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Autore: smookie97    19/05/2014    6 recensioni
A volte accade qualcosa nella tua vita che non riesci a controllare… Un uragano che ti travolge, un labirinto senza fine. Questo è ciò che è accaduto anche a me, un banale diciottenne con una valigia piena di sogni e speranze… La mia tormenta è stata una bellezza sconvolgente e due occhi blu profondi che hanno saputo catturare la mia anima e prendere il mio cuore che adesso batte solo per lei…
Dal capitolo 10 : Guardo la sua foto e sorrido, quant’è bella… Ricordo perfettamente il giorno in cui la vidi per la prima volta… Il suo sguardo , il suo sorriso… Così perfetta come l’avevo sempre immaginata…
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 11 “Arrivo”

 

Una settimana dopo…

HOPE’S POV

GARRETT: Hope cavolo! Smettila di fare la bambina! Inizia a comportarti da adulta diamine! Prendi le tue cose e sbrigati! Se continui a fare capricci, perderemo il volo per New York, vuoi capirlo?? Cazzo muoviti!!

Furia. E’ furia pura ciò che Garrett emana con tutto il suo corpo. Furia, furia e solo furia. Stamattina è arrivato mentre io e Zayn facevamo colazione, gettandoci improvvisamente dinnanzi, con un sorriso falso stampato sul volto, tre biglietti pronti per un viaggio da sogno a New York, meta scelta appositamente per me, conoscendo perfettamente il mio sogno e la mia irrefrenabile passione di visitare la Grande mela. Un viaggio lontano da tutto e tutti. Un viaggio che cambierebbe ancora ulteriormente la mia vita, più di quanto non si sia modificata.

HOPE: Non urlare Garrett, ti prego! Sono agitata! Agitatissima! E questa maledetta valigia non vuole chiudersi, caspita! Invece di iveenire contro di me, ti sarei grata infinitamente se magari provassi ad aiutarmi!

Spingo i palmi delle mie mani sulla superficie rigida della valigia beige a fiori che Garrett stamattina mi ha procurato, operando su di essa tutto il mio peso e soffiando stanca qualche capello ribelle che mi si posa sulla fronte provocandomi un leggero fastidio, mentre i due tizi alle mie spalle sbruffano infastiditi per il mio ritardo e non hanno la minima intenzione di smetterla di angosciarmi con i loro lamenti. Non li sopporto più, decisamente.

GARRETT: Non sei capace nemmeno di chiudere una valigia?? Dammi qua, sbrigati! Non servi a nulla, te ne rendi conto?

HOPE: Eh?? Ma che avete stamattina, si può sapere?? Io non riesco a capire cosa stia succedendo! Cos’è tutta questa fretta?? Il volo parte tra un paio di ore, abbiamo tutto il tempo di prepararci con calma e magari anche addentare qualcosa! Calmatevi ragazzi!

Sbruffo per la millesima volta, per poi riportare le solite ciocche ribelli dietro il mio orecchio e procedere nel sistemare la mia coda disordinata. Passo successivamente le mani sulla mia t-shirt bianca tutta sgualcita e sui mie jeans pieni di polvere, stiracchiandomi un po’…                                     

HOPE: Che cosa avete in mente? Non mi starete per caso nascondendo qualcosa? O non so, progettando una fuga dallo stato inglese? Aspettate aspettate! Volete rapirmi! Sono un ostaggio!! Guardatemi dritti negli occhi e non mentitemi signorinelli… Ahahahaha

Rido, cercando di sdrammatizzare un po’ la situazione creatosi, ma l’aria presente in questa stanza diventa sempre più opprimente. Un’aria pesante e viziata che mi sta soffocando. Come fa la mia vita, dopotutto.

GARRETT: Ma sentitela! La ragazzina inizia a delirare! Pff, sta zitta per favore! E non ridere perché ti giuro che io ti pre…

ZAYN: Garrett!! Smettila cazzo! Hope!! Anche tu, basta! Mi avete davvero stancato! Io vi aspetto in macchina… I vostri lamenti mi danno la nausea! Voi due mi date la nausea! Appena capirete che ormai siete fin troppo grandi per tali cazzate, raggiungetemi. Arrivederci!

Mi volto verso Zayn e lo vedo concludere il suo monologo, gettando a terra una sigaretta appena consumata e spegnerla per bene con la punta del piede. Esce dalla cascina e per la rabbia sbatte talmente forte la porta da farla oscillare, dando l’impressione che improvvisamente quest’ultima cadda a terra in un tonfo sordo. Il rumore assordante mi porta istintivamente a strizzare gli occhi ed alzare le spalle. Porto lo sguardo su Garrett e lo vedo roteare gli occhi e incrociare le braccia al petto. Furia. Ancora, tanta e tanta furia.

Dio, mi dà i nervi il suo atteggiamento! Lui. Così strano, dannato, particolare. Mi dà i nervi! Eh sì, tra noi due non scorre un buon feeling. O meglio, non c’è mai stato… No, decisamente no.

HOPE: Ecco, complimenti Garrett! Davvero, ti faccio i miei migliori complimenti! Passami il mio biglietto per il volo, sù! Qui abbiamo risolto. Così potrai calmarti un po’ stamattina. Hai bevuto troppo caffè credo! Evita la prossima volta… E’ un consiglio da amica!

Gli parlo acida e diretta e Garrett mi lancia un’occhiata assassina portando poi una mano nella tasca posteriore dei suoi pantaloni ed estraendo i piccoli foglietti bianchi già presentateci stamane. Li getta sul tavolo dinnanzi ai miei occhi con fare disprezzante, per poi accendere una cicca anch’esso ed estrarre dall’altra tasca un accendino. Quanto fumano questi ragazzi?

Lo osservo attentamente, con fare indagatore. Gli occhi neri come la pece, le mani grandi e quasi sempre sporche e ferite, il viso tirato in un’espressione corrucciata e il labbro sottile nascosto da un piccolo strato di barba. Sbatte il piede per terra a ritmo e alza gli occhi al cielo, con fare disperato e stanco.

Ma cosa sta succedendo?? Garret e Zayn sono davvero agitatissimi oggi. Fin troppo agitati e questa cosa mi puzza. Non li avevo mai visti così prima d’ora e c’è da considerare il fatto che ormai avevo trascorso intere giornate in loro compagnia. Per quanto potesse sembrare strano infatti, ormai conoscevo, o meglio, avevo imparato a conoscere molte e molte cose sul loro conto. Sapevo, ad esempio, che Zayn odiava il caffè freddo di prima mattina, la primavera, gli alberi spogli, il vento. Odiava essere puntuale, i cartoni animati che trasmettevano in tv, il rumore dei clacson, la nebbia che gli oscurava la vista. Amava il colore rosso, il colore del sangue e della passione, le baguette francesi, i paesi caldi, i film western, le serate in solitudine, la luce della luna. Avevo imparato a capire che era una persona taciturna, scontrosa e dolce allo stesso tempo, che ascoltava musica rock e pop, che adorava i Beatles ma non aveva mai comprato un loro disco o imparato perfettamente una loro canzone a memoria. Ero a conoscenza del fatto che adorasse anche le coccole (cosa che non avrebbe mai e poi mai confessato), le nuvolette che fuoriuscivano dalla sua bocca mentre fumava, l’odore dei cornetti alla cioccolata comprati nel più antico bar di Bradford, lo scricchiolio della neve sotto gli stivali, la sensazione di brividi sulla sua pelle e gli sguardi intensi. Eh già, Zayn adorava comunicare con gli occhi. Forse unica e sola caratteristica in comune con me.

Per quanto riguardava Garrett, avevo conosciuto la sua maniacale passione per i videogames di guerra, per l’inverno, per il giornale pronto tutte le mattine accanto ad una tazza di latte fumante, la sua irrefrenabile ammirazione per i calciatori inglesi, per il mondo del lusso, per i soldi e le belle donne. L’amore che provava verso i tatuaggi e l’arricchimento facile e l’odio invece verso i bugiardi, gli impiccioni, i film romantici e i ricordi troppo personali che gli riaffioravano alla mente. Ero venuta a conoscenza dei suoi settimanali incontri di boxe e le scommesse del calcio- mercato che riempivano di adrenalina la sua vita.        

In realtà, non avevo capito di non conoscerli assolutamente. Non avevo scoperto assolutamente i loro segreti. Non avevo compreso, ciò che in realtà avrei dovuto davvero comprendere fin dal primo momento, dal primo incontro, dal primo sguardo o discorso con loro. Vedevo, ma ero cieca. Sentivo, ma non ascoltavo. Paradossale come cosa, no?

Qualcosa accadrà oggi, me lo sento. Qualcosa deve accadere!

Osservo il giornale di stamattina ripiegato malamente sulla sedia al mio fianco. Nella prima pagina, accanto alle novità economiche della settimana, una mia foto riporta affianco una scritta a caratteri cubitali:” HOPE COOPER. LE RICERCHE CONTINUANO, MA ANCORA NESSUNA TRACCIA DELLA SEDICENNE LONDINESE DAGLI OCCHI DI GHIACCIO.

Un viaggio in America. Infondo non sarebbe tanto male come idea, giusto? Un paio di mesi trascorsi in una delle suite più IN della città, pranzi, cene e feste di gala. Bella vita e divertimento. Spensieratezza e felicità. Via i cattivi pensieri, via il dolore, via le bugie, via i sentimenti repressi, via la morte, via la disperazione, via le lacrime, via mamma, via papà, via Harry, via Anne, via Kat, via Louis, via Londra, via l’inghilterra, thè alle cinque del pomeriggio, Big Ben, Tamigi, regole, studio, foto, ricordi, avvisi, sogni, paure, incertezze. Via Hope Cooper. Via me stessa e ciò che è la mia atroce vita. Un viaggio svolto con la speranza di rinascere e magari vivere una vita meno complessa. Garret mi offre tutto ciò, perché dovrei rinunciarvi??

Lui dice di farlo per il mio bene. Perché ci tiene. Vuole proteggermi. Perché vuole farmi rinascere, appunto.

Eppure c’è qualcosa nel suo sguardo che mi lascia paralizzata, impotente, nauseata… Non mi permette di essere così ben disposta a credere alle sue parole… Tutto questo mi sembra decisamente troppo strano: tutta questa gentilezza non è da Garret, né tantomeno da Zayn. Qualcosa di cui sono assolutamente sicura è che questi due non possono essere assolutamente considerati i miglior tipi o amici della terra e pensandola secondo questa logica, le cose non ritornano.

E’ vero, si sono dimostrati sempre gentilissimi e assai disponibili da quando sono scappata di casa. A volte anche fin troppo gentili, ma tutta questa assoluta disponibilità nei miei confronti non ha portato dentro di me questa grande fiducia verso di loro. Sono stata sempre una persona abbastanza fiduciosa negli altri, e se all’inizio Zayn mi appariva un sincero e innocuo ragazzo, non so spiegarne bene il motivo, dentro di me sento adesso che forse mi sbagliavo. Su Garrett però la mia impressione è stata da sempre negativa. Il suo modo di porsi, presentarsi, agire. Mi è sempre sembrato una mela marcia, e credo che ci vorrà molto di più che un semplice viaggio a New York per farmi cambiare idea.

GARRETT: Adesso basta Hope! Adesso basta cazzo! Ti giuro che sono stanco! Sei qui da un mese e sei sempre stata trattata come la regina della situazione! Se non fosse stato per noi due in questo momento saresti stata ancora chiusa nella tua stanzetta a piangere o morta di fame per una stradina buia di Londra, te ne rendi conto?? Saresti stata ancora chiusa in quella casa di bugie e segreti a piangerti addosso la morte di tua madre, hai capito?!! E non dire che non mi sto sbag….

Non conclude la sua maledetta frase, perché una mia mano lo colpisce in pieno viso con tutta la forza, il disprezzo e lo schifo che possiedo.

Avrebbe potuto urlarmi contro le peggiori parole, i peggiori insulti, tranne però nominare mia madre. Mia madre no! E’ un colpo basso, troppo basso anche per un verme simile a lui. Non sopporto il fatto che possa anche sono parlarmi di lei, nominarla e addirittura pensarci… Non deve permettersi! Lui non deve assolutamente permettersi!

Come sempre le lacrime calde scivolano sul mio viso ed inizio ad urlare con tutto il fiato che ho nel corpo pensieri repressi fin da troppo tempo nei meandri più bui della mia testa.  

HOPE: Mi fai schifo! Mi fai schifo stronzo! Bastardo! Non la devi nominare hai capito? Non la devi nominare!! Non devi nominare mia madre!!

Tiro pugni sul suo petto continuamente, nella speranza di procurargli un minimo del dolore che io provo solo al pensiero di mia madre, ma lui mi sovrasta con la sua forza imponente e dopo un po’ mi afferra saldamente e violentemente i polsi, bloccando il mio corpo minuto. Gli effetti della boxe e gli allenamenti degli incontri clandestini settimanali, hanno il loro effetto dopotutto…

Finiamo faccia a faccia, sento il suo respiro infuriato sulla mia pelle, mentre dai miei occhi chiari fiumi di lacrime si riversano ancora e ancora sulle mie guance. Osservo gli occhi di Garrett e pian piano mi sembra che il loro colore muti, assumendo sfumature profonde e verdine.

Harry! Gli occhi del mio amore… Gli occhi di Harry! Del MIO Harry!

Sbatto le palpebre più volte, poi le stringo forti forti e scuoto violentemente la testa. Cosa?? Che succede?? Riapro le mie pozze azzurre e gli occhi verdi di Harry diventano sempre più chiari, fino a ritornare molto scuri. Ed ecco che il viso di mio padre mi appare dinnanzi agli occhi. Scuoto la testa ancora e ancora per poi allontanarmi improvvisamente e violentemente dal corpo di Garrett. Che succede? Che sto facendo? Che stai facendo Hope? Che cazzo ci faccio qui? Che stupidaggine colossale stai combinando signorina? Una sfilza di domande confuse mi affollano la mente e posso giurare in questo momento di scordare perfino il mio nome…

Metto le mani nei miei capelli scompigliati e pian piano le mie gambe si fanno molli, costringendomi a cadere a terra. Le stringo tra le mie braccia pesanti e appoggio il viso sulle mie ginocchia, facendo sì che la disperazione si impossessi nuovamente di me. Come sempre d’altronde.

Mi è bastato riflettere un po’ di più e immaginare due visi a me familiari, per farmi rendere davvero conto della stupidaggine più grande della mia vita che sto compiendo da un mese ormai…

Garrett non è stupito dalla situazione che si sta creando, e ciò mi insospettisce...

Sembra quasi che questa mia reazione sia qualcosa che avrebbe voluto si fosse sviluppata già precedentemente… Quasi come se aspettasse di vedermi così disperata… Quasi lo desiderasse con tutto sé stesso, magari per poterne ricavare qualche vantaggio…

La risposta alle mie impressioni non tarda ad arrivare ed un paio di frasi gelide, pronunciate da quella bocca rude e sporca, mi lasciano spiazzata e in balia di brividi in tutto il corpo, mentre la risata quasi “macabra” di Garrett, risuona in quelle quattro mura di alluminio…

GARRETT: Sii matura Hope e rialzati da quel pavimento forza! Ho una proposta da farti e credo per il tuo bene, che ti converrà accettare ciò che ho da dirti… Quindi apri bene le orecchie mia cara, perché non sentirai ripetere ciò di nuovo! Capito tutto piccola??

HARRY’S POV

HARRY: Bradfrod?? Che significa Bradford? E’ stata avvistata lì?? No, è impossibile! Hope non conosce quei luoghi e credo che non si sarebbe mai spinta fino a questo punto!! Insomma, è una ragazzina! Non potrebbe mai essere arrivata a Bradford da sola e, e … E non so che pensare cazzo!! Bene, bene ho capito… Avvisateci immediatamente quando saprete qualcosa di più! Ho detto di avvisarmi… Si, si tranquillo! Come no… Come posso mai essere TRANQUILLO??? Fate il vostro lavoro e lasciate a me queste cose!!

Metto giù come una furia il mio, ormai distrutto, cellulare per poi alzarmi nervosamente dal divano su cui sono seduto e dirigermi verso il frigo e prendere un po’ di acqua fredda. Ho la gola asciutta, le mani e la pelle accalda e soprattutto il disperato bisogno di rinfrescare e liberare un po’ la mente e pensare ad una soluzione valida per trovare la mia dannata Hope e riportarla finalmente a casa. Nella sua città, nella sua stanza. Tra le sue cose, tra i visi che conosce. Tra le mie braccia.

Ho paura. Una disperata, tremenda, soffocante paura che possa esserle accaduto qualcosa di male… Che possa aver incontrato qualcuno e che possa essersi fidata immediatamente di lui, trovandosi così in grande pericolo. Che possa essere stata picchiata, rinchiusa, maltrattata o peggio… Che durante questo mese possa aver agoniato il freddo o la fame, che possa aver sofferto la lontananza da casa, che possa aver pensato continuamente a Clara, che possa aver pianto ancora di più di quanto non era solita fare. Ho la disperata paura che possa trovarsi in una strada isolata, in una cascina abbandonata e disperata, ricoperta di cartoni e con le labbra violacee. Ho paura che abbia compiuto una sciocchezza, che possa essere entrata in un “brutto giro”, che abbia seriamente compromesso la sua vita. Che possa essere stata ingannata, illusionata, delusa. Ho paura che stia cercando un abbraccio che lontano da casa non troverà mai, che stia cercando tranquillità e serenità in un mare di pericolo. Temo che magari si senta meglio lontano da qui e che non voglia mai più tornarci… Temo ancora di più il fatto che non senta la mia mancanza e che possa fare benissimo a meno di me. Non potrei sopportalo. Non posso sopportarlo. E a dir la verità, non riesco nemmeno a pensarci.

Tremante, ingoio subito quel liquido frizzante e freddissimo contenuto nel mio bicchiere, dopodiche i miei pensieri vengono interrotti da una vocina, per me molto fastidiosa, che fino a questo momento è stata seduta in silenzio in un angolino del grande salotto in cui mi trovo.

KATHERINE: Davvero, Harry! Non riesco a crederci! Bradford?? La polizia sostiene che si trovi a Bradford? Questo è un delirio!! Insomma, sono la sua migliore amica, avrei anche potuto, anzi, dovuto sapere qualcosa in più su questo momento di follia ed invece… Non c’è sms o chiamata a cui risponda, è un mese che non si fa più sentire! Non so cosa pensare! E vogliamo anche sottolineare l’inefficienza delle ricerche londinesi?? Oppure del telegiornale che non fa che occuparsi di questa notizia, solo ed esclusivamente per interessi di share?? Dovremmo fare qualcosa e allontanare Hope da questo show mediatico in cui è caduta, magari per far sì che le ricerche siano più intense e soprattutto meno pubbliche! Per me potrebbe essere un’idea più che valida, sai? E poi, bisogna anche considerare il fatto che, come ben sappiamo…

Kat parla parla e straparla, costituendo uno dei suoi soliti noiosi e banali monologhi, ma che io puntualmente non ascolto. Sono fermo alla terza, se non alla seconda parola da lei pronunciata, mentre il mio cervello è totalmente bloccato e il mio corpo è vinto da una terribile agitazione e un fastidioso tremolio.

Bradford? Come può trovarsi Hope, a Bradford? Così lontano da qui? Così lontana da me? Se ciò è vero qualcuno ha dovuto aiutarla per forza! Una sedicenne non può spostarsi da una città all’altra in modo così veloce e anonimo. E’ strano. Troppo strano. C’è qualcosa di grosso sotto questa storia. Qualcosa di davvero grosso.

Osservo l’orologio a pendolo alla mia sinistra e fisso l’ora: 3 del pomeriggio. Come un tornado, prendo velocemente la mia giacca scura abbandonata sulla sedia a dondolo di mia madre posizionata accanto a me, e mi rivolgo a Kat, che dopo la mia affermazione, rimane completamente sbalordita dalla folle idea che ho avuto, ma che decide immediatamente di seguirmi in questa pazzia, alla ricerca della sua migliore amica.

HARRY: Kat, alzati e prendi le chiavi della macchina. Si va a Bradford!

KAT: Cosa??

 

HOPE’S POV

GARRETT: Nascondi bene questi capelli Hope! Tira su il cappello stupida! E indossa questi occhiali! C’è la polizia da tutte le parti e ormai sei ricercata in tutto lo stato inglese! Ti riconosceranno e ti porteranno a Londra immediatamente! E addio viaggio a New York, hai capito?? Ahahahaha

La risata velenosa di Garrett mi arriva ovattata alle sue orecchie e dai miei occhi non cessano di scendere lacrime e lacrime, mentre ripenso al discorso avuto un paio di ore prima con questo verme schifoso seduto compostamente al mio fianco. Sapevo di non dovermi fidare di lui. Di non dover stringere con lui un qualsiasi tipo di rapporto, e adesso, sola e spaventata, mi ritrovo a subire le conseguenze dei miei gesti irresponsabili e immaturi e ad essere lontana dalla mia unica fonte di speranza. Dalla mia unica fonte di vita. Harry.

ZAYN: Smettila smettila smettila! Sei insopportabile fratello! Piuttosto, procedi nella fila per il check-in e saliamo finalmente su quel dannato e maledetto aereo! Subito Garrett! Adesso!

Zayn parla al suo fedele compagno con grande durezza e autorità e sospira pesantemente, affondando la schiena sulla sua sedia, guardando, di tanto in tanto, il vecchio orologio da polso che stringe tra le sue mani. Le labbra screpolate e gli occhi socchiusi gli conferiscono un’aria angelica e dannata allo stesso tempo, mentre segue Garrett con lo sguardo. Poi, si gira cautamente verso di me ed, inaspettatamente, inizia ad avvicinarsi sempre maggiormente al mio corpo e a passare lentamente le sue mani gelide e arrossate sul mio viso. Le sue dita tremanti scorrono lentamente sulle mie guance, per poi sfiorare il lobo del mio orecchio e i miei capelli biondi e mossi. Non capisco bene quali siano le sue intenzioni, ma non oso muovermi, né tantomeno scostarlo. Voglio osservare fin dove quel ragazzo sia in grado di spingersi e cosa voglia realmente fare.

ZAYN: Vedrai piccola, finalmente ce ne andremo da questo schifo in cui siamo cresciuti. Inizieremo tutti insieme una nuova e migliore vita, tesoro mio. Potrai essere felice per davvero. Incontrare gente che ti ami per davvero. Potrai finalmente godere di quella spensieratezza che ti hanno negato da quando sei venuta al mondo. Dio, Hope. Sei bellissima.

Mi sussurra impercettibilmente queste parole al mio orecchio e si avvicina alla mia guancia, su cui posa con lentezza inaudita, un bacio casto. Sono sbigottita. Assolutamente e incredibilmente sbigottita. Lo vedo allontanarsi e sorridermi maniacalmente, per poi avvicinarsi nuovamente al mio viso, più vicino all’angolo delle mie labbra carnose. Ed è a questo punto che lo blocco e faccio per tirarmi su, tutta dolorante, da questa dannata sedia dell’aeroporto su cui sono seduta ormai da un’ora o forse di più. Baciarmi? Zayn aveva intenzione di baciarmi?

Stringo nel pugno della mia mano la mia felpa leggera e la passo sul mio viso, bagnato dalle lacrime e dalla saliva di Zayn nel baciarmi, per poi osservare la sua espressione, forse un po’ adirata e infastidita, per la mia reazione brusca ai suoi gesti.

HOPE: Ehm… Ehm, v-vado in bagno Zayn. Ci metto un attimo, ok? Sussurro intimidita queste parole e lo guardo attentamente, mentre con il capo rivolto verso il pavimento, accenna un timido si e mi sussurra di nascondermi bene, per la millesima volta, nella felpa nera e grandissima che sono stata obbligata ad indossare, per non essere identificata dalla polizia che ci circonda in questo luogo.

Passo dopo passo, inizio così ad avanzare timidamente verso il grande cartello che riporta la scritta azzurra “toilette”, continuando a piangere sommessamente e pensare a ciò che sto facendo. Sto andando davvero a New York? Sola? O meglio, insieme quei due tipi poco affidabili e dannatamente oscuri??

Questi pensieri, insieme le solite e onnipresenti lacrime, mi accompagnano per tutto il tragitto che mi porterà ai bagni sporchi e maledettamente affollati dell’aeroporto. Mi guardo intorno, da sotto gli occhiali scuri che indosso, per analizzare un po’ la situazione, e mi soffermo ad osservare una giovane coppietta poco distante da me, baciarsi ed abbracciarsi teneramente, mentre entrambi piangono di gioia. Lei, che del tutto incurante ha gettato le sue valigie a terra con ben poca delicatezza, ha le sue gambe magre strette intorno ai fianchi del suo ragazzo che la bacia su tutto il viso, senza lasciarla nemmeno respirare. E ridono. Piangono e ridono insieme, mentre si stringono e si baciano.

Mai i miei occhi hanno avuto l’occasione di osservare uno spettacolo più bello di quello. Nemmeno un tramonto sul mare, una canzone, un regalo, un mazzo di fiori profumati, un bacio casto, un abbraccio tra amici, potrebbero mai comparare una scena di questa intensità e potenza.

Solo gli occhi di Harry potrebbero riuscirci. Ma questa è una lunga storia…

Sorrido sinceramente e quasi senza accorgermene, alla vista di quei due ragazzi che continuano ad abbracciarsi, e che mano nella mano, si allontanano verso l’uscita dell’edificio, per poi sparire completamente dalla mia visuale. Probabilmente, appena giunti a casa, si ameranno completamente e senza freno, promettendosi di non lasciarsi mai più e giurandosi amore per tutta l’eternità.

E proprio pensando a quei due poveri innamorati, vittime come me di un sentimento potentissimo e incontrollabile, un senso di angoscia e malinconia mi attanaglia il petto. Ho bisogno di Harry più di quanto credessi. Più dell’aria. Ho bisogno delle sue coccole, dei suoi baci, dei suoi sorrisi. Ho bisogno delle sue frasi senza senso, dei suoi capelli ricci che non stanno mai fermi, delle sue fossette, delle sue braccia possenti, del suo respiro sulla mia pelle. Ho bisogno delle sue parole, delle sue prese in giro sulla mia altezza. Ho bisogno della sua presenza in casa e a scuola, della sua simpatia che riesce a migliorare la giornata di tutti. Ho bisogno della sua spensieratezza, della sua voglia di vivere l’attimo. Voglio sentire la sua voce perfetta mentre intona qualcosa sotto la doccia, ho bisogno di sentirlo mentre litiga con Anne e mio padre, ho bisogno di sentirlo vicino quando mi prega di preparargli il nostro ottimo latte e miele, quando mi prega di guardare insieme a lui i Simpson oppure di fare un giro in bici lungo il Tamigi. Ho bisogno di vederlo mentre, tutto concentrato, guida la sua auto, di vederlo dormire sul divano, di osservarlo litigare con Kat, di vederlo abbracciarsi con Louis. Ho bisogno di vederlo e basta. Sentirlo vicino a me. Ho bisogno di condividere con lui tutte le mie piccole cose.                                  

Ma soprattutto, ho bisogno di amarlo. E ho un disperato bisogno di essere amata. Completamente. Voglio essere sua. Solo ed unicamente sua. Anche se sono consapevole di esserlo stata da sempre…

: “IL VOLO BRADFORD-NEW YORK, PARTIRA’ ESATTAMENTE CON 45 MINUTI DI RITARDO PER MOTIVI TECNICI. SI PREGA I GENTILI PRESENTI DI ASPETTARE PAZIENTEMENTE LA RISOLUZIONE DI TALI INCONBENZE. BUONA GIORNATA A TUTTI! I miei pensieri vengono improvvisamente interrotti da un ulteriore avviso della nostra compagnia aerea, che annuncia e comunica ai passeggeri di un ulteriore ritardo del volo diretto a New York.

Un ritardo di 45 minuti… Ho 45 minuti per uscire da qui. 45 minuti per decidere se restare in Inghilterra o meno. 45 minuti per scegliere tra Harry, Anne e mio padre o una nuova e incerta vita oltreoceano con quei due vermi. 45 minuti per decidere se restare o partire. 45 minuti per ascoltare il mio cuore e non lasciare l’Europa, oppure seguire la mia mente e accettare i ricatti di Garrett. 45 meravigliosi e dannati minuti per andare via da qui, da loro, da Bradford. E tornare a casa. Da Harry.

Tutto o niente. Adesso o mai più. Prendere o lasciare.

L’immagine di quei due innamorati continua a ripetersi senza sosta nella mia mente e la speranza che io e Harry, un giorno, potremmo comportarci allo stesso modo, fa aumentare smisuratamente i battiti del mio cuore. Mi volto indietro ed osservo Zayn e Garrett parlare tra di loro e progettare chissà cosa, una volta giunti in America. Soffermo poi il mio sguardo alla mia sinistra e osservo il cartello indicante l’uscita dell’edificio proprio dinnanzi a me.

Basta con questa falsa, Hope!!  

Abbasso il cappello che fino ad allora mascherava il mio viso e tolgo gli occhiali, gettandoli a terra e facendo sì che tutti possano essere liberi di osservare i miei ormai “famosi” occhi chiari e i miei lunghissimi capelli biondi, identificandomi come la ragazzina scomparsa e avvisare quindi la polizia, che mi porterebbe a casa. So finalmente cosa fare. In cuor mio l’ho sempre saputo. Avevo solo bisogno di quella forza in più che potesse permettermi di compiere questo passo decisivo e capire di aver commesso un imperdonabile e miserabile errore.

Si torna a casa, Hope. Penso, per poi sorridere a me stessa e morire quasi d’emozione nel rendermi conto di poter abbracciare, baciare e rivelare i miei sentimenti ad Harry dopo così tanto tempo.

Arrivo amore mio. Arrivo.

 

HARRY’S POV

Ci troveremo finalmente, Hope. Ti prego, non fare cazzate. Ti prego, resisti ancora un po’. Ti prego, ti prego, ti prego. Ti prego.

Questo è ciò a cui penso incessantemente mentre le mie mani stringono il volante della mia auto con una tale forza da rendere le mie nocche bianche, il mio piede è fisso sull’accelleratore e Kat dorme sul sedile accanto al mio. La osservo e mi sembra di rivedere Hope, che era solita schiacciare lunghi pisolini in macchina fin da bambina. E’ incredibile come ogni cosa riesca a collegarmi immancabilmente a lei, riesca a ricordarmi sempre e solo lei.

Ti troverò Hope, fosse l’ultima cosa che faccio, lo giuro.

Arrivo amore mio. Arrivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

Sono commossa!!!! Dopo tantissimo tempo, quasi un anno, ecco che HO AGGIORNATO NUOVAMENTE LA MIA STORIA!!! *-----* Mi sembra davvero incredibile e ammetto, mi fa un po’ strano, postare finalmente questo nuovo capitolo di “ Così perfetta come l’avevo sempre immaginata…” <3 <3 <3 Siete contenti??? *--* Vi giuro, io non sto più nella pelle! Sinceramente, avrei sperato che questa storia avesse un seguito maggiore, e sono un po’ delusa dal fatto che le visite e le recensioni siano così minime. Non vi piace? Vi annoia? Ritenete non scriva molto bene? Dovrei cancellarla?? Non so, ditemi tutto iò che pensate riguardo questi capitoli, davvero… La vera e propria storia è appena cominciata e ci saranno tantissimi colpi di scena che vi lasceranno a bocca aperta! Posso davvero assicurarvelo! J  Bene, andiamo avanti… Cosa ne pensate di questo capitolo?? Harry e Hope si ritroveranno? Oppure lei partirà?? Harry la incontrerà a Bradford? E il comportamento di Zayn?? Stava per baciarla!! O.O Perché?? E Garrett?? Da come abbiamo capito vuole vedere Hope distrutta… Disperata. Perchè mai?? E Harry quanto è dolcioso??? *-* E la coppietta dell’aeroporto?? E il rapporto tra Harry e Kat?? Da nemici giurati ad alleati per Hope?? Cosa succederà più avanti?? Cercherò di postare il prossimo capitolo il più in fretta possibile, ma per favore, ditemi cosa ne pensate a riguardo. Mi SCUSO infine con tutti voi per non aver aggiornato prima e avervi fatto aspettare così tanto tempo. Spero che questo capitolo riesca a farmi perdonare, seppur in parte. Concludo, invitandovi a leggere anche la mia nuova fanfiction, Save my Life che troverete nel link in basso. Grazie mille per tutto ciò che fate e per l’affetto che mi dimostrate! Grazie a coloro che hanno seguito precedentemente la mia storia e che continueranno a farlo.

Vi adoro tutti! :** Bacioni <3 <3

Smookie97

 

Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2342807&i=1

 

 


  
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