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Autore: __larry5sos__    10/05/2014    0 recensioni
Punk!Louis Nerd!Harry
"Non faceva ancora molto caldo, essendo la primavera soltanto agli inizi, e il mare era mosso. Le onde freddissime aggredivano la sabbia a pochi metri da noi, per poi ritirarsi spumeggiando e ancora ricominciare tutto da capo, all'infinito. Avanti e indietro, avanti e indietro. Per sempre."
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Australia's Lovers

PRIMA PARTE.

 

 

 

1. Primo capitolo.

Louis
29 settembre, venerdì.
-Tomlinson...? Tomlinson!
-Eh?
-Svegliati!
-Ancora cinque minuti...
-No! Svegliati subito! Siamo atterrati.- Aprii un occhio. L'aereo si stava lentamente svuotando; i passeggeri camminavano pigramente lungo lo stretto corridoio tra i sedili di stoffa blu, verso le uscite. Qualcosa come quaranta telefoni cellulari si accesero tutti insieme in una sinfonia di odiosi squillini, facendomi innervosire.
Zayn aveva già preso i nostri due zaini strapieni e mi guardava impaziente, così mi alzai a fatica, stiracchiandomi. Ci avviammo verso la stretta uscita, seguendo il fiume di gente che andava nella nostra stessa direzione. Una hostess biondissima sorrise ammiccante a Zayn e, molto probabilmente, l'ultima cosa che si sarebbe aspettata era che lui le rispondesse 'Sono gay, troia', che fu proprio quello che successe.

Dopo aver sceso le scale che ci separavano dall'asfalto grigio, mi accorsi che Zayn si fermava sempre più spesso a fissare degli oggetti comuni come se fossero venuti dallo spazio.
-Amico, non cominciare. Non adesso.
Quando era bambino aveva avuto un incidente in aereo, seguito da settimane e settimane di instabilità mentale per lo shock di aver visto sua madre morire. Era stato uno dei pochi sopravvissuti. Da quel momento aveva sempre avuto paura di volare, quindi, quando era costretto a farlo, prendeva delle pastiglie che gli annebbiavano il cervello per un po'. C'erano dei momenti in cui sembrava perfettamente normale, ma poi aveva delle “crisi” frequenti, dove andava veramente fuori di senno. Proprio come in quel momento.
Quando cominciò a saltellare su un piede solo, mi lasciai scappare un sospiro esasperato.
-Ehi, Louis. Cos'è quello?
-Quello è il cielo. Vieni, su.
-Il cie... cielo?
-Si. Oggi è una bella giornata, vedi? Non ci sono le nuvole.
-Oh.

Zayn

Il mondo era stranissimo. Sembrava che qualcuno avesse applicato ai miei occhi un effetto fisheye arcobaleno. La voce di Louis mi arrivava lontana, fioca, noiosa. Dovevo fare un'enorme sforzo di concentrazione per capire quello che mi stava dicendo. Mi sentivo come se le nuvole che, come aveva detto il mio amico, erano assenti nel cielo si fossero affollate nel mio cervello per offuscare tutti i pensieri e i ragionamenti che provavo a formulare.
-Dobbiamo proprio andare, se no ci lasciano qui.
Camminai guidato da lui, che mi portò all'interno di un piccolo autobus pieno di gente. Mi mettevano a disagio, tutte quelle persone, poiché non riuscivo a capire se mi stessero guardando per davvero o se invece la mia fosse soltanto un'impressione. Mi accucciai per terra e abbracciai il mio zaino. Lou si abbassò sussurrarmi che andava tutto bene, quindi mi tranquillizzai.

Louis
L'effetto dei farmaci finì piano piano durante il tragitto in taxi dall'aereoporto all'albergo dove avremmo passato la notte. Infatti, io e Zayn ci saremmo fermati per una “vacanza di scambio di culture” per quattro mesi esatti, ma una famiglia del posto ci avrebbe ospitati per il resto del tempo.
Verso le undici m'infilai nel letto e spensi la luce.
-Vieni a letto, Zayn, che sono stanco.
-Grazie che oggi sei stato paziente e gentile con me.
-Figurati, tu per me l'avresti fatto.
-Si, ma mi ha fatto piacere sapere che sotto tutti quei tatuaggi c'è un cuore che batte solo per me.
-Se ci stai provando di nuovo, ti ricordo che non hai speranze.
-Uffa.
-Dormiamo?
-Sei stanco?
-Abbastanza.
-Ok. Buonanotte, Lou.
-Buonanotte.- Volevo molto bene a Zayn. Scherzavamo spesso sul fatto di interessarci l'un l'altro, anche se entrambi sapevamo benissimo che non avrebbe mai potuto funzionare.

La mattina dopo ci svegliammo presto per partire subito a bordo della Jeep che la scuola ci aveva noleggiato. Non facemmo neanche colazione. Impostai il navigatore satellitare sul mio cellulare per essere sicuro che Zayn non sbagliasse strada e gli diedi il cambio ogni tanto guidando quindi un po' anche io.
Quando giunsimo al ranch che il direttore ci aveva assegnato, ci acolse una donna gentile che disse di chiamarsi Anne. Ci fece entrare e chiamò quello che doveva essere suo figlio, tornando subito dopo in cucina a sbrigare i suoi affari.

La porta che divideva l'ingresso con il corridoio si aprì, rivelando il ragazzo.

Zayn

Non mentirei affatto se dicessi che mi sarei aspettato di tutto, ma non quello. Harold era un nerd. Uno sfigato. Perchè a me? Perchè? Capelli appiattiti sulla testa e lucidi per i chili di gel, occhiali rotondi, pantaloni con la piega color caffèlatte, giacca e cravatta in tinta, scarpe di vernice.
Sei fottutissimi mesi della mia cazzutissima vita in compagnia di quello? Era un incubo? Perchè non mi svegliavo?

Harold

Santo cielo! Quanto poteva essere bello? I suoi occhi. I SUOI BELLISSIMI OCCHI AZZURRI. E quel piercing al labbro? Madonna! Cosa potevo fare? Mi odiavano già, lo capivo dai loro sguardi. Dovevo dire qualcosa! L'altro ragazzo, quello con i capelli scuri, mi chiese:
-Tu sei... Harold, giusto?
-Ehmmm... già.- Zayn si comportava così solo per fare in modo che potessi essergli utile, lo sapevo già. Oddio, ormai ero in silenzio da un bel po' di tempo!
Cosa potevo dire?
-Eeeee... Voi? Come vi chiamate?
-Zayn.- Mi strinse la mano.
-E lui è Louis. Non farci caso, è un solo po' timido- Louis! Che bel nome!

Louis
Mi aveva parato il culo. Sì, il nerd poteva esserci utile. Non sapevo perchè, ma l'idea di aprofittare di lui non mi andava a genio. Lasciai correre via quel pensiero e sorrisi ad Harold, che chiese guardandosi la punta delle scarpe:
-Quanti anni avete?
-20. Tu dovresti avere un anno in più di noi, no?
-In meno... Un anno in meno! Dicianove anni.
-Oh, non l'avrei mai detto.- Lui arrossì, così pensai che fosse consapevole di stare facendo un casino e provai una voglia assurda di metterlo a suo agio, in qualche modo. Mi accorsi che non avevo ancora parlato. Provai a immaginare cosa dire, ma Zayn mi anticipò con una nuova domanda da parte sua.
-Ce li hai degli amici, Harold?

-S-sì. Cioè, no. Ehmmm... Non proprio. Nel ranch più vicino c'è un ragazzo... Si chiama Liam ed è mio amico... un po'. A volte viene e... stiamo bene, credo. Ma non è proprio un amico, noi... cioè...
-Andate d'accordo?
-Sì, ecco. Ma non penso di piacergli tanto... Poi a scuola c'é Niall... un mio compagno di scuola si chiama Niall... ci conosciamo da molto e... sì, andiamo d'accordo... lui è... lui è gentile.
-E siete tanto amici?
-Sì, beh, a volte non... rinuncia agli altri... non sta con gli altri, insomma, per d-difendermi. Perchè a volte a scuola ci sono dei... dei ragazzi che mi prendono in giro. E non... io... ma... ehmm...
-Oh, stai tranquillo babe! Ora ci siamo noi, vero Louis? O sei troppo occupato a fare il fighetto pensieroso per parlare conoscere meglio Harold?-
Mi affrettai a rispondere:
-Io, ehm, sì, scusami tanto, Harold. È che sono un po' timido, sai. Coma ha detto prima Zayn. E poi hai un accento così particolare! Lo adoro già- La faccia del ragazzo diventò ancora più rossa, alle mie parole. Cominciò ad allentarsi il nodo della cravatta, tentando di renderlo un gesto noncurante. Povero ragazzo, mi faceva quasi tenerezza. Non immaginai che lui sapeva perfettamente che avevamo intenzione di usarlo per farci spiegare come andavano le cose lì e che poi lo avremmo lasciato da parte, come un giocattolo ormai inservibile. Gli feci la prima domanda che mi venne in mente, per non lasciare cadere l'occasione che Zayn mi aveva dato per fare conversazione con lui.
-Ce l'hai una ragazza, Harold?
-No- Ci mise due secondi a decidere di riciclare la domanda.
-E tu?
-Nemmeno! Figo, no?-
-Già...-


Harold
Davvero era single? Com'era possibile? Il resto del mondo ce li aveva gli occhi? Poco importava, non ce l'avrei fatta comunque a piacergli. Mai. La vita era così ingiusta! Dovevo pensare a una soluzione. Prima di tutto, avrei dovuto smettere di dire solo cazzate. Ordinai al mio cervello di spremere fuori una buona idea e, miracolosamente, mi obbedì.
-Volete qualcosa da bere?-
Ok, forse non era un colpo di genio, ma probabilmente erano stanchi dopo tutte quelle ore di viaggio.
-Ce l'hai un po' di limonata, per favore?
-Certo, Zayn. E tu, Louis?
-Un bicchiere d'acqua andrà bene, grazie.
-Ok. Torno subito- Sorrisi timidamente e uscii dal salotto.
Decisi di non ascoltare i loro discorsi, perchè non volevo giocare sporco. Non con Louis. Arrivato in cucina, per provare a calmarmi, feci scorrere dell'acqua dal rubinetto nelle mie mani chiuse a coppa. Me la buttai in faccia e mi asciugai con due strappi di carta da cucina, bianca con dei disegnini colorati. Cercai di riordinare le idee. Per una volta nella vita ero sicuro di quello che volevo: essere accettato da Louis. Magari perfino stimato. Ma come avrei potuto fare?

 

  
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