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Autore: Jeade__    29/04/2014    6 recensioni
“L'amore non ha senso. E' soltanto una botta di culo. Se arriva ti ritrovi tra rose e fiori, altrimenti è soltanto una pugnalata dritta nel petto. Tutto quello che ti costruisci per arrivare a raggiungerlo, te lo vedi bruciare come carta davanti agli occhi.
Fanculo."
[III capitolo, Scarlett.]
___
La storia, di come il destino possa sorprenderci ogni volta. Di come spesso le persone non ne prendono atto, perdendo così "la retta via".
Perdiamo noi stessi, ritrovandoci a vicenda.
Un gico di intrecci di diversi destini, ed è proprio di questo che voglio parlarvi, mie lettrici.
La vità di ognuno non è che un gomitolo. Esso si intreccia ad altri, si divide, si spezza.
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"Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla Terra, e che essa fa parte di noi quanto noi di essa.
Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri.
E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare o lottiamo per cambiare.
Alcuni non lo trovano mai.
Ma ci sono quelli che vi sono guidati!"
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Se vi ho incuriosita, passate. Aspetto un vostro commento :)
A presto!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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2 Capitolo-

 

-This is my life, not your.-

 

            
Era tornata a casa da solo pochi minuti dal lavoro e si era dedicata a sistemare al meglio quel piccolo, ma semplice abitacolo nei pressi della periferia di Londra.


Adagiò delicatamente la borsa sul grande tavolo in legno nella piccola sala da pranzo, e si diresse in cucina.
In ogni ambito della sua vita, era una persona posata, equilibrata, e ragionevolmente brillante. Ed è inutile dire che gli studi, finirono in grande bellezza. Prese il massimo dei voti. Terminò con successo, il suo primissimo ruolo nel mondo dell'istituzione, come rappresentate d'istituto, diretto per tre anni consecutivi.
Tipica ragazza posata, gentile e servizievole.

I suoi genitori, due noti miliardari londinesi, disposti a mostrare il loro bene materiale donandolo alla loro unica primogenita.
Non che a Margot, dispiacesse tutto questo. Ma non era una tipa vanesia, ecco perché se n'era andata da quel clima troppo altezzoso che le donava la famiglia.

Ora era indipendente, benché i genitori le inviassero una bella somma ogni mese, si era sistemata bene anche da sola.
Purtroppo, i genitori non entusiasti della sua sistemazione, costrinsero la quasi diciannovenne, Margot, a mentire sul suo conto.

Loro, non sapevano che stava trascorrendo i suoi anni più belli in una piccola casetta rustica insieme alla sua nubile amica. E non sapevano nemmeno che aveva distrutto il modulo di iscrizione per la nota università di Yale, comprato dal padre in persona. E non sapevano nemmeno, che stava lavorando come cameriera in un piccolo bar all'angolo della strada NewDaily, accanto casa sua. Una ragazza, con miliardi di dollari da poter ereditare, trovarsi a fare un lavoro come cameriera? Non gliel'avrebbero mai permesso.

Per loro, Margot era la tipica ragazza, che amava immergersi in vasche piene di soldi, andare a fare shopping ogni giorno e scorrazzare per le vie più chic di Londra, con la sua Jaguar nera laccata.

No.

Margot amava la vita di campagna, amava passare le serate a divorare libri, avvolta nella sua calda coperta di pail sorseggiando tea alla cannella. Era una tipa disponibile, sempre pronta ad aiutare il prossimo.

Praticamente, la ragazza della porta accanto. Ragazza che non voleva essere giudicata in base al suo stato monetario, ma per quella che era veramente.

Un tipo peperino -uno dei geni, sicuramente ereditati dalla madre-. Non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa a nessuno.
La determinazione era dalla sua parte.

-Marghe? -

La ragazza si voltò mentre era presa nei preparativi del suo famosissimo tea alla cannella.

-Si?-
-Sei tornata tardi oggi. Doppio turno?- disse la ragazza mora che la guardava da dietro il cornicione della porta.
-Magari... mi hanno chiesto se potevo sostituire tre turni consecutivi, così mi avrebbero detratto ore i prossimi giorni.- rispose la diretta interessata appoggiandosi accanto al lavandino, stropicciandosi, gli occhi. Segno di pura stanchezza.

 

-povera la mia Marghe- disse l'amica avvicinandosi e circondandola in un abbraccio affettuoso.-So io quello che ti serve..- disse staccandosi per poi posare le mani sulle sue spalle e guardandola negli occhi.

Margot osservò quel viso tondo che accoglieva due occhioni color cioccolato e un sorriso mozzafiato.
Era bellissima. Quei capelli lunghi ondulati e castani le delineavano il volto, risaltando la vivacità dei suoi occhi.

-e sentiamo cosa sarebbe?- chiese l'amica divertita.
-una bella giornata insieme. Niente faccende, niente lavoro, niente volontariato. Solo tu ed io, una bella passeggiata sul lungo mare, foto, sclero e divertimento! Che ne dici?- chiese l'altra, entusiasta.

Apparvero dei sorrisi sulle labbra di entrambe e le braccia dell'una e dell'altra non tardarono ad intrecciarsi.

-Oddio Emma, ne avrei proprio bisogno! Ma quando?-
-Io direi che domani mattina potremmo già partire, ho già visto le previsioni e un tempo così bello domani non si ripeterà... quindi.. dobbiamo affrettarci!-

Una risata avvolse l'aria di quella piccola casetta.

Era bello poter condividere questi momenti insieme. Sapere che non si è mai da sole.
Sapere che c'è sempre qualcuno su cui contare.

Ecco, quella era amicizia.
Emma e Margot si conoscevano oramai da anni. Frequentarono le medie e le superiori insieme, e adesso sono più unite che mai.
Si sono sempre sostenute a vicenda.
Certo, qualche litigio di tanto in tanto poteva avvenire, ma non ci sarebbe stato nulla che questa amicizia non poteva superare, se non insieme.

 

 

 

 

-E' libero questo posto?-

Ysabel si girò di scatto al suono di quella sconosciuta voce. Alla sua destra vi era una ragazza, ne troppo alta ne troppo bassa. Una via di mezzo.

Aveva una carnagione chiara, che le evidenziava gli occhi color ghiaccio, che al contrario della gamma di colore a cui appartenevano, risultavano vivaci e caldi. La chioma era apparentemente liscia e di un biondo cenere, sistemata in una treccia improvvisata.

-Oh, si certo.- rispose Ysabel con uno dei suoi miglior sorrisi.

-Grazie mille, ero andata al bagno, ma appena ho raggiunto il mio posto un maleducato ha ben pensato di fregarmelo.- disse con aria seccata.
-oh, che cafone.-

-e non è tutto! Ci sta pure schioccando un pisolino!- spiegò questa volta, accennando un sorriso divertito che contagiò immediatamente la ragazza mora alla sua sinistra.


-parliamo di maleducazione ed io non mi sono ancora presentata, che sbadata! Piacere, Havanna- disse lei porgendo alla nuova compagna di viaggio, la mano.
-Non preoccuparti, piacere Ysabel.-
-che nome particolare! Sei straniera?-
-No, sono nata a Dublino.- spiegò la diretta interessata.
-Anche io! E ora, come mai vai a Londra?- chiese Havanna con un accenno di curiosità.
-Ho appena finito gli studi e ora voglio aprire i miei orizzonti e vedere cosa ha da offrirmi questa città.-

La nuova amica la guardò sorridente, ascoltando interessata -Che coincidenza, anche io ho appena finito gli studi a Dublino. Ho deciso di frequentare il liceo lì, ma ogni tanto torno a Londra dall'altra parte della famiglia.-

-L'altra parte?- chiese Ysabel, non comprendendo.

-Si, ho una famiglia alquanto numerosa. I miei, hanno divorziato quando ero piccola. Ma mantengo i contatti con entrambi. Solo che la famiglia di mia madre abita in Irlanda, quindi resto con lei durante l'anno scolastico, facendo qualche tappa a Londra per le feste, e in estate.. infatti.. eccomi qui!- disse lei sorridendo.

Ad Ysabel piacque subito, Havanna. La trovava una tipa solare, estroversa e inoltre era molto carina sia d'aspetto che d'animo.

-Quindi tu hai, un fratello maggiore e quattro sorelle, che abitano a Londra con tuo padre?- chiese Ysabel alquanto sconvolta dal numero dei familiari.
-Beh si, in realtà mio padre è sempre in viaggio e molto spesso lascia le sorelle dai miei nonni oppure le porta con se. Infatti, escludendo le feste io sono sempre a casa da sola con il mio fratellone.-
-Che bello deve essere avere così tanti fratelli- disse Ysabel più a se stessa, che alla sua nuova amica.

-Già, non te l'ho chiesto! Ma tu sei figlia unica?-

 

Il gelo.

 

Tutta quella disinvoltura che aveva acquistato parlando con Havanna, svanì immediatamente.

E adesso?

Non voleva fare la parte della piccola orfanella smarrita.
Se c'era una cosa che l'aveva spinta ad andarsene dalla sua città natale, è stata anche la decisione di cambiare stile di vita.

 

Avrebbe finto.
Solamente recitato, ma per una buona causa.

Avrebbe, comunque, intrapreso le ricerche di suo fratello.
Senza andare nell'occhio.

 

-Si, sono figlia unica.- disse lei sicura. O quasi.


 

Leggete,please E' IMPORTANTE!


Jeade's point of view:

Hey hey hey eccomi qui!

Prima di parlare del capitolo, volevo ringraziare due ragazze : Rery e Red_Bow  , che mi stanno aiutando con la storia.
Grazie ragazze, siete fantastiche!

Bene, parliamo del capitolo.
Avete visto? Ho introdotto un'altra storia nella storia! Wuoho! (?)
Margot ed Emma. Due tipe inseparabili, no?
E poi, abbiamo scoperto chi era la voce sconosciuta del capitolo precedente! Ve lo aspettavate?
Havanna, anche lei nuovo personaggio. Che ne pensate? Avete un giudizio sul suo conto? Fatemi sapere!
Ed infine la nostra Ysabel, che alla fine del capitolo prende una grande decisione.

Dopo avervi rotto un pò le scatole, chiudo il discorso.
Un abbraccio, vi prego recensite e RISPONDETE!!  ;)

Jeade__




 

 
   
 
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