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Autore: We are Directioners    25/04/2014    0 recensioni
Questa storia parla di imprevisti, sentimenti, e musica. Parla di come una ragazza viene improvvisamente obbligata a traslocare a Londra, senza alcun motivo. Parla di quanto può essere confusa, e di come può essere difficile la vita di una ragazza che sta soltanto cercando di essere felice.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Oggi era il 23 gennaio.

Oggi sarebbe arrivato Steve. Come avrei reagito nel vederlo? Mi sarebbe battuto il cuore come succedeva prima? Avrei avuto le farfalle nello stomaco? E poi adesso c’era Liam. Mi sentivo una Brenda diversa, una Brenda migliore. Mi sedetti sul letto pensierosa. Ero troppo confusa. Forse sarei soltanto dovuta essere me stessa.

Aprii l’armadio e presi un semplice paio di jeans chiari, una maglietta e un paio di converse. Mi avvicinai allo specchio dopo aver sentito quel tessuto accarezzarmi delicatamente la pelle. Ero me stessa, ma ero felice? Questa era una di quelle domande a cui non sapevo ancora se avrei mai saputo rispondere.

Prima che potessi pensare ad un discorso da fare a Steve, sentii il campanello suonare. Mi guardai un’ultima volta allo specchio e dopo un profondo respiro, mi precipitai alla porta.

Vidi due occhi marroni fissarmi, e mi ci tuffai dentro.

Poi guardai con più attenzione il ragazzo che vidi accanto a me. “Ma Liam, cosa ci fai tu qui?”

“Scusami per l’improvvisa visita, ma avevo pensato di fare due chiacchere con te questa mattina.. e magari, andare al parco”, rispose imbarazzato.

Io lo presi immediatamente per un braccio, evitando occhi indiscreti, e lo portati in cucina. “Liam, tu sei molto gentile, ma oggi proprio non posso. Non puoi capire…”, risposi camminando per la stanza.

“Cosa non posso capire?”

Mi grattai la testa con l’ansia che mi pervadeva il corpo. “Non puoi capire, e basta. Se lui ti vedesse qui. Non voglio farlo soffrire”, risposi balbettando un po’ a me stessa e un po’ a lui.

Liam continuava a guardarmi dubbioso, e all’improvviso un rumore ci interruppe entrambi. Era il campanello.

Questa volta dev’essere Steve. Non c’è altra scelta”.

“Ti prego Liam, non muoverti”, gli sussurrai prima di scomparire in salotto.

“Ciao B-Brenda”, mi disse Steve.

Era davvero lui. Il solito ragazzo orgoglioso, dolce, divertente che era. Lo intravedevo nei suoi occhi chiari.

“Ciao Steve”, gli sorrisi. “Vuoi entrare?”

Lui annuì, e lo feci sedere sul divano. Eravamo la definizione di imbarazzo. Lui sembrava non essere più quel ragazzo forte di fronte a tutto, ma era rosso dalla vergogna. Io non sapevo cosa dire, e per di più, dovevo ricordarmi del fatto che Liam ci stava ascoltando. Non volevo far soffrire né l’uno né l’altro, ma il mio cuore cosa provava davvero?

Presi posto un po’ più distante del solito sui cuscini rossi, e dopo qualche secondo riuscii a dire qualcosa: “Allora, come stai?”

Sembravamo due sconosciuti.

STEVE POV’S

Come vuoi che stia? Sto malissimo. Piango tutti i giorni senza poterti vedere, o poterti parlare. Immagino che tu mi abbia dimenticato. Sei così fredda e diversa, Brenda. Ma io, io ti amo”, avrei voluto urlarle tenendo le sue mani tra le mie, ma mi limitai ad un “bene, tu?”.

Quanto avrei voluto che mi raccontasse la sua giornata, dei suoi amici, dei professori, di Londra, di sé stessa. Quanto avrei voluto stringerla al mio petto, senza che ci fosse un domani.

“Beh.. bene”, sorrise. Era quello il sorriso di cui avevo bisogno.

Eppure il suo sguardo sembrava perso nel buio, tra i pensieri.

Oggi le avrei detto tutto ciò che sentivo, e sarei rimasto con lei per qualche tempo. Non avevo la minima idea di come sarei sopravvissuto, ma cosa mi importava? Se c’era lei, avrei potuto essere anche un clochard.

“Steve, ascoltami”, iniziò avvicinandosi a me e in quel moment, lo giuro, non sentii più il mio respiro, “ho bisogno di parlarti”.

“Anche io, Brenda”, le dissi occhi negli occhi.

“Uno dei due dovrà pur cominciare…”, rispose.

Francamente non credevo che potesse essere così fredda con qualcuno. Non faceva parte del suo essere. “Fai l’uomo”, mi dissi.

La guardai intensamente e feci per aprire bocca, quando lei mi zittì poggiando un dito sulle mia labbra. “No, non qui”, mi rispose confondendomi ancora di più.

“Dove vuoi tu”, risposi.

BRENDA POV’S

Qualunque cosa Steve volesse dirmi, Liam non l’avrebbe sentita. Ne ero più che certa.

Così facendo, lo presi per mano e lo portai fuori casa. Non faceva che guardarmi dubbioso, e continuando a camminare, lo portai in Hyde Park. Trovammo una panchina, e ci sedemmo.

“Adesso puoi dirmi tutto ciò che vuoi, Steve”.

Lui rimase sorpreso dal mio comportamento, e cercando di riprendere il filo del discorso, iniziò: “Brenda.. io non so cosa ti sia successo qui a Londra. Non so come tu stia, se sei felice oppure no. Ma so leggerti negli occhi. Sai cosa mi dicono? Che hai qualcosa che ti turba. So perfettamente di aver sbagliato a comportarmi così. Avrei dovuto dirti che sono innamorato di te molto tempo fa, ma la tua partenza mi ha sconvolto. Volevo soltanto che lo sapessi”.

“Steve, abbiamo sbagliato entrambi. Anche io avrei dovuto parlarti di ciò che il mio cuore provava molto tempo fa.. avrei dovuto farlo. Eppure, sai come la penso sui rapporti a distanza”, risposi.

“Lo so. Non ti sto chiedendo di amarmi se non è questo che senti. Ti sto dicendo che io ti amo, e che non ce la faccio più a starti lontano”, sospirò prendendo le mani tra le sue.

Sussultai.

Lui tolse le mani tra le mie.

“Forse non è questo ciò che vuoi”, rispose lui.

“Steve,” dissi guardandolo dritto negli occhi, “mettiti per un secondo nei miei panni. Sono innamorata di te, e non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. Un bel giorno, ai miei genitori viene la folle idea che devo immediatamente traslocare a Londra: città nuova, amici nuovi, vita nuova. Non ho avuto nemmeno il tempo di salutare nessuno. E poi all’aereoporto, appari tu, dicendomi che mi ami. Cosa avrei dovuto fare? Cosa avresti dovuto fare? E’ vero che adesso ho un’altra vita qui, ma non ho mai detto di non provare più nulla per te. Non voglio farti soffrire. Ho soltanto detto che non vedo una possibilità. Tutto qui”.

“Brenda”, disse sorridendo, “io ho trovato quella possibilità”.

“E sarebbe?”

“Non ho alcuna urgenza di tornare a casa, siccome ci sono dei giorni di vacanza a scuola.. e posso stare qui con te. Magari, ci conosceremo meglio, e vedremo cosa succederà. Ci stai?”

Annuii.

“Mi hai tolto un peso dal petto, sai?”

“Felice di averlo potuto fare, Madame”, sorrise.

“Steve, siamo in Inghilterra non in Francia. Lady, si dice Lady”, lo corressi.

“Mi perdoni Mademoiselle”, rise.

“Non capirai mai l’inglese, non è vero?”

“Never”.

 

 

 

 

  
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