Capitolo Terzo - Per Averti Qui...
“Rooooox. Io vado ok??”
“Va bene!”
dissi dal salone dove ero intenta a guardare un video
musicale.
Era di Usher. E
decisi che era meglio guardare Usher che fare i compiti.
Ma come mai quel
tizio, dopo essere stato chiuso dentro un locale, prende e si mette a
cantare.
Io se ero lì,
con
quel buio, piuttosto facevo l’impronta tipo gatto Silvestro
per uscire, ma non
mi mettevo a cantare.
Dopo 1 minuto mi annoiai
e spensi.
Salì sopra,
in
camera, e presi il mio borsone dove avrei messo tutte le cose da
portare alla
mia amica.
Presi il blocchetto
e cominciai a mettere le cose.
“Cerotti” presi la penna e misi una v
vicino
“fatto”.
Mi ci vollero circa
30 minuti per mettere tutto quello che mi aveva scritto, e
più che una ragazza,
sembra dovesse mangiare una mandria di bufali affamati.
La sera tornammo a
casa alle 3 di notte visto che una persona mi aveva chiesto di
aiutarla. Ma
aiutarla come che non sapevo fare niente?
In pratica avevo
passato la serata seduta su un masso a guardare scene
dell’horror.
Forse era meglio
Usher.
“Rox, dai svegliati, Rooox, dai
svegliati”
Se quella mattina
aprì gli occhi era solo per trovare la sveglia e
buttargliela addosso.
Così feci,
poi gli
richiusi e mi girai dall’altra parte.
Sentì solo un
“Ahi”
detto piano, come per non farsi sentire.
A quello mi venne da
ridere.
“Che ridi?”
“Dì la verità, ti ho
presa!” dissi
guardandola
“No” lo disse facendo la smorfiosetta.
A quel punto risi
ancora. Poi mi alzai e decisi che era davvero tardi per sentire una
delle sue
stupidaggini.
Mi vestì
velocemente
mettendo giusto il jeans, le mie amatissime converse e un dolcevita.
Poi scesi giù.
“Ma’ e Ash?”
“è ancora di sopra”
“e meno male che ero io quella in
ritardo...!”
Poi mi girai e vidi
la bionda scendere.
“Finalmente!”
Quando salimmo in
macchina lei mi guardò curiosa.
“Perchè mi guardi
così?”
“Mmmm...”
“che c’è? È
irritante..”
“stanotte...”
“si?!” stanotte, oddio, meglio non
ricordare.
Avevo fatto un sogno alquanto “strano” se
così si poteva definire.
“ti sei messa a ridere nel sonno...”
A quella cosa
abbassai la testa e arrossì violentemente.
“fermati!”
“come?”
“Rox, ferma l’auto!”
Di scatto mi fermai
e la vidi scendere e venire dalla mia parte.
Mi aprì la
portella.
“Scendi...”
“Come?”
“uffa, ma che hai oggi?” poi si
avvicinò a me
ed alzò la voce “ho-detto-scen-di!”
Io scesi
dall’auto e
la vidi sedersi al mio posto.
“Guido io, tu hai la testa chissà
dove...”
Decisi di non
controbattere. Se non altro, era vero.
Ash diede gas e poi
partì. All’inizio sembrava guidasse un ubriaca,
poi prese il ritmo.
Quando vidi che
andava meglio, guardai fuori dal mio finestrino.
Gli alberi sfrecciavano
veloci.
Mentre
“ricordi”
riempiva l’aria con le sue note.
Appoggiai la testa
al vetro.
Le risate fra di noi...
mille discussioni e
instanti di follia...
Guardavo ancora
fuori, quando sul lato della strada vidi una moto ferma.
Subito alzai il capo
e la seguì con lo sguardo.
“che guardi?” disse Ash distogliendo
lo
sguardo dalla strada.
Poi guardò
nuovamente, visto che si sentì un “bum”
e tutt’e 2 finimmo quasi con la faccia
sul paraurti.
“Ash...” gridai arrabbiata.
Subito uscimmo
fuori.
La nostra macchina
si era leggermente ammaccata, ma anche quella davanti, sul retro
però.
Quello che guidava
l’auto davanti scese.
“Madò, minimo ci fa una denuncia
questo...”
“Uffa, la macchina e mia e tu hai tamponato
una jeep, quella che si dovrebbe preoccupare sono io...”
Il ragazzo ci venne
incontro.
“ciao” disse guardando Ash.
Mentre io la
guardavo senza capire.
“Ciao... aspetta, ho tamponato la tua
macchina?”
“proprio così, certo che io ti venivo
addosso, ma non con la macchina!”
“Ah beh si...” era un po’
arrossata
“scusa...”
“Non preoccuparti!”
“sul serio?”
“si... ma questa me la paghi...” disse
avvicinandosi a lei.
“Bene, allora noi andiamo...” dissi
tirando
Ash per il giubbotto.
“Ci vediamo a scuola” disse lui e poi
tornò
in auto.
“Ash!” dissi un po’
più forte visto che la
mia amica era rimasta impalata a guardare il ragazzo mentre saliva in
macchina.
“Ash, mi sto innervosendo...”
“si scusa” disse per poi salire in
auto.
“sai che faccio? Guido io che è
meglio, prima
che mi fai fare qualche altro incidente...”
Lei fece il faccino
da cane bastonato.
“Daiii. Guiderai un’altra
volta!”
“Ok” fece lei ancora con il faccino
triste
“Comunque che stavi guardando?”
Solo ora mi
ricordai..
La moto...
Quella moto...
Dove ero salita
chissà quante volte...
“Niente così...”
Lei fece spallucce e
si mise a guardare fuori.
“Comunque non ci vado più alla
gita...”
“Fai bene...”
Dopo un po’
arrivammo a scuola.
Parcheggiai e poi
dallo specchietto guardai dietro,
Cominciai ad
agitarmi alla sola vista di quel ragazzo appoggiato al cofano della sua
macchina.
Poi mi decisi e
scesi.
“Ciao” mi disse quando passai vicino a
lui.
“Ciao...”
“Come va?” indicava la mano.
E certo, mica gli
interessa qualcos’altro. E
che se mi sono fatta male si sente male tutto qui.
“Meglio...” poi continuai a camminare.
La vidi ferma
lì,
quella moto.
Il suo conducente
era appena sceso e si era tolto il casco.
Intanto io per non
fare una figura come l’altra volta decisi di andarmene e
lasciar perdere.
Oggi come prima ora
c’era educazione fisica. Ovviamente quella che odiavo di
più. Allora finsi un
giramento di testa e mi sedetti in panchina.
Guardavo gli altri
giocare, e posai lo sguardo alle porte trasparenti della palestra. Lo
vidi
passare...
Si proprio lui...
No... non era
possibile...
Ma quella specie di
sogno fu interrotto dalla pallonata che mi arrivò in piena
faccia.
Per un attimo non
capì niente. mi misi le mani sul viso, sperando che quel
dolore cessasse, ma
sentì solo il professore dire che se volevo potevo uscire
fuori.
Oh grazie, pensavo che
sarei dovuta rimanere
lì dentro!
Velocemente mi alzai
e raggiunsi la vetrata per poi uscire e spingerla con forza, molta
forza, che
fece un fracasso tremendo e per di più mi fece ritornare
quel leggero dolore
alla mano.
Mi ritrovai nel
cortile, e mi sedetti sul piccolo scalino di marmo.
Poi pian piano
cominciò a piovere, quella pioggia leggera e fastidiosa, che
sembra pungerti.
“è successo qualcosa?”
Una voce del tutto
inumana e soave mi parlò da dietro.
“si...” dissi senza guardarlo, avevo
capito
chi fosse “la mia vita era già abbastanza
incasinata ma Forks ha deciso di
rendermela peggiore...”
“che brutta cosa...” disse scherzando
e
sedendosi vicino a me.
Io feci un cenno con
la testa.
“e pensi che una polmonite aggiusterebbe le
cose?”
“come?” mi girai e lo guardai, cosa
che non
avrei dovuto fare.
Mi persi nei suoi
occhi, mi persi nel topazio, mi persi nell’immenso...
Immenso che avrei
tanto voluto attraversare...
“Se resti ancora sotto la pioggia senza
giubbotto te ne prenderai una...!”
E mi tese il suo.
Io lo presi.
“Grazie, ma ora tu...”
“Non preoccuparti per me...”
Io mi girai e
guardai nuovamente davanti a me.
Decisi che tenere
per avere la coda faceva freddo, allora tolsi l’elastico e la
prima cosa che mi
venne in mente era di metterlo nel giubbotto.
I miei odiosi
boccoli scesero fino a raggiungere il colletto.
“Rox...”
Una voce...
Un suono flebile...
Quel suono detto, un
po’ con stupore, un po’ con felicità...
Perchè?
Felicità per
cosa?
Mi girai.
Lui era lì,
in tutta
la sua perfezione, in tutta la sua bellezza... in tutto...
Spazio
Autrice
Allora...
so che questo non è un gran che, ma ne avevo bisogno... vi
spiego, un capitolo
di transito... non vi preoccupate... tra poco arriva il bello... ma voi
avete
capito chi è che ha chiamato Rox?
Bella4
: Sono
contenta che ti sia
piaciuto, anche se più dell’altro. Forse
è un meglio, significa che vado in
salita...di questo che ne pensi?
p.s.
volevo ringraziarti per aver messo la ff fra i preferiti... tanks...
kiss
kiss...
alexandrathebest:
Ehi
tesorooo... sono contenta che ti sia piaciuto...
Rosalie,
come ti ho spiegato, c’è, ma infondo mica Ash si
è messa con Emmett. Tu come li
vedresti insieme? Ti è piaciuto il chappy?
Baci8...
BlackEyes:
Amoooore...
eh lo so che ti
piace, hihi...
Di
questo
che ne pensi? È concentrato sulla tua coppia preferita no?!
Uno
smack maxi....:)...
E
ringrazio
anche tutti quelli che l’hanno letta...
Alla
prossima...
Gx_Gse