Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: malpensandoti    27/04/2014    11 recensioni
Vuole sentire, non provare.
Sentire l’adrenalina con il top non pagato dentro la borsa, il rossetto che non è passato dalla cassa, sentire le mani dell’ennesimo ragazzo sui fianchi e tra le gambe, sentire il sapore ruvido del fumo contro il palato e giù per la gola.
Provare attrazione, provare a stringere la mano a qualcuno, sorridere quando si sta bene, provare preoccupazione, rabbia, rimpianto, ansia, forse amore. Provare e provarci.
Poi arriva Niall Horan, e cambia tutto.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



capitolo cinque







Frida è vegetariana dall’età di dodici anni, ma, diversamente da quello che pensano i suoi insegnanti, non è stupida. È semplicemente attenta a quello che vuole lei, sempre esuberante e sorridente, con una parlantina il più delle volte stancante e con una sessantina di richieste d’amicizia in sospeso su Facebook.
E, non essendo stupida, a Frida basta una fugace occhiata a Niall per capire che c’è qualcosa che non funziona.
Il ragazzo tiene il capo appoggiato contro il banco dell’aula d’inglese, gli occhi chiusi e i pugni stretti nelle sue ciocche biondicce.
Frida entra in classe con le sopracciglia già aggrottate e l’attenzione delle sue compagne sembra tutta rivolta verso Niall. Parlano, sussurrano nelle orecchie delle altre, sbuffano, ridacchiano.
“Cos’è successo?” chiede Frida a Gina Willis, seduta sulla cattedra. Ha un sacco di lentiggini e i capelli rossi, la corporatura robusta e l’apparecchio ai denti storti, ma ha dei bellissimi occhi verdi.
“Non lo so, è entrato così” scrolla le spalle e torna a parlare con Margareth Corviero.
Frida si sente tanto una mamma, mentre squadra con delle occhiate fulminanti le sue compagne che continuano a spettegolare su Niall. Le danno fastidio e non fanno altro che aumentare il malumore del ragazzo, ne è convinta.
Lo raggiunge lentamente, come per osservarlo meglio, poi quando è davanti a lui stringe la cinghia del suo zaino, leccandosi le labbra.
“Facciamo un giro?”
Niall non si premura neanche di aprire gli occhi mentre fa scorrere la sedia sopra la moquette blu dell’aula e si alza in piedi. Poi li spalanca, sospira rumorosamente e pare esausto: “Andiamo” sibila, poi esce dall’aula prendendo il suo zaino ancora chiuso.
E Frida, nonostante tutto, è quasi contenta perché è arrivata a quel punto dove lei tiene a lui e lui si fida di lei. Così sfoggia un sorriso vittorioso alle sue compagne di classe, senza pensarci due volte.
Bastarde.
 
 
 
 




C’è il vento, sugli spalti del campo da calcio.
“Quindi…”
“Ho troppi casini in testa, Frida. Non so più cosa cazzo fare. Non ne esco”
“Del tipo?”
C’è la sigaretta di Frida dal pacchetto di Niall che si sta consumando tra le sue dita.
“Andiamo, Frida. Hai visto la gente con cui giro? Zayn? Louis? L’occhio nero di Liam, l’hai visto?”
“Non capisco di cosa tu stia parlando. Vai al punto”
Ci sono i talloni delle mani di Niall che sono piantate contro i suoi occhi chiari e la sua pelle chiara che contro il vento si arrossa ancora di più.
“Il punto è che siamo delle teste di cazzo, siamo dei coglioni, dei drogati. Chiamaci come vuoi”
“E quindi? Non siete gli unici che si fanno le canne! È solo questo il problema? Sai quanta gen…”
“Io sniffo, Frida”
C’è la sigaretta di Frida che rotola sul gradone più basso, lei che chiude appena gli occhi e la sua gola secca.
“Oh”
“Già”
Niall sospira pesantemente, appoggiandosi coi gomiti al cemento dietro di lui, china la testa per passarsi le dita tra i capelli e guarda il campo vuoto davanti a sé. Frida gli è seduta accanto, con le gambe incrociate e la faccia ricoperta dai capelli che non stanno fermi, il cielo è grigio e forse pioverà.
“Ieri ho litigato con il compagno di mia madre. Cazzo, dovevi vederla – mormora lui, con la voce stanca – ci siamo presi a pugni, ma lui è un figlio di puttana e non è riuscito a farmi nulla. Poi mia madre l’ha cacciato di casa ed io sono uscito dalla finestra. Sono tornato verso le due e lei dormiva contro la porta chiusa della mia camera”
E ci sono anche i brividi sulle schiena di Frida che non c’entrano col freddo ma con le parole. E questo lato della vita di Niall è un lato che lei non conosceva e che non avrebbe mai immaginato. È straziante perché sembra una puntata di Criminal Minds e invece è tutto vero, reale, e lei stessa lo può toccare sfiorando le spalle magre del suo amico. Fa male perché ha sempre visto Niall come quello indistruttibile e adesso sembra sabbia che col vento che c’è viene spazzata via davanti a suoi occhi.
“Perché avete discusso?” gli domanda, mordendosi le labbra subito dopo.
Niall si accende una sigaretta velocemente, poi risponde.
“Quello stronzo stava parlando di me con mia madre. Diceva cose come ‘Non combina mai niente di buono’ oppure ‘Frequenta brutti giri’, poi ha iniziato a parlare della scuola e del mio rendimento scolastico, di quanto mi farebbe bene il riformatorio e del fatto che con la storia della rissa con quello sfigato di Mitchell mi sono giocato l’anno. Edwin ha sporto denuncia sai? – si volta a guardarla e accenna un sorriso rabbioso – Figlio di puttana… I miei amici lo vogliono pestare, così magari capisce meglio che non deve fare il furbo. Ad ogni modo, mi sono incazzato tantissimo perché odio quando mia madre e il suo compagno parlano di me. Gliel’ho detto, lui ha alzato la voce come se fosse mio padre e io l’ho spinto, lui mi ha spinto e beh, il resto si capisce. Credo di avergli rotto il naso”
Nonostante tutto, a Frida viene da sorridere. Si allunga verso di lui, scompigliandogli i capelli: “Ma ti piace proprio, rompere il naso alle persone?” gli domanda.
Niall scoppia a ridere di gusto, e nei suoi occhi non si scorge più quel vuoto apatico come quando parlava. Sono di nuovo luminosi, sereni, forse ancora arrabbiati ma Frida s’accontenta lo stesso.
Lui l’abbraccia con entrambe le braccia e entrambi finiscono sdraiati sul gradone, a guardare il cielo plumbeo, stretti.
 
 
 
 
 


Rosie va a correre tre volte a settimana nelle settimane che vuole lei.
Quelle parecchio tristi e deprimenti come questa settimana.
Fa il giro di quattro isolati, poi attraversa il Weed Park e finisce davanti al negozio dell’usato che c’è prima di Tesco. Quando è parecchio stanca, ruba una bottiglietta di acqua – la cassiera di Tesco è una compagna di Frida e non bisogna mai mettersi contro Frida – e prende il 105, scendendo qualche fermata prima di casa sua.
Oggi però non piove e il vento si è placato, non fa ancora buio e lei ha voglia di camminare ascoltando tutto il cd dei The Neighbourhood.
Ci ha messo meno di due ore per arrivare da Tesco e sta tornando indietro, ha già superato il Weed e gli uffici postali. Le rimangono solo tre isolati o poco più.
Cammina orgogliosamente accanto alle macchine parcheggiate sul marciapiede, lo sguardo fiero e le gambe agili. Ai piedi, le sue Nike fluorescenti che Harry ha definito pessime la fanno sentire anche più alta e atletica.
Si guarda intorno, osservando con indifferenza le casette piccole e tutte ammassate del quartiere, in mattoni qualche volta dipinti dei più svariati colori.
Si ferma di scatto nel momento in cui, da una di queste case, è la figura di Niall Horan quella che esce. Il ragazzo ha una felpa blu col cappuccio alzato e un paio di pantaloni pesanti della tuta, con delle Nike ai piedi parecchio rovinate. Esce dal vialetto costeggiato da un giardinetto piccolo e curato e fa per infilarsi le cuffie nelle orecchie, quando Rosie si sfila le sue e dice: “Ah, quindi è questo quello che fai quando tua moglie esce di casa?”
E non è per niente divertente, se ci si pensa. Anzi, è imbarazzante. Si morde subito le labbra e si maledice per non essere stata zitta.
Il ragazzo, adesso davanti a lei, alza la testa di scatto, e la sua espressione si trasforma subito. Le sorride apertamente e rimette l’iPod dentro la tasca della felpa.
“Amore, ti posso spiegare…Non è come pensi, giuro” sta al gioco, e Rosie sorride ampiamente per non dargli la soddisfazione di vederla ridere.
“Inventati le scuse per gli avvocati. E sappi che voglio almeno mille sterline di alimenti”
Niall invece scoppia a ridere rumorosamente, chiudendo addirittura gli occhi.
La sua risata è un miscuglio di suoni. C’è un sospiro iniziale, poi un riso aperto, che coinvolge e imbarazza allo stesso tempo e che si spegne lentamente con piccoli singhiozzi.
“Che ci fai qui?” le domanda a quel punto.
Rosie scrolla le spalle: “La stessa cosa che fai tu, immagino” risponde, lanciando un’occhiata al suo abbigliamento.
Niall annuisce e le fa segno di raggiungerlo. Iniziano a camminare vicini, non troppo.
“Hai già finito?” le chiede, con un sorriso.
“Già – conferma la ragazza – Sto tornando a casa. Abito a qualche isolato di distanza”
“Perfetto, allora. Ti accompagno”
Le loro mani si sfiorano mentre parlano del più e del meno, Rosie ritrae le dita ogni volta che sente di star andando troppo oltre.
Sono sensazioni strane quelle che sente. Non ha mai avuto un fidanzato, ha avuto delle storie con dei ragazzi che sono durate tre settimane o una notte intera, ha avuto letti in cui fare sesso e poi dormire schiena contro schiena e ha avuto angoli bui dove toccare e lasciarsi toccare.
Questo però è strano, perché è diverso e nuovo. Perché c’è luce e Niall la sfiora involontariamente e basta, perché entrambi ridono e raccontano, chi più e chi meno.
Quando arrivano davanti a casa di Rosie, Niall sorride ancora. Ha le guance rosse, i denti bianchi e gli occhi blu, vispi.
Lei è ancora leggermente sudata, coi vestiti da mettere in lavatrice e la voglia di farsi una doccia e restare ancora con lui.
Quando il ragazzo si china leggermente verso di lei, Rosie spalanca gli occhi e gli mette una mano sulla bocca, bloccandolo malamente.
“Scherzi, vero?” gli domanda, incredula.
Niall ride contro il suo palmo, poi si tira indietro e la guarda, scrollando le spalle: “Ci stava” si giustifica.
“Sei fidanzato”
“Non pensare ad Angelina –  mormora lui indifferente e le lascia un bacio sulla guancia – Ci vediamo in giro”
“Come ti pare”
E non c’è bisogno di dire a qualcuno che lei non ha smesso di sorridere sotto la doccia o a cena. Non c’è bisogno neanche di far sapere in giro che è stata bene.
‘Che sì, è stata bene.









con l'intera discografia di drake come sottofondo, vi dico haaaaaola
dunque, questo capitolo è il primo capitolo che io posso definire importante perché si vengono a sapere un sacco di cose riguardo niall! ho cercato per mari e monti altri termini per sostituire il banale "sniffare", ma non credo che esista il rispettivo "stendere" inglese. btw mi informerò, anche perché sarà un tema che da adesso in poi sarà frequente in questa storia.
ho aspettato un po' prima di pubblicare perché, detto sinceramente, mi aspettavo qualche parere in più ahaha mi ricordo ai tempi di no church quando mi facevate sapere tutto per recensione o anche solo su ask e okay, magari io sono una nostalgica, però. boh, mi ""mancano"" quei tempi! ahah non lo so cosa io abbia fatto, ma mi sembra di avere lettrici parecchio più fredde e distaccate e volevo sapere il perché!
ad ogni modo, grazie di cuore a tutte, siete preziose.
aspetto i vostri pareri ovunque ahah perché sono curiosa di sapere se l'evolversi di questa storia è ciò che vi aspettavate o meno!
ho pubblicato una os l'altro giorno, nel caso non sappiate cosa fare qui c'é il link: Vorrei portarti via
a presto,
caterina







  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: malpensandoti