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Autore: Richhh    03/05/2014    4 recensioni
" Loro non possono ferirmi. Non sono come il resto di voi. Non ho nessuno per cui vale la pena tornare."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Johanna Mason
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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La luce mattutina filtra dalla finestra di casa.  Non ne sono disturbata questa notte non ho dormito per niente. Non ho fatto altro che pensare a mio padre e alla mietitura. LA MIETITURA! Mi alzo e mi dirigo verso la finestra. Alzo lo sguardo verso il cielo. Nuvole. Il sole non mi aiuta a capire che ora è. Vado in cucina Mi lavo la faccia  e il corpo con la bacinella. Subito dopo mi dirigo verso il mio armadio. Ho pochi vestiti e ormai è un classico che uso sempre lo stesso vestito delle mie ex-mietiture. Il vestito ha un color beige non è tanto lungo ne tanto corto mi arriva più o meno un po più in la della vita. Le spalline sono arricciate sulla parte sinistra del vestito c’è una piccolissima ricamatura fatta da mia mamma quando era ancora viva, diceva : ‘ Stay Strong ‘.  Ogni anno mettevo giacchetta nera sopra per coprire la scritta ma oggi non lo farò. Mi dirigo verso la porta. Mi guardo attorno e comincio a pensare al fatto di non rivedere mai più questa casa. Basta pensieri!. Esco di casa e a pochi metri da me vedo briec con una maglia azzurina-celeste e un paio di pantaloni neri. I suoi occhi isi intonavano perfettamente con i capelli e la maglia.Solo adesso riesco a vedere quanto è carino. 
- Buongiorno! – iniziò Briec. – Oh quanta allegria! – Risposi io in tono sarcastico. Lui mi sorrise e io feci altrettanto.
Che ora è? – Chiesi io – Credo siano le 11:30 sono uscito di casa un quarto d’ora fa – Mi rispose lui. – Bene, faremo meglio a incamminarci verso il palazzo di giustizia. – Ok – Rispose Briec
Mentre mi incamminavo notavo quanta allegria c’era nella gente. Ovviamente è ironico. Le case sono sbarrate e la poca gente che c’è è triste soprattutto le madri. La maggior parte di esse ha gli occhi lucidi lro soffrono. E io non posso fare niente, sono impotente. Cammino più velocemente e Briec mi sta al passo. Quando arriviamo davanti al palazzo di giustizia notiamo quanti pacificatori erano lì di pattuglia. E a quanto pare dalla fila che c’era davanti alla piazza c’era un controllo prima di entrare. Faccio la fila insieme a Briec. Lui mi guarda, anch’io lo faccio. E’ il suo ultimo hanno di mietitura ha 18 anni e se lui verrà eletto io non avrò il potere di salvarlo. Aveva l’aria intimorita. Mancava una persona e poi toccava a me il controllo. Faccio un passo avanti. Il pacificatore mi prende per le braccia – Alza le mani. – Obbedisco esitando per un momento. Inizia a perlustrarmi il corpo con una specie di Metal detector. Avranno rafforzato la sicurezza per la bomba di mio padre. – Puoi passare – Disse il pacificatore facendosi largo verso la sua sinistra. Entrai nella piazza nella quale regnava il silenzio. Presi posto nella folla aspettando Briec. C’erano un paio di trafficati di telecomunicazioni che aggiustavano le svariate attrezzature audio. Un ragazzo dagli occhi blu oceano mi guardò con aria triste, stava sul palco ad aggiustare i fili dello schermo gigante accanto al palazzo di giustizia. Il ragazzo era giovane avrà avuto 20 anni. Continuava a guardarmi. Cos’ha da guardare. I suoi occhi si fecero pieni di lacrime. Non capisco cosa abbia.  – Hei tu! Tra un quarto d’ora si inizia con la mietitura e tu sei qua a non fare niente! – Un pacificatore arrivò da dietro il palco. Si riferisce al ragazzo che mi sta guardando; Continua a fissarmi. Da dietro di me arrivò Briec con aria interrogativa – Johanna ci sei? – Distolsi lo sguardo dal ragazzo sul palco e mi giro verso Briec – Lo vedi quel ragazzo? Mi fissa e piange…- Briec sposta lo sguardo su di lui, adesso era impegnato nuovamente ad aggiustare l’attrezzatura. – ne sei sicura? – Mi domanda Briec . – Mi stai prendendo per stupida? Mi guardava e gli occhi gli stavano per lacrimare – Rispondo io. – Bhe, è giovane, l’avranno di sicuro pescato dal distretto 3. Dalla faccia si capisce che è spaventato.- Adesso lui mi guarda e io faccio lo stesso – E’ un senza voce Johanna..- Aggiunse lui con un tono di disapprovazione. – Fantastico, adesso Capitol City inizia a sfruttare la gente per i loro scopi idioti, d’altra parte è sempre quello che hanno fatto. – La piazza si stava facendo man mano sempre più piena. La gente intorno a me è spaventata alcuni hanno le lacrime agli occhi. E adesso in questo momento realizzo che questa prospettiva mi turba molto. Le porte del palazzo di giustizia si aprono fragorosamente ed ecco il Sindaco. Un’uomo basso dai capelli neri e gli occhi marroni. Si dirige verso il microfono con movimenti non tanto eleganti noto.
Abitanti del distretto 7...- Ha una voce molto rauca, sembra che abbia mal di gola a dir la verità. – Noi ben sappiamo perché quest’oggi siamo riuniti tutti qui, abbiamo superato gli anni bui,,,-  Ormai sento questa cantilena da 4 anni, non ci presto manco più attenzione – Bla bla bla. – Sussurro tra i denti. Briec fece uno sbuffo di risata sotto i baffi e mi guardò. – Ti eccita molto questo discorso vedo – Disse lui con aria divertita – E’ quattro anni che sento questa cantilena, dio. Mi sembra il minimo. Tra meno di 10 secondi dirà ‘ E possa la fortuna essere sempre a vostro favore ‘.  Dissi io sussurrando con aria sarcastica. – E possa la fortuna, essere sempre a vostro favore,- Concluse il suo discorso e girò i tacchi dirigendosi verso l’angolo destra della porta del palazzo di giustizia, - Ti pareva …-
Briec per poco non rideva quando una figura in fondo alle porte del palazzo si incamminava verso il palco. Una donna al quanto alta per via dei tacchi rosa si ergeva dinanzi a noi. Aveva l’acconciatura con le sfumature di colore che cambiavano in base all’umore, proprio quel tipo di spray che aveva messo il conduttore televisivo l’altra sera.. Sto per vomitare. Si è fatta un bagno nel trucco questa. Si incamminò verso il microfono con aria compiaciuta. Quando arrivò si schiarì la gola. – Benvenuti, benvenuti alla 71° esima edizione degli Hunger games. Ringrazio il sindaco qui presente per le meravigliose parole dette-  La testa si sposta verso il sindaco e quest’ultimo fece un inchino molto breve in segno di gratitudine. – Ma adesso basta perderci in chiacchiere. Quest’oggi avremo un tributo femmina e uno maschio che avranno l’onore di partecipare a questi splendidi giochi! – La mia mano si sposta verso quella di Briec, lui me la stringe forte in segno di sicurezza. Il cuore mi batte a mille. – Come sempre, prima le signore!- Il corpo della donna si dirige verso la grande boccia che si ergeva su un piedistallo di metallo. La sua mano roteò all’interno di quest’ultima prendendo il biglietto. Ritornò alla postazione iniziale. Si schiarì la gola e aprì il biglietto.
- Johanna Mason! –
 

                                                                                       **
Penso di avere due opzioni ben precise, o esplodere direttamente oppure andare in bagno a vomitare. Quando il mio nome venne enunciato dalla donna tutta rosa e viola Briec fece un sussulto di spavento, mi guardò e mi abbracciò .Mi disse che sarebbe andato tutto bene e che avrei vinto. Non sapevo che altro dire a  parte ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto per me. Mi allontanai da lui con il cuore che martellava a mille e mi feci largo nella folla. La donna sul palco mi disse con la sua voce squillante di salire  con un gesto di mano elegante. Mi misi accanto a lei ed enunciò con gioia il mio nome. Le facce della gente sotto di me erano tristi alcune piene di speranza perché sapevano che non ci sarebbe stato a parte me nessun altro tributo femmina.  Subito dopo la donna si ergeva davanti alla boccia dei tributi maschi ed enunciò il nome del tributo. Mike atton. Non lo avevo mai sentito nominare, Era la prima volta che ci eravamo incontrati. Salì sul palco. E La donna  gioì. – Ed ecco qui! I tributi maschi e femmina dei settantunesimi Hunger Games! E possa come sempre la fortuna essere a vostro favore. – Io e Mike fummo scortati fuori dal palco e rintanati in due stanze diverse per ricevere visite l’ultimo mezz’ora.  Non mi aspettavo che qualcuno a parte briec venisse, ma non fu così. Il primo ospite che ebbi fu un’uomo, doveva avere l’età di mio padre o forse anche di più, mi rassicurò che sarebbe andato tutto bene e aggiunse anche che mio padre era un grand’uomo. Poi venne scortato dalla stanza e subito dopo arrivò Briec. Era affiatato e spaventato allo stesso tempo – Johanna ascoltami. – Mi prese per le spalle e iniziò a parlare – Usa l’ascia per qualsiasi attacco o contrattacco, tuo padre mi ha detto come la maneggi e quella sarà la tua carta vincente…- Non finiva più di parlare e non faceva altro  che darmi consigli. – Si astuta e furba, devi far capire gli altri quella che non sei veramente, fingi di essere debole e priva di talenti…In questo modo ti consideranno come una preda facile, ma in caso di attacco non dovrai esserlo…- Lo abbracciai forte al mio petto – Grazie Biec, grazie davvero. – Un pacificatore irruppe nella stanza e portò via Briec – Ti voglio bene! – Furono le ultime parole di Briec e io non sarei mai riuscita a dire che per me era lo stesso.
Non ricevetti più altre visite.  Fui scortata in un treno le quali stanze erano fatte di materiale mai visto. Era una sorta di legno e ai miei piedi troneggiava un pavimento morbido dal colore azzurro. Ma poi arrivammo al pezzo forte. Una piramide di cibo si ergeva sul tavolo della sala da pranzo piena di piccole torte e della roba marroncina che colava su di esse. Nel tardo pomeriggio conobbi il mio mentore, un’uomo idiota dai capelli unti e marroni e aveva uno sguardo così pallido che sembrava uscito da una cella frigorifera. Nessun consiglio di sopravvivenza. Lui mangiava e io feci lo stesso la sera. . Dopo cena andai nella mia camera in cui un comodo letto troneggiava al centro della stanza. Mi ci sdraiai subito e qui comincio a realizzare che l’idea di scoppiare non mi attizzava molto. Ho passato tutta la notata in bagno a vomitare tutte quelle schifezze . Almeno sapevo di non fare nessun incubo quella sera. Ma non fu così.

                                                                           
                                                                                       **
AAAAAAh! – Mi sveglio di colpo nel mio vagone. Sono tutta sudata fradica, i capelli appiccicati al viso e l’interno della guancia sanguinante. Mi alzai e andai nel mio bagno privato. Nessuna bacinella piena d’acqua solo una specie di coppa in ceramica sulla quale c’era un tubo d’acciaio da cui usciva dell’ acqua. Mi lavo la faccia e inizio a pensare all’incubo. Non ricordo molto. Solo sangue… . Un suono acuto proviene dalla camera da letto. E’ Mike che bussa alla porta. – Johanna ci sei? – Mi domanda lui dietro la porta  - Hem.. Sì…- Cerco di infilarmi il vestito di ieri e apro la porta – Dimmi. – Mike si sofferma un’attimo a guardarmi da capo a piedi – Hem..tutto bene?..- Dice lui con tono meravigliato. Non ha tutti torti a chiedermelo sono in uno stato pietoso – Scusami, mi sono appena svegliata..Cosa vuoi? – Contro ribatto io. – Bhe è quasi l’una e il nostro mentore ci aspetta nella sala da pranzo…- dice portando la testa verso il fondo del corridoio. – Ok arrivo subito- Chiudo la porta e mi dirigo in bagno. Entro in una cassa trasparente dentro la quale si ergono 20 pulsanti diversi con diversi funzioni. Quando schiaccio un pulsante l’acqua calda mi pervade il corpo insieme a del bagno schiuma al Limone. Quando esco dal marchingegno mi asciugo e mi dirigo velocemente verso l’armadio. Una varietà di vestiti troneggiavano davanti ai mie occhi,scelsi velocemente un vestito molto semplice dal colore beige. Esco dalla stanza con i capelli non del tutto asciutti. Ed entro nella sala da Pranzo. Qu c’è Mike seduto accanto al nostro mentore. Si è lavato i capelli. Facciamo progressi. – Buongiorno. – Dissi io. – Buongiorno – ricambiarono loro in coro – Siediti  a fare colazione su. – Accettai l’invito di Tyson, a quanto pare si chiama così. – Cos’è questa? – Mi trovo davanti una bevanda densa marrone fumante – Cioccolata calda è buona. – Mi rispose Mike compiaciuto. Ne diedi un sorso. Aveva ragione era buona. Posai la tazza e mi rivolgo a Tyson. – Bene. Mi sembra che sia l’ora di fare il tuo maledetto lavoro…Darci consigli. – Tyson si voltò verso di me con’aria meravigliata – Oh che carateraccio! Perché scaldarsi tanto, abbiamo ancora tempo! – Diede un morso ad un biscotto – Ho detto che devi iniziare a fare il tuo maledetto lavoro. E se non ti decidi a farlo. Le probabilità che tu sopravviva prima di scendere da questo treno sono pari all’1%- Dissi io in modo scontroso. Tyson fischiò ridendo – uuh abbiamo una Iena a borodo!- Rise nuovamente – Vuoi davvero un consiglio? Si la persona che non sei veramente. E un trucco molto efficace di base. – ha ragione, è la terza persona che mi dice la stessa cosa. Deve aver vinto la sua edizione probabilmente grazie a questo metodo. – Quanto al cibo?- Domandai io – Oh guarda, c’è né la tavola piena – Fece una risata soffocata. Stavolta Mike parlò – Credo che la raccolta di provviste dipenda dalla struttura dell’arena.- Sposto il mio sguardo verso Mike. – ben detto Mike, ben detto. – Disse Tyson.
Una voce squillante arrivò dal fondo della sala – Bonjour mes fleurs! Secondo il macchinista saremo a capitol City in meno di 10 minuti! – Adesso portava una nuova acconciatura color azzurra – Oh, Pearly! Buongiorno! – Esclamò Tyson – Oh ciao, Tyson…- Disse lei con tono disgustato. .- Oh, Johanna!- si incamminò verso di me con area superba. Mi porse la mano – Piacere Pearly!- esclamò – Salve.- Dissi io con tono serio.  Ad un certo punto la stanza si fece buia. Il treno era entrato in un Tunnel a quanto pare e poi subito dopo all’orizzonte dal finestrino si riusciva a vederla, capitol City. Edifici in acciaio e grattacieli si ergevano per tutta la città – Eccociii! – Urlò Pearly eccitata. – Oh,Johanna vatti a cambiare con quel vestito sei orribile!-

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Ok, Ci vediamo col prossimo capitolo, spero vi sia piaciuto C: Baci!
   
 
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