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Autore: alexandra_marina    18/05/2014    0 recensioni
"Edward lei é Isabella, Isabella lui é Edward"
Il tizio di nome Edward mi porge la mano e io mi alontano involontariamente.
"Isabella sono un ex drogato non ho la peste"mi dice acido mettendo le mani in tasca.
"Bella, chiamami Bella"lui mi sorride sghembo.Oggi la mia dose di gentilezza l'ho distribuita a lui .
L' ex drogato e la (quasi) ex autolesionista, ottimo come titolo di un film horror.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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BUONA LETTURA! !

 

Pov.Edward

Destra, sinistra, sinistra, destra.

Cammino da ore senza stancarmi, cammino meccanicamente senza una meta.

Passo dopo passo mi allontano dai pensieri, dalle preoccupazioni, dalla frustrazione. 

Spesso anche la notte, quando i pensieri non mi abbandonano, vado in giro per Chicago. Una Chicago diversa da quella in cui vivo di giorno.La notte cambia tutto, cambia le cose, cambia le persone. 

Di notte mi sento libero, nessuno si accorge di me che corro,che grido .La notte é fatta per persone come me, bisognose di sfogarsi, bevendo, drogandosi, facendo a botte o semplicemente come me camminando, correndo e gridando tra le insegne dei nightclub e delle discoteche che illuminano le strade come fari.

Di giorno e' diverso c'e' una confusione diversa da quella della notte.Odio la tranqullita' , mi piace molto di piu' immergermi nella confusione.

Come in questo momento, il Millennium Park e' pieno di persone, di turisti armati di macchina fotografica che immortalano persino le foglie degli alberi, di bambini sfuggiti dalle mani dei genitori che si rincorrono urlando e ridendo.

Mi perdo nella piu' totale confusione immaginando di essere come quel padre che tiene stretta la mano della figlia o come quel vecchietto seduto su una panchina probabilmente intento a rivivere gli anni della sua giovinezza.

Probabilmente pero' io non saro' mai come loro, forse non saro' mai padre e gli anni della mia giovinezza cerchero' di dimenticarli non di riviverli.

I miei pensieri hanno preso una brutta piega ,gia' perche' a volte camminare e suonare non bastano piu' per dimenticare.

Il cielo si oscura bruscamente minacciando di piovere, affretto il passo e mi guardo in torno e cio' che vedo mi fa quasi spalancare gli occhi.

Invidio i turisti con le loro macchine fotografiche in mano, questa scena e' meglio di qualunque paesaggio. 

Poco distante da me c' é Isabella, seduta a gambe incrociate appoggiata al tronco di un albero, capelli all' aria, sguardo concentrato, chitarra in grembo, pentagramma vicino.

Questa ragazza mi ha stupito appena l' ho vista, cosi diversa dalle altre, cosi diversa da tutto.

Non avrei mai immaginato che suonasse la chitarra, non so molto di lei ma quello che ho capito solo osservandola mi incuriosisce molto.É una continua scoperta, come ieri dopo essere scappata dalla seduta di gruppo, pensavo di trovarla in lacrime invece mi ha risposto con la sua solita spavalderia. 

So che in lei c'é molto di più di quello che mostra, lo vedo dai suoi occhi, quel cioccolato mischiato a solitudine e dolore, simile al mio.

Non ho ancora capito qualle male l'ha portata a rivolgersi alla clinica, ma ho intenzione ti scoprirlo e perché no di aiutarla.

Mi avicino a lei fino ad arrivarle di fronte, sentendosi osservata alza la testa cosi da vedermi.

Ancora una volta mi stupisce:con nonchalance abbassa la testa continuando a scrivere sul pentagramma. 

"Oh bene non bastava il freddo e la pioggia,mi mancavi tu"sputa acida ma anche divertita.

"Davvero ti mancavo?"chiedo anche io divertito.In genere due persone si salutano quando si incontrano in vece con lei é tutta un'altra storia.

"Si mi mancavi come disgrazia"alza la testa fiera della sua battuta.I suoi occhi hanno qualcosa di diverso oggi sono più vivi e luminosi.

"Ma si puo' sapere perche' mi devi sempre offendere?"chiedo fintamente offeso sedendomi di fronte a lei.

"Mi ispiri ad offenderti"dice guardandomi spavalda.Non ho ancora capito se la sua spavalderia sia solo una facciata per nascondere il suo vero carattere, spero di no.

Continuo a fissarla mentre lei scrive note sul pentagramma. .

"Quondi suoni la chitarra?"potrei scommettere in una risposta ironica e acida.

"No, la sto abbracciando per non farle prendere freddo"come pensavo ..acida e ironica.

Decido di ignorare la battuta.

"Non pensavo fossi il tipo che suona"lei mi guarda un attimo per poi dirigere il suo sguardo in un punto indefinito alle mie spalle.

"Non sai molte cose di me "

"Bhe allora racconta , voglio conoscerti Bella"rimane un attimo spiazzata dalla mia richiesta.

"Non racconto i fatti miei agli sconosciuti."dice tono severo e sguardo di fuoco.

"Piacere Edward Masen , 24 anni, vivo a Chicago, suono la chitarra e il piano nei locali"ha gli occhi quasi spalancati e un tenero sorriso gli nasce sul viso purtroppo però muore ancora prima di essere nato del tutto .

"Questo non basta , non ti racconto proprio niente"ha un tono di sfida ma so che muore dalla curiosità di sapere qualcos'altro sul mio conto.

Annuisco e lei appoggia la chitarra al tronco dell' albero per sdraiarsi sul erba fresca, io la imito.Mi perdo un attimo ad osservare il cielo coperto da nuvole scure,vicino a lei non sento più la confusione che tanto amo, c' é tranquillità. Ua tranquillità diversa da quella che odio, questa mi piace, mi rasserena. Anche lei guarda il cielo ma con aria di nostalgia. 

"Quindi sei un ex drogato?"chiede rompendo il silenzio.

"Si"rispondo leggermente irritato.

"Perché hai cominciato a drogarti"chiede girando il capo dalla mia parte.

"Non racconto i fatti miei agli sconosciuti"rispondo usando le sue stesse parole.Forse mi comporto da bambino ma lei non é da meno.

"Piacere Isabella Swan, 20 anni, vivo a Chicago, studio al conservatorio"come sempre mi stupisce non mi aspettavo questo.

"Mi dispiace ma non ti dico proprio niente"uso un tono di sfida come il suo di prima mentre lei mi da una leggera spinta divertita.

"Non copiarmi le battute."dice puntando l' indice verso di me.

"Tu non farmi domande , alle quali nemmeno tu hai risposto"siamo proprio dei bambini.

"Ho i miei motivi per non rispondere alle tue domande"ed ecco che ritorna triste e acida.

"Anche io ho i miei motivi"lei annuisce e contunua a guardare il cielo.

Chiudo gli occhi e mi immergo di nuovo nella tranquillità. 

Poco dopo sento delle gocce bagnarmi il viso....piove ,apro gli occhi di scatto.Isabella é già alzata e sta sistemando la chitarra.

Mi alzo anche io con un po' di fatica, vorrei restare con lei cosi ancora per molto.

"Io devo andare, ciao "Bella mi saluta si mette la chitarra coperta dalla custodia in spalla e comincia camminare verso l' uscita.

"Bella"quasi grido per farmi sentire da lei visto che senza darmi il tempo di salutarla e' gia' lontana da me.Lei sentendomi si gira.

"Vieni alla seduta domani?"le chiedo di nuovo quasi urlando.La sento dire un si dopodiché se ne va.

Resto a guardarla scomparire tra la pioggia che si fa sempre più fitta, poco importo se mi bagno. 

Se ne va con la certezza di essere ancora una sconosciuta per me, ma non sa quanto si sbaglia.

Lei é un angelo macchiato di nero come me, é un angelo a cui sono state tagliate le ali.

 

 

 

Ciao a tutti....piaciuto il pov.Edward?

In questo capitolo ci sono poche notizie della sua vita ma più avanti si saprà di più. 

Come sempre ringrazio chi ha messo la storia tra seguite/preferite/ricordate e chi legge solamente. 

Spero che continuerete a leggere e fatemi sapere cosa ne pensate.

Bacii a presto Ale..

 

  
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