Oggi
era il 23 gennaio.
Oggi
sarebbe arrivato Steve. Come avrei reagito
nel vederlo? Mi sarebbe battuto il cuore come succedeva prima? Avrei
avuto le
farfalle nello stomaco? E poi adesso c’era Liam. Mi sentivo
una Brenda diversa,
una Brenda migliore. Mi sedetti sul letto pensierosa. Ero troppo
confusa. Forse
sarei soltanto dovuta essere me stessa.
Aprii
l’armadio e presi un semplice paio di
jeans chiari, una maglietta e un paio di converse. Mi avvicinai allo
specchio
dopo aver sentito quel tessuto accarezzarmi delicatamente la pelle. Ero
me
stessa, ma ero felice? Questa era una di quelle domande a cui non
sapevo ancora
se avrei mai saputo rispondere.
Prima
che potessi pensare ad un discorso da fare
a Steve, sentii il campanello suonare. Mi guardai un’ultima
volta allo specchio
e dopo un profondo respiro, mi precipitai alla porta.
Vidi
due occhi marroni fissarmi, e mi ci tuffai
dentro.
Poi
guardai con più attenzione il ragazzo che
vidi accanto a me. “Ma Liam, cosa ci fai tu qui?”
“Scusami
per l’improvvisa visita, ma avevo
pensato di fare due chiacchere con te questa mattina.. e magari, andare
al
parco”, rispose imbarazzato.
Io
lo presi immediatamente per un braccio,
evitando occhi indiscreti, e lo portati in cucina. “Liam, tu
sei molto gentile,
ma oggi proprio non posso. Non puoi capire…”,
risposi camminando per la stanza.
“Cosa
non posso capire?”
Mi
grattai la testa con l’ansia che mi pervadeva
il corpo. “Non puoi capire, e basta. Se lui ti vedesse qui.
Non voglio farlo
soffrire”, risposi balbettando un po’ a me stessa e
un po’ a lui.
Liam
continuava a guardarmi dubbioso, e
all’improvviso un rumore ci interruppe entrambi. Era il
campanello.
“Questa
volta dev’essere Steve. Non c’è altra
scelta”.
“Ti
prego Liam, non muoverti”, gli sussurrai
prima di scomparire in salotto.
“Ciao
B-Brenda”, mi disse Steve.
Era
davvero lui. Il solito ragazzo orgoglioso,
dolce, divertente che era. Lo intravedevo nei suoi occhi chiari.
“Ciao
Steve”, gli sorrisi. “Vuoi entrare?”
Lui
annuì, e lo feci sedere sul divano. Eravamo
la definizione di imbarazzo. Lui sembrava non essere più
quel ragazzo forte di
fronte a tutto, ma era rosso dalla vergogna. Io non sapevo cosa dire, e
per di
più, dovevo ricordarmi del fatto che Liam ci stava
ascoltando. Non volevo far
soffrire né l’uno né l’altro,
ma il mio cuore cosa provava davvero?
Presi
posto un po’ più distante del solito sui
cuscini rossi, e dopo qualche secondo riuscii a dire qualcosa:
“Allora, come
stai?”
Sembravamo
due sconosciuti.
STEVE
POV’S
“Come vuoi
che stia? Sto malissimo. Piango tutti i giorni senza poterti vedere, o
poterti
parlare. Immagino che tu mi abbia dimenticato. Sei così
fredda e diversa,
Brenda. Ma io, io ti amo”, avrei voluto urlarle
tenendo le sue mani tra le
mie, ma mi limitai ad un “bene, tu?”.
Quanto
avrei voluto che mi raccontasse la sua
giornata, dei suoi amici, dei professori, di Londra, di sé
stessa. Quanto avrei
voluto stringerla al mio petto, senza che ci fosse un domani.
“Beh..
bene”, sorrise. Era quello il sorriso di
cui avevo bisogno.
Eppure
il suo sguardo sembrava perso nel buio,
tra i pensieri.
Oggi
le avrei detto tutto ciò che sentivo, e
sarei rimasto con lei per qualche tempo. Non avevo la minima idea di
come sarei
sopravvissuto, ma cosa mi importava? Se c’era lei, avrei
potuto essere anche un
clochard.
“Steve,
ascoltami”, iniziò avvicinandosi a me e
in quel moment, lo giuro, non sentii più il mio respiro,
“ho bisogno di
parlarti”.
“Anche
io, Brenda”, le dissi occhi negli occhi.
“Uno
dei due dovrà pur cominciare…”, rispose.
Francamente
non credevo che potesse essere così
fredda con qualcuno. Non faceva parte del suo essere. “Fai l’uomo”, mi dissi.
La
guardai intensamente e feci per aprire bocca,
quando lei mi zittì poggiando un dito sulle mia labbra.
“No, non qui”, mi
rispose confondendomi ancora di più.
“Dove
vuoi tu”, risposi.
BRENDA
POV’S
Qualunque
cosa Steve volesse dirmi, Liam non
l’avrebbe sentita. Ne ero più che certa.
Così
facendo, lo presi per mano e lo portai
fuori casa. Non faceva che guardarmi dubbioso, e continuando a
camminare, lo
portai in Hyde Park. Trovammo una panchina, e ci sedemmo.
“Adesso
puoi dirmi tutto ciò che vuoi, Steve”.
Lui
rimase sorpreso dal mio comportamento, e
cercando di riprendere il filo del discorso, iniziò:
“Brenda.. io non so cosa
ti sia successo qui a Londra. Non so come tu stia, se sei felice oppure
no. Ma
so leggerti negli occhi. Sai cosa mi dicono? Che hai qualcosa che ti
turba. So
perfettamente di aver sbagliato a comportarmi così. Avrei
dovuto dirti che sono
innamorato di te molto tempo fa, ma la tua partenza mi ha sconvolto.
Volevo
soltanto che lo sapessi”.
“Steve,
abbiamo sbagliato entrambi. Anche io
avrei dovuto parlarti di ciò che il mio cuore provava molto
tempo fa.. avrei
dovuto farlo. Eppure, sai come la penso sui rapporti a
distanza”, risposi.
“Lo
so. Non ti sto chiedendo di amarmi se non è
questo che senti. Ti sto dicendo che io ti amo, e che non ce la faccio
più a
starti lontano”, sospirò prendendo le mani tra le
sue.
Sussultai.
Lui
tolse le mani tra le mie.
“Forse
non è questo ciò che vuoi”, rispose lui.
“Steve,”
dissi guardandolo dritto negli occhi,
“mettiti per un secondo nei miei panni. Sono innamorata di
te, e non ho mai
avuto il coraggio di dirtelo. Un bel giorno, ai miei genitori viene la
folle
idea che devo immediatamente traslocare a Londra: città
nuova, amici nuovi,
vita nuova. Non ho avuto nemmeno il tempo di salutare nessuno. E poi
all’aereoporto, appari tu, dicendomi che mi ami. Cosa avrei
dovuto fare? Cosa
avresti dovuto fare? E’ vero che adesso ho un’altra
vita qui, ma non ho mai
detto di non provare più nulla per te. Non voglio farti
soffrire. Ho soltanto
detto che non vedo una possibilità. Tutto qui”.
“Brenda”,
disse sorridendo, “io ho trovato
quella possibilità”.
“E
sarebbe?”
“Non
ho alcuna urgenza di tornare a casa,
siccome ci sono dei giorni di vacanza a scuola.. e posso stare qui con
te.
Magari, ci conosceremo meglio, e vedremo cosa succederà. Ci
stai?”
Annuii.
“Mi
hai tolto un peso dal petto, sai?”
“Felice
di averlo potuto fare, Madame”, sorrise.
“Steve,
siamo in Inghilterra non in Francia.
Lady, si dice Lady”, lo corressi.
“Mi
perdoni Mademoiselle”, rise.
“Non
capirai mai l’inglese, non è vero?”
“Never”.