Che mi scorri nelle vene.
E mi addormenterò pensandoti, con l’amaro in bocca e il rossetto sul cuscino.
E mi addormenterò, con le voci in testa e profumo di lavanda nelle narici.
E mi addormenterò a notte inoltrata, in solitudine, sopra un letto improvvisato con un materasso sul pavimento freddo che di più freddo c’è stato solo il tuo sguardo la prima volta che mi hai rivisto; quel giorno spirava il vento e sussurrava di noi, di catastrofi, di menti imprigionate nella loro convinzione.
Ora parole rimbombano tra le pareti spoglie della stanza, parole che dicono: “Me lo avevi promesso!”. Ma non mi toccano, non mi sfiorano più: dentro di me vivono mostri e tu l’hai sempre saputo.
Però quando i pensieri si fanno incomprensibili e i sospiri diventano urla, allora sì, ti penso sempre. Perché anche tu avevi promesso: “Ce la faremo insieme”.
Ma ora dove sei?
Ora che i mostri mi portano nell’abisso?
Ora che i mostri mi lasciano sola a galla, in balìa della corrente?
Ti cerco. Gli occhi si fanno più lucidi ed io scavo tra i ricordi aggrappandomi a ciò che ormai non esiste, né mai più esisterà. Sono bloccata in un limbo di emozioni mai provate prima che non mi lasciano fiato, non mi fanno respirare.
Poi mi aggrappo alle pareti sporche, con le unghie e con i denti. Faccio rumore, ne faccio tanto; voglio uscire: posso uscire.
Non sorrido. Mi faccio male. Ho il fiato corto. Nessun battito. Sono forte. Ce la faccio. Non mi servi. Da sola. Sola.
E’ che quando il sole sorgerà, alla fine, di me non resterà neppure la cenere.
E mi addormenterò, con le voci in testa e profumo di lavanda nelle narici.
E mi addormenterò a notte inoltrata, in solitudine, sopra un letto improvvisato con un materasso sul pavimento freddo che di più freddo c’è stato solo il tuo sguardo la prima volta che mi hai rivisto; quel giorno spirava il vento e sussurrava di noi, di catastrofi, di menti imprigionate nella loro convinzione.
Ora parole rimbombano tra le pareti spoglie della stanza, parole che dicono: “Me lo avevi promesso!”. Ma non mi toccano, non mi sfiorano più: dentro di me vivono mostri e tu l’hai sempre saputo.
Però quando i pensieri si fanno incomprensibili e i sospiri diventano urla, allora sì, ti penso sempre. Perché anche tu avevi promesso: “Ce la faremo insieme”.
Ma ora dove sei?
Ora che i mostri mi portano nell’abisso?
Ora che i mostri mi lasciano sola a galla, in balìa della corrente?
Ti cerco. Gli occhi si fanno più lucidi ed io scavo tra i ricordi aggrappandomi a ciò che ormai non esiste, né mai più esisterà. Sono bloccata in un limbo di emozioni mai provate prima che non mi lasciano fiato, non mi fanno respirare.
Poi mi aggrappo alle pareti sporche, con le unghie e con i denti. Faccio rumore, ne faccio tanto; voglio uscire: posso uscire.
Non sorrido. Mi faccio male. Ho il fiato corto. Nessun battito. Sono forte. Ce la faccio. Non mi servi. Da sola. Sola.
E’ che quando il sole sorgerà, alla fine, di me non resterà neppure la cenere.