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Autore: FeDeRiCa_06    21/07/2008    1 recensioni
“È solo perché sono una Grifondoro, vero?” urlò decisa Allyson alla schiena del professore.
Questo si voltò lentamente, osservandola.
“Se fossi stata una Serpeverde sarebbe stata tutta un’altra cosa! Avrei ottenuto un Eccezionale anche se meritavo un Troll! Beh, allora vorrei domandarle una cosa: ritiene corretto un comportamento del genere?” continuò accecata dal rancore.
Piton la fissò un po’ con i suoi occhi neri simili a un lungo tunnel, prima di rispondere:
“Non si tratta di Serpeverde o Grifondoro, ma di capacità nella materia. Capacità di cui, insisterò ancora nel dirlo, mi sembra che lei manchi. Ha ancora parecchia strada da fare …”

La prima Fanfiction che pubblico, siate clementi XD è ambientata prevalentemente negli avvenimenti del sesto libro, ma ci sono dei flash back di tanto in tanto. Per il momento il rating è giallo, più avanti potrebbe diventare anche rosso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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A New Life

Capitolo 1


30 Giugno 1991, Hogwarts

“Ally? Hai visto per caso la mia sciarpa qua in giro?”

La giovane Grifondoro si voltò a guardare la compagna china sotto il suo letto a scrutare il pavimento.

“No. L’hai persa?” le chiese allora piegando una camicetta e riponendola nella valigia aperta davanti a lei.


Quella era l’ultimo indumento. Non c’era più nulla in giro nel suo dormitorio; le ante degli armadi erano spalancate e al loro interno risaltavano solo tre scaffali vuoti, i muri mancavano a loro volta di tutti i poster che durante quei sette anni le ragazze vi avevano attaccato.


“Credo di si, accidenti!” scattò l’amica continuando a scrutare per tutto il dormitorio nervosa.


“Beh, dai … in fondo era solo una sciarpa …”


“Era la nostra sciarpa di Grifondoro, Allyson! Ne avevo solo una, le altre sono stata costretta a buttarle …” si innervosì ancora di più l’amica.

Solo allora Allyson potè distinguere chiaramente un singhiozzo. Preoccupata si avvicinò all’amica e le cinse le spalle con un braccio.

“Ehi … che cosa succede?” le chiese comprensiva.


“Scusami …” fece quella tirando su col naso. “È che non sopporto l’idea di lasciare questo posto … dopo sette anni … Hogwarts è la mia casa, capisci? Non riesco ad accettare il fatto che abbiamo già preso i M.A.G.O e che sia ora di togliersi di mezzo …”


Allyson accompagnò l’amica a sedersi sul suo letto. Tirò fuori dalla tasca della gonna un fazzoletto e glie lo passò.


“Grazie …” fece quella asciugandosi gli occhi.


“Figurati, Mel. Ti capisco, sai? Ma non è davvero finita … insomma, per il momento è difficile da accettare, ma ora siamo streghe a tutti gli effetti! Ora ci aspetta il lavoro … non sei entusiasta al pensiero che potrai finalmente vedere tutte le Creature Magiche che vuoi?”


“Si, hai ragione …” singhiozzò ancora Mel. “Però è davvero brutto … ne abbiamo passate tante, no? Mi mancherà tutto … le passeggiate al lago, i compiti fino a tarda notte in Sala Comune, le lezioni, il Natale, le partite a gobbiglie … e si, anche le punizioni con Piton!”


Allyson la guardò e scoppiò a ridere.


“No, no. A me non mancheranno proprio, né lui né le sue punizioni!” disse scuotendo la testa con enfasi.


“Alla fine ti ha fatto uscire con Eccezionale però. Non me lo aspettavo … in questi sette anni non ha fatto altro che prenderti continuamente di mira e non dare importanza al tuo grande talento nella materia! Sei una pozionista bravissima! Finalmente l’ha voluto riconoscere!” disse Mel asciugandosi le guance umide.


“Si … beh, questo non cambia le cose! Non basta di certo un Eccezionale ai M.A.G.O per cancellare sette anni di battutine offensive e ingiustizie … Ci sarebbe proprio da andare nel suo ufficio e dirgliene quattro! In fondo la scuola è finita … mi piacerebbe togliermela questa soddisfazione …”


“Non ne avresti mai il coraggio …” scosse la testa Mel.


“Tu dici?” le chiese Allyson alzandosi e scendendo le scale fino alla Sala Comune.


Attraversò il buco del ritratto e si apprestò a scendere le molte scale che la separavano dai sotterranei.

Raggiunse la Sala d’Ingresso prima di quanto si aspettasse: era vuota. Dovevano essere tutti chiusi nei loro dormitori a fare le valigie … la cosa le mise un po’ di tristezza, ma cercò di non dargli troppa importanza e iniziò a scendere nei sotterranei: attraversò i bui corridoi fino a trovarsi davanti alla porta dell’ufficio del tanto odiato professore. Si chiese se era il caso di togliersela quella soddisfazione … in fondo le andava bene così, avrebbe potuto fare dietrofront e raccontare a Mel che invece aveva davvero mandato Piton a quel paese.
Si stava proprio apprestando a tornare indietro quando la porta si spalancò all’improvviso e la ragazza si trovò faccia a faccia con l’antipatico professore di pozioni; egli sembrò un momento sorpreso di sorprenderla lì impalata davanti a lui, poi arricciò le labbra in quel tanto odiato sorriso ironico.

“Signorina Mallard, qual buon vento?” domandò con la sua solita voce melliflua inarcando un sopracciglio.


“Ehm … salve, Professore.” cercò di riprendersi Allyson.


“L’avverto, a differenza sua non ho tempo da perdere, per cui si affretti a spiegare la sua presenza dinnanzi a me anziché nel dormitorio a fare le valigie.” disse con tono freddo e indifferente chiudendosi la porta alle spalle.


“Beh …” indugiò Allyson cercando di recuperare la voglia di togliersi quella soddisfazione. “Io … volevo ringraziarla. Si, volevo ringraziarla per l’Eccezionale che ha accettato finalmente di mettermi …”


“Signorina Mallard, non credevo che la sua fantasia fosse in grado di viaggiare così altrove.” la interruppe Piton col solito tono gelido guardandola dritta negli occhi. “Sono stati gli esaminatori esterni a fare questa scelta che io, a differenza di quel che ha evidentemente capito, disapprovo a pieno.”


Colpita e affondata, pensò Allyson in preda al risentimento che sentiva crescere dentro di sé.


“E ora, se ha finito con le sue supposizioni errate, devo andare. Le auguro una buona carriera lavorativa.” disse superandola, il lungo mantello ondeggiante al suo passo rapido.


“È solo perché sono una Grifondoro, vero?” urlò decisa Allyson alla schiena del professore.


Questo si voltò lentamente, osservandola.


“Se fossi stata una Serpeverde sarebbe stata tutta un’altra cosa! Avrei ottenuto un Eccezionale anche se meritavo un Troll! Beh, allora vorrei domandarle una cosa: ritiene corretto un comportamento del genere?” continuò accecata dal rancore.


Piton la fissò un po’ con i suoi occhi neri simili a un lungo tunnel, prima di rispondere:


“Non si tratta di Serpeverde o Grifondoro, ma di capacità nella materia. Capacità di cui, insisterò ancora nel dirlo, mi sembra che lei manchi. Ha ancora parecchia strada da fare …”


“Non dica assurdità!” lo interruppe Allyson con forza. “Ho passato sette anni qua dentro a subirmi i suoi insulti e a vedere la mia Casa perdere punti ingiustamente, quando ero la più brava del mio corso …”


“Signorina Mallard, la invito caldamente a darsi una calmata.” la interruppe lui guardandola severamente. “Non ammetto che mi si parli con questo tono, indipendentemente dal fatto che sia il suo ultimo giorno in questa scuola. Come le ho già detto devo andare, si può sapere che diavolo vuole ancora? Lo ha ottenuto il suo tanto agognato Eccezionale, no? Beh, allora si tolga dai piedi.” terminò scandendo bene le ultime parole.


“Lei pretende il rispetto quando è il primo a non averne verso chi le sta antipatico! Poi per cosa? Semplicemente per la casa di appartenenza! Non le sembra un tantino infantile?”


Allyson capì di essersi spinta troppo in là quando l’ultima parola le era saltata alla mente, ma non aveva fatto in tempo a frenarsi che l’aveva giù pronunciata. Vide le labbra del professore privarsi della solita incurvatura e farsi più strette, l’espressione solitamente ironica e beffarda mutarsi in una di puro fastidio. Ripercorse i suoi passi lentamente fino a trovarsi di nuovo davanti a lei, forse leggermente più vicino di prima; la Grifondoro si sentì investita dal puro odio che traspariva dallo sguardo che le posò addosso.


“Infantile? Una ragazzina di appena diciotto anni pretende di conoscermi abbastanza da poter affermare una simile idiozia? La verità è che sei identica in tutto e per tutto alla tua stramaledetta casa!” Allyson si sorprese per il fatto che ora le dava del “tu” e che il suo tono si era fatto più basso e sprezzante. “Coraggiosi e nobili di cuore, così vi definite; ma sapete tirare fuori queste due caratteristiche solo quando vi fa comodo o quando potete! Lo dimostra questa conversazione. Non saresti mai venuta a darmi dell’infantile durante il corso dell’anno, o in quelli passati … ora che hai preso i tuoi M.A.G.O però, e sei sicura che questo gesto non avrà conseguenze, hai improvvisamente tirato fuori quel coraggio di cui tanto vi vantate! Io la chiamerei più codardia …” disse facendo un passo avanti, accecato dalla collera ma rimanendo comunque inalterato.


“Ti ho osservata nel corso di questi sette anni … non hai mai avuto una personalità definita, hai sempre frequentato amicizie che potessero garantirti una serena vita lontana dai guai, non hai mai rischiato! E per un pozionista il rischio è tutto! Sei ancora una stupida ragazzina spaventata, ed è per questo che non ti meritavi il voto che hai preso!” concluse.


Dopodichè si voltò e riprese il suo cammino veloce fuori dai sotterranei, lasciando lì impalata una Allyson incapace di trattenere le lacrime di rabbia che le scendevano copiose lungo le guance arrossate. Glie l’avrebbe fatto vedere lei se era spaventata … eccome! 
  
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