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Autore: naruhinaxxx    01/05/2014    2 recensioni
Naruto, assieme al fratello Memna e la sorellina Naruko, ha due settimane prima della preparazione per la commissione della maturità. In queste due settimane deve riuscire a gestire tre donne che lo vogliono ma non gli renderanno la vita facile. come se la caverà il nostro amato BAKA?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Menma Uzumaki, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Hinata si rigirava nel letto senza riuscire a trovare la postura più adatta per dormire, il suo corpo si rifiutava di calmarsi, sentiva che si scaldava sempre più ad ogni movimento che faceva. Buttò le lenzuola di seta verso la fine del letto e si alzò. Si mise su una vestaglia di seta begie con su lo stemma degli Hyuuga, che non faceva altro che mettere ancora più i risalto le sue forme proromtenti di cui andava tanto fiera. Grazie ad esse era considerata la ragazza più bella del biennio. Si buttò sul balcone della sua stanza a guardare la città ancora in movimento nonstante fossero le tre del mattino. I negozi cominciavano ad illuminarsi mentre i dai panettieri saliva il dolce profumo del pane appena sfornato.
Scendendo verso cucina si fermò alla stanza di Hanabi, la piccola era cresciuta moltissimo negli ultimi anni, ma lei non aveva avuto la possibilità di esserne testimone. Ormai era divenuta una ragazza dalla discreta bellezza, sebbene benchè meno paragonabile al livello di Hinata. Entrò silenziosa per vederla rigirarsi violentemente nel sonno. Poverina, da qualche giorno non faceva altro che soffrire d’incubi. Hinata le si avvicinò posandole sulla fronte una sua candida mano ottenendo subito l’effetto voluto, Hanabi si calmò subito quasi per magia al tocco don la sua mano. Hinata rimase lì per qualche minuto prima di andarsene dopo aver risistemato le coprete sull’adorata sorellina, uscì dalla stanza con passo felpato dirigendosi verso quella di Neji. Suo cugino ormai era diventato come un fratello per lei, la proteggeva e le dava i consigli di cui aveva bisogno. Dove non c’era nessuno c’era Neji, sempre pronto a darle una mano risollevandole l’umore. Lo trovò slancaito sopra le coperte del letto, era rincasato da poco dopo la palestra non riuscend a cambiarsi prima di crollare per la stanchezza. Hinata gli si avvicinò per alzarlo amorevolmente, lui si muoveva ad ogni suo muto comando, gli tolse i vestiti unti e sudati tranne per le mutande per poi mettergli il pijiama nero d’allenamento. Era l’unico indumento che potesse essere sporcato dal suo stato post-palestra. Una volta vestito lo infilò sotto le coperte baciandolo sulle guance augurandogli una buona notte. Finalemte scese verso la cucina e cominciò a preparare la colazione, doveva prepararne quattro differenti: una per sè, una per Hanabi, una per Neji ed una per suo padre.
Intanto nello stesso momento
A casa Haruno le cose non erano tanto diverse. Sakura era seduta ne suo letto con le gambe trette contro il suo corpo. I suoi erano partiti e lei si sentiva talmente sola senza qualcuno che le stesse vicina. Aveva bisogno di un paio di braccia forti che le si stringessero attorno al corpo per darle calore. Un’ora dopo si alzò dirigendosi verso l’armadio da dove trasse furoi tre completi diversi:
  • Gonna rossa coi brillantini altezza ginocchio, maglietta nera con lo stemma degli Haruno sulla spalla destra mentre in centro lo stamma della città della Foglia,una felpa blu notte con su scritto il nome del suo gruppo preferito, i Genesis.
  • Pantaloni azzurro chiaro con mezza maglietta rosa che le mettaeva in risalto le sensuali forme. Scialle grigio con ricamature oro con giacchetta di jeans dello stesso colore dei pantaloni.
  • Camicia bianca aperta per un terzo, pantaloni attillati neri e giacca formale nera.
Alla fine optò per il secondo completo. Dopo una lunga, meritata doccia is vestì ed uscì che il sole stava giusto sorgendo innondando la città della Foglia coi suoi raggi caldi ed invitanti.
Era l’alba del ventidue d’Agosto, la pausa dagli esami stava finendo per tutti. Tra due settimane avrebbero dovuto tornare all’università per prepare il porgramma di studio a gruppi, avrebbe dovuto unirsi in gruppi da tre ragazze e due ragazzi per preparasi alla commissione d’esame. Odiava quella prospettiva, dava il meglio di sè quando lavorava in coppia con gente che le stava simpatica.
Passeggiando per il parco centrale arrivò al campo d’allenamento, erano le sei del mattino e quei fanatici degli Uzumaki si stavano già allenando. Nel mezzo del campo riconobbe il suo baka, Naruto, che si allenava con impegno con suo fratello Memna e sua sorella, Naruko. Si stavano cimentando in un allenamento di wushu mischiato a thai chi sotto lo sguardo severo dei loro genitori, il severo padre Minato Namikaze e lo zio pervertito Jiraia.
Sakura si sedette sulla stessa panchina dove vi erano i Uzumaki senior, “Buon giorno signor Namikaze, buon giorno signor...” disse cercando di rimanere formale sebbene non riuscisse a ricordare il cognome dello zio, “Buon giorno signorina Haruno, non si preoccupi Jiraia stesso non si ricorda il suo cognome e per questo preferisce essere chiamato soltanto Jiraia. Comunque, vedo che è mattiniera, sogni disturbati signorina?” le rispose il signor Namikaze con una voce accogliente, ma allo stesso tempo autoritaria accompagnata da un magnifico sorriso. Jiraia le fece un saluto vago con la mano per salutarla, era troppo impegnato a trattenersi dal cercare di non ispezionare ogni centimetro della ragazza coi suoi occhi avidi di bellezza. “Si... è come se oggi ci fosse qualcosa che non mi lascia prendere sonno, mi sono rigirata costantemente nel letto da quando sono andata a letto ieri sera.” Rispose lei sistemandosi una ciocca di capelli rosa dietro l’orecchio. “Non è che ti mancavo?!”
Sakura quasi fece un salto per aria sentendosi la voce di Naruto dietro le spalle così all’improvviso. Si girò di scatto pronta a tiragli un ceffone prima di rimanere disilibita davanti a lui. Era vestito soltanto con un pantalone arancione di felpa traspirante e boxer stretti che gli uscivano leggermente sui lati, era nudo per tutto il resto e questo la faceva sciogliere. Ogni muscolo del suo corpo sudato era tonico e perfetto. Le braccia muscolose che finivano in due spalle larghe da rugbista, i pettorali erano largi e perfettamente gonfi dei muscoli che pulsavano sotto, la usa tartaruga ad otto pezzi era semplicemente magnifica col tatuaggio a forma di sigillo ed i peli che crescevano leggeri dirigendosi verso il basso. Fu bruscamente risveglita da quel sogno magnifico quando Memna le schioccò le dita un paio di volte vicino all’orecchio sinistro, “Sveglia bella, non puoi fare così ogni volta che vedi mio fratello senza maglia!” la rimproverò con fare scocciato. Sakura subito squotè la testa per ridestarsi guardando Memna con fare riconoscente ma allo stesso tempo scocciato. I due fratelli erano identici in ogni particolare tranne per pochi insignificanti dettagli. Naruto aveva gli occhi azzurro cielo ed i capelli biondo grano mentre Memna aveva gli occhi rossi verdi in contrasto ai suoi capelli nero ebano. Se Sakura avesse potuto sdoppiarsi li avrebbe sposati entrambi. Naruko invece era Naruto al femminile, era identica a lui sebbene avesse una solida quarta ed i caplli raccolti in una coda di cavallo sulla spalla destra, le sarebbero arrivati al livello dell’ombelico se li avessse sciolti dietro sulla schiena.
La sorellina arrivò subito dopo con passo allegro e spensierato, “Hey Sakura, da quant’è che non ti vedo?” le disse tirandola su di peso con la sua grandissima forza abbraciandola in una morsa di ferro stile orso. “A... anc... anch’io sono felice di v... vederti, Naruko” le rispose col poco fiato che aveva ancora in corpo, prima che quella la lasciasse ridendo per l’imbarazzo. “Naruko!” si sentì dalle quinte dietro di loro, “Quante volte ti ho detto di allenarti con tua madre sul controllo della forza?!” le disse il signor Namikaze chiudendo il suo bloc notes dove annotava tutto ciò che i suoi occhi omniveggenti carpivano. “Ma papà... lo sai che mi lascio traspotare facilmente dalle emozioni!!” si lamentò lei con tono bambinesco prima che il padre alzasse l’indice della mano destra ammonemdola, per essere femato subito dall’intervento dello zio Jiraia, “Suvvia Minato, lo sai benissimo com’è fatta tua figlia, è come Kushina. Lascia che perda il controllo e le prendi sonoramente.” Disse mettendogli una mano sulla spalla destra facendo l’occhiolino all’amata nipote. Lei gli rispose mandandogli un bacetto al volo facendolo volare tre metri in dietro a causa del getto di sangue che gli usciva dal naso, tutto mentre gli occhi neri venivano sostituiti dalla forma di due cuori pulsanti.
“Hey Naruto, guarda ci c’è all’orizzonte! Quell’insensibile della Hyuuga.” Disse Memna con un certo tono soddisfatto, sapeva ciò che provava suo fratello, più precisamente sapeva ciò che tutti provavano.
Naruto non si sarebbe mai lasciato sfuggire la Hyuuga ma non disdegnava Sakura, non si sarebba mai fatto sfuggire la bella dai capelli dal colore dei ciliegi in primavera, nonostante tutto trattava la sorellina volte come la sorella da proteggere, a volte l’amica con cui sfogarsi ed a volte si divertiva pure a provarci con lei.
Sakura avrebbe sbavato per tutti e due se non avesse la decenza di mantere il controllo su s’è stessa ed odiava la smorfiosa Hyuuga perchè non riusciva a vedere ciò che nascondesse.
Naruko amava alla follia i suoi fratelli e avrebbe voluto nascere in un’altra famiglia solo per poter non avere il legame famiglira che le avrebbe impedito di amarli non come una sorella.
Lui infine voleva bene a Sakura nello stesso modo di Naruto, amava la sorellina come solo un fratello può. L’unico suo rimpianto era che essendo il fratello maggiore, siccome era uscito mezz’ora prima di Naruto dal ventre della loro madre, doveva supervisionare tutto ciò che succedeva intorno a se ed i fratelli quando il padre non poteva.
Sospirò pesantemente alla vista di Naruto che scattava verso la pallida corvina mentre Sakura e Naruko sbattevano il palmo di una mano contro la faccia squotendo la testa. “Tranquille, lo scaccierà tra qualche minuto. Sapete com’è Naruto, vuole che tutti stiano bene e non si tira in dietro dal cambiare anche la più astia delle persone.” Disse sorridendo mentre il padre gli lanciava un asciugamano.
“Buon giorno, Hinata!” esclamò Naruto appena lei si volse a guardarlo mentre le correva incontro, “ Si? Che vuoi? Lo sai che mi devi solo chiamare signora Hyuuga, possibile che non ti entri nella tua testaccia?” gli rispose lei insofferente mentre con un fazzoletto di seta asciugava i pettorali di Naruto, cercava di sembrare arrabbiata ma le luccivavano gli occhi nel vedere un tale ben di Dio di muscoli potendolo toccare. “DAI Hinata, lo sai che hai un nome bellissimo. E poi non sei ancora a capo della casa.” Sbuffò Naruto posandole una mano sulla guancia destra. Lei gliela tolse cercando di non dar a veder l’enorme rossore venutagliele sulla sua faccia per esser stata toccata dalle sue mani così forti, ma anche delicate sulla sua perfetta pelle bianca come la neve. “L-lo s...sai..., questo è il miglior complimento che ho ricevuto oggi. Ma non pensare che ti veda differentemente per questo!” lo sgridò cercando di mandare via il rossore dalla faccia, mettendo via il fazzoletto un una tasca della borsa di Gucci. “Si, si, certo. Non sono stupido, lo so che dentro non ti piace fare così. Cerca di essere la verà tè stessa.” Le disse lui avvicinandosi per baciarla. Lei per tutta risposta si scostò mollandogli un ceffone a media portata che gli girò la faccia. “N...non cambierai mai idea! Sei il solito b...baka universale. N...non farti più v...edere.” disse cercando di suonare adirata mentre nascondeva il sorrisetto compiaciuto tra le lunghe ciocche blu oceano. “Contaci! Sarò sempre il tuo baka!” le gridò rideno saluntandola con la mano.
“Allora com’è andata?” gli fece Memna a Naruto una volta che fu tornato in dietro, “Il solito,” rispose lui sussurandogli nell’orecchio con soddisfazione, “Il solito!” ripetè lui soddisfatto.
“Allora, Sakura. Che ne dici di venire a pranzo con me? Ti vengo a prendere cerso le undici, ti va bene?” disse rivolgendole un largo sorriso che lei rispose con uno altrettanto dolce dandogli un muto consenso. “Non vale!! Mi devi ancora aiutare con lo studio!!!” si lamentò Naruko pinatandogli un pugno sugli addominale che lui non senti, “Tranquilla ti può aiutare Memna se vuoi,” disse guardando il fratello che gli mollò un’occhiataccia negando tale proposito, “O puoi aspettarmi verso le tre e mezza.” “Farai megli ad essere puntuale. Sai che sono precisa io!” lo convinse lei tirandoselo vicino per l’orecchio pre poi stampargli un bacio con rossetto sulla guancia, “Ora vai a lavarti. Sai che a noi ragazze non piacciono troppo i sudaticci se non in palestra.”
Hinata si rigirava nel letto senza riuscire a trovare la postura più adatta per dormire, il suo corpo si rifiutava di calmarsi, sentiva che si scaldava sempre più ad ogni movimento che faceva. Buttò le lenzuola di seta verso la fine del letto e si alzò. Si mise su una vestaglia di seta begie con su lo stemma degli Hyuuga, che non faceva altro che mettere ancora più i risalto le sue forme proromtenti di cui andava tanto fiera. Grazie ad esse era considerata la ragazza più bella del biennio. Si buttò sul balcone della sua stanza a guardare la città ancora in movimento nonstante fossero le tre del mattino. I negozi cominciavano ad illuminarsi mentre i dai panettieri saliva il dolce profumo del pane appena sfornato.
Scendendo verso cucina si fermò alla stanza di Hanabi, la piccola era cresciuta moltissimo negli ultimi anni, ma lei non aveva avuto la possibilità di esserne testimone. Ormai era divenuta una ragazza dalla discreta bellezza, sebbene benchè meno paragonabile al livello di Hinata. Entrò silenziosa per vederla rigirarsi violentemente nel sonno. Poverina, da qualche giorno non faceva altro che soffrire d’incubi. Hinata le si avvicinò posandole sulla fronte una sua candida mano ottenendo subito l’effetto voluto, Hanabi si calmò subito quasi per magia al tocco don la sua mano. Hinata rimase lì per qualche minuto prima di andarsene dopo aver risistemato le coprete sull’adorata sorellina, uscì dalla stanza con passo felpato dirigendosi verso quella di Neji. Suo cugino ormai era diventato come un fratello per lei, la proteggeva e le dava i consigli di cui aveva bisogno. Dove non c’era nessuno c’era Neji, sempre pronto a darle una mano risollevandole l’umore. Lo trovò slancaito sopra le coperte del letto, era rincasato da poco dopo la palestra non riuscend a cambiarsi prima di crollare per la stanchezza. Hinata gli si avvicinò per alzarlo amorevolmente, lui si muoveva ad ogni suo muto comando, gli tolse i vestiti unti e sudati tranne per le mutande per poi mettergli il pijiama nero d’allenamento. Era l’unico indumento che potesse essere sporcato dal suo stato post-palestra. Una volta vestito lo infilò sotto le coperte baciandolo sulle guance augurandogli una buona notte. Finalemte scese verso la cucina e cominciò a preparare la colazione, doveva prepararne quattro differenti: una per sè, una per Hanabi, una per Neji ed una per suo padre.
Intanto nello stesso momento
A casa Haruno le cose non erano tanto diverse. Sakura era seduta ne suo letto con le gambe trette contro il suo corpo. I suoi erano partiti e lei si sentiva talmente sola senza qualcuno che le stesse vicina. Aveva bisogno di un paio di braccia forti che le si stringessero attorno al corpo per darle calore. Un’ora dopo si alzò dirigendosi verso l’armadio da dove trasse furoi tre completi diversi:
  • Gonna rossa coi brillantini altezza ginocchio, maglietta nera con lo stemma degli Haruno sulla spalla destra mentre in centro lo stamma della città della Foglia,una felpa blu notte con su scritto il nome del suo gruppo preferito, i Genesis.
  • Pantaloni azzurro chiaro con mezza maglietta rosa che le mettaeva in risalto le sensuali forme. Scialle grigio con ricamature oro con giacchetta di jeans dello stesso colore dei pantaloni.
  • Camicia bianca aperta per un terzo, pantaloni attillati neri e giacca formale nera.
Alla fine optò per il secondo completo. Dopo una lunga, meritata doccia is vestì ed uscì che il sole stava giusto sorgendo innondando la città della Foglia coi suoi raggi caldi ed invitanti.
Era l’alba del ventidue d’Agosto, la pausa dagli esami stava finendo per tutti. Tra due settimane avrebbero dovuto tornare all’università per prepare il porgramma di studio a gruppi, avrebbe dovuto unirsi in gruppi da tre ragazze e due ragazzi per preparasi alla commissione d’esame. Odiava quella prospettiva, dava il meglio di sè quando lavorava in coppia con gente che le stava simpatica.
Passeggiando per il parco centrale arrivò al campo d’allenamento, erano le sei del mattino e quei fanatici degli Uzumaki si stavano già allenando. Nel mezzo del campo riconobbe il suo baka, Naruto, che si allenava con impegno con suo fratello Memna e sua sorella, Naruko. Si stavano cimentando in un allenamento di wushu mischiato a thai chi sotto lo sguardo severo dei loro genitori, il severo padre Minato Namikaze e lo zio pervertito Jiraia.
Sakura si sedette sulla stessa panchina dove vi erano i Uzumaki senior, “Buon giorno signor Namikaze, buon giorno signor...” disse cercando di rimanere formale sebbene non riuscisse a ricordare il cognome dello zio, “Buon giorno signorina Haruno, non si preoccupi Jiraia stesso non si ricorda il suo cognome e per questo preferisce essere chiamato soltanto Jiraia. Comunque, vedo che è mattiniera, sogni disturbati signorina?” le rispose il signor Namikaze con una voce accogliente, ma allo stesso tempo autoritaria accompagnata da un magnifico sorriso. Jiraia le fece un saluto vago con la mano per salutarla, era troppo impegnato a trattenersi dal cercare di non ispezionare ogni centimetro della ragazza coi suoi occhi avidi di bellezza. “Si... è come se oggi ci fosse qualcosa che non mi lascia prendere sonno, mi sono rigirata costantemente nel letto da quando sono andata a letto ieri sera.” Rispose lei sistemandosi una ciocca di capelli rosa dietro l’orecchio. “Non è che ti mancavo?!”
Sakura quasi fece un salto per aria sentendosi la voce di Naruto dietro le spalle così all’improvviso. Si girò di scatto pronta a tiragli un ceffone prima di rimanere disilibita davanti a lui. Era vestito soltanto con un pantalone arancione di felpa traspirante e boxer stretti che gli uscivano leggermente sui lati, era nudo per tutto il resto e questo la faceva sciogliere. Ogni muscolo del suo corpo sudato era tonico e perfetto. Le braccia muscolose che finivano in due spalle larghe da rugbista, i pettorali erano largi e perfettamente gonfi dei muscoli che pulsavano sotto, la usa tartaruga ad otto pezzi era semplicemente magnifica col tatuaggio a forma di sigillo ed i peli che crescevano leggeri dirigendosi verso il basso. Fu bruscamente risveglita da quel sogno magnifico quando Memna le schioccò le dita un paio di volte vicino all’orecchio sinistro, “Sveglia bella, non puoi fare così ogni volta che vedi mio fratello senza maglia!” la rimproverò con fare scocciato. Sakura subito squotè la testa per ridestarsi guardando Memna con fare riconoscente ma allo stesso tempo scocciato. I due fratelli erano identici in ogni particolare tranne per pochi insignificanti dettagli. Naruto aveva gli occhi azzurro cielo ed i capelli biondo grano mentre Memna aveva gli occhi rossi verdi in contrasto ai suoi capelli nero ebano. Se Sakura avesse potuto sdoppiarsi li avrebbe sposati entrambi. Naruko invece era Naruto al femminile, era identica a lui sebbene avesse una solida quarta ed i caplli raccolti in una coda di cavallo sulla spalla destra, le sarebbero arrivati al livello dell’ombelico se li avessse sciolti dietro sulla schiena.
La sorellina arrivò subito dopo con passo allegro e spensierato, “Hey Sakura, da quant’è che non ti vedo?” le disse tirandola su di peso con la sua grandissima forza abbraciandola in una morsa di ferro stile orso. “A... anc... anch’io sono felice di v... vederti, Naruko” le rispose col poco fiato che aveva ancora in corpo, prima che quella la lasciasse ridendo per l’imbarazzo. “Naruko!” si sentì dalle quinte dietro di loro, “Quante volte ti ho detto di allenarti con tua madre sul controllo della forza?!” le disse il signor Namikaze chiudendo il suo bloc notes dove annotava tutto ciò che i suoi occhi omniveggenti carpivano. “Ma papà... lo sai che mi lascio traspotare facilmente dalle emozioni!!” si lamentò lei con tono bambinesco prima che il padre alzasse l’indice della mano destra ammonemdola, per essere femato subito dall’intervento dello zio Jiraia, “Suvvia Minato, lo sai benissimo com’è fatta tua figlia, è come Kushina. Lascia che perda il controllo e le prendi sonoramente.” Disse mettendogli una mano sulla spalla destra facendo l’occhiolino all’amata nipote. Lei gli rispose mandandogli un bacetto al volo facendolo volare tre metri in dietro a causa del getto di sangue che gli usciva dal naso, tutto mentre gli occhi neri venivano sostituiti dalla forma di due cuori pulsanti.
“Hey Naruto, guarda ci c’è all’orizzonte! Quell’insensibile della Hyuuga.” Disse Memna con un certo tono soddisfatto, sapeva ciò che provava suo fratello, più precisamente sapeva ciò che tutti provavano.
Naruto non si sarebbe mai lasciato sfuggire la Hyuuga ma non disdegnava Sakura, non si sarebba mai fatto sfuggire la bella dai capelli dal colore dei ciliegi in primavera, nonostante tutto trattava la sorellina volte come la sorella da proteggere, a volte l’amica con cui sfogarsi ed a volte si divertiva pure a provarci con lei.
Sakura avrebbe sbavato per tutti e due se non avesse la decenza di mantere il controllo su s’è stessa ed odiava la smorfiosa Hyuuga perchè non riusciva a vedere ciò che nascondesse.
Naruko amava alla follia i suoi fratelli e avrebbe voluto nascere in un’altra famiglia solo per poter non avere il legame famiglira che le avrebbe impedito di amarli non come una sorella.
Lui infine voleva bene a Sakura nello stesso modo di Naruto, amava la sorellina come solo un fratello può. L’unico suo rimpianto era che essendo il fratello maggiore, siccome era uscito mezz’ora prima di Naruto dal ventre della loro madre, doveva supervisionare tutto ciò che succedeva intorno a se ed i fratelli quando il padre non poteva.
Sospirò pesantemente alla vista di Naruto che scattava verso la pallida corvina mentre Sakura e Naruko sbattevano il palmo di una mano contro la faccia squotendo la testa. “Tranquille, lo scaccierà tra qualche minuto. Sapete com’è Naruto, vuole che tutti stiano bene e non si tira in dietro dal cambiare anche la più astia delle persone.” Disse sorridendo mentre il padre gli lanciava un asciugamano.
“Buon giorno, Hinata!” esclamò Naruto appena lei si volse a guardarlo mentre le correva incontro, “ Si? Che vuoi? Lo sai che mi devi solo chiamare signora Hyuuga, possibile che non ti entri nella tua testaccia?” gli rispose lei insofferente mentre con un fazzoletto di seta asciugava i pettorali di Naruto, cercava di sembrare arrabbiata ma le luccivavano gli occhi nel vedere un tale ben di Dio di muscoli potendolo toccare. “DAI Hinata, lo sai che hai un nome bellissimo. E poi non sei ancora a capo della casa.” Sbuffò Naruto posandole una mano sulla guancia destra. Lei gliela tolse cercando di non dar a veder l’enorme rossore venutagliele sulla sua faccia per esser stata toccata dalle sue mani così forti, ma anche delicate sulla sua perfetta pelle bianca come la neve. “L-lo s...sai..., questo è il miglior complimento che ho ricevuto oggi. Ma non pensare che ti veda differentemente per questo!” lo sgridò cercando di mandare via il rossore dalla faccia, mettendo via il fazzoletto un una tasca della borsa di Gucci. “Si, si, certo. Non sono stupido, lo so che dentro non ti piace fare così. Cerca di essere la verà tè stessa.” Le disse lui avvicinandosi per baciarla. Lei per tutta risposta si scostò mollandogli un ceffone a media portata che gli girò la faccia. “N...non cambierai mai idea! Sei il solito b...baka universale. N...non farti più v...edere.” disse cercando di suonare adirata mentre nascondeva il sorrisetto compiaciuto tra le lunghe ciocche blu oceano. “Contaci! Sarò sempre il tuo baka!” le gridò rideno saluntandola con la mano.
“Allora com’è andata?” gli fece Memna a Naruto una volta che fu tornato in dietro, “Il solito,” rispose lui sussurandogli nell’orecchio con soddisfazione, “Il solito!” ripetè lui soddisfatto.
“Allora, Sakura. Che ne dici di venire a pranzo con me? Ti vengo a prendere verso le undici, ti va bene?” disse rivolgendole un largo sorriso che lei rispose con uno altrettanto dolce dandogli un muto consenso. “Non vale!! Mi devi ancora aiutare con lo studio!!!” si lamentò Naruko pinatandogli un pugno sugli addominale che lui non senti, “Tranquilla ti può aiutare Memna se vuoi,” disse guardando il fratello che gli mollò un’occhiataccia negando tale proposito, “O puoi aspettarmi verso le tre e mezza.” “Farai megli ad essere puntuale. Sai che sono precisa io!” lo convinse lei tirandoselo vicino per l’orecchio pre poi stampargli un bacio con rossetto sulla guancia, “Ora vai a lavarti. Sai che a noi ragazze non piacciono troppo i sudaticci se non in palestra.”


Ecco il primo effettivo capitolo della storia, spero che con questo vi siate fatti una buon idea di come girino le cose, sennò rileggetevi i due capitoli di nuovo.
Non ho molto da dire se non che amo tutti voi che leggete e recensite i miei lavori, siete la gioia di ogni scrittore!!!!!
Bene, quindi alla prossima e recensite. So di essere persistente ma lo faccio per il bene d'entrambi. ^__^
  
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