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Autore: metaldolphin    08/05/2014    1 recensioni
Se vi offrissero la possibilità di tornare indietro nel tempo, per rivivere da spettatore un episodio della vostra vita, sapreste cosa scegliere?
E' il dilemma che deve affrontare Nami; farà la sua scelta, ma ciò che scoprirà sarà così doloroso da sconvolgere l'intera Ciurma e il suo rapporto con Zoro.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Comunque insieme'
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Una volta giunti al porto, mi lasciai cadere su una delle bitte a cui era assicurata la Sunny e chiesi al Cuoco: -Puoi chiedere a Zoro di raggiungermi?

Non dovetti attendere molto: osservai Sanji salire in palestra e scenderne, subito dopo, seguito dallo Spadaccino che, agile, balzò giù dalla nave, accogliendomi con un gran sorriso.
Che si spense non appena mi guardò bene in volto. Mi si accosciò di fronte, per guardarmi meglio negli occhi e scostò un ciuffo di capelli, fermandomeli dietro l’orecchio.
-Cosa è successo, Nami?- disse a voce bassa.

Tutti i miei buoni propositi sfumarono a quella frase e scoppiai in una risata beffarda, carica di tutta l’amarezza che possedevo.
-Pare che sia un quesito molto frequente- mormorai, ma lui non comprese, non aveva abbastanza indizi.
-È più o meno la stessa cosa che ti ha chiesto Sanji a Thriller Bark, vero?- dissi, senza staccare gli occhi da lui.

Lo vidi raggelarsi e si alzò per tornare a bordo, sibilando: -Lo ammazzo per davvero, questa volta! Lo ammazzo per davvero!- esclamò, riferendosi chiaramente al Cuoco, ma lo afferrai per il polso con tutta la mia forza, ridicola se confrontata con la sua, ma si fermò ugualmente e lo informai: -Non è stato Sanji.

Mi guardò stranito.
-Chi, allora?- si limitò a dire.
-Ho visto tutto- confessai, iniziando a raccontargli quanto visto. -Ti ho visto combattere contro Kuma, offrirti in cambio di Rufy e prendere su te il suo dolore. Ero là… In paese c’è una signora, una specie di maga, che ha il potere di far rivivere un solo momento del passato. Allora le ho chiesto di sapere qualcosa che ti sei sempre rifiutato di raccontarmi, di riportarmi a quei momenti.- conclusi, con voce affranta.

Rimase muto a fissarmi, indeciso su qualcosa, credo cercando le parole giuste per rispondermi.
-Avresti potuto rivedere Bellemere, o tornare ancora più indietro, vedere chi ti ha messo al mondo…

Mi fece irritare il fatto che non capiva il perché della scelta che avevo fatto. Cercando di ritrovare la calma, chiuse gli occhi e si passò una mano sul viso. Quando li riaprì, io ero già a metà della scaletta per tornare a bordo e scuro in volto, mi venne dietro.
La piega che stava prendendo quella situazione non piaceva neanche a me.




Nami lo sapeva…

Nami lo sapeva e non voleva vedermi.
Non l’avevo mai vista così amareggiata con me.

Che idiota ero stato!

Se avessi soddisfatto per tempo la sua curiosità, non saremmo arrivati fino a questo punto. Invece ne era venuta a conoscenza in quella maniera così assurda… ed era scoppiato l’inferno, che aveva colpito, anche se indirettamente, l’intera Ciurma.
Quella bisbetica si era rintanata in cabina, lasciando fuori chiunque e, anche se eravamo salpati dall’isola, la navigazione procedeva lenta.

Gli altri, all’oscuro della motivazione reale per ovvi motivi, erano convinti che la nostra lite fosse un bisticcio di coppia. Naturale per loro, concludere quindi, che la colpa fosse mia.
Almeno mi consolava il fatto che Nami aveva avuto il buonsenso di non far capire cosa ci fosse sotto, al Capitano; non sono sicuro di quale sarebbe la sua reazione.

Maledizione e stramaledizione!
Ero così nervoso che sarei riuscito ad affettare l’oceano, quindi andai a sfogare in palestra la rabbia.

Due giorni dopo, il Cuocastro mi negava ancora l’accesso ai pasti, affermando che non mi avrebbe dato da mangiare fino a che non avessi chiesto scusa alla Dea ramata e lei mi avesse perdonato. Proprio lui, l'unico, con Brook e Robin, a sapere la verità, mi dava torto.

Le liti, sia con lui che con gli altri, frutto della tensione crescente a bordo, peggioravano di ora in ora e anche con gli altri il rapporto andava facendosi più astioso.
Mi resi conto che stava accadendo proprio quello che avevo tentato di scongiurare a Thriller Bark; sapevo che senza il Capitano i rapporti tra i vari componenti dell’equipaggio si sarebbero incrinati, ma non potevo certo immaginare che, nonostante tutto, la situazione avrebbe potuto degenerare lo stesso.

Dovevo far comprendere a quella strega testarda le motivazioni che mi avevano portato a non parlarle di quell’episodio, ma dato che non voleva ascoltarmi, né rivolgermi la parola, potevo considerarla un’impresa disperata.
 
   
 
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