A Twist in Blue
di Blaze Swift
Epilogo
30 anni dopo
di Blaze Swift
Epilogo
30 anni dopo
Le strade di Twinkle Snow non erano mai state così ghiacciate. I mobiani lavoravano sodo per renderle agibili al traffico e la neve scendeva libera, posandosi sui tetti e sui cappucci delle persone che passeggiavano sotto il cielo coperto di Holoska.
In una casa non molto lontana dal centro, in periferia, una lupa dal pelo bianco e con due grandi occhi azzurri scriveva su un foglio, accovacciata sulla sua scrivania, con una grande penna d’oca nella sua mano sinistra.
– Zafira, è pronta la cena! – disse una voce, da un’altra stanza.
– Arrivo, mamma! – rispose la lupa.
Zafira diede un’ultima occhiata al suo scritto, prima di alzarsi e raggiungere la sua famiglia a cena.
– Stai ancora lavorando alla tua storia, tesoro? – disse un’elegante lupa bianca.
– Sì, mamma! –
– Ti prende davvero tanto, eh? –
Zafira annuì. – Non so neanche perché, è come se lo avessi vissuto in prima persona! –
– Allora dev’essere stato un sogno molto vivido. – disse suo padre, un lupo composto e dal pelo grigio. Era comodamente seduto al tavolo, in attesa che il suo piatto venisse servito e con due grandi paia di occhiali sul suo muso.
– Talmente vivido che comincio a dubitare che sia stato solo un sogno! –
Sua madre rise e le servì un piatto di zuppa. – Hai una fervida immaginazione, Zafira! Adesso mangiamo! – disse la madre, finendo di servire tutti e sedendosi.
Zafira continuò la sua vita chiedendosi sempre se quel sogno fosse stato davvero un sogno o se fosse stata un’avventura in una vita passata. Ma il ricordo di ciò che aveva raccontato nella sua storia, ai suoi figli e ai figli dei suoi figli, era diventato leggenda. La leggenda veniva raccontata con una tale enfasi da diventare un mito. E continuò a vivere anche dopo di lei, impressa nella storia di Mobius.
Tutti conoscevano la storia di Zafira e del suo incontro con Sonic, che cambiò le fondamenta e il destino di Mobius.
In una casa non molto lontana dal centro, in periferia, una lupa dal pelo bianco e con due grandi occhi azzurri scriveva su un foglio, accovacciata sulla sua scrivania, con una grande penna d’oca nella sua mano sinistra.
– Zafira, è pronta la cena! – disse una voce, da un’altra stanza.
– Arrivo, mamma! – rispose la lupa.
Zafira diede un’ultima occhiata al suo scritto, prima di alzarsi e raggiungere la sua famiglia a cena.
– Stai ancora lavorando alla tua storia, tesoro? – disse un’elegante lupa bianca.
– Sì, mamma! –
– Ti prende davvero tanto, eh? –
Zafira annuì. – Non so neanche perché, è come se lo avessi vissuto in prima persona! –
– Allora dev’essere stato un sogno molto vivido. – disse suo padre, un lupo composto e dal pelo grigio. Era comodamente seduto al tavolo, in attesa che il suo piatto venisse servito e con due grandi paia di occhiali sul suo muso.
– Talmente vivido che comincio a dubitare che sia stato solo un sogno! –
Sua madre rise e le servì un piatto di zuppa. – Hai una fervida immaginazione, Zafira! Adesso mangiamo! – disse la madre, finendo di servire tutti e sedendosi.
Zafira continuò la sua vita chiedendosi sempre se quel sogno fosse stato davvero un sogno o se fosse stata un’avventura in una vita passata. Ma il ricordo di ciò che aveva raccontato nella sua storia, ai suoi figli e ai figli dei suoi figli, era diventato leggenda. La leggenda veniva raccontata con una tale enfasi da diventare un mito. E continuò a vivere anche dopo di lei, impressa nella storia di Mobius.
Tutti conoscevano la storia di Zafira e del suo incontro con Sonic, che cambiò le fondamenta e il destino di Mobius.
FINE