nevicava, portavo Candy in giardino e facevamo un pupazzo di neve. Io non facevo altro che farle il solletico, mentre lei cercava di rendere il pupazzo quanto più bello possibile. Adesso invece lei non era lì con me.
*Inizio Flashback*
"Dai papà! Smettila, sto cercando di fare la testa!", sbuffò, levando le miei mani dai suoi fianchi.
Aveva un cappotto rosso e un cappellino bianco di lana, dal quale fuoriusciva la frangia nera che le copriva la fronte. Alcuni ricci le ricadevano intorno le guance rosse per il freddo. Aveva le labbra screpolate,che cercava di inumidire spesso con la lingua rosea.
"Scusa", ridacchiai, sedendomi vicino a lei.
"Ecco! Guarda è venuta male!", si lamentò, incrociando le braccia e mettendo il broncio.
Gattonai verso la sua direzione, allargando le gambe e facendola mettere in mezzo:"A me piace... Sai perché?"
Lei scosse il capo, inclinando la testa di lato curiosa.
"Perché l'abbiamo fatto insieme", sorrisi baciandole una guancia.
"Davvero?", mi chiese assottigliando gli occhi verdi.
Annuii, baciandole il naso e poi la fronte, scostando la frangetta.
"Papà...", sussurrò sorridendo furbamente.
"Dimmi principessa!", esclamai accarezzandole i fianchi.
Dopo vidi una palla di neve colpirmi in piena faccia, gelandomi il naso e le guance.
"Così impari ad infastidirmi!", rise facendomi la linguaccia.
"Candy Styles! Se ti prendo ti ammazzo!", urlai iniziando a rincorrerla.
Ridevamo come due matti, mentre lei voltava spesso il capo per vedere se la stessi raggiungendo.
Allungai le braccia, afferrandola per i fianchi e alzandola in aria.
"Presa! Adesso sei mia!", ringhiai scherzosamente, distendendola sulla neve e mettendomi sopra di lei, cercando di non schiacciarla con il mio corpo possente.
"Non farmi del male!", disse sporgendo il labbro inferiore verso l'esterno.
Come ogni volta, lo catturai fra i miei denti, non resistendo, tirandolo leggermente.
"Non ti farei mai del male", sussurrai dopo un po', accarezzandole i capelli neri.
"Harry! Candy! Guardate come vi siete conciati! Subito in casa a lavarvi!", urlò Darcy,"Harry sembri più bambino di lei!"
Io e la piccola ridemmo, correndo verso il bagno dove passammo la serata a schizzarci a vicenda con l'acqua calda.
"Adesso... Il bagno!"
Presi Candy e la gettai nella vasca, lavandole i capelli ricci. Amavo farlo, mi ricordava quando mia madre lo faceva a me.
"Papà... Ci vorremo bene per sempre io e te... Vero?", chiese giocando con la schiuma.
"Certo piccola. Sono il tuo papà!", esclamai mettendole un po' di schiuma sul naso.
"No... Tu sei il mio eroe!", sorrise, facendomi emozionare.
"Lo è per molte persone", sussurrò Darcy che aveva assistito alla scena poggiata sullo stipite della porta.
Le feci un occhiolino, mentre lei arrossiva.
*Fine Flashback* 
"Mamma", sussurrai al telefono.
"Harry. Candy è qui con me. Sta bene non preoccuparti!", si affrettò a dire mia madre.
Erano rare le volte che lasciavo mia figlia da lei, per paura che si sarebbe potuta far male.
"Sto venendo a prenderla", mormorai, mettendo in moto la macchina.
"D'accordo... È meglio, sai non ha fatto altro che stare con il visino triste tutto il pomeriggio... Harry sei importante per lei. Non ti odia!"
Sentendo quella parole, il cuore scoppiò di gioia.
La mia bambina.
Candy.

Pov. Darcy

"Sei impazzito?!", urlai entrando in casa come una furia, gettando la borsa a terra e scaraventandomi su Harry seduto sul divano.Mi misi a cavalcioni su di lui, iniziando a tirargli pugni sul petto che sembravano non fargli altro che il solletico.

"Calmati amore!", esclamò afferrandomi i polsi e capovolgendo le posizioni, facendomi sbattere con la schiena sui cuscini del divano. Respiravo affannosamente e avevo le guance rosse.Si avvicinò al mio viso, incatenandomi i polsi sopra la testa. Il cuore iniziò a battere velocemente mentre il suo fiato caldo finiva sulle mie labbra schiuse.

"Calma...", sussurrò prima di poggiare delicatamente le labbra rosee sulle mie rosse.

Le fece incastrate semplicemente, senza muoverle, mentre in me cresceva la voglia di averlo sempre più vicino. La rabbia era sbollita, niente più giornalisti, niente più fan... Solo Harry che mi sovrastava con il suo corpo, schiacciando il mio petto contro il suo. Mosse timidamente la testa verso la mia, facendo più pressione sulle mie labbra, prima di accarezzarle con la lingua, bagnandole e mordendole con i denti bianchi e perfetti che aveva.Tenne stretti i miei polsi con una sola mano, facendo vagare l'altra lungo la mia gamba fasciata da jeans neri e stretti.Gemetti sulle sue labbra, facendolo sorridere ampiamente, mentre continuava la sua tortura. Avrei voluto toccarlo, mettergli le mani fra i capelli, stringendoli e arricciandoli più di quanto non fossero già... Ma ero bloccata da lui.

"Ti amo", mormorò nella mia bocca.

E furono proprio quelle parole che mi fecero ritornare con i piedi per terra, mentre le immagini sul giornale ritornavano ad occupare la mia mente.Lo spinsi di lato, scalciando, facendolo cadere a terra con un tonfo.

"Merda!", esclamò massaggiandosi le natiche doloranti per la botta.

"Harry cosa diamine hai fatto questa mattina?! Ti avevo pregato per favore di..."

Ma fui ri-bloccata dalle sue labbra che prepotenti, questa volta, si poggiarono sulle mie. Iniziò a baciarmi con foga e sentii le sue lacrime salate finire nel bacio.

Piangeva.

Provai ad allontanarmi, ma mise una mano dietro la mia nuca, trattenendomi a lui.

"Ti prego!", singhiozzò facendo sfiorare i nostri nasi,"Ho bisogno... Di t-te!"

Portai le braccia intorno il suo collo, mentre lui le sue intorno la mia vita stretta e fragile. Gli asciugai le lacrime con il pollice, facendolo sospirare, mentre spingeva sempre più la guancia contro la mia mano, in cerca di una carezza.Tracciai il profilo della sua mascella con l'indice, facendolo fremere leggermente.

"Cosa è successo?", chiesi cauta, mentre lui aveva gli occhi chiusi e si godeva il momento.

Mi spinse al muro, poggiando entrambi i palmi delle mani su di esso. Aveva il respiro affannato e le labbra serrate in una linea dura. Erano rare le volte che faceva così... Mi tornò in mente il giorno in cui lo lasciai perché lo avevo visto con una bionda rifatta. Era ubriaco e non sapeva realmente quello che stesse facendo, ma io mi allontanai per un po', cercando di dare senso a tutte quelle sensazioni spiacevoli che mi assediavano la mente. Poi, un giorno, bussò alla mia porta.

*Inizio Flashback*

Ero sola in casa, con una grande vaschetta di gelato sulle ginocchia e la televisione accesa sul canale che trasmetteva film romantici. Mi facevo del male ricordando quanto fossi felice con Harry. Lui aveva provato a richiamarmi, ma ormai non mi fidavo più. Zayn continuava a ripetermi che quella sera si era ubriacato e non sapeva cosa stesse facendo realmente, ma io credevo che quella fosse solo una scusa per proteggere il riccio.Dopo dieci minuti, sentii un insistente bussare alla porta. Il rumore era forte e inquietante, tanto che pensai che fossero i ladri.

Quando avvicinai l'occhio allo spioncino della porta e vidi Harry, mi sentii sollevata e arrabbiata allo stesso tempo.Aprii di scatto la porta, pronta a lanciargli contro le maggiori accuse del mondo, ma lui fece irruzione in casa, spingendomi contro il muro.

"Lasciami! Chiamo la polizia!", urlai dimenandomi mentre lui mi poggiava prepotentemente una mano sulla bocca per farmi tacere.

"Zitta! Tu non chiami nessuno! Mi devi ascoltare cazzo!", ringhiò frustrato, facendomi rimpicciolire sul posto.

"Non ho intenzione di sentire una parola uscire dalla tua bocca! Mi hai tradita! E io che mi fidavo! Mi fai schifo!", sputai con odio e disprezzo.

Il riccio sospirò pesantemente, battendo un pugno sul muro, affianco la mia testa, facendomi sussultare.

"Non puoi odiarmi! Darcy tu mi ami!", ribatté incazzato, mettendo una gamba fra le mie per immobilizzarmi ancora di più."

No caro... Io ti amaVO! Ora non... Non più...", farfugliai non guardandolo negli occhi.

Le mie barriere stavamo iniziando a cedere davanti quegli smeraldi.E lui sembrò capirlo, perché avvicinò il viso al mio, soffiando sulle mie labbra.

"Sei bellissima", sussurrò accarezzandomi il fianco destro con una mano che, fece entrare nella maglietta di lana. Rabbrividii.

"Non puoi farmi questo!", mi lamentai, poggiando la testa sulla sua spalla.

"Non posso allontanarmi da te Darcy. Ti amo! Quella sera... Io non... Credimi ti prego!".

I suoi occhi divennero profondi e lucidi, mentre intrecciava le mani con le mie.

"Davvero pensi che sia bellissima?", chiesi arrossendo.

"Certo principessa!", esclamò sorridendo, facendo sfiorare i nostri nasi.

"Anche io ti amo", confessai, prima che lui rinchiudesse le mie labbra fra le sue.

*Fine Flashback*


"Darcy non mi va di parlarne", disse con voce roca e bassa, facendomi ritornare alla realtà.

Poggiai le labbra sul suo collo, baciandolo lentamente.E lui si lasciava andare a me, chiudendo gli occhi e buttando la testa all'indietro. Quando poggiai un bacio sul mento, mordendolo con dolcezza, lui gemette forte, facendomi capire che era uno dei suoi maggiori punti deboli.Sorrisi inconsapevolmente, ripentendo quel gesto, mentre lui faceva scontrare i nostri bacini.

"Co-continua!", mi pregò, spingendomi sul tappeto del pavimento, stendendosi sotto di me.

Poggiai le mani sul suo petto, iniziando a sbottonare i bottoni della camicia blu che indossava quel pomeriggio. Delineai il contorno dei suoi tatuaggi indelebili, facendolo fremere sempre più.

"Darcy... Mio dio!", urlò quando morsi il suo capezzolo destro.

Strinse i miei fianchi, spingendo i suoi verso l'alto come se volesse di più.

"An-ancora!", balbettò senza fiato, strappandosi la camicia di dosso e gettandola dall'altro lato del salone.

Poggiai l'indice sull'inizio della sua V, tracciandola fino all'inizio dei suoi pantaloni. Harry tremava. Sbottonai lentamente la sua cintura, sfilandola e tirando poi giù la zip dei pantaloni.Lasciai un bacio sulla stoffa dei suoi boxer neri.

"Sto impazzendo", mormorò, prima di invertire le posizioni, buttandomi sotto di lui con uno scatto veloce.

"Vuoi uccidermi.... Giusto?", chiese retorico scalciando i suoi pantaloni e rimanendo in intimo davanti i miei occhi chiari e la gola secca.

"Candy ha scoperto tutto", farfugliò sfilandomi la maglia e fiondandosi sul mio collo.

Armeggiò con il gancetto del reggiseno, cercando di toglierlo.

"È andata da mia madre, perché non vuole parlarmi...", disse ancora baciando poi il mio seno, impedendomi di parlare perché ogni volta che aprivo bocca riuscivo solo ad ansimare.

Lo stava facendo apposta il bastardo!

"Domani la maestra vuole parlare con noi perché dice che adesso i paparazzi si apposteranno fuori la scuola per fotografare la figlia di Harry Styles"

"Co...", cercai di incazzarmi, ma lui entrò dentro me con uno scatto che mi fece fermare il fiato in gola.

Spinse con foga, facendomi gettare la testa all'indietro.

"Perdonami...", mormorò nel mio collo, mordendo quest'ultimo e lasciandomi dei ben visibili segni violacei.

"Ha-Harry...", dissi nel suo orecchio accarezzandogli il petto sudato.

"Voglio sentire il mio nome uscire da questa labbra rosse!", esclamò baciandomi a stampo,"Avanti piccola... Dillo fino allo sfinimento!", ansimò.

Pov. Harry

"Harry", mormorò un'ultima volta Darcy, abbandonandosi a me.Stava per accasciarsi sul pavimento, sfinita, quando la presi fra le braccia, dirigendomi con lei in braccio nella nostra stanza. La adagiai sul letto, mentre lei lentamente chiudeva gli occhi.Coprii il suo corpo nudo con le coperte, mentre si rannicchiava su se stessa per il freddo.

"Dormi principessa...", sussurrai, cercando qualche panno nell'armadio per andare a prendere Candy.

Ora dovevo chiarire con la mia piccola.Quando aveva scoperto la verità, i suoi profondi occhi verdi erano diventato d'un tratto vuoti e spenti, mentre mi trapassavano come se fossi invisibile.Louis aveva ragione: stavo rischiando di diventare la parte più odiosa della sua vita.Scesi al piano di sotto, dopo una doccia fredda. Mi sentivo più sollevato e avevo messo a freno anche i miei spiriti bollenti che mi indulgevano ad andare nuovamente da mia moglie per possederla fino al mattino seguente. Scossi la testa, infilando la giacca. Fuori nevicava e desiderai che tutto fosse un sogno...Ogni volta che nevicava, portavo Candy in giardino e facevamo un pupazzo di neve. Io non facevo altro che farle il solletico, mentre lei cercava di rendere il pupazzo quanto più bello possibile. Adesso invece lei non era lì con me.

*Inizio Flashback*

"Dai papà! Smettila, sto cercando di fare la testa!", sbuffò, levando le miei mani dai suoi fianchi.Aveva un cappotto rosso e un cappellino bianco di lana, dal quale fuoriusciva la frangia nera che le copriva la fronte. Alcuni ricci le ricadevano intorno le guance rosse per il freddo. Aveva le labbra screpolate,che cercava di inumidire spesso con la lingua rosea.

"Scusa", ridacchiai, sedendomi vicino a lei.

"Ecco! Guarda è venuta male!", si lamentò, incrociando le braccia e mettendo il broncio.

Gattonai verso la sua direzione, allargando le gambe e facendola mettere in mezzo:"A me piace... Sai perché?"

Lei scosse il capo, inclinando la testa di lato curiosa.

"Perché l'abbiamo fatto insieme", sorrisi baciandole una guancia.

"Davvero?", mi chiese assottigliando gli occhi verdi.Annuii, baciandole il naso e poi la fronte, scostando la frangetta.

"Papà...", sussurrò sorridendo furbamente.

"Dimmi principessa!", esclamai accarezzandole i fianchi.Dopo vidi una palla di neve colpirmi in piena faccia, gelandomi il naso e le guance.

"Così impari ad infastidirmi!", rise facendomi la linguaccia.

"Candy Styles! Se ti prendo ti ammazzo!", urlai iniziando a rincorrerla.Ridevamo come due matti, mentre lei voltava spesso il capo per vedere se la stessi raggiungendo.

Allungai le braccia, afferrandola per i fianchi e alzandola in aria.

"Presa! Adesso sei mia!", ringhiai scherzosamente, distendendola sulla neve e mettendomi sopra di lei, cercando di non schiacciarla con il mio corpo possente.

"Non farmi del male!", disse sporgendo il labbro inferiore verso l'esterno.

Come ogni volta, lo catturai fra i miei denti, non resistendo, tirandolo leggermente.

"Non ti farei mai del male", sussurrai dopo un po', accarezzandole i capelli neri.

"Harry! Candy! Guardate come vi siete conciati! Subito in casa a lavarvi!", urlò Darcy,"Harry sembri più bambino di lei!"Io e la piccola ridemmo, correndo verso il bagno dove passammo la serata a schizzarci a vicenda con l'acqua calda

."Adesso... Il bagno!"

Presi Candy e la gettai nella vasca, lavandole i capelli ricci. Amavo farlo, mi ricordava quando mia madre lo faceva a me.

"Papà... Ci vorremo bene per sempre io e te... Vero?", chiese giocando con la schiuma.

"Certo piccola. Sono il tuo papà!", esclamai mettendole un po' di schiuma sul naso.

"No... Tu sei il mio eroe!", sorrise, facendomi emozionare.

"Lo è per molte persone", sussurrò Darcy che aveva assistito alla scena poggiata sullo stipite della porta.

Le feci un occhiolino, mentre lei arrossiva.

*Fine Flashback* 

"Mamma", sussurrai al telefono.

"Harry. Candy è qui con me. Sta bene non preoccuparti!", si affrettò a dire mia madre.

Erano rare le volte che lasciavo mia figlia da lei, per paura che si sarebbe potuta far male

."Sto venendo a prenderla", mormorai, mettendo in moto la macchina.

"D'accordo... È meglio, sai non ha fatto altro che stare con il visino triste tutto il pomeriggio... Harry sei importante per lei. Non ti odia!"

Sentendo quella parole, il cuore scoppiò di gioia.

La mia bambina.

Candy.

 

  
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