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Autore: BellDarkoNovak    30/04/2014    2 recensioni
[Destiel, AU. Il rating potrebbe variare fra arancione e rosso]
Castiel è un trentasettenne normale, a parte gli appuntamenti abituali da una psichiatra. Non ha problemi: lavora in un pub e ha normali hobby, fra cui disegnare. Un giorno, però, incontrò i fratelli Winchester e tutto cambiò nella sua vita.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Il Caso
 
I sedili posteriori dell'auto di Dean erano abbastanza comodi. Castiel aveva ammirato l'auto dei due: una Chevrolet Impala del '67.
-Quindi dove abiti?- chiese Dean, guardando nello specchietto retrovisore, per guardare negli occhi Castiel.
-Aspetta- disse concentrato, guardando la strada -Ora gira a destra, la mia casa è in un condominio, in quella via- aggiunse poi alla frase in sospeso di prima, indicando la strada con un dito. Sam alzò un sopracciglio e guardò Dean di sottecchi, sospirò. Dean parve leggergli nella mente e annuì leggermente, per poi parcheggiare davanti alla porta rossa.
I fratelli uscirono dall'auto, rendendo Castiel un po' nervoso, visto che ne bastava uno per farlo scendere.
-Castiel- iniziò Sam, prendendo un qualcosa dalla giacca, -possiamo farti qualche domanda?- disse, mostrando un distintivo dell'FBI. Castiel impallidì un attimo, guardò Dean avvicinarsi e mettersi al fianco di Sam, dopo aver chiuso la macchina; anche lui aveva un distintivo in mano. Inspirò ed espirò lentamente, scrutando i due distintivi. Annuì -Certo che potete. Prego salite.- Prima di aprire la porta, guardò se le luci di casa sua fossero accese.
No, spente.
Presero l'ascensore per arrivare al quarto piano. Prima di entrare, Castiel controllò alcune cose, facendo scambiare ai fratelli Winchester uno sguardo stranito: Castiel controllò la maniglia, tirandola verso l'alto e sospirò, poi aprì piano la porta dopo averla aperta e prese un foglietto da sotto di essa. Si tranquillizzò molto ed entrò in soggiorno.
-Prego, posate tutto sul divano, o sulla poltrona- disse, accomodandosi.
-Cosa controllavi prima?- chiese Dean con un'espressione quasi derisoria in volto.
-Se qualcuno fosse entrato in casa: la maniglia, se si abbassa di qualche centimetro, rimane così, e se qualcuno si fosse introdotto, sarebbe ritornata alla normale posizione orizzontale. Il foglietto è per sicurezza- spiegò, sorridendo alla fine della frase.
Sam alzò le sopracciglia e piegò le labbra all'ingiù, facendo un piccolo cenno con la testa -Non male- commentò. Dean non disse nulla. Aggrottò le sopracciglia e si sedette sulla poltrona di fronte al divano. Tirò fuori dal giubbotto in pelle la foto di un uomo sui trent'anni. Aveva i capelli biondi a spazzola, un po' spettinati, occhi blu scolorito, un bel po' di rughe d'emozione sul volto e una sciarpetta al collo.
-Quest'uomo era un suo parente?- Chiese Dean, osservando ogni singolo movimento di Castiel.
-Sì. E'..- Si bloccò, sospirando, poi si corresse, abbassando lo sguardo leggermente -Era mio fratello-
-Sai per caso dov'era quando... beh, quando è morto?- chiese Sam, cercando di fare le domande con molto tatto, senza rattristare troppo Castiel.
-Nel suo appartamento, qui a fianco.- Fece un cenno con la testa. -Quella sera saremmo dovuti andare dal nostro fratello maggiore per festeggiare il compleanno della figlia, ma non rispondeva. Quindi entrai e lo trovai lì...- si portò una mano al volto, trattenendo le lacrime al solo ricordo di quella scena -Accoltellato sul pavimento, con il sangue sparso attorno a lui a formare un... disegno strano- disse quasi con disprezzo.
Dean si avvicinò con il busto -Disegno?- chiese -Quale disegno?-
-Il sangue formava delle ali spalancate che partivano dalla sua schiena- rispose prontamente Castiel -Erano enormi e... e ricoprivano quasi tutto il pavimento della stanza. I mobili erano addossati alle pareti-
-Non hai sentito rumori strani? Spostamento di mobili, per l'appunto?- chiese Sam, seriamente preoccupato. Una creatura che disegnava ali alle sue vittime? Cosa? Non aveva mai sentito parlare di un qualcosa del genere, anche se si poteva trattare di un fantasma molto bravo nel toccare gli oggetti. Certo, poteva anche trattarsi di un serial killer che mirava ai trent'enni della zona.
-No, nessun rumore.- Ed ecco che l'ipotesi del serial killer comincia a scendere -I muri qui sono molto sottili. In poche parole lo sentivo camminare anche mentre ero sotto la doccia.- L'ipotesi del serial killer finì dritta dritta nel cestino. -Per questo mi preoccupai quando non sentivo più rumori da circa venti minuti- disse Castiel, con una freddezza innata. Diventava così quando soffriva. Freddo e distaccato.
-Venti minuti?-
-Esatto. Lo avevo chiamato venti minuti prima, gridando attraverso il muro, chiedendo se fosse pronto e mi rispose di sì. Poi più nulla-
-Beh- proruppe Dean, alzandosi dalla poltrona, facendo leva sulle ginocchia. Castiel si alzò subito dopo. -Grazie per il tuo tempo, Castiel- disse, porgendogli la mano, questo la strinse senza troppa energia. -Di nulla, agenti.-
Sorrise e li accompagnò alla porta.
Quando uscirono, Castiel li seguì con lo sguardo, dalla finestra. Cercò di non farsi notare, per non sembrare un pervertito. Erano molto carini quei due, su questo non c'era alcun dubbio. Ridacchiò, ripensando ai loro distintivi. Ovviamente falsi.
   
 
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