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Autore: Life_In_A_Cartoon_Motion    02/05/2014    4 recensioni
Sono passati diciassette anni ormai, Skye e Grant sono sposati e hanno quattro bellissimi figli a riempire la loro vita di orgoglio e amore. Così come loro, anche FitzSimmons si sono sposati e, insieme alle loro due bellissime bambine, vivono una vita stupenda.
***
Ma, per quanto i rapporti tra colleghi fossero vietati, i due ignorarono le continue rotture da parte di Fury e decisero di tenere il bambino. O meglio, la bambina. Perché, da pochi mesi a quella parte, in una stupenda giornata soleggiata, venne alla luce una sana e forte femminuccia, Briar Queenie Ward.
***
Quando la piccola Briar crescerà, deciderà di seguire il suo sogno o di seguire le orme del padre? La stessa cosa faranno gli altri figli? E se un improvviso ritorno di Loki e un nuovo cattivo mutante minaccerà la terra, cosa saranno disposti a fare Briar Ward, Hatter Fitz, Raven Ward e i figli degli Avengers pur di salvare i genitori?
Crossover The Avengers e Xmen. Dad!Ward Dad!Fitz
[SkyeWard] [FitzSimmons]
Dedicata a Becky_99
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Grant Ward, Skye, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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our son2 Briar's Point Of View

CARACAS, VENEZUELA.

I miei cinque sensi, in questo momento, stanno impazzendo. Il sapore del mio stesso sangue mi scende in gola, mentre le mie mani continuano a toccare la fredda impugnatura della pistola. Le mie orecchie sono assordate dai continui spari, dai proitellini che perforano un corpo o dal loro tintinnio quando cadono al suo, mancando l'obbiettivo. Sono scioccata. Una missione del genere non mi è mai capitata, troppo difficile, troppo sanguinosa.

Papà me l'aveva detto chiaramente, prima di partire, quando stavano scegliendo insieme le armi. "Sarà una missione complicata," mi aveva detto mentre io, non ascoltandolo, giocherellavo con una calibro 22,"Molti dei tuoi moriranno, non ci sarà nessuno a pararti il culo questa volta. Devi sfruttare tutto ciò che ti ho insegnato". Ed ha ragione. Devo sfruttare al meglio ciò che, in questi diciassette anni di vita, ho imparato avendo come padre un agente SHIELD e come mamma un'abilissima hacker.

Mamma... .Mi manca, la mia mamma. Mi mancano lei, Raven, il piccolo Brett e Elie, anche se non l'ho ancora conosciuto. Non vedo la mia famiglia da settimane, più o meno dal giorno di Natale. Ho voglia di tornare a casa, sull'aereo, di venir coccolata da papà come quando ero piccola e di giocare con Raven. Non di stare qui, sul tetto, a gelarmi il culo mentre io e la mia squadra completiamo la missione.

Il fischio di una freccia passa poco distante dal mio viso, tranciandomi di netto una ciocca di ricci. La stringo tra le dita, arrabbiata, girandomi di scatto verso Anastasia. Me la pagherà cara, i miei capelli non si toccano.

-Scusa.- biascica, scuotendo lievemente la testa.  -Non ho fatto apposta.- aggiunge, con l'accento russo che la cottradistingue, saltando agilmente sul camino e appolandoci come un falco. E tutte le sue frecce fanno centro, nel cuore dei nostri nemici, regalandomi uno spettacolo inquietante. L'odore, adesso, di sangue, per me sta diventando insostenibile.  Per lei, invece, sentirlo non è un problema. E' abbituata, fin da piccina, sua madre è la famigerata Vedova Nera.

Mia madre, invece, è un orfanella esperta hacker, che ha conquistato il cuore di un burbero specialista dedito solo al lavoro, in pochi mesi. La coppia SkyeWard, la conoscono tutti allo SHIELD.

-BRIAR, BOMBA!- strilla Anastasia, dall'alto del suo trespolo. Sobbalzo, girandomi e trovandomi a pochi, anzi pochissimi, centimetri da un'ordigno grosso più o meno quando un pallone da calcio. Non ho tempo di disinnescarla; o corro o esplodo.

Così, mandò uno stimolo alle mie già indolenzite gambe, pregandole di resistere e di correre prima che la bomba esploda e di me rimangano solo pochi resti. Non c'è la farò mai, dannata me con la testa perennemente tra le nuvole! E, proprio quando sento i tic finire e realizzo che mi trovo ancora troppo vicino per poter vivere un altro pò da rivedere la mia famiglia, mi rendo conto di ciò che ho fatto.

Ho deluso mio padre. Morirò in missione, e per colpa di uno stupido ordigno! Scusa, papà ... .

La granata esplode e, proprio quando mi preparo al dolore, qualcosa di inaspettato accate. Un paio di braccia mi circondano e io mi ritrovo aggrappata come un Koala al busto di Ameria e protetta dal suo scudo. Deglutisco. Sono viva?

Quando i pezzi della bomba artiginale finiscono di cadere da tutte le parti -insieme a qualche arto dei cadaveri che giacevano li accanto- la bionda alza lo scudo, segno di cessato pericolo. Io mi stacco da lei proprio nel momento in cui la testa rossa di Anastasia spunta fuori dal camino, scrutando se sia tutto apposto ed, quando si è accertata, esce con il volto e il corpo completamente sporchi di fuliggine.

Si avvicina a noi, recuperando arco e faretra e masticando una gomma.-Ottima entrata, Rogers. Degna di tuo padre.-. Ana gli da un paio di colpetti sulla schiena, il suo modo per esprimere ammirazione. La bionda si aggiusta un capello dietro l'orecchio, stirando le labbra carnose in un sorriso.

-Ti ho appena parato le chiappe, potresti anche ringraziare.- dice, retoricamente, sistemando lo scudo di vibranio sulla schiena. Io roteo gli occhi al cielo, in certi casi è totalmente uguale a sua madre, una diva.

-Grazie.- ribatto io, con un sorrisetto strafottente. Finisco di sistemare le mie armi, esausta. Appena torno alla base, la prima cosa che faccio e dormire per dodici ore di filato, che Hatter lo voglia o no. Non sono mai stata così stanca nella mia vita, penso davvero che potrei dormire qui, in mezzo al sangue e ai corpi. Basta che chiudo occhio; è più o meno da sei ore che non lo faccio, che non lo facciamo, troppo impegnate a braccare Casal Ramirez e i suoi sgherri.

Loro ci potranno pure essere abbituate, a non dormire per giorni, ma io no. Sono brave, bravissime nel loro lavoro, è il loro destino, l'hanno scritto nel DNA. Nel mio, in realtà, non so cosa c'è scritto. Da piccola volevo lavorare alle Stark Industries, poi papà mi ha fatto venire in testa la mania dello spionaggio ... ed eccomi qua.

-Cosa fate stasera?- chiedo, con un sorriso.

-Viene Ginger a cena.- risponde America, infastidita, appoggiandosi con la schiena alla ringhiera di metallo.-Non la sopporto. Si crede Dio In Terra solo perché ha vinto un fottutissimo Oscar. Ed è pure una troia, è andata a letto con un casino di registi pur di avere i ruoli.-.

Anastasia ridacchia, bevendo un sorso dalla bottiglietta d'acqua magicamente comparsa dalla sua faretra.-E tuo padre come la prende, non credo che gli faccia molto piacere averla in giro per casa.-.
Mi lancia la bottiglia, da cui bevo un avido sorso d'acqua potenziata con quelli che sembrano dei sali minerali. Mi vien da vomitare.

-La detesta pure lui. L'unica a cui sta simpatica è Blondie, perché hanno lo stesso carateraccio e modi di fare da dive. Beh c'è anche mia madre, che la adora, in fondo è pur sempre sua figlia. Ma a me Gin non fa ne caldo ne freddo.-
risponde, in modo vago, lasciando ondeggiare i boccoli biondi al vento. 

Io alzo improvvisamente il capo, sentendo il ronzio dell'elicoterro di recupero in lontananza. I miei sensi non falliscono mai perchè, infatti, il rumore assordante del mezzo raggiunge le nostre orecchie e la scaletta di corda piomba giù, invitandoci a salire.

Hatter's Point Of View

LABORATORI SHIELD.

Il laboratorio di genetica è un vero disastro, ci sono carte ovunque, cassetti aperti e cestini dello sporco con il loro contenuto rovesciato per terra. Stringo la cartellina al petto, storcendo lievemente il naso. -Darring?-

Il mio compagno di corso alza la testa da un cumolo di fogli, calcandosi gli occhiali da vista sul naso.-Si, Hatter?-
chiede, retorico.

-Si può sapere cosa diamine stai facendo? Sembra che sia passata una squadra d'assalto, santo cielo!-
borbotto, esasperata, facendomi strada tra le macerie di quello che una volta era il laboratorio dell'accademia. Perché, ora, sembra uno scenario post apocalittico. 

Banner si alza da terra, reggendo tra le  mani due topini bianchi, di quelli che usiamo come cavie per i nostri esperimenti. Li rimette nelle gabbie, chiudendole accuratamente. -Qualcuno è entrato ed ha liberato tutti i topi con dentro la cura.- risponde, segnando su un blocchetto i nomi dei due topini appena catturati. Ne manca solo uno, a quanto pare ... merda. -Mi ci è voluto tantissimo a riprenderli.-

-DOVE E' TIKI?- s
trillo, preoccupata. Tiki è un ratto albino, l'unico su cui la cura abbia effettivamente funzionato. Se perdiamo lui, abbiamo molto volentieri mandato tre anni della nostra vita a fare ricerche ed esperimenti a farsi friggere. -DOBBIAMO TROVARLO, DAR. ALTRIMENTI SIAMO FOTTUTTI.- aggiungo, abbassandomi per vedere sotto gli armadi delle provette.Potrebbe essere ovunque ... ammesso che sia ancora nel laboratorio.

Correndo per la stanza come una pazza, scivolo su una buccia di banana uscita dal cestino, cadendo di sedere con un tonfo. Sussurro tra i denti una mezza bestemmia, sbuffando. -TU E LE TUE CAZZO DI BANANE.- strillo, arrabbiata come una donna durante quel periodo. Mi aggrappo al mobiletto in ferro e, con fatica, mi alzo, massaggiadomi un paio di volte le natiche indolenzite.

-Ho cercato ovunque, Hatter, è sparito nel nulla.-.
Darring si butta su uno sgabello, portandosi una mano tra i capelli, con aria preoccupata. -Ho chiesto a Tara di farmi avere le registrazioni della telecamera di sicurezza.- dice, indicando l'attrezzo nero sempre vigile e attento a tutto ciò che succede,-Ma mi ha detto che non potrà farmele avere prima di domani mattina. Ora, non ci resta che trovare Tiki e rimettere in ordine tutto, prima che arrivi tua madre.-.

Mi gelo. Mamma. Doveva venire oggi, a trovare me e Banner, per vedere come procedevano i nostri esperimenti per il vaccino. E, senza il topo, il vaccino è praticamente inesistente. -ALZA LE CHIAPPE E METTITI A CERCARE QUEL DANNATO TOPO, FOSSE L'ULTIMA COSA CHE FAI.- urlo, spazientina, aprendo alla rinfusa tutti i cassetti dell'armadio di destra. Il niente più totale. No, aspetta ... .

-Dove è che abbiamo messo tutte le provette e i fogli delle ricerche?-
chiedo, non staccando gli occhi dall'armadio completamente vuoto, con un tono stranamente baritonale. Darring mi rivolge un occhiata stranita, mentre sistema i residui del suo pranzo nel cestino. Ho un brutto, bruttissimo, presentimento.

-Nell'armadio di destra.-.
Appunto.

Divento bianca come il mio camice, sentendo le ginocchia diventare molli. -Ma non c'è niente nell'armadio di destra.- dico, deglutendo almeno una trentina di volte, aggrappandomi alle ante di metallo per evitare di cadere per terra, di nuovo.

-COSA?-.
Banner si precipita da me, scostandomi dall'armadio e osservando gli scomparti delle provette vuoti e i faldoni aperti e senza più fogli al loro interno.

-Ritrovare Tiki è l'ultimo dei nostri problemi, ci hanno appena rubato tutto. -
sussurro, prima di vedere Darring oscillare come una foglia e cadere a faccia in giù, sulle piastrelle immacolate del pavimento.

Siamo finiti.


Raven's Point Of View

BUS SHIELD

E' un altra giornata come tante, noiosa e monotona. Per me, ormai, è sempre la stessa storia. Mi sveglio, la mattina studio con zio Phil e il pomeriggio passo il tempo sui libri di medicina che mi ha regalato Simmons. Mamma è occupata a correre dietro ad Elie, ha ancora pochi mesi e ha costantemente bisogno di cure  e di essere allattato. Me ne occuperei io, cambiarlo o lavarlo, ma mamma non si fida tanto. Ha paura che io lo geli.

Ella, la mia unica amica, se ne è andata alla NYADA per studiare canto e ballo e non vedo mia sorella Briar da quanto ... un anno? Sono sempre quì, rinchiusa nel Bus, l'unico mezzo al mondo che non mi permettarà mai di fuggire, a meno che non mi crescano un paio di ali. Cosa possibile, dato che sono un fenomeno da circo uno di quegli esseri odiati da tutto il mondo.

Sospiro, guardando fuori dal finestrino. Con la punta dell'indice, tocco il vetro, formando un elegante e raffinato girighoro di ghiaccio. Come è bello il tramonto, darei ogni cosa pur di vederlo dal vivo, e non rinchiusa qua. Mi butto di peso sul letto, dando un calcio ai libri di testo e coprendomi il volto con un cuscino. Voglio andarmene.

Qualcuno bussa alla mia porta e, senza il mio consenso, la spinge appena. Dalla fessura vedo comparire la faccia allegra di zio Phil, con in mano un sacchetto nella pasticceria sulla sesta. -Raven? Posso?-

Normalmente non farei entrare nessuno, durante la mia ora di "solitudine", ma quando ci sono dei deliziosi cornetti alla crema in ballo non oserei dirgli di no. -Entra.- dico, mettendomi a sedere. -Sono quelle alla Nutella, vero?- chiedo, mordendomi il labbro inferiore ed indicando il sacchetto unto. Phil annuisce, prendendo la sedia girevole e sedendosi accanto  a me.

-Ovviamente, Milady.- risponde l'uomo, canzonatorio, aprendo il sacchetto e tirandone fuori due croissant dal profumo invitante, stendendoli sul sacchetto. Me ne porge uno e io lo accetto molto volentieri, stringendolo tra le due dita e sporcandole con lo zucchero a velo. -Eccoti. E vedi di non sporcarti, May è stufa di far lavatrici.-.

Ne addendo un pezzo, constatando che da bello caldo, tra le mie dita è diventato freddo come un cubetto di ghiaccio. Diamine.-Troppo tardi, l'ho congelato.- sbuffo, masticando la pasta fredda e dal sapore orribile. -Ora fa schifo.-. Sono un'incapace, congelo tutto ciò che tutto, neanche a farlo apposta. Ormai i miei poteri vanno da soli; devo indossare i guanti anche solo per sfogliare le pagine di un libro o per tenere in mano un bicchiere. Ed è una cosa fastidiosa.

-Oggi, ho visto un bel paio di guanti in seta neri, nella vetrina di un negozio sulla sesta. Se vuoi, il tuo compleanno potrebbe arrivare in anticipo, quest'anno.- dice, alternando le parole a grossi bocconi di cornetto. Io sorrido, addolcita.

-Grazie ma ... non dovresti proprio. Mi vanno bene quelli vecchi, in lanetta.- gli dico, indicando l'indumento riposto accuratamente sopra il comodino. Vorrei abbracciarlo.

Phil si pulisce la mani su un fazzoletto, ridacchiando. Fa per dire qualcosa, quando, dal soggiorno, un urlo spaventanto di mia madre e il pianto convulso di Elie ci fa raddrizzare le orecchie.-Hai sentito?- chiede, scattando in piedi come una molla.

Annuisco, alzandomi dal letto e preparando i miei poteri all'uso. Quando vogliono, anche loro possono essere utili. Specialmente se la mia adorata madre e il mio pestifero fratellino hanno bisogno di me. Coulson carica una pistola, impugnandola e facendomi segno con la testa di far avanzare lui. Obbedisco, seguendolo a ruota. Camminando lentamente raggiungiamo il soggiorno dove trovo mia madre, immobile, con Elie in braccio e un espressione visibilmente scioccata. Davanti a lei, due persone ci stanno sorridendo.

Un uomo, pelato ed in sedia a rotelle, mi indica.-E' lei Raven?- chiede, guardando mia madre. La donna accanto a lui, alta e con una tuta di lattex rosso indosso, mi scruta attentamente. Cosa vogliono da me? Sono dei persecutori? Mi vogliono deportare come ho letto sul libro di storia?

-COSA VOLETE?- strillo, puntando la mano contro i due e sparando un potente raggio gelante. La mora, con un veloce movimento delle mani, devia il raggio, facendo finire contro la parete. Mia madre mi guarda, scioccata. Quella donna è come me.Come è possibile? E' tutto un trucco, la mia malattia è unica. Sento la rabbia invadermi le viscere e la mia temperatura corporea scendere verticosamente. -ANDATEVENE.- strillo, di nuovo, inviando un secondo raggio verso i due.

La donna, stizzita, lo devia di nuovo, facendo finire, questa volta, contro di me. -Basta. Noi non vogliamo farti del male.-. latra, indicando se stessa e l'uomo. Sbuffo, sgranchendomi le dita. Vogliono la guerra?

-RAVEN, BASTA.- strilla mia madre, in preda ad una delle sue solite crisi isteriche post gravidanza, battendo nervosamente i piedi a terra.-E VOI DUE, SI PUO' SAPERE CHI SIETE? VI SIETE MATERIALIZZATI QUI DENTRO E ADESSO COSA VOLETE DA MIA FIGLIA?-. I suoi urli rieccheggiano per tutto il bus, probabilmente avrà svegliato Brett.

L'uomo in carrozzina ci guarda, entrambe, con un sorriso.-Il mio nome è Charles Xavier e lei è la mia aiutante, Brooklyn Summers. Voglio che sua figlia entri nella mia Accademia. Ne abbiamo bisogno.-


ANGOLETTO DELLA FRUTTA(con di sottofondo Happy di Pharrel Williams)

Eccomi qua, care lettrici.
Abbiamo conosciuto Briar Ward, Anastasia Barton e America Rogers in missione. Come vi sono parse? 
E poi ecco arrivare Hatter Fitz e Darring Banner, figlio di Bruce Banner, alla disperata ricerca di un topo.
Ed, infine, la nostra piccola Raven Ward. Dolce, la bambina? LOL. Amh, Brooklyn Summers potete trovarla in quest ff: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2422052&i=1 (sono al secondo capitolo, ma sto provvedendo a continuarla. Spero che ci farete un piccolo salto SMAK)

Vi è piaciuto questo capitolo? Spero di si.
ALTRE FF:
-Hunger Games: probabilmente domani, parlerà dell'arrivo a Capitol City.  
-Love Today: non so quando arriverà, ma so che parlerà della gelosia di Ward verso una gran bel figaccione (STEEEEEWIE *_*) e di Skye per la ormai celeberrima Mika.
-Like In A Hurricane( per chi vuole scoprire chi sia Mika): penso anche quello domani. Conosceremo la diva hollywoodiana, la figlioletta Ginger (si, quella nominata parecchie volte) e altre cose.

Ciao Ciao Ciao Ciao Ciao
Bacioni -oni -oni -oni
Lalla,
  
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