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Autore: RSP    09/05/2014    6 recensioni
Natalie Logan , diciottenne inglese, ha perso i genitori in un tragico incidente mentre stavano andando al concerto dei Rolling Stones, loro gruppo preferito, quando lei aveva appena 10 anni.
Zia Sabrina l'ha accolta in casa e l'ha cresciuta come una figlia non facendole mancare mai nulla.
Ha un fidanzato all'apparenza perfetto, una migliore amica dai tempi delle scuole medie che crede una sorella ed il gruppo di amici con cui esce il sabato sera.
Natalie o Naty, come la chiamano gli amici, ama Londra ma cosa succederà se il lavoro della zia la costringerà a lasciare Londra per Holmes Chapel, un ridente paesino nei pressi di Manchester...?
Cosa succederebbe se venisse a scoprire che i suoi amici in realtà non sono poi così tanto amici ? Se incontrasse un cantante di una band famosa di cui lei non conosceva neanche l'esistenza con degli occhi verdi magnifici ed una gran voglia di guarire la sua paura per la musica?
Londra non è l'unica città degna di essere presa in considerazione e la calma di Holmes Chapel offre la possibilità di innamorarsi di persone che non avresti mai immaginato...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
 
Dopo aver ottenuto il lavoro al panificio ed essersi scontrata con il ragazzo strano che non le aveva neanche chiesto scusa, Natalie era tornata a casa ed approfittando dell’assenza della zia aveva chiamato il suo ragazzo raccontandogli tutto quello che le era capitato in mezza giornata.
Jack si era mostrato felicissimo per lei e, dopo averle raccontato gli ultimi avvenimenti successi nel suo vecchio liceo avevano riagganciato.
Natalie aveva pranzato da sola ed in silenzio, immersa nei suoi pensieri, ma non si era lasciata abbattere dalla tristezza causata dall’avere il suo ragazzo lontano e di essere in una cittadina sconosciuta con gente sconosciuta.
Quando la zia alle cinque era tornata a casa, le si era aggrappata al collo e le aveva raccontato del lavoro al panificio e di quanto la gente fosse strana in quel posto.
Zia Sabrina, ovviamente, non si trovò d’accordo con lei continuando a costatare che il suo collega d’ufficio era un tipo troppo simpatico e che tutti erano stati gentili e disponibili con lei in quei pochi giorni.
Comunque si era anche mostrata felice per il lavoretto che aveva ottenuto, perché almeno non l’avrebbe vista girare tutto il giorno per casa fino a che non avesse iniziato la scuola.
Poi l’aveva costretta a vestirsi per andare a mangiare una pizza insieme.
“d’altronde è sabato sera e tu a Londra uscivi sempre” le aveva detto con un sorriso.
Certo, la pizzeria di Holmes Chapel non erano le discoteche che c’erano nella capitale inglese, ma Natalie decise di assecondare l’entusiasmo della zia.
La serata era trascorsa tra una chiacchera e una risata e una volta a casa aveva mandato un sms a Camille a cui però non aveva ricevuto risposta.
Decise di non dare molto peso a quella mancata risposta e si mise sotto le coperte a leggere un buon libro.
 
Se c’era una cosa che Natalie non sopportava era l’essere in ritardo quando aveva qualcosa di importante da fare e così lunedì, suo primo giorno di lavoro, aveva puntato la sveglia alle sei.
Si era stiracchiata nel letto, aveva sbadigliato più volte e si era stropicciata gli occhi dimenticandosi che la sera prima non si era struccata.
Strinse le spalle mentre infilava le sue pantofole di pelo e scese le scale il più silenziosamente possibile per andare a fare colazione.
La zia stava ancora dormendo quindi la casa era immersa totalmente nel silenzio, proprio come piaceva a lei.
Prese i suoi biscotti preferiti e scaldò il latte nel forno a microonde.
Controllò il cellulare che aveva portato con sé ed entrò su facebook controllando i profili dei suoi amici.
Rimase con il biscotto a mezz’aria quando le si parò davanti una foto di Jack e Camille, in discoteca, abbracciati (fin troppo per i suoi gusti) palesemente su di giri mentre facevano una linguaccia all’obbiettivo del cellulare.
Per una che amava avere il controllo di ogni cosa, quella situazione non era proprio ottimale.
Una storia a distanza non era qualcosa che la faceva stare tranquilla, ma quella era la sua migliore amica da anni e di certo non l’avrebbe mai tradita in quel modo.
Camille come Jack, ovviamente.
Aveva piena fiducia in loro e quella era solamente una foto tra amici, lei stessa ne aveva scattate a milioni con Mark o Lucas.
Decise di bloccare il telefono e di darsi una mossa per il suo primo giorno di lavoro, saltellò al piano di sopra e dopo essersi lavata aprì l’armadio indecisa su cosa indossare.
Alla fine optò per qualcosa di comodo ma carino: uno skinny jeans chiaro, un maglioncino con lo scollo a V color beige e le sue amate vans marroni con una borsetta a tracolla in cuoio.
Si truccò leggermente, legò i suoi capelli rossi e lisci in una coda alta e  indossò la sua sciarpona di lana seguita dal giubbottino di pelle, marrone anche quello.
Guardò l’orologio al suo polso notando di essere in perfetto orario, scrisse un bigliettino alla zia che attaccò al frigo ed uscì di casa coprendosi la bocca e il naso con la sciarpa.
L’unica cosa che quel paesino dimenticato da Dio aveva in comune con Londra era il freddo pungente che penetrava fin dentro le ossa.
“buongiorno!” disse sfregandosi le mani una volta dentro la panetteria ancora deserta.
Le due donne erano già dietro al bancone e le sorrisero amabilmente prima di salutarla.
“ciao tesoro! Buon primo giorno di lavoro!”
“grazie mille e comunque io sono Natalie!” aprì un sorriso e porse la mano che le due strinsero calorosamente.
“Io sono Barbara” si presentò la signora dai capelli grigi e con il sorriso contagioso-
“Io Margaret ma puoi chiamarmi Maggie!”
“questo è il tuo grembiule e la tua cuffietta per i capelli!” Barbara le porse gli indumenti e lei annuì chiedendosi mentalmente dove potesse poggiare le sue cose.
“lì dentro c’è lo spogliatoio..!” indicò una porticina rossa seminascosta che Natalie raggiunse subito.
Accese la luce e poggiò la sua borsa e il suo giubbotto su una sedia, di fianco c’erano diverse sedie piene di roba, probabilmente di gente che era in laboratorio e che lei avrebbe conosciuto presto.
Si guardò intorno per qualche secondo e la sua attenzione fu rapita da una foto appesa al muro.
Un ragazzino sui quattordici anni, con i capelli riccissimi e un sorrisone incorniciato da due fossette, teneva in mano una pagnotta ed indossava lo stesso grembiule che Barbara aveva dato a lei.
Sulla fotografia c’era anche uno scarabocchio simile ad una firma che lei non riuscì a decifrare.
Pensò  che era qualcuno che sicuramente era rimasto nel cuore delle due titolari e che aveva lavorato in quel posto per parecchio tempo, oppure un loro nipotino che magari si era trasferito per studiare all’estero e che non vedevano spesso.
“Natalie, sei pronta?” Maggie aprì la porta di scatto facendola sobbalzare.
“si, pronta!”
“scusami se ti ho fatta spaventare” le si avvicinò accarezzandole un braccio e la rossa le aprì un sorriso rassicurante buttando ancora un’occhiata alla foto appesa al muro.
“è un bambino carino! – le sfuggì- è vostro nipote?”
Maggie si voltò verso di lei che si sentì un’aliena sotto il suo sguardo stupito.
“non è più un bambino, adesso è cresciuto – sorrise – e si, diciamo che è un po’ come se fosse un nostro nipote! Sicuramente è il nostro orgoglio!”
Barbara interruppe quella conversazione richiamandole al bancone, Natalie sorrise semplicemente a  quell’affermazione mettendosi subito a lavoro.
I tavoli si erano riempiti quasi tutti e c’era un gran via vai di gente al bancone.
Natalie, per essere alle prime armi, se la cavava piuttosto bene.
“ei ciao…!” una voce conoscente le fece alzare gli occhi, la bionda con il sorriso abbagliante era ferma dall’altro lato del bancone e la guardava incuriosita.
“ciao mhm… Zoe.. giusto?” chiese aprendo un sorrisino che si allargò quando la ragazza annuì energicamente.
“lavori qui?” chiese curiosa
“si, da oggi!”
“bene! – sorrise la ragazza- porta fortuna questo posto!”
“lo spero! – disse dolcemente- posso servirti qualcosa?”
“mmm, si un croissant con la marmellata!” lo indicò con l’indice e Natalie glielo porse pochi istanti dopo.
“ciao Zoe!” Barbara salutò la bionda che mimò un bacio verso la signora
“ciao Barbi. Come stai?”
“tutto bene! te? Ha visto chi c’è in città?”  le chiese pulendo il bancone con una pezza.
“no – disse la bionda con voce scocciata- non ho ancora avuto occasione di vederlo, per fortuna aggiungerei anche!”
Natalie la guardò arricciando le sopracciglia non riuscendo a capire a chi si stessero riferendo.
“andiamo, Zoe! Sei ancora arrabbiata con lui?”
“no, io non sono arrabbiata – esclamò teatralmente – solo che se lui stesse prendendo fuoco ed io avessi un bicchiere d’acqua…semplicemente, lo berrei!” incrociò le braccia al petto
“ma da piccoli eravate così uniti ed eravate una così bella coppia!” Barbara le lanciò uno sguardo dispiaciuto.
“non mi parlare di quel periodo che preferisco rimuovere” la fermò con la mano e la signora guardò Natalie scuotendo la testa.
“ex ragazzo?” chiese timidamente Natalie
“se ragazzo si può definire..!” mugugnò Zoe pulendosi la bocca con il fazzolettino dov’era avvolto il cornetto.
“Buongiorno a tutti, gente!” una voce fin troppo roca ed allegra, per i gusti di Natalie, interruppe quello scambio di battute che poteva placare la sua sete di curiosità.
“si parla del diavolo…!” borbottò Zoe poggiando un braccio sul bacone e guardando verso il ragazzo che si stava avvicinando a loro con un sorriso tutto fossette.
Lo stesso sorriso della foto che Natalie aveva visto poco prima sul muro.
Quasi rimase a bocca aperta quando il ragazzo si tolse gli occhiali da sole mettendo in mostra due bellissimi occhi verdi che scrutavano Zoe con un cipiglio divertito.
Dovette fare appello a tutte le sue forze per non incantarsi a guardare quel ragazzo che si, sicuramente era cresciuto.
In quella foto sembrava un ragazzino impacciato, mentre davanti a lei si era presentato un ragazzo , ad occhio e croce ventenne, di circa un metro e novanta con il colore di occhi più bello che avesse mai visto e un sorriso che mostrava dei denti perfettamente allineati e bianchi.
“Zoe! Che piacere vederti” lui rivolse un sorriso alla bionda per poi togliersi il capellino in lana celeste che aveva e portandosi le mani per ravvivarsi i capelli.
Capelli fin troppo lunghi , con degli improponibili boccoli alla fine,  senza un taglio sensato.
“per me non lo è!” sorrise fintamente la ragazza distogliendo lo sguardo e puntandolo su Natalie che sentì le guance andare in fiamme quando il ragazzo le rivolse un’occhiata curiosa.
“perché te non urli ancora?” Zoe si rivolse acidamente alla rossa che aggrottò le sopracciglia non capendo quella sua domanda poco felice.
Perché mai avrebbe dovuto urlare? Era un bel ragazzo ma in giro ne aveva visti sicuramente di più belli.
“lasciala perdere – la voce roca del ragazzo si rivolse a lei- è matta!” picchiettò l’indice sulla tempia, Quell’espressione fece sorridere Nat.
“smettila! – brontolò Zoe – ti da fastidio quando la gente non ti riconosce!”
“smettila tu, subito!” la fronteggiò subito il ragazzo inviandole uno sguardo furente.
“ok, basta ragazzi!” Maggie arrivò in soccorso di Natalie che si era trovata in quella discussione senza neanche sapere come.
“Harry, caro questa è Natalie! Natalie questo è il ragazzino di cui hai visto la foto, ma penso tu l’abbia riconosciuto!”
Il ricciolino le porse una mano piena di anelli che lei si affrettò a stringere.
“piacere!” disse semplicemente aprendo un sorriso
“ma dai!!! – sb0ttò Zoe- è impossibile che non lo riconosca..!” parlò quasi a se stessa e tutti la guardarono
“perché dovrei conoscerlo?” la curiosità di Natalie prese il sopravvento, ma fu Harry ad affrettarsi a rispondere
“Diciamo che qui sono famoso per quanti guai ho combinato, infatti mia mamma ha deciso di mandarmi a vivere a Manchester, con mio padre!”
Natalie annuì cercando di essere convincete anche se in realtà non ci stava capendo nulla, ma non si lasciò sfuggire lo sguardo perplesso che si scambiarono Barbara e Zoe.
Ma cosa diavolo avevano tutti???
Si sentiva presa incredibilmente per i fondelli.
“eh già – sospirò Zoe- come stanno i tuoi quattro compari?”
“tutto bene, verranno qui per Capodanno!”
“oh davvero? Ti sei dato di nuovo alle tue incredibili feste a casa di quel povero Robin che era costretto a caricarti in macchina e a raccogliere il tuo vomito da ogni angolo della casa?” chiese fintamente stupita, Harry ridacchiò scuotendo la testa “diciamo di si!”
“dopo che hai frequentato la gente IN per quattro anni giochi a fare il ragazzo normale e ci degni di una tua festa ?”
“si, Zoe! – sbuffò scocciato- volevo anche invitarti!”
“qualcosa mi dice che avrò altro da fare!”
“sarai sola perché tutti i tuoi, nostri amici hanno accettato l’invito entusiasti di passare un po’ di tempo con me!”
“oh si! – finse di strapparsi i capelli- anche io non vedo l’ora dopo che in quattro anni sei stato qui per circa, vediamo, tre giorni in totale? E aspetta.. non sempre  ci degnavi della tua presenza!”  Zoe si sistemò i capelli dietro l’orecchio sforzandosi di non urlare, Natalie si sentì improvvisamente di troppo in quella conversazione che si stava facendo assolutamente troppo intima.
“adesso sono qui Zoe, che lo accetti o meno, e starò qui per un paio di mesi quindi abituati!” Harry si avvicinò fin troppo al suo viso e lei lo scansò poggiandogli le dita sulla mascella.
“alla fine verrai alla mia festa – esclamò sicuro di se- mi ricordi che eri l’anima della festa e poi c’è Louis, non vede l’ora di rivederti dopo quel vostro incontro mhm.. ravvicinato???!” ammiccò lui mentre Zoe roteò gli occhi.
“wow adesso si che mi strappo i capelli!”
“Natalie – Harry puntò lo sguardo sulla ragazza che lo guardò stupita – tu che fai a capodanno?”
“sicuro che Preston ti permetta di fare questa festa?” Zoe gli parlò di sopra ed Harry la guardò tranquillamente per poi annuire, e rivolse un sorriso alla rossa che strinse le spalle con fare imbarazzato.
“io non so, credo di essere a Londra con i miei amici e il mio ragazzo!”
“beh in caso non avessi niente da fare casa mia è aperta!”
“grazie mille per l’invito!” gli sorrise educatamente.
“di nulla! Potresti darmi quel muffin ai frutti di bosco, per favore?” lo indicò attraverso la vetrina e pochi istanti dopo Natalie glielo porse mentre Harry, sorridendo sotto i baffi, prolungò più del dovuto il tocco tra le loro mani.
“hai capito Harry? E’ fidanzata!” la voce divertita di Zoe interruppe quel momento tanto imbarazzante per Natalie.
“Zoe tu non devi studiare?” Harry rivolse un sorriso all’amica che annuì guardando l’orologio
“Oddio devo scappare, devo portare anche Wisky a passeggio!”
“oh finalmente, spero di non rivederti presto in giro!” Harry la salutò agitando la mano e Zoe gli alzò il dito medio, poi salutò Natalie con un sorriso e le due donne con due baci sulle guance.
“dovresti smetterla di stuzzicarla, Harry! Lei ti vuole bene e tu sei stato un vero stronzo!” Barbara gli puntò l’indice contro ed Harry roteò gli occhi al cielo stringendosi nelle spalle
“acqua passata! Io non so neanche perché ce l’ha così con me!”
“sei un vero tonto, Harry!”
“devo andare, ho promesso a mia mamma che l’accompagnavo a Manchester a fare un po’ di spese per la casa!”
“quanto ti sei pentito di questa decisione di tornare a casa e di non andare a Los Angeles?” chiese Maggie ridendo.
“neanche un po’!” aprì un sorriso
“devi raccontarci un po’ di cose!”
“prometto che vi verrò a trovare presto e vi racconterò tutto! ciao bellezze!” Harry le abbracciò dolcemente per poi baciare la guancia ad entrambe.
“ciao Natalie, pensa alla mia proposta!”
“ciao Harry, grazie ancora e ti farò sapere!” rispose la ragazza, tornando poi a sistemare il cibo al bancone.
Non appena il ragazzo uscì sentì lo sguardo delle donne sulla schiena.
“Natalie…!” lei si voltò aprendo un sorriso educato
“ditemi!”
“davvero non lo conosci?” chiesero all’unisono, la rossa scosse la testa
“perché dovrei? È qualcuno di famoso?”
Le due donne rimasero in silenzio e poi scossero la testa.
“No, tranquilla!” dissero infine.
Alla fine di quella giornata di lavoro, Natalie non era del tutto convinta della totale normalità dei cittadini di quel paesino.
 
“e allora com’è andata a lavoro?”  una volta entrata a casa la zia l’accolse in un abbraccio che lei ricambiò per poi buttare scarpe e borsa in un angolo.
“bene, diciamo! Sicura che in questo paesino non facciano tutti uso di sostanze stupefacenti?” alzò un sopracciglio e quell’espressione fece scoppiare a ridere la zia che scosse la testa tranquillizzandola.
“no, io ho incontrato solo persone normali!”
“oggi al panificio è venuto un ragazzo!” si accoccolò sul divano e parlò ad alta voce perché la zia era andata in cucina per finire di preparare la cena.
“davvero?” chiese stupita.
Di solito, quando incontrava dei ragazzi non ne parlava mai a sua zia perché per lei nessuno era meglio di Jack. Nello stesso tempo in cui le disse quella informazione si chiese il perché l’aveva fatto.
Harry era indubbiamente un bellissimo ragazzo – si sforzò di non pensare al colore dei suoi occhi- ma le era sembrato un tipo molto sicuro di se e molto antipatico.
“si, credo sia il nipote di una delle proprietarie, non so bene!”
“come si chiama?”
“Harry!” la raggiunse in cucina e si sedette sull’isola al centro mentre Sabrina, di fianco a lei, affettava le carote.
“ed è carino questo Harry?”
“un bel ragazzo – strinse le spalle- non più di Jack!”
“già  è una gran cosa che hai ammesso che c’è qualcuno di carino all’infuori del tuo ragazzo!”
“mi ha invitata ad una festa a casa sua per capodanno!”
“ma è fantastico!” la zia le aprì un sorriso ma lei rimase seria giocherellando con l’orlo del suo maglione
“io a capodanno volevo tornare a Londra, solamente per due giorni!”
Sabrina la guardò per qualche istante e si sistemò i capelli mettendosi poi le mani sui fianchi
“potrebbero raggiungerti loro qui se proprio ci tengono e venire a questa festa con te!”
“dovrebbero venire 20 persone? – la guardò perplessa- dormono in giardino?”
“è ancora presto per pensare a capodanno, ne parleremo tra un paio di giorni! Apparecchia, per favore!”
“No – si impuntò lei- tu non vedevi l’ora di allontanarmi da Jack, tu lo odi e vuoi che io lo lasci o , peggio, lui mi lasci! Ti dico una cosa, non lo lascerò mai!” se ne andò dalla cucina salendo con passi pesanti su per le scale e sbattendo la porta di camera sua.
Sapeva che la zia non aveva fatto nessun piano malefico del genere, ma raggiungere i suoi amici a Londra per capodanno era davvero una cosa di vitale importanza per lei.
Si sedette al centro del letto a gambe incrociate e prese tra le mani la foto dei suoi genitori, come faceva ogni volta che qualcosa non andava o la preoccupava.
Solo loro, anche attraverso una fotografia, riuscivano a calmarla ed attraverso i loro sorrisi così luminosi farla stare meglio.
Si accovacciò su un fianco e si portò al petto la foto uscendo dalla tasca del jeans il suo iphone.
Controllò i messaggi che le erano arrivati durante l’arco della giornata e cercò di rispondere a tutti.
“posso entrare?” la voce della zia le fece staccare gli occhi dal telefonino che poggiò di fianco a lei facendole cenno di si.
“mi dispiace per le cose che ti ho detto!” si scusò la ragazza poggiando il capo sulla spalla della più grande che le lasciò un bacio in testa
“è vero Jack non mi fa simpatia ma non per questo voglio la tua infelicità, se vorrai potrai andare a capodanno a Londra” Sabrina la guardò e lei le sorrise buttandole le braccia al collo.
“ti voglio un mondo di bene zia!”
“anche io te ne voglio! Sempre e per sempre!”
 
Harry.
 
Essere Harry Styles aveva i suoi pregi, ma anche i suoi difetti.
Per esempio, le ragazzine appostate di fronte casa sua, che in quel momento non lo facevano posteggiare.
Aveva appena affrontato il viaggio di ritorno Manchester – Holmes Chapel con sua mamma che non aveva smesso un attimo di parlare.
Non era riuscita a non dirgli “stai attento” ad ogni minimo incrocio sebbene avesse la patente da ormai tre anni e avesse guidato macchine in ogni parte del mondo e di ogni cilindrata.
Non era più abituato a tutte quelle attenzioni materne perché, in quel tempo, il massimo di attenzione che aveva potuto ricevere era stato da Paul che lo aveva tirato via dalle grinfie di qualche fan.
Gli era mancata casa, sua mamma, sua sorella, Robin e perfino Dusty, il gatto che ormai aveva preso il suo posto e con cui era costretto a dividere il letto.
Gli era mancata la “Normalità” che solo la sua città Natale sapeva dargli.
Nel 2010, appena sedicenne, aveva lasciato casa con un sogno grande come il mondo chiuso in una valigia.
Aveva fatto i provini per xfactor, si era ritrovato a condividere il sogno con altri quattro simpatici ragazzi che con il passare del tempo erano diventati un po’ la sua famiglia.
A sedici anni i ragazzini pensavano a divertirsi, alle feste ed alle ragazze… lui invece si era ritrovato con un conto in banca spropositato per la sua età e in una boyband destinata a diventare “Immensa”.
I one direction.
 Si ritrovava a quasi ventuno anni ad aver visitato quasi ogni angolo del mondo, con tre tour mondiali alle spalle e, dopo quattro anni, un anno ininterrotto di meritato relax.
I one direction avevano fatto scalo a Sidney alcuni giorni prima per l’ultima  tappa del where we are tour e alcuni giorni dopo, avevano annunciato attraverso un comunicato stampa che non avrebbero più lavorato insieme per un anno.
Avevano ringraziato i fans per quei quattro anni di amore puro e sincero e ognuno aveva deciso di dedicarsi a cosa gli interessava di più.
Louis era volato a Doncaster per seguire il suo sogno da calciatore con la sua squadra del cuore.
Per Zayn era arrivato il momento di iniziare a sistemare le cose per il matrimonio con Perrie.
Liam era rimasto a Londra per sbrigare alcune cose di lavoro non relative alla musica.
Niall aveva deciso di andare qualche mese a Mullingar per passare un po’ di tempo con il suo nipotino.
Harry, invece, era stato combattuto fino all’ultimo.
Non era un segreto che amasse l’America, in particolare Los Angeles, e che avesse una villa lì.
Quando era atterrato a Londra, però, aveva capito che aveva bisogno solo di casa sua, quella vera, della cucina di sua mamma e delle persone che lo avevano visto nascere.
Aveva fatto armi e bagagli ed era partito alla volta di Holmes Chapel intenzionato a passare lì la sua lunga pausa dal lavoro.
Aveva passato i primi giorni in totale tranquillità, poi qualcuno aveva fatto diffondere la voce ed ogni giorno si era ritrovato qualche fan fuori la porta e non aveva potuto far altro che concedersi a loro per una foto, un autografo o semplicemente un abbraccio.
Nonostante queste piccole cose, non rinunciava alla normalità che quel paesino gli dava.
Ogni mattina andava  a fare colazione al panificio dove lavorava prima che la popolarità lo investisse come un treno in corsa, Barbara era stata come una zia per lui ed era una delle persone che più gli era mancata nella quotidianità, usciva con i suoi vecchi amici e si faceva coccolare dalla sua famiglia.
Scese dall’auto aiutando sua mamma con i sacchetti della spesa ed aspettò che lei aprisse la porta per fiondarsi dentro.
Quella giornata era stata stancante e lui non vedeva l’ora di buttarsi sotto la doccia e di buttarsi a letto.
Dusty gli fece le fusa strusciandosi sui suoi piedi e lui la prese in braccio accarezzandole la testa.
“ciaooo!” Gemma, sua sorella, saltellò giù per le scale e stampò un bacio nella guancia di entrambi.
“Gemma – Harry la richiamò – io sono a casa per un motivo ma tu perché non sei a Londra a lavorare? Ashton?” chiese curioso lasciando il gatto sul divano.
Gemma ed Anne si guardarono per qualche secondo ed Harry si sedette di fronte a loro attendendo una risposta.
“mi sono presa una pausa dal lavoro!” strinse le spalle sua sorella.
Conosceva lei e sua mamma come le sue tasche e sapeva che non era tutto lì.
“Ashton?” chiese.
“Ashton…ecco…- Gemma lanciò un’occhiata di aiuto a sua mamma- io e Ashton, ci siamo presi una pausa!” disse tutto d’un fiato, Harry sgranò gli occhi iniziando a tossire.
“ti ha lasciata lui?”
“non l’ha lasciata- intervenne sua mamma- le ha chiesto una pausa!”
“io lo ammazzo questo stronzo!” sbatte un pugno sul marmo della cucina ma Gemma gli poggiò una mano sulla spalla sorridendo
“stai tranquillo Harry, io sto bene e siamo qui insieme dopo un casino di tempo ed io non potrei chiedere di meglio!” gli circondò il collo con le braccia e gli stampò un bacio sulla guancia.
Ashton Irwin era componente della band che per due anni di fila aveva aperto i concerti dei one direction.
Inutile dire che Harry era amico di questo ragazzo, ma che si era infuriato quando aveva scoperto la sua relazione con la sorella.
Aveva litigato con Gemma che gli aveva ricordato di essere più grande di lui e di poter decidere da sola della sua vita e dopo non essersi parlati un paio di giorni, lui aveva deciso di accettare la cosa.
Aveva avuto qualche difficoltà ad accettare la loro convivenza, ma alla fine aveva deciso di farsi gli affari suoi.
Adesso, Ashton le aveva chiesto una pausa e anche se sua sorella si mostrava forte, lui sapeva, che stava soffrendo.
Si ripromise che le avrebbe parlato in privato per vedere se poteva risolvere la situazione in qualche modo, ma in quel momento decise di cambiare argomento.
“oggi ho visto Zoe!”
“sei stato carino con lei, Harry?” Anne si voltò verso di lui con cipiglio preoccupato.
Harry roteò gli occhi ed annuì incrociando le braccia
“è lei che è una stronza con me!”
“ti aspettavi che fosse carina?”
“sono passati quattro anni…!” si lamentò lui
“e tu sei stato uno stronzo, una ragazza queste cose non le dimentica!” Gemma gli batté una mano sulla spalla e lui sbuffò per poggiare la testa sul legno del tavolo
“al panificio hanno preso una nuova ragazza!”
“si, è la nipote della mia nuova collega d’ufficio – Robin entrò in cucina allentando la cravatta- si chiama Natalie, giusto?” baciò le labbra di sua moglie che sorrise e rivolse un sorriso ai due ragazzi che ricambiarono.
“si, Natalie! Si sono trasferite qui da poco?”
“si, da qualche giorno, vengono da Londra e sua zia è piuttosto simpatica!”
“devo essere gelosa, tesoro?” Anne gli rivolse un sorriso innamorato e Harry e Gemma si voltarono contemporaneamente guardandosi inorriditi.
“Londra? Sul serio?” Harry sgranò gli occhi mentre il marito di sua mamma annuiva.
“non sapeva chi io fossi!” esclamò pensieroso
“ma sul serio?” sgranocchiò un grissino Gemma e lo guardò con curiosità
“si, se stava fingendo è un’ottima attrice, ma non credo! Si è comportata come una persona normale, niente strilli, niente urla, niente foto, autografi.. niente di niente! Non mi capitava da mm.. quattro anni?” rise e con lui tutta la famiglia.
“era questo quello che volevi, no?” sua mamma lo guardò con un sorriso dolce
“mi sta simpatica ed è anche piuttosto carina!”
“ecco!” Gemma alzò le braccia al cielo per poi scoppiare a ridere.
“e quando mai!” Anne diede man forte a sua figlia.
“l’ho invitata alla festa di capodanno!”
“festa di capodanno?” Gemma alzò un sopracciglio.
Nonostante i suoi ventuno anni, la sua fama mondiale, la sua indipendenza, non aveva il permesso di organizzare feste nel bungalow di Robin senza ricevere prima il suo permesso.
“ah si- aprì un sorriso a trentadue denti- Robin mi presteresti il bungalow per fare una festa a capodanno?”
Il marito di sua madre sospirò prima di dargli l’assenso
“ad una condizione Harry, non devo venirti a recuperare!”
Tutti e quattro scoppiarono a ridere e Anne annunciò che la cena era pronta.
 
Letto, computer, pc. Non poteva chiedere niente di meglio.
Era già con la tuta e la maglietta bianca che usava per dormire ed aveva chiamato su skype Niall che gli stava raccontando di come aveva passato i suoi primi giorni di vacanza.
 < …nonostante tutto mi mancate da pazzi > concluse il suo monologo ed Harry non poté che dargli ragione.
< verrai a capodanno,vero? Puoi portare chi vuoi >.
< ti pare che manco alla superfesta? Compra qualcosa come 1000 cassette di birra > scoppiò a ridere ed Harry lo seguì a ruota.
< ottimo, allora ci vediamo il trentuno! >
< va bene! Come vanno le cose lì? >
< qui le cose vanno benissimo, alla grande! mamma mi vizia, i miei amici non credono ad avermi tra loro senza Preston a farmi da cane da guardia ed al panificio dove lavoravo hanno assunto una ragazza che non sa il mio nome né il mio lavoro né niente. grandioso no? >
< ma quanti anni ha questa? > l’irlandese spalancò la bocca
< diciotto o giù di lì.. non è fantastico? >
< ti ha trattato come una persona normale? >
< normalissima! Mi sono anche dovuto presentare senza che lei mi dicesse “si, so chi sei!”>
< fantastico!! Le hai detto la verità?>
< ma ti pare! Una volta che una carina non fa l’oca! >
< ah! È carina? > il volto di Niall si illuminò ed Harry annuì con un sorriso
< ha i capelli rossi e gli occhi verdi >
< lo sai che si dice delle rosse, vero? > rise Niall ed Harry scosse la testa.
< non sono sicuro di volerla sapere..> mormorò ma il biondo non lo stette a sentire
< rossa di capelli, golosa di ucc…>
< NIALL TI PREGO!> urlò quasi Harry per poi scoppiare a ridere.
< oh, mica l’ho inventato io >
< è fidanzata, peccato! >
< disse il ragazzino che a diciassette anni si è scopato una sposata >
< Niall, sei sempre così raffinato. Mi commuovi > si portò entrambe le mani al petto con gesto teatrale e l’irlandese, di tutta risposta, ruttò.
< l’ho invitata alla festa, ma sarà a Londra con amici e il suo fidanzato >
< hai tante occasioni per colpire, amico! Zoe come sta? Ci odia ancora molto? >
< abbastanza – Harry annuì- ma quando ho detto Louis oggi si è sciolta! Rideremo tantissimo alla festa se sarà presente anche Eleanor >
< ah quindi Louis ha deciso di farla uscire per farle fare la pipì! > disse Niall fingendosi pensieroso, Harry batté le mani scoppiando a ridere.
< smettila! La ama, a modo suo, ma la ama >
< la baratterebbe per una statua a grandezza naturale di spiderman! >
< smettilaaaa Niallll > Harry si portò un cuscino davanti la faccia per soffocare le risate.
< ok la smetto! Zoe la prenderà per i capelli e darà degli stronzi a tutti! >
< spero di parlarle e di chiarire la situazione, sinceramente. Anzi dai ti saluto così le mando un sms! >
< si che io sto uscendo con Emily! Ciao stronzo >
< ciao papero biondo, mi manchi > 
< suca, anche tu >
Chiusero la chiamata e Harry entrò sul suo facebook, strettamente personale e su twitter scrivendo di quanto era bello essere a casa.
Prese il cellulare e cercò la conversazione dei messaggi con Zoe su whatsapp.
< Zoe J >
< perché hai ancora il mio numero? >  fu la risposta immediata della bionda.
< perché sei sempre così acida? >
< dovrei prostrarmi ai tuoi piedi? >
< ci hai mai pensato che forse io voglio chiarire questa situazione perché mi manca la mia migliore amica? > < migliore amica che dopo è diventata ex ragazza ! ti devo ricordare come sono andate le cose oppure te lo ricordi?!? No perché sai potrei dirti tutte le parole che hai usato per scaricarmi. >
< eravamo ragazzi, Zoe! Adesso siamo grandi e potremmo tornare ad essere amici! >
< mi hai deluso! Come amico e come ragazzo e non vedo perché debba darti un’altra possibilità! >
< perché abbiamo condiviso il letto ogni sabato da quando avevamo quattro anni fino ai sedici >
< ed io ti odio perché proprio, QUELLA NOTTE, a sedici anni abbiamo condiviso il letto. Ti odio perché dopo due mesi, DA QUELLA NOTTE, tu mi hai lasciata per uno stupido programma! >
Harry rimase un po’ sconvolto da quelle parole.
Lui e Zoe erano stati migliori amici per parecchi anni finché, a quindici anni, non si erano baciati ad una festa ed avevano deciso di provare a stare insieme.
Zoe era stato il suo primo amore, la prima ragazza con cui aveva fatto l’amore e la prima (delle tante) a cui aveva spezzato il cuore.
Una volta entrato ad xfactor l’aveva lasciata, senza una motivazione valida, e lei aveva rifiutato il rimanere amici.
Da quel giorno, ogni volta che si erano visti, non avevano fatto altro che punzecchiarsi.
< ho sbagliato, ti ho chiesto scusa centomila volte! >
< ed io le tue scuse non le accetto! Accetto il fatto che sei qui, che in questo tempo ci ritroveremo ad uscire insieme perché abbiamo gli stessi amici, ma non ci sarà mai più un rapporto tra noi! >
< quando vorrai parlarne, se vorrai , sai dove trovarmi. Buonanotte Zoe >
< ciao! > fu la sua risposta fredda.
Harry bloccò lo schermo dell’i phone e si tirò le coperte fin sopra il mento.
I suoi occhi vagarono fuori dalla finestra e sorrise perché pensò che vedere la facciata di casa di Zoe gli era proprio mancato.
Nello stesso momento la luce della stanza della bionda si spense.

Natalie
 
“ei” Sabrina bussò alla porta della camera di Natalie che le fece cenno di entrare.
La zia aveva una coperta sulle spalle e teneva una vaschetta di gelato in mano, Nat non poté fare a meno di farle spazio.
“ è alla vaniglia, il tuo preferito!” le porse un cucchiaio e la ragazza le sorrise per poi affondare il cucchiaio nel gelato.
“grazie zia!”
“cosa stavi vendendo?” sbirciò lo schermo del pc e Natalie strinse le spalle indicando la sua home facebook.
“stavo spiando un paio di profili!”
In realtà, una volta messa a letto, le era tornata in mente la foto che aveva visto quella mattina.
Jack e Camille abbracciati e voleva capirci un po’ di più, purtroppo però non aveva trovato nulla di interessante.
Jack, quella sera, le aveva dato la buonanotte presto e Cami non si era fatta proprio sentire.
Comunque non ne voleva parlare alla zia, perché lei sarebbe arrivata subito a conclusioni affrettate.
“che si dice in quel di Londra?”
“tutto bene, almeno penso e spero!”
“dai che fra un paio di giorni li vedi” Sabri le sfregò un braccio e lei annuì sorridendo
“si, hai ragione!!” passò il dito sopra il mouse per aggiornare la pagina e sgranò gli occhi quando si ritrovò la faccia del ragazzo del panificio sulla sua home.
Lei non lo aveva tra gli amici ne quanto meno aveva nessuno di Holmes Chapel
“che succede?” chiese dolcemente la zia vedendo il cipiglio interrogativo di Natalie.
“lui…lui è il ragazzo di cui ti ho parlato.. forse mi sbaglio!” scosse la testa perché si, doveva sbagliarsi.
Era solo qualcuno che gli assomigliava anche perché in quella foto sembrava pronto per un servizio fotografico.
“ questa foto l’ha condivisa tua cugina e Naty – la zia la guardò sorpresa – lui è Harry Styles!”
“dovrei conoscerlo perché..?” aggrottò le sopracciglia per poi aprire un sorrisino.
“Perché fa parte di una boyband molto in voga per ora!”
“io e la musica siamo due mondi separati!” si imbronciò lei rivolgendo uno sguardo alla zia che annuì
“fa parte dei one direction e a quanto pare tua cugina è molto fan!”
“si avevo letto qualcosa da lei ma me ne sono sempre fregata. Quindi mi vuoi dire che ho conosciuto un cantante famoso? e tu come fai a conoscerlo?”
“l’ho sentito nominare in radio, sono praticamente da per tutto per ora!”
Natalie strinse le spalle sentendosi fuori dal mondo ma non gliene importò più di tanto.
Lei nel mondo della musica non voleva entrarci per niente.
“ecco perché erano tutti strani, pensavano che io mi sarei strappata i capelli non appena  lo avrei visto!”
“probabile” rise la zia
“ed invece non l’ho riconosciuto, però lui non sembrava dispiaciuto!”
“perché doveva essere dispiaciuto? Può capitare..!”
“rende di più dal vivo, comunque! Come hai detto che si chiama?”
“Harry Styles!”
“il gruppo?”
“One direction”
“ok, mi scuserò con lui non appena lo vedrò!” sentenziò lei affondando il cucchiaino nella vaschetta di gelato.
“mi sa tanto che abita in fondo alla strada e che tutte quelle ragazzine sono appostate lì per lui!” constatò la zia
“ecco, si! Probabile! Ma lui sembra una persona così normale, cioè un po’ antipatico e sicuro di se, ma normale!”
“Non è mica malato!”
“Nel senso non sembra una star, non ha una guardia del corpo…!”
“è a casa sua, qui lo conosceranno tutti, e non ne avrà bisogno!” la zia le accarezzò i capelli e lei annuì per poi sbadigliare.
“ti lascio dormire, avanti! Domani sera facciamo l’albero, ok?”
“siiiii!” batté le mani per poi dare la buonanotte alla zia che le rimboccò le coperte.
“notte tesoro mio!”
“notte zietta!”
Natalie si slegò i capelli e si mise a pancia sotto, sua posizione preferita per dormire, ripensando a tutto quello che le era successo.
Harry Styles e i suoi occhi verdi. Gli occhi più belli che avesse mai visto.
Quel ragazzo così tranquillo faceva parte di una boyband che faceva impazzire milioni di ragazzine.
Magari, avendo ancora a fianco sua mamma e suo papà, anche lei sarebbe stata fan impazzita di quei one direction.
Avrebbe pregato i suoi per portarla ad un loro concerto e loro l’avrebbero accontentata.
Sua madre e suo padre, comunque, non c’erano più e lei non poteva fare niente per cambiare le cose.
 
ANGOLO AUTRICE:

Buon pomeriggio a tuttiii!
Inanzi tutto mi scuso per l'immenso ritardo che ho avuto per postare questo capitolo ma tra mille cose da fare e la mancanza di ispirazione non ho avuto né il tempo né la forza di scrivere.
Devo dire che le foto dei ragazzi in Brasile mi sono servite per illuminarmi e darmi un po' della mia mancata ispirazione.
Finalmente Natalie ed Harry si sono conosciutiiiii *festeggia*.
La nostra rossa pensa che siano tutti impazziti mentre in realtà l'unica un po' fuori dal mondo è lei.
Questo , comunque, ad Harry non sembra interessare.
Cosa mi dite del personaggio di Zoe??? Harry ha combinato proprio un bel casino con lei.
Risolveranno e torneranno amici? E con Louis?
Insomma fatemi sapere cosa ne pensate :) vi lascio i miei contatti dove potete scrivermi/farmi qualche domanda.


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Se siete interessati.. ho scritto anche un altra' storia che si intitola. you saved me in every way that a person can be saved. 


Buon weekend a tutti :) 
RSP
 
   
 
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