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Autore: ielma    15/05/2014    0 recensioni
E la baciò, così su due piedi, la baciò. Fu un bacio distaccato, ma intenso. Era come se Lucius non la volesse invadere troppo ma desiderasse comunque baciarla con foga. Fu romantico da parte sua. Tuttavia, le sensazioni che provò Narcissa non furono delle migliori. Non era pronta, il suo dolore per Thomas si fece risentire, più potente di prima. Quando le loro labbra si allontanarono, lei abbozzò un sorriso alla meno peggio e si allontanò per rifugiarsi in un qualche luogo in cui poter sfogare il suo dolore.
Ce ne volle di tempo prima che riuscì a dimenticare quello che provava per Thomas; ce ne vollero di baci. Passarono i giorni, i mesi, e Narcissa si accorse che man mano che il terreno si ricopriva di neve, il suo dolore diminuiva. Ma forse non era un fatto legato alla neve, che fosse legato a Lucius?

Questa storia partecipa al contest "L'eternità era sui nostri occhi e sulle nostre labbra" indetto da ColeiCheDanzaColFuoco sul forum di EFP.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Titolo: Lasciarsi sfuggire l'amore è lasciarsi sfuggire la vita
Rating: Verde
Genere: Sentimentale, Romantico
Personaggi: Narcissa Black, Lucius Malfoy, Altro personaggio
Coppia: Lucius/Narcissa
Pacchetto: Serpensortia
Citazione/canzone/incantesimo: Se ora mi dicessero di abbandonare ogni vanità ed ogni orgoglio, ogni desiderio ed ogni ambizione, qualunque più caro ricordo del passato, qualunque più dolce lusinga del futuro, e di vivere unicamente in te e per te, senza domani, senza jeri, senza alcun altro legame, senza alcuna altra preferenza, fuor del mondo, interamente perduto nel tuo essere, per sempre, fino alla morte, io non esiterei, io non esiterei. Credimi.” cit. Gabriele D'Annunzio
"Io sono nel tuo sangue e nella tua anima; io mi sento in ogni palpito delle tue arterie; io non ti tocco eppure mi mescolo con te come se ti tenessi di continuo tra le mie braccia, su la mia bocca, sul mio cuore. Io ti amo e tu mi ami; e questo dura da secoli, durerà nei secoli, per sempre. Accanto a te, vivendo di te, ho il sentimento dell'infinito, il sentimento dell'eterno. Io ti amo e tu mi ami.” cit. Gabriele D'Annunzio
"Non desidero più nulla oltre il tuo amore" cit. Gabriele D'Annunzio
NdA (facoltativo): Nella frase “ansimando e piangendo, piangendo e ansimando” è presente una figura retorica chiamata chiasmo, quindi non è un errore. Anche altre eventuali ripetizioni o verbi sottintesi sono voluti. La storia inizia in medias res, Narcissa sta lasciando il suo ragazzo, si dovrebbe capire. La lettera l'ha ricevuta quella mattina, per questo ha già dato appuntamento a Lucius. Un'altra nota è fondo alla pagina per non rovinare la sorpresa.



 
Lasciarsi sfuggire l'amore è lasciarsi sfuggire la vita”
  


 
Capitolo I

«Thomas.. Thomas, non piangere ti prego»
«Ma io ti amo, Narcissa»
«Ti ho amato anche io ma le cose cambiano, si cresce, si matura. Non volermene, ti prego»
«Come puoi dirlo così su due piedi? Allora per te tutto quello che abbiamo passato insieme non ha contato nulla?»
«Non devi pensarla così, è che in quest'ultimo periodo ho capito che non siamo fatti per stare assieme»
Il ragazzo era scosso dai singhiozzi mentre cercava di nascondere le lacrime con le mani, Narcissa fece un passo indietro e volse lo sguardo altrove. Erano in una radura nel bel mezzo del bosco che circondava Hogsmeade, il terreno era coperto da mucchi di neve qua e là e al loro arrivo gli uccelli avevano smesso di cantare.
«Mi dispiace, Thomas, sappi che ti ho amato davvero» sussurrò lei con un filo di voce prima di correre via verso la cittadina. Correva e correva, fermandosi di tanto in tanto per appoggiarsi a qualche tronco e riprendere fiato. Dunque riprendeva a correre, ansimando e piangendo, piangendo e ansimando. Aveva quasi raggiunto la stradina che conduceva ai Tre Manici di Scopa quando le gambe le cedettero e si lasciò cadere a terra. Rimase per un po' con il viso premuto contro l'erba fresca, poi accumulò le ultime forze che le erano rimaste e si mise in ginocchio. Rilesse ancora quella lettera, come per assicurarsi che le parole fossero le stesse che aveva letto la prima volta. Probabilmente se il gufo avesse avuto un incidente di percorso e quindi avesse ritardato la consegna di quello straccio di carta di una settimana, in quel momento lei si starebbe godendo la gita a Hogsmeade con Thomas. E probabilmente lui sarebbe ancora il suo fidanzato.
Cara Narcissa,
Come ben sai le condizioni economiche della nostra famiglia non sono delle migliori; dopo la fuga di Tua sorella poi, siamo stati screditati da tutto il mondo magico. Ti scrivo per informarti che ho appena ricevuto un'offerta che non possiamo rifiutare; un'offerta che risolleverebbe i Black sia economicamente che socialmente; un'offerta come poche. Si tratta del tuo matrimonio. Con Lucius Malfoy.”
Narcissa emise un grido, lacerante, forse era il suo o forse quello di Thomas Parkinson. O forse fu quello di entrambi.
Con affetto,
Tuo Padre.”
Appallottolò il foglio e lo scagliò contro l'albero più vicino, si asciugò le lacrime. Una Black non piange, una Black rimane forte anche se corrosa dal dolore. Si aggiustò i capelli e indossò la sua maschera: postura impeccabile, fiera, altezzosa; sguardo algido, scostante. Giunse fino ai Tre Manici di Scopa camminando a testa alta come per non voler abbassare lo sguardo verso la morsa che le attanagliava lo stomaco. Prese posto a un tavolo appartato, pregando che Thomas non l'avesse seguita. Non voleva farlo soffrire ancora, non voleva che vedesse che lei aveva dato appuntamento a Lucius Malfoy. Almeno non dopo che avevano condiviso tutti quei momenti assieme e avevano progettato il loro futuro nei minimi dettagli. Un'altra lacrima fece capolino tra le sue folte ciglia ma lei la represse, aveva deciso di proteggere il cuore in un involucro di ghiaccio, di lì a per sempre.
Il suo promesso sposo fece il suo ingresso nel pub poco dopo, anche lui aveva un non so che di glaciale nello sguardo. Come sarebbe potuta funzionare tra loro? Ghiaccio contro ghiaccio non funziona, a entrambi serviva del fuoco per andare avanti. Lui le si sedette difronte e non proferì parola, dovette essere lei a parlare per prima.
«Buongiorno»
«Ciao, Black»
«Sai perché sei qui?»
«No»
«Non mentire»
«Non sto mentendo»
«Davvero? Be' in questo caso ti informo che dobbiamo sposarci»
«Cosa?»
«Hai capito benissimo, ci sposeremo»
«Ahia! Sarà un duro colpo per Parkinson»
«Smettila, Malfoy»
«Ascolta, anche a me non piacciono i matrimoni combinati. Ma in fondo ti è andata bene se ti sono capitato io, pensa se ti capitava uno come Goyle»
«Non mi importa nulla di te o di questo inutile matrimonio, d'accordo?»
«Allora perché mi hai fatto venire qui?»
«Volevo vedere se eri davvero così stupido come dicono o se erano solo chiacchiere»
«Tu non sai nulla di me»
«E allora parlamene»
«Lo farò» le rispose con malizia «ma a tempo debito»
Lucius si alzò e sistemò la sua sedia sotto al tavolo.
«Cosa vuol dire?»
«Che ne avrai di tempo da qui al matrimonio per imparare qualcosa su di me»
«Rivelami una cosa al giorno, voglio vedere per quanto resisti prima di esaurire gli scarsi aggettivi presenti nella tua scarsa personalità»
«Affare fatto» le disse, «la parola di oggi è: enigmatico».
E scomparve tra la folla del locale. Lei sbuffò e rise di scherno, pensando a quanto fosse limitato quel ragazzo.




Altra nota: Se tu te lo fossi chiesto, sì, Thomas Parkinson è il padre di Pansy.
  
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