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Autore: mihannofottutoilnickname    24/04/2014    0 recensioni
la paura c'è la creiamo noi da soli, è una cosa che abbiamo dentro, una cosa che inconsapevolmente sciegliamo di avere. ma a volte, basta una persone per dimenticarsi di avere paura.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bene, oggi devo iniziare il mio primo giorno di scuola, non che mi importi qualcosa, tanto sarà sempre la solita storia, 5 ore di noiosissime lezionI, persone che ti guardanO manco fossi un alieno e la mia solita paura, paura non di essere giudicata, criticata o presa in giro, paura di affezionarmi a qualcuno, perchè so già che lascierò questo posto e sinceramente, prima me ne vado da un posto, meno mi ci affeziono e non posso soffrire, quindi, meno parlo, meno la gente mi nota. Mi chiedo spesso come il mio cervello riesca a fare certi ragionamenti alle 7:00 di mattina, forse è il caso di alzarmi. scendo dal letto con tutta la mala voglia addosso e vado verso l'armadio, sperando di trovarci qualcosa, anche perchè non ho disfatto tutte le valigie. mmm, questa ci potrebbe stare, ho preso una maglietta bianca a mezze maniche corta davanti, con una stella al centro,dei pantaloni blu attillati, e le mie inseparabili convers. Vado in bagno e mi lavo, poi scendo sotto e come al solito non trovo nessuno, per quanto mi riguarda, potrei saltare tutti i giorni di scuola e i miei genitori non se ne accorgerebbero. come biasimarli, loro hanno il loro lavoro non posso pensare ad una strana figlia di 18 anni, che non parla con nessuno, certe volte credo che neanche mi vogliano. pazienza, io mi basto. Esco di casa e mi incammino verso scuola, ammirando il paesaggio di Londra, wow è davvero bella questa città. Adoro questo tempo, è come me, non c'è il sole, ma non sta neanche piovendo, c'è quell'aria fresca che non è esageratamente fredda, quell'aria che ti fa iniziare bene le giornate, ti entra nel corpo e non esce più. Poche città fanno questo effetto, forse dovrei finirla con queste osservazioni, perchè tanto me ne andrò di qui. Eccomi qui, davanti alla mia nuova scuola, io Alison Smith, dinnanzi al mio primo ennesimo giorno di scuola. Prendo un ultimo respiro ed entro dentro, è una scuola molto grande, sinceramente non so dove andare, quindi seguo il primo corridoio che mi capita. Ok, ci sono delle indicazioni, solito culo. Arrivo in segreteria, mi si presenta davanti una vecchia signora, con gli occhiali sulla punta del naso e un sorriso che passa da un orecchio all'altro. io:mi scusi sono nuova potrebbe darmi, orario e numero dell' armadietto? Segretaria: certo cara, nome e cognome. io: Alison Smith. Cerca in un ammasso di fogli, finchè non ne trova uno con sopra il mio nome. Segretaria: un secondo cara, vado a prendere le chiavi del tuo armadietto. Annuisco, nel frattempo mi appoggio al bancone, e noto che ci sono veramente un sacco di studenti, questa scuola è abbastanza diversa da quelle che frequentavo prima, è più colorata e allegra, forse un pò esagerata ma mette accoglienza. Segretaria: eccomi qui cara, tieni le tue chiavi, dato che sei nuova, posso assicurarti che qui ti troverai bene, buona fortuna. io:la ringrazio. Prendo l'orario e le chiavi, e cerco l' armadietto. Dio che nervi, è suonata la campanella ed io non sono dove cazzo si trova il mio aremadietto. 125,126,127, oh eccolo, 128! Ok, ora l'impresa e mettere la combinazione, prendo i libri e lascio l'orario. Dopo svariati minuti di ricerca, trovo la mia aula, ora dovrei avere letteratura, iniziamo bene! Busso ripetute volte sulla porta finchè non sento un "avanti". Forza Alison, c'è la puoi fare. Entro in quella che sarà la mia aula di letteratura. Prof.: Salve Signorina.... io:Smith Prof:Smith?!. Benvenuta nella nostra scuola, in terza fila c'è un banco vuoto, si sieda li e apra il libro a pagina 267. Annuisco e mi dirigo verso il posto detto dalla prof. sinceramente non mi frega più di tanto delle lezioni, non sono mai stata una grande ascoltatrice, nè tanto meno attenta. Inizio ad esaminare la classe, più persone continuano a fissarmi, odio quando la gente mi fissa, mi fa sentire a disagio. Abbasso lo sguardo, evitando di arrossire o dare segni di timidezza, perchè altrimenti capirebbero come sono. x:pss vengo spintonata con un gomito dalla mia presunta "compagna di banco" x: piacere Cecil mi porge la mano e sinceramente sono indecisa, tra il prenderla o ignorarla. scelgo la seconda non voglio dare troppa confidenza. io;piacere Alison. Cecil: da dove vieni? ok, vuole prendersi i cazzi miei e iniziare una conversazione, so che magari vorrebe diventarmi amica, ma non mi fido, per quanto mi riguarda potrebbe anche far finta. io: Los Angeles. Cecil: wow e perchè sei venuta qui? Los Angeles è dieci volte più bella di Londra. io: questo perchè lo dici tu. non bisogna soffermarsi solo all'aspetto esteriore delle città, Los Angeles è solo bella esteticamente, ma come città non trasmette nulla. Cecil: capisco cosa vuoi dire, ma ricordati che siamo diversi, a te non trasmette nulla Los Angeles a me non trasmette nulla Londra. Wow mi ha lasciata senza parole, mi guarda attentamente, mi fa l'occhiolino e ritorna a seguire la lezione. Sembra una ragazza abbastanza strana. la campanella suona, e mi dirigo verso l' armadietto, tra l'altro non ricordo dove si trova. Sento qualcuno prendermi sotto braccio e trascinarmi, io mi ritiro, mi da fastidio quando la gente mi tocca, e come se volesse farmi del male. Cecil: tranquilla sono io, dimmi il numero del tuo armadietto e ti ci porto io. io:128! Cecile ci pensa su e poi mi fa segno di seguirla. Cecile; tadannn ecco il tuo armadietto. il mio è il 126, siamo vicine! io:ah non lo sapevo. Prendo francese e saluto Cecile, dirigendomi, verso la classe. le ore passano in fretta. esco da scuola con tutti gli sguardi addosso, così più velocemente possibile, arrivo a casa.
  
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