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Autore: Alektos    27/07/2008    3 recensioni
“James, che succede?”, chiese, “Stai male?” Questi lo guardò con gli occhi sbarrati ed evitò un qualsiasi contatto con la mano di Sirius che cercava di afferrarlo per farlo smettere di tremare. Black lo aveva già visto così prima d’ora. Passarono diversi secondi e come James si fu ripreso leggermente, non senza sforzo, parlò.
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

It was a dark and stormy night…

Il vento ululava senza sosta in risposta a Lupin che vagava nella foresta proibita in preda al delirio, emettendo suoni terrificanti per via delle pulci che non gli davano tregua. Un gufo assisteva alla straziante scena, appollaiato sul ramo di un albero; i suoi occhi di un giallo intenso erano degni di un libro horror o di quello che usavano a lezione di Cura delle creature magiche.

Felpato si grattava insistentemente, era stato lui ad attaccare le pulci al licantropo; Ramoso, felice di essere un mammifero ungulato sghignazzava saltellando a destra e a manca, a poppa e a prua, a dritta e a sinistra, finendo poi per incastrare il suo maestoso palco di corna, di cui andava estremamente fiero, in alcuni rami bassi di un albero. Codaliscia, dal canto suo, non riusciva a capire cosa stesse succedendo in quanto troppo in basso.

La luna piena era ben visibile in un cielo limpido e scuro come la notte… in mezzo a quella danza tribale, che involontariamente i tre avevano improvvisato, un bubolio stridulo squarciò l’aria e il piccolo e innocente gufo assassino si lanciò in picchiata sul povero topo che si nascose tra le radici di un albero, appena in tempo. L’albero, in realtà, era un arbusto di rose selvatiche dalle lunghe spine.

No, decisamente quella non era la serata dei Malandrini.

All’alba, quando si risvegliarono nei loro caldi lettini, dopo aver dormito ben quaranta minuti, erano tutti alquanto malconci; Lupin era l’unico ad essere ricoverato in infermeria, pieno di graffi su tutta la schiena: quelle pulci erano veramente fameliche.

Peter si risvegliò anche lui pieno di escoriazioni, Felpato era pieno di morsicate mentre Ramoso aveva un gran mal di testa.

Quando i tre scesero a fare colazione sembravano dei veri dei dell’Olimpo: il sorriso di Sirius era smagliante come il suo sguardo, un gesto banale, una mano tra i capelli leggermente lunghi e uno sguardo vago, simil perso in chissà quali riflessioni filosofiche e quell’aura attorno a lui scintillante e cinguettante, attirò immediatamente l’attenzione delle sue CDS che gli si radunarono intorno. Al suo fianco, in posa greco-romana e anche un po’ etrusca da macho, stava James con quell’aria da ragazzo innocente: la pelle liscia e quei suoi occhi luccicanti che contrastavano nettamente con i suoi capelli spettinati in cui vi passò una mano, rendendoli ulteriormente ribelli, e le ADP crollarono letteralmente a terra. Adeguatamente scortati, i tre, sì perché c’era anche Peter, non dimentichiamocelo, si andarono a sedere al tavolo dei Grifondoro per far una lauta colazione.

“No, ma dico, come fanno?” Una Perpetua, attratta dai due stupendi boys, stava ammirandone la loro imperfetta perfezione, “Tutte le mattine sono in forma smagliante, sempre sorridenti e mai con un capello fuori posto!”

“Vorrei tanto conoscere il loro segreto”, esclamò una seconda Perpetua, guardando Lily che, con uno sforzo che andava oltre le sue capacità, non aveva alzato lo sguardo in direzione dell’amore della sua vita.

“Chiedeteglielo, no?”

“Cosa?”, esclamarono le due in coro, “Noi rivolgere la parola a loro? Ma sei fuori?”

Lily alzò lo sguardo al cielo e nel riabbassarlo, involontariamente, incontrò quello di James: il suo cuore iniziò a batterle forte o smise di battere, non seppe dirlo, i suoi occhioni divennero cuoriformi e rimase incantata; tutto questo, però, solo per una breve frazione di secondo, gli uccellini cinguettanti e i cuoricini non fecero nemmeno in tempo a fare la loro comparsa.

L’Adone J si alzò dal suo posto e si incamminò verso la Evans ammirato da tutti, o quasi… ma qui ci torneremo dopo. “Allora Evans”, sussurrò al suo orecchio, “Ci vieni con me ad Hogsmeade, Sabato?”

“Io, con te, ad Hogsmeade? Sì, sì, sì, sì!” Questa fu la prima risposta che Lily riuscì a pensare; quella che uscì dalla sua bocca, però, fu molto diversa.

“No!” Continuò a sorseggiare la sua tazza di tè come se nulla fosse.

Al suono di quella risposta le ADP emisero un verso, misto tra quello di un’Arpia e quello di una mucca, scandalizzatissime.

“Ramoso, ti ha scaricato di nuovo!” Urlò Peter in preda alle convulsioni.

“Però noi facciamo il tifo per te!” Sirius era quasi caduto dalla panca.

A lezione, i due, come sempre erano attentamente distratti e prendevano appunti giocando a battaglia navale, a tris, forza quattro e durante le lezioni di Ruf, anche a Quidditch.

Il pomeriggio prevedeva il consueto incontro con il loro mezzo di sfogo preferito.

“Allora Mocciosus, sempre a sbavare per la Evans?” Urlò Peter.

“Come il tuo caro amico Potter.” Rispose un ragazzino piuttosto alto, dal naso adunco e i capelli neri, unticci, che facevano contrasto con la carnagione cadaverica.

Touché!” Esclamò James, “La differenza è che io la sposerò. Tu resterai a guardare.”

Proprio in quel momento passò l’oggetto della loro contesa.

Piton ghignò e si avvicinò alla ragazza, salutandola in modo gioviale che fece quasi venire il voltastomaco ai tre; si espresse nella migliore delle sue espressioni da cucciolo bastonato e con gli occhi più grandi di tre volte, ovviamente luccicosi, e le disse qualcosa nell’orecchio e lei annuì.

Una volta che Lily si fu allontanata, Mocciosus, buttandosi all’indietro con la mano gli spaghetti unti che aveva al posto dei capelli, sorrise in un bieco e vano tentativo di imitare i due Belli.

“La Evans verrà con me ad Hogsmeade, Potter.”

Inutile dire che questa frase gli fece passare i successivi venti minuti in modo doloroso, ma in fondo non era colpa di James, di Sirius o di Peter, lui le batoste se le andava a cercare.

Finito lo spettacolino pomeridiano, le ADP e le CDS smontarono gli striscioni, misero via i Pon Pon e il pubblico che avevano noleggiato ritornò a casa.

In serata Lupin poté fare ritorno al dormitorio e aiutare così il suo amico contro Mocciosus.

“Sicuramente prenderà una qualche pozione o la farà prendere a Lily…” sentenziò.

Jamie!” Urlò Sirius improvvisamente verso il suo amico che preso dalla disperazione aveva iniziato a camminare in tondo creando una bruciatura sul tappeto, gli occhi pesti e i capelli arruffati in modo non figo e gli occhiali che non gli stavano più così bene: sembrava uno sfigato. “E se tentassimo nuovamente con il piano Topo?”

James non diede segni di vita, tranne quando alcune ragazze passarono vicino a loro, allora in quel momento riprese momentaneamente il suo charme e le salutò.

Kawaiiiii!” Fu la reazione del gruppo che si allontanò in preda ad una felicità indescrivibile.

“Dici che potrebbe funzionare?” Chiese James rivolgendosi a Sirius, Lupin e Peter.

Lupin annuì e mise in moto gli ingranaggi. “Mappa del Malandrino!” Ordinò e Peter obbedì.

“Allora, noi siamo qui”, fece segno con la bacchetta, “Ora siamo soli. Peter!” Il ragazzo si mise sull’attenti, “Se, quando arriva la Evans, tu spunterai fuori esattamente quando lei è in questo punto, né prima, né dopo” fece una croce rossa sulla mappa che comparve anche sul pavimento della Sala Comune, sotto lo stupore generale degli altri Malandrini. “James, tu dovrai, casualmente, farti trovare qui” e segnò l’ennesimo punto sulla mappa. “È tutto chiaro?”

I tre annuirono.

HemRemus? Io che faccio?” Chiese improvvisamente Sirius.

“Tu… tu intratterrai le ragazze che vogliono entrare in sala comune!”

“EVVAI!”

“Bene. Io starò seduto su quella poltrona e quando dirò, Ciao Evans!, il tutto avrà inizio. Ora, tutti ai vostri posti, la ragazza sta arrivando.”

Appena Lily e le sue amiche Perpetue entrarono in Sala Comune, Sirius le bloccò con il suo fascino e si mise amabilmente a conversare con loro, tutte tranne Lily che proseguì, come previsto.

La ragazza passò davanti a Lupin, seduto sulla poltrona, salutandolo.

“Ciao Evans!”

Come sentì pronunciare queste parole, Peter, sottoforma di topo sbucò da dietro un angolo.

“Tre… due… uno…”

“AAAA!”

Lupin sorrise.

James sbucò all’improvviso e si trovò Lily avvinghiata al suo collo, terrorizzata; Potter sconfisse con un paio di incantesimi il malefico animale e subito dopo ne approfittò.

Lily smise di urlare e quando riaprì gli occhi si trovò faccia a faccia con James che la baciò. Nel giro di un secondo erano già sulle nuvole, abbracciati dall’arcobaleno, circondati da putti danzanti e fiorellini profumati.

Il tutto durò abbastanza, poi, lentamente, la nuvoletta iniziò a scendere, l’arcobaleno piano-piano scomparve e i fiorellini rimasero in cielo; Hogwarts si fece sempre più vicina e infine si ritrovarono avvinghiati dietro alla parete che portava ai dormitori.

Hem… grazie per aver mandato via quel topo, Potter”, Lily cercò di darsi un contegno.

“Quando vuoi, a tua disposizione, Evans.”

Entrambi andarono nei rispettivi dormitori. Entrambi andarono nei rispettivi dormitori.Entrambi andarono nei rispettivi dormitori.

  
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