Molte volte nei libri e nei film si è portati a pensare che quando uno svenga anche i suoi sensi vadano perduti ma ciò non è così. E’ quasi sempre certo che il vostro udito ed olfatto si acutizzino ma che ogni vostra percezione vada perduta non appena la vista prende il sopravvento. Ed è proprio questo che accadde a Harry Potter non appena si svegliò, se avesse prestato maggior attenzione ai segnali che il suo corpo gli lanciava, avrebbe notato dei piccoli ma importanti inizi di un cambiamento in lui. Aimè noi tutti conosciamo sin troppo bene la capacità di osservazione di questo ragazzo, da anni messa in evidenza da professori. Il giovane Potter se ne stava tranquillamente straiato nel proprio letto, rincuorandosi nel piacevole torpore delle lenzuola, sino a quando il ricordo dell’altra sera non lo risvegliò del tutto. Oramai completamente attento a ciò che lo circondava, iniziò a cercare il libro degli incantesimi che aveva preso a Hogwarts nella sezione proibita lo scorso inverno ma pur cercando e rivoltando la stanza, il vecchio tomo non venne fuori. Disperato, il ragazzo pregò di non essersi maledetto da solo, dove ironia della sorte se non l’avesse fatto il suo nemico sembrava che avrebbe provveduto da solo. Finalmente, dopo un lungo monologo d’imprecazione, il giovane decise di utilizzare quel poco che gli rimaneva d’intelletto per capire cosa gli fosse successo l’altra sera. Prese tutti i libri di magia e stregoneria che possedeva e iniziò a leggerli uno a uno cercando anche solo un punto di riferimento all’incantesimo letto ma sembrava che ogni sforzo compiuto dal giovane fosse vano. Certo, ora mai di non potersi sottrarre all’inevitabile, prese in mano un foglio di pergamena immacolato e con un po’ d’inchiostro e una piuma d’oca scrisse una lettera d’aiuto all’unica persona che egli conosceva, abbastanza colta e discreta, da poterlo aiutare e una volta finita la lettera, la consegnò alla sua fidata Edwige. Dovette attendere tutta la giornata ma alla fine una lettera giunse in suo aiuto. Non appena Harry aprì la propria corrispondenza, una forte voce femminile dimostrò il proprio risentimento, minacciando il giovane di trasformarlo in un riccio di mare se si fosse azzardato ancora una volta a rifare ciò che ha fatto la scorsa notte. Dopo vari minuti e diverse imprecazioni, l’aiuto tanto atteso avvenne e la fanciulla informò il giovane che l’incantesimo da lui formulato era uno degli antichi incantesimi inventati ed utilizzati da Salazar Serpeverde. Una formula oramai andata persa nel tempo poiché per poterla formulare bisognava parlare per l’appunto il serventese. Anche la giovane non ebbe molta fortuna con le varie ricerche ma con quel poco che trovò, consiglio al proprio amico di cercare cambiamenti fisici di ogni genere su di se perché l’incantesimo aveva la precisa funzione di svelare ciò che era nascosto da fatture precedenti. Appena ebbe finito di ascoltare la lettera, Potter si precipitò a perdifiato verso il salotto al piano inferiore e ponendosi di fronte ad uno specchio potette finalmente osservare tutti quei cambiamenti di cui accennava l’amica. Per prima cosa notò di aver acquisito almeno tre centimetri d’altezza; i capelli già di un castano scuro, divennero di un nero acceso; i lineamenti del viso maggiormente marcati ma che allo stesso tempo gli donavano una maggiore armonia. Rimase a studiarsi ancora per qualche ora, e stanco di cercare risposte dove ancora non vi era possibilità di trovarne, decise che era giunta l’ora di andare a letto. Durante la notte mentre il giovane dormiva serenamente una luce assomigliante a un’aura magica dorata, avvolgeva il ragazzo, e man mano che le ore passavano la luce, mutava di colore e intensità.