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Autore: Birra fredda    29/04/2014    2 recensioni
Aziel è un angelo sfuggito al Paradiso per il suo amore, un demone di nome Belial.
Un amore malato, una passione travolgente, due corpi, un'anima pura e una maledetta che convivono in una casa immersa nel verde delle colline abruzzesi.
Cosa ne sarà dell'amore quando le cose cominceranno a farsi più difficili e sarà ripresa la lotta tra le forze del male e le forze del bene?
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Belial non aveva risposto al ti amo di Aziel, ma questa non era una novità. Non era di certo la prima volta che l’angelo sentiva il bisogno di esprimere i suoi sentimenti a voce alta, non era la prima volta che gli diceva ti amo senza preavviso, sinceramente, a cuore aperto.
E non era di certo la prima volta che Belial restava in silenzio.
Cosa avrebbe dovuto dire?
Ti amo anch’io? Era un demone, non provava amore.
Grazie? Era un demone, non ringraziava.
Non aveva mai risposto ai ti amo di Aziel e Aziel si rendeva conto che, per un certo verso, era giusto e meglio così. Almeno Belial non gli mentiva, rifilandogli frasi di circostanza che lo avrebbero solo illuso.
Il demone spiegò le ali e allargò le braccia.
Chiuse gli occhi.
Quando era approdato sulla Terra aveva subito trovato quel posto che lo aveva catturato.
Una casa in cima a una collina piena di verde, boschi, campagne, vitigni, uliveti e campi coltivati. Una casa in alto per poter vedere tutto, per potersi sentire i padroni del mondo.
L’aria fresca e pura delle campagne abruzzesi lo avvolse, inebriandolo.
Insieme al secondo piano, quello era il suo posto preferito della casa.
Stare lì in piedi sul tetto, di fianco al comignolo del camino e all’antenna della televisione lo faceva sentire libero. Starsene lì con le ali spiegate e le braccia aperte lo faceva sentire bene quasi quanto prima della Caduta.
Aziel lo osservò dal giardino in silenzio, attento a non smuovere neanche l’aria per lasciargli la sua intimità.
Poterlo vedere nei suoi momenti più intimi e, in qualche modo, umani, lo lusingava. Lo faceva sentire come se davvero fosse importante per lui.
Aziel non sapeva se Belial si rendesse conto o no che lo osservava quando saliva sul tetto, spiegava le ali ombrose e allargava le braccia col vento che gli frustava i capelli. Non sapeva se il demone si rendesse conto che c’era uno spettatore dei suoi sentimenti.
L’angelo, però, immaginava che lo sapesse. Dopotutto, tra tutte le volte che era stato lì a guardarlo, che non erano poche, si sarebbe sorpreso se non se ne fosse accorto neanche una volta.
Si ritrovò a pensare che, magari, gli avrebbe fatto piacere se fosse volato al suo fianco e, semplicemente, gli fosse stato accanto a lasciarsi andare al mondo.
Gli venne in mente un film che aveva visto l’anno addietro una sera in cui Belial era andato a caccia: I Segreti Di Brokeback Mountain.
Pensò all’amore sconfinato tra Ennis e Jack contornato dallo sfondo di quelle splendide montagne del Wyoming, tra neve, freddo, praterie e verde ovunque e per un momento vide se stesso stretto a Belial con una montagna innevata a far loro da sfondo.
Senza pensarci troppo l’angelo spiegò le sue ali candide, esponendo dopo troppo tempo le sue piume bianche all’aria, e si alzò lentamente in volo, senza far rumore, come una foglia che si alza da terra per via del vento autunnale.
Accadde tutto in un momento.
Aziel era in aria, a qualche metro di distanza alle spalle di Belial. D’un tratto il demone serrò le braccia lungo i fianchi, aprì con uno scatto gli occhi e si voltò.
E l’angelo capì.
Prima che il moro parlasse, prima che gli lanciasse anche solo uno sguardo infuriato, Aziel capì che aveva riposto troppi buoni propositi nel pensare che a Belial avrebbe potuto fare piacere averlo accanto in un suo momento.
Suo momento, non loro.
Il biondo ridiscese al suolo, dischiuse le ali nella schiena ed entrò in casa.
Ma cosa gli saltava in mente di interferire in un momento privato di Belial? Solo perché il demone la sera prima gli aveva riservato attenzioni e affettuosità rare non significava che poteva spingersi oltre il solito limite.
Belial, dopotutto, era pur sempre il solito Belial.
Aziel si sentì immensamente idiota e si lasciò andare con le spalle contro il frigorifero attendendo la sfuriata del demone. Sapeva che gli avrebbe fatto del male, faceva sempre così.
“Che cosa avevi intenzione di fare?!” strepitò il moro entrando in cucina con i pugni chiusi, il passo deciso e le vene del collo evidenti più che mai.
“Non avrei dovuto” cercò immediatamente di scusarsi l’angelo. “Hai ragione, mi dispiace.”
Belial gli fu addosso in un attimo e gli mollò uno schiaffo in pieno viso.
“Sai benissimo che non ti voglio qui dentro, angioletto dei miei stivali, e sai benissimo che devi starmi lontano quando non siamo in camera da letto” schiamazzò nuovamente il demone senza prendere mai fiato, afferrandolo per il girocollo della t-shirt e sbattendolo con forza contro il legno del frigorifero. “Noi non siamo una di quelle coppiette umane con sentimenti e impegni, capito?!”
“Scu–scusami” balbettò Aziel con un filo di voce.
“Dobbiamo rimettere in chiaro delle cose, tu ed io” decretò Belial con voce dura, ferma, minacciosa, lasciando il biondo impietrito.
Aziel aprì bocca per scusarsi di nuovo, ma il demone fu più veloce e non gli diede il tempo di emettere neanche un suono. In un attimo lo afferrò per i capelli, lo trascinò fino al tavolo, gli schiacciò una guancia contro il marmo color bordeaux e gli intimò di restare immobile in quella posizione.
Mentre Belial si staccava da lui, l’angelo rimase fermo col busto sul tavolo e il cuore a mille per l’ansia. Quando il demone non agiva subito significava che stava preparando qualcosa di più doloroso e la cosa gli fece accapponare la pelle.
Aziel rimase fermo fino a che non sentì che Belial gli prendeva i polsi e glieli stringeva insieme dietro la schiena con una corda, stretti tanto che immediatamente provò dolore.
“Bel, io...” abbozzò il biondo, zittendosi appena il demone gli fece scivolare i pantaloni della tuta e i boxer fino a metà coscia con un colpo secco.
Chiuse gli occhi e si preparò al dolore.
Dolore che non tardò ad arrivare. Belial entrò dentro di lui in una volta sola e cominciò a muoversi subito, senza lasciargli neanche un secondo di tempo per riprendere fiato.
L’angelo cominciò a piangere, un po’ per il dolore e un po’ perché si rese conto che era come essere tornati ai primi anni di convivenza, in cui Belial sembrava non rendersi conto che non era il suo giochino erotico ma un essere dotato di ragione e sentimenti.
Ritornò con la mente a ciò che era successo poco più di una settimana addietro e pensò che non si era affatto sbagliato nel pensare di non essere riuscito a cambiare Belial neanche di una virgola, perché se lo trattava ancora così significava che era sempre lo stesso di secoli precedenti.
Forse doveva lasciare perdere, dimenticarsi di Belial e tentare, in qualche modo, di riappropriarsi di se stesso.
“Stupido angelo” sputò fuori con rabbia il demone al di sopra di lui senza smettere di muoversi e piantandogli un avambraccio sul collo per limitare la sua respirazione.
Aziel pensò che forse Caliel aveva ragione, forse doveva soffrire per il distacco dal demone e non per le continue umiliazioni e per le continue insoddisfazioni che gli dava.
Forse doveva lasciar perdere quell’amore malato che lo stava distruggendo da dentro.
“Dimmelo adesso che mi ami” sbraitò Belial fuori di sé, “dimmelo Aziel.”
“Ti amo” urlò in risposta l’angelo, con le lacrime che gli offuscavano la vista e correvano veloci sul suo viso. “Ti amo” ripeté con voce strozzata, lasciandosi sfuggire dei singhiozzi sommessi.
Belial si chinò su di lui e lo morse su un fianco, subito lo sentì frignare di dolore. I denti affilati da demone penetrarono con forza nella carne sensibile dell’angelo, cominciando immediatamente a farlo sanguinare.
Ad Aziel, solitamente, non dispiacevano i morsi di Belial, anche se violenti, poiché dopo, a rapporto finito, il moro si premurava sempre di medicargli le ferite con estrema dolcezza, ma questa volta comprese subito che lo avrebbe lasciato perdere sangue fregandosene altamente del suo dolore.
Il demone, dopo il morso, diede un altro paio di spinte e uscì, si risalì i pantaloni e andò a bere un sorso d’acqua senza curarsi di Aziel.
L’angelo non si mosse. Poggiò la fronte contro la superficie dura del tavolo e continuò a liberare tutte le lacrime che poteva. Si sentiva infinitamente umiliato. Nonostante tutti i giochi erotici e i trattamenti che Belial gli aveva riservato, non era mai arrivato al punto di trattarlo così male. Almeno, dopo averlo usato, non lo aveva mai lasciava legato, singhiozzante e parzialmente nudo nel bel mezzo della cucina.
“Qual è il tuo fottuto problema?” domandò con una nota d’ira il demone dopo qualche momento.
Aziel non rispose, rendendosi conto che non sarebbe riuscito a produrre neanche un suono, e scosse il capo per poi di nuovo abbandonarsi completamente sul tavolo.
Belial andò verso di lui, lo prese per le spalle e lo costrinse ad alzarsi in piedi e, tenendogli il mento con due dita, a farsi guardare in faccia.
“Parla” gli gridò in faccia.
“Ho freddo” farfugliò il biondo, non trovando nulla di meglio da dire.
Il demone esibì un ghigno di scherno. “Ti porto a scaldarti, allora” disse, per poi chinarsi, prenderselo su una spalla e portarlo in bagno dove lo lasciò cadere nella vasca.
“Bel che cosa...?”
Senza dargli il tempo di finire la domanda, il moro aprì l’acqua bollente della doccia e gli puntò il telefono dritto in faccia.
Aziel cercò di voltarsi, di nascondere il viso, di pararsi con una spalla, ma Belial glielo impedì afferrandolo per i capelli e costringendolo a prendesi tutta l’acqua rovente in pieno volto.
“Hai ancora freddo?” gli disse alla fine, chiudendo l’acqua e andando via dal bagno, lasciandolo lì nella doccia bagnato, con i pantaloni e i boxer ancora scesi fino alle ginocchia e le mani legate dietro la schiena.
















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Buonasera a tutti (:
Ho scritto questo capitolo in un momento in cui avrei voluto tirare un pugno contro il muro e prendere a testate l'intero mondo, quindi non so bene cosa ne sia venuto fuori. Volevo mettere in risalto il fatto che Belial, sebbene ami Azial, è comunque un demone che non può mettere da parte la sua natura sadica e brutale. Spero di esserci riusciata, aspetto di saperlo da parte vostra!

Un abbraccio a tutti,
Echelon_Sun
  
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