CAPITOLO 11 “Arrivo”
Una
settimana dopo…
HOPE’S
POV
GARRETT:
Hope cavolo! Smettila di fare la
bambina! Inizia a comportarti da adulta diamine! Prendi le tue cose e
sbrigati!
Se continui a fare capricci, perderemo il volo per New York, vuoi
capirlo??
Cazzo muoviti!!
Furia.
E’ furia pura ciò che
Garrett emana con tutto il suo corpo. Furia, furia e solo furia.
Stamattina è
arrivato mentre io e Zayn facevamo colazione, gettandoci
improvvisamente dinnanzi,
con un sorriso falso stampato sul volto, tre biglietti pronti per un
viaggio da
sogno a New York, meta scelta appositamente per me, conoscendo
perfettamente il
mio sogno e la mia irrefrenabile passione di visitare la Grande mela.
Un
viaggio lontano da tutto e tutti. Un viaggio che cambierebbe ancora
ulteriormente la mia vita, più di quanto non si sia
modificata.
HOPE:
Non urlare Garrett, ti prego! Sono agitata!
Agitatissima! E questa maledetta valigia non vuole chiudersi, caspita!
Invece
di iveenire contro di me, ti sarei grata infinitamente se magari
provassi ad
aiutarmi!
Spingo
i palmi delle mie mani sulla superficie rigida
della valigia beige a fiori che Garrett stamattina mi ha procurato,
operando su
di essa tutto il mio peso e soffiando stanca qualche capello ribelle
che mi si
posa sulla fronte provocandomi un leggero fastidio, mentre i due tizi
alle mie
spalle sbruffano infastiditi per il mio ritardo e non hanno la minima
intenzione
di smetterla di angosciarmi con i loro lamenti. Non li sopporto
più,
decisamente.
GARRETT:
Non sei capace nemmeno di chiudere una
valigia?? Dammi qua, sbrigati! Non servi a nulla, te ne rendi conto?
HOPE:
Eh?? Ma che avete stamattina, si può
sapere?? Io non riesco a capire cosa stia succedendo!
Cos’è tutta questa
fretta?? Il volo parte tra un paio di ore, abbiamo tutto il tempo di
prepararci
con calma e magari anche addentare qualcosa! Calmatevi ragazzi!
Sbruffo
per la millesima volta, per poi riportare
le solite ciocche ribelli dietro il mio orecchio e procedere nel
sistemare la
mia coda disordinata. Passo successivamente le mani sulla mia t-shirt
bianca tutta
sgualcita e sui mie jeans pieni di polvere, stiracchiandomi un
po’…
HOPE:
Che cosa avete in mente? Non mi starete per
caso nascondendo qualcosa? O non so, progettando una fuga dallo stato
inglese? Aspettate
aspettate! Volete rapirmi! Sono un ostaggio!! Guardatemi dritti negli
occhi e
non mentitemi signorinelli… Ahahahaha
Rido,
cercando di sdrammatizzare un po’ la situazione
creatosi, ma l’aria presente in questa stanza diventa sempre
più opprimente.
Un’aria pesante e viziata che mi sta soffocando. Come fa la mia vita, dopotutto.
GARRETT:
Ma sentitela! La ragazzina inizia a
delirare! Pff, sta zitta per favore! E non ridere perché ti
giuro che io ti pre…
ZAYN:
Garrett!! Smettila cazzo! Hope!! Anche tu,
basta! Mi avete davvero stancato! Io vi aspetto in macchina…
I vostri lamenti
mi danno la nausea! Voi due mi date la nausea! Appena capirete che
ormai siete
fin troppo grandi per tali cazzate, raggiungetemi. Arrivederci!
Mi
volto verso Zayn e lo vedo concludere il suo
monologo, gettando a terra una sigaretta appena consumata e spegnerla
per bene
con la punta del piede. Esce dalla cascina e per la rabbia sbatte
talmente
forte la porta da farla oscillare, dando l’impressione che
improvvisamente quest’ultima
cadda a terra in un tonfo sordo. Il rumore assordante mi porta
istintivamente a
strizzare gli occhi ed alzare le spalle. Porto lo sguardo su Garrett e
lo vedo
roteare gli occhi e incrociare le braccia al petto. Furia. Ancora,
tanta e
tanta furia.
Dio,
mi dà
i nervi il suo atteggiamento! Lui. Così strano, dannato,
particolare. Mi dà i
nervi! Eh sì, tra noi due non scorre un buon feeling. O
meglio, non c’è mai
stato… No, decisamente no.
HOPE:
Ecco, complimenti Garrett! Davvero, ti
faccio i miei migliori complimenti! Passami il mio biglietto per il
volo, sù!
Qui abbiamo risolto. Così potrai calmarti un po’
stamattina. Hai bevuto troppo
caffè credo! Evita la prossima volta…
E’ un consiglio da amica!
Gli
parlo acida e diretta e Garrett mi lancia un’occhiata
assassina portando poi una
mano nella tasca posteriore dei suoi pantaloni ed estraendo i piccoli
foglietti
bianchi già presentateci stamane. Li getta sul tavolo
dinnanzi ai miei occhi
con fare disprezzante, per poi accendere una cicca anch’esso
ed estrarre
dall’altra tasca un accendino. Quanto fumano questi ragazzi?
Lo
osservo attentamente, con fare indagatore. Gli
occhi neri come la pece, le mani grandi e quasi sempre sporche e
ferite, il
viso tirato in un’espressione corrucciata e il labbro sottile
nascosto da un
piccolo strato di barba. Sbatte il piede per terra a ritmo e alza gli
occhi al
cielo, con fare disperato e stanco.
Ma
cosa sta succedendo?? Garret e Zayn sono
davvero agitatissimi oggi. Fin troppo agitati e questa cosa mi puzza.
Non li
avevo mai visti così prima d’ora e
c’è da considerare il fatto che ormai avevo
trascorso intere giornate in loro compagnia. Per quanto potesse
sembrare strano
infatti, ormai conoscevo, o meglio, avevo imparato a conoscere molte e
molte
cose sul loro conto. Sapevo, ad esempio, che Zayn odiava il
caffè freddo di
prima mattina, la primavera, gli alberi spogli, il vento. Odiava essere
puntuale, i cartoni animati che trasmettevano in tv, il rumore dei
clacson, la
nebbia che gli oscurava la vista. Amava il colore rosso, il colore del
sangue e
della passione, le baguette francesi, i paesi caldi, i film western, le
serate
in solitudine, la luce della luna. Avevo imparato a capire che era una
persona
taciturna, scontrosa e dolce allo stesso tempo, che ascoltava musica
rock e
pop, che adorava i Beatles ma non aveva mai comprato un loro disco o
imparato
perfettamente una loro canzone a memoria. Ero a conoscenza del fatto
che
adorasse anche le coccole (cosa che non avrebbe mai e poi mai
confessato), le
nuvolette che fuoriuscivano dalla sua bocca mentre fumava,
l’odore dei cornetti
alla cioccolata comprati nel più antico bar di Bradford, lo
scricchiolio della
neve sotto gli stivali, la sensazione di brividi sulla sua pelle e gli
sguardi
intensi. Eh già, Zayn adorava
comunicare
con gli occhi. Forse unica e sola caratteristica in comune con me.
Per
quanto riguardava Garrett, avevo conosciuto
la sua maniacale passione per i videogames di guerra, per
l’inverno, per il
giornale pronto tutte le mattine accanto ad una tazza di latte fumante,
la sua
irrefrenabile ammirazione per i calciatori inglesi, per il mondo del
lusso, per
i soldi e le belle donne. L’amore che provava verso i
tatuaggi e
l’arricchimento facile e l’odio invece verso i
bugiardi, gli impiccioni, i film
romantici e i ricordi troppo personali che gli riaffioravano alla
mente. Ero
venuta a conoscenza dei suoi settimanali incontri di boxe e le
scommesse del
calcio- mercato che riempivano di adrenalina la sua vita.
In
realtà,
non avevo capito di non conoscerli assolutamente. Non avevo scoperto
assolutamente i loro segreti. Non avevo compreso, ciò che in
realtà avrei
dovuto davvero comprendere fin dal primo momento, dal primo incontro,
dal primo
sguardo o discorso con loro. Vedevo, ma ero cieca. Sentivo, ma non
ascoltavo.
Paradossale come cosa, no?
Qualcosa
accadrà oggi, me lo sento. Qualcosa deve
accadere!
Osservo
il giornale di stamattina ripiegato
malamente sulla sedia al mio fianco. Nella prima pagina, accanto alle
novità
economiche della settimana, una mia foto riporta affianco una scritta a
caratteri cubitali:” HOPE COOPER. LE RICERCHE
CONTINUANO, MA ANCORA NESSUNA
TRACCIA DELLA SEDICENNE LONDINESE DAGLI OCCHI DI GHIACCIO.
“
Un
viaggio in America. Infondo non sarebbe tanto
male come idea, giusto? Un paio di mesi trascorsi in una delle suite
più IN
della città, pranzi, cene e feste di gala. Bella vita e
divertimento.
Spensieratezza e felicità. Via i cattivi pensieri, via il
dolore, via le bugie,
via i sentimenti repressi, via la morte, via la disperazione, via le
lacrime,
via mamma, via papà, via Harry, via Anne, via Kat, via
Louis, via Londra, via
l’inghilterra, thè alle cinque del pomeriggio, Big
Ben, Tamigi, regole, studio,
foto, ricordi, avvisi, sogni, paure, incertezze. Via
Hope Cooper. Via me stessa e ciò che è la mia
atroce vita. Un
viaggio svolto con la speranza di rinascere e magari vivere una vita
meno
complessa. Garret mi offre tutto ciò, perché
dovrei rinunciarvi??
Lui
dice
di farlo per il mio bene. Perché ci tiene. Vuole
proteggermi. Perché vuole
farmi rinascere, appunto.
Eppure
c’è qualcosa nel suo sguardo che mi lascia
paralizzata, impotente, nauseata… Non mi permette di essere
così ben disposta a
credere alle sue parole… Tutto questo mi sembra decisamente
troppo strano:
tutta questa gentilezza non è da Garret, né
tantomeno da Zayn. Qualcosa di cui
sono assolutamente sicura è che questi due non possono
essere assolutamente
considerati i miglior tipi o amici della terra e pensandola secondo
questa logica,
le cose non ritornano.
E’
vero, si sono dimostrati sempre gentilissimi e
assai disponibili da quando sono scappata di casa. A volte anche fin
troppo
gentili, ma tutta questa assoluta disponibilità nei miei
confronti non ha
portato dentro di me questa grande fiducia verso di loro. Sono stata
sempre una
persona abbastanza fiduciosa negli altri, e se all’inizio
Zayn mi appariva un
sincero e innocuo ragazzo, non so spiegarne bene il motivo, dentro di
me sento
adesso che forse mi sbagliavo. Su Garrett però la mia
impressione è stata da sempre
negativa. Il suo modo di porsi, presentarsi, agire. Mi
è sempre sembrato una mela marcia, e credo che ci
vorrà molto di
più che un semplice viaggio a New York per farmi cambiare
idea.
GARRETT:
Adesso basta Hope! Adesso basta cazzo!
Ti giuro che sono stanco! Sei qui da un mese e sei sempre stata
trattata come
la regina della situazione! Se non fosse stato per noi due in questo
momento
saresti stata ancora chiusa nella tua stanzetta a piangere o morta di
fame per
una stradina buia di Londra, te ne rendi conto?? Saresti stata ancora
chiusa in
quella casa di bugie e segreti a piangerti addosso la morte di tua
madre, hai capito?!!
E non dire che non mi sto sbag….
Non
conclude la sua maledetta frase, perché una
mia mano lo colpisce in pieno viso con tutta la forza, il disprezzo e
lo schifo
che possiedo.
Avrebbe
potuto urlarmi contro le peggiori parole, i peggiori insulti, tranne
però nominare
mia madre. Mia madre no! E’ un colpo basso, troppo basso
anche per un verme
simile a lui. Non sopporto il fatto che possa anche sono parlarmi di
lei,
nominarla e addirittura pensarci… Non deve permettersi! Lui
non deve
assolutamente permettersi!
Come
sempre le lacrime calde scivolano sul mio
viso ed inizio ad urlare con tutto il fiato che ho nel corpo pensieri
repressi
fin da troppo tempo nei meandri più bui della mia testa.
HOPE:
Mi fai schifo! Mi fai schifo stronzo!
Bastardo! Non la devi nominare hai capito? Non la devi nominare!! Non
devi
nominare mia madre!!
Tiro
pugni sul suo petto continuamente, nella
speranza di procurargli un minimo del dolore che io provo solo al
pensiero di
mia madre, ma lui mi sovrasta con la sua forza imponente e dopo un
po’ mi
afferra saldamente e violentemente i polsi, bloccando il mio corpo
minuto. Gli
effetti della boxe e gli allenamenti degli incontri clandestini
settimanali,
hanno il loro effetto dopotutto…
Finiamo
faccia a faccia, sento il suo respiro
infuriato sulla mia pelle, mentre dai miei occhi chiari fiumi di
lacrime si
riversano ancora e ancora sulle mie guance. Osservo gli occhi di
Garrett e pian
piano mi sembra che il loro colore muti, assumendo sfumature profonde e
verdine.
Harry!
Gli occhi del mio amore… Gli occhi
di Harry! Del MIO Harry!
Sbatto
le palpebre più volte, poi le stringo forti
forti e scuoto violentemente la testa. Cosa?? Che succede?? Riapro le
mie pozze
azzurre e gli occhi verdi di Harry diventano sempre più
chiari, fino a
ritornare molto scuri. Ed ecco che il viso di mio padre mi appare
dinnanzi agli
occhi. Scuoto la testa ancora e ancora per poi allontanarmi
improvvisamente e violentemente
dal corpo di Garrett. Che succede? Che sto facendo? Che stai facendo
Hope? Che
cazzo ci faccio qui? Che stupidaggine colossale stai combinando
signorina? Una
sfilza di domande confuse mi affollano la mente e posso giurare in
questo
momento di scordare perfino il mio nome…
Metto
le mani nei miei capelli scompigliati e
pian piano le mie gambe si fanno molli, costringendomi a cadere a
terra. Le stringo
tra le mie braccia pesanti e appoggio il viso sulle mie ginocchia,
facendo sì che
la disperazione si impossessi nuovamente di me. Come sempre
d’altronde.
Mi
è bastato riflettere un po’ di più e
immaginare
due visi a me familiari, per farmi rendere davvero conto della
stupidaggine più
grande della mia vita che sto compiendo da un mese ormai…
Garrett
non è stupito dalla situazione che si sta
creando, e ciò mi insospettisce...
Sembra
quasi che questa mia reazione sia qualcosa che avrebbe voluto si fosse
sviluppata già precedentemente… Quasi come se
aspettasse di vedermi così
disperata… Quasi lo desiderasse con tutto sé
stesso, magari per poterne
ricavare qualche vantaggio…
La
risposta alle mie impressioni non tarda ad
arrivare ed un paio di frasi gelide, pronunciate da quella bocca rude e
sporca,
mi lasciano spiazzata e in balia di brividi in tutto il corpo, mentre
la risata
quasi “macabra” di Garrett, risuona in quelle
quattro mura di alluminio…
GARRETT:
Sii matura Hope e rialzati da quel
pavimento forza! Ho una proposta da farti e credo per il tuo bene, che
ti
converrà accettare ciò che ho da
dirti… Quindi apri bene le orecchie mia cara,
perché non sentirai ripetere ciò di nuovo! Capito
tutto piccola??
HARRY’S
POV
HARRY:
Bradfrod?? Che significa Bradford? E’
stata avvistata lì?? No, è impossibile! Hope non
conosce quei luoghi e credo
che non si sarebbe mai spinta fino a questo punto!! Insomma,
è una ragazzina!
Non potrebbe mai essere arrivata a Bradford da sola e, e … E
non so che pensare
cazzo!! Bene, bene ho capito… Avvisateci immediatamente
quando saprete qualcosa
di più! Ho detto di avvisarmi… Si, si tranquillo!
Come no… Come posso mai
essere TRANQUILLO??? Fate il vostro lavoro e lasciate a me queste cose!!
Metto
giù come una furia il mio, ormai distrutto,
cellulare per poi alzarmi nervosamente dal divano su cui sono seduto e
dirigermi verso il frigo e prendere un po’ di acqua fredda.
Ho la gola
asciutta, le mani e la pelle accalda e soprattutto il disperato bisogno
di
rinfrescare e liberare un po’ la mente e pensare ad una
soluzione valida per
trovare la mia dannata Hope e riportarla finalmente a casa. Nella sua
città,
nella sua stanza. Tra le sue cose, tra i visi che conosce. Tra le mie braccia.
Ho
paura. Una disperata, tremenda, soffocante
paura che possa esserle accaduto qualcosa di male… Che possa
aver incontrato
qualcuno e che possa essersi fidata immediatamente di lui, trovandosi
così in
grande pericolo. Che possa essere stata picchiata, rinchiusa,
maltrattata o
peggio… Che durante questo mese possa aver agoniato il
freddo o la fame, che
possa aver sofferto la lontananza da casa, che possa aver pensato
continuamente
a Clara, che possa aver pianto ancora di più di quanto non
era solita fare. Ho
la disperata paura che possa trovarsi in una strada isolata, in una
cascina
abbandonata e disperata, ricoperta di cartoni e con le labbra violacee.
Ho
paura che abbia compiuto una sciocchezza, che possa essere entrata in
un
“brutto giro”, che abbia seriamente compromesso la
sua vita. Che possa essere
stata ingannata, illusionata, delusa. Ho paura che stia cercando un
abbraccio
che lontano da casa non troverà mai, che stia cercando
tranquillità e serenità
in un mare di pericolo. Temo che magari si senta meglio lontano da qui
e che
non voglia mai più tornarci… Temo ancora di
più il fatto che non senta la mia
mancanza e che possa fare benissimo a meno di me. Non potrei
sopportalo. Non
posso sopportarlo. E a dir la verità, non riesco nemmeno a
pensarci.
Tremante,
ingoio subito quel liquido frizzante e
freddissimo contenuto nel mio bicchiere, dopodiche i miei pensieri
vengono
interrotti da una vocina, per me molto fastidiosa, che fino a questo
momento è
stata seduta in silenzio in un angolino del grande salotto in cui mi
trovo.
KATHERINE:
Davvero, Harry! Non riesco a crederci!
Bradford?? La polizia sostiene che si trovi a Bradford? Questo
è un delirio!! Insomma,
sono la sua migliore amica, avrei anche potuto, anzi, dovuto sapere
qualcosa in
più su questo momento di follia ed invece… Non
c’è sms o chiamata a cui
risponda, è un mese che non si fa più sentire!
Non so cosa pensare! E vogliamo
anche sottolineare l’inefficienza delle ricerche londinesi??
Oppure del
telegiornale che non fa che occuparsi di questa notizia, solo ed
esclusivamente
per interessi di share?? Dovremmo fare qualcosa e allontanare Hope da
questo show
mediatico in cui è caduta, magari per far sì che
le ricerche siano più intense
e soprattutto meno pubbliche! Per me potrebbe essere un’idea
più che valida,
sai? E poi, bisogna anche considerare il fatto che, come ben
sappiamo…
Kat
parla parla e straparla, costituendo uno dei
suoi soliti noiosi e banali monologhi, ma che io puntualmente non
ascolto. Sono
fermo alla terza, se non alla seconda parola da lei pronunciata, mentre
il mio
cervello è totalmente bloccato e il mio corpo è
vinto da una terribile agitazione
e un fastidioso tremolio.
Bradford?
Come può trovarsi Hope, a Bradford?
Così lontano da qui? Così
lontana da me?
Se ciò è vero qualcuno ha dovuto aiutarla per
forza! Una sedicenne non può
spostarsi da una città all’altra in modo
così veloce e anonimo. E’ strano.
Troppo strano. C’è
qualcosa di grosso
sotto questa storia. Qualcosa di davvero grosso.
Osservo
l’orologio a pendolo alla mia sinistra e
fisso l’ora: 3 del pomeriggio. Come un tornado, prendo
velocemente la mia
giacca scura abbandonata sulla sedia a dondolo di mia madre posizionata
accanto
a me, e mi rivolgo a Kat, che dopo la mia affermazione, rimane
completamente
sbalordita dalla folle idea che ho avuto, ma che decide immediatamente
di
seguirmi in questa pazzia, alla ricerca della sua migliore amica.
HARRY:
Kat, alzati e prendi le chiavi della
macchina. Si va a Bradford!
KAT:
Cosa??
HOPE’S
POV
GARRETT:
Nascondi bene questi capelli Hope! Tira
su il cappello stupida! E indossa questi occhiali!
C’è la polizia da tutte le
parti e ormai sei ricercata in tutto lo stato inglese! Ti
riconosceranno e ti
porteranno a Londra immediatamente! E addio viaggio a New York, hai
capito?? Ahahahaha
La
risata velenosa di Garrett mi arriva ovattata
alle sue orecchie e dai miei occhi non cessano di scendere lacrime e
lacrime,
mentre ripenso al discorso avuto un paio di ore prima con questo verme
schifoso
seduto compostamente al mio fianco. Sapevo di non dovermi fidare di
lui. Di non
dover stringere con lui un qualsiasi tipo di rapporto, e adesso, sola e
spaventata,
mi ritrovo a subire le conseguenze dei miei gesti irresponsabili e
immaturi e
ad essere lontana dalla mia unica fonte di speranza. Dalla mia unica
fonte di
vita. Harry.
ZAYN:
Smettila smettila smettila! Sei
insopportabile fratello! Piuttosto, procedi nella fila per il check-in
e
saliamo finalmente su quel dannato e maledetto aereo! Subito Garrett!
Adesso!
Zayn
parla al suo fedele compagno con grande
durezza e autorità e sospira pesantemente, affondando la
schiena sulla sua
sedia, guardando, di tanto in tanto, il vecchio orologio da polso che
stringe
tra le sue mani. Le labbra screpolate e gli occhi socchiusi gli
conferiscono
un’aria angelica e dannata allo
stesso tempo,
mentre segue Garrett con lo sguardo. Poi, si gira cautamente verso di
me ed,
inaspettatamente, inizia ad avvicinarsi sempre maggiormente al mio
corpo e a
passare lentamente le sue mani gelide e arrossate sul mio viso. Le sue
dita
tremanti scorrono lentamente sulle mie guance, per poi sfiorare il lobo
del mio
orecchio e i miei capelli biondi e mossi. Non capisco bene quali siano
le sue
intenzioni, ma non oso muovermi, né tantomeno scostarlo.
Voglio osservare fin
dove quel ragazzo sia in grado di spingersi e cosa voglia realmente
fare.
ZAYN:
Vedrai
piccola, finalmente ce ne andremo da questo schifo in cui siamo
cresciuti.
Inizieremo tutti insieme una nuova e migliore vita, tesoro mio. Potrai
essere
felice per davvero. Incontrare gente che ti ami per davvero. Potrai
finalmente
godere di quella spensieratezza che ti hanno negato da quando sei
venuta al mondo.
Dio, Hope. Sei bellissima.
Mi
sussurra impercettibilmente queste parole al
mio orecchio e si avvicina alla mia guancia, su cui posa con lentezza
inaudita,
un bacio casto. Sono sbigottita. Assolutamente e incredibilmente
sbigottita. Lo
vedo allontanarsi e sorridermi maniacalmente, per poi avvicinarsi
nuovamente al
mio viso, più vicino all’angolo delle mie labbra
carnose. Ed è a questo punto
che lo blocco e faccio per tirarmi su, tutta dolorante, da questa
dannata sedia
dell’aeroporto su cui sono seduta ormai da un’ora o
forse di più. Baciarmi? Zayn aveva
intenzione di baciarmi?
Stringo
nel pugno della mia mano la mia felpa
leggera e la passo sul mio viso, bagnato dalle lacrime e dalla saliva
di Zayn
nel baciarmi, per poi osservare la sua espressione, forse un
po’ adirata e
infastidita, per la mia reazione brusca ai suoi gesti.
HOPE:
Ehm… Ehm, v-vado in bagno Zayn. Ci metto un
attimo, ok? Sussurro intimidita queste parole e lo guardo attentamente,
mentre
con il capo rivolto verso il pavimento, accenna un timido si e mi
sussurra di
nascondermi bene, per la millesima volta, nella felpa nera e
grandissima che
sono stata obbligata ad indossare, per non essere identificata dalla
polizia
che ci circonda in questo luogo.
Passo
dopo passo, inizio così ad avanzare
timidamente verso il grande cartello che riporta la scritta azzurra
“toilette”,
continuando a piangere sommessamente e pensare a ciò che sto
facendo. Sto andando
davvero a New York? Sola? O meglio, insieme quei due tipi poco
affidabili e
dannatamente oscuri??
Questi
pensieri, insieme le solite e onnipresenti
lacrime, mi accompagnano per tutto il tragitto che mi
porterà ai bagni sporchi
e maledettamente affollati dell’aeroporto. Mi guardo intorno,
da sotto gli
occhiali scuri che indosso, per analizzare un po’ la
situazione, e mi soffermo
ad osservare una giovane coppietta poco distante da me, baciarsi ed
abbracciarsi teneramente, mentre entrambi piangono di gioia. Lei, che
del tutto
incurante ha gettato le sue valigie a terra con ben poca delicatezza,
ha le sue
gambe magre strette intorno ai fianchi del suo ragazzo che la bacia su
tutto il
viso, senza lasciarla nemmeno respirare. E ridono. Piangono e ridono
insieme,
mentre si stringono e si baciano.
Mai
i miei occhi hanno avuto l’occasione di
osservare uno spettacolo più bello di quello. Nemmeno un
tramonto sul mare, una
canzone, un regalo, un mazzo di fiori profumati, un bacio casto, un
abbraccio
tra amici, potrebbero mai comparare una scena di questa
intensità e potenza.
Solo
gli
occhi di Harry potrebbero riuscirci. Ma questa è una lunga
storia…
Sorrido
sinceramente e quasi senza accorgermene,
alla vista di quei due ragazzi che continuano ad abbracciarsi, e che
mano nella
mano, si allontanano verso l’uscita dell’edificio,
per poi sparire completamente
dalla mia visuale. Probabilmente, appena giunti a casa, si ameranno
completamente e senza freno, promettendosi di non lasciarsi mai
più e
giurandosi amore per tutta l’eternità.
E
proprio pensando a quei due poveri innamorati,
vittime come me di un sentimento potentissimo e incontrollabile, un
senso di
angoscia e malinconia mi attanaglia il petto. Ho bisogno di Harry
più di quanto
credessi. Più dell’aria. Ho bisogno delle sue
coccole, dei suoi baci, dei suoi
sorrisi. Ho bisogno delle sue frasi senza senso, dei suoi capelli ricci
che non
stanno mai fermi, delle sue fossette, delle sue braccia possenti, del
suo
respiro sulla mia pelle. Ho bisogno delle sue parole, delle sue prese
in giro sulla
mia altezza. Ho bisogno della sua presenza in casa e a scuola, della
sua
simpatia che riesce a migliorare la giornata di tutti. Ho bisogno della
sua
spensieratezza, della sua voglia di vivere l’attimo. Voglio
sentire la sua voce
perfetta mentre intona qualcosa sotto la doccia, ho bisogno di sentirlo
mentre
litiga con Anne e mio padre, ho bisogno di sentirlo vicino quando mi
prega di
preparargli il nostro ottimo latte e miele, quando mi prega di guardare
insieme
a lui i Simpson oppure di fare un giro in bici lungo il Tamigi. Ho
bisogno di vederlo
mentre, tutto concentrato, guida la sua auto, di vederlo dormire sul
divano, di
osservarlo litigare con Kat, di vederlo abbracciarsi con Louis. Ho
bisogno di vederlo
e basta. Sentirlo vicino a me. Ho bisogno di condividere con lui tutte
le mie
piccole cose.
Ma
soprattutto, ho bisogno di amarlo. E ho un disperato bisogno di essere
amata.
Completamente. Voglio essere sua. Solo ed unicamente sua. Anche se sono
consapevole di esserlo stata da sempre…
:
“IL VOLO BRADFORD-NEW YORK, PARTIRA’
ESATTAMENTE CON 45 MINUTI DI RITARDO PER MOTIVI TECNICI. SI PREGA I
GENTILI
PRESENTI DI ASPETTARE PAZIENTEMENTE LA RISOLUZIONE DI TALI INCONBENZE.
BUONA
GIORNATA A TUTTI! I miei pensieri vengono improvvisamente interrotti da
un
ulteriore avviso della nostra compagnia aerea, che annuncia e comunica
ai
passeggeri di un ulteriore ritardo del volo diretto a New York.
Un
ritardo
di 45 minuti… Ho 45 minuti per uscire da qui. 45 minuti per
decidere se restare
in Inghilterra o meno. 45 minuti per scegliere tra Harry, Anne e mio
padre o
una nuova e incerta vita oltreoceano con quei due vermi. 45 minuti per
decidere
se restare o partire. 45 minuti per ascoltare il mio cuore e non
lasciare
l’Europa, oppure seguire la mia mente e accettare i ricatti
di Garrett. 45
meravigliosi e dannati minuti per andare via da qui, da loro, da
Bradford. E
tornare a casa. Da Harry.
Tutto
o
niente. Adesso o mai più. Prendere o lasciare.
L’immagine
di quei due innamorati continua a
ripetersi senza sosta nella mia mente e la speranza che io e Harry, un
giorno,
potremmo comportarci allo stesso modo, fa aumentare smisuratamente i
battiti
del mio cuore. Mi volto indietro ed osservo Zayn e Garrett parlare tra
di loro
e progettare chissà cosa, una volta giunti in America.
Soffermo poi il mio
sguardo alla mia sinistra e osservo il cartello indicante
l’uscita dell’edificio
proprio dinnanzi a me.
Basta
con
questa falsa, Hope!!
Abbasso
il cappello che fino ad allora mascherava
il mio viso e tolgo gli occhiali, gettandoli a terra e facendo
sì che tutti
possano essere liberi di osservare i miei ormai
“famosi” occhi chiari e i miei
lunghissimi capelli biondi, identificandomi come la ragazzina scomparsa
e
avvisare quindi la polizia, che mi porterebbe a casa. So finalmente
cosa fare.
In cuor mio l’ho sempre saputo. Avevo solo bisogno di quella
forza in più che
potesse permettermi di compiere questo passo decisivo e capire di aver
commesso
un imperdonabile e miserabile errore.
Si
torna a
casa, Hope. Penso, per poi sorridere a me stessa e morire quasi
d’emozione nel rendermi
conto di poter abbracciare, baciare e rivelare i miei sentimenti ad
Harry dopo
così tanto tempo.
Arrivo
amore mio. Arrivo.
HARRY’S
POV
Ci
troveremo finalmente, Hope. Ti prego, non fare
cazzate. Ti prego, resisti ancora un po’. Ti prego, ti prego,
ti prego. Ti
prego.
Questo
è ciò a cui penso incessantemente mentre
le mie mani stringono il volante della mia auto con una tale forza da
rendere
le mie nocche bianche, il mio piede è fisso
sull’accelleratore e Kat dorme sul
sedile accanto al mio. La osservo e mi sembra di rivedere Hope, che era
solita
schiacciare lunghi pisolini in macchina fin da bambina. E’
incredibile come
ogni cosa riesca a collegarmi immancabilmente a lei, riesca a
ricordarmi sempre
e solo lei.
Ti
troverò Hope, fosse l’ultima cosa che faccio,
lo giuro.
Arrivo
amore mio. Arrivo.
Angolo
autrice:
Sono
commossa!!!! Dopo tantissimo tempo, quasi
un
anno,
ecco che HO
AGGIORNATO NUOVAMENTE LA MIA STORIA!!!
*-----* Mi sembra davvero incredibile e ammetto, mi fa un po’
strano, postare
finalmente questo nuovo capitolo di “ Così
perfetta come l’avevo sempre
immaginata…” <3 <3 <3 Siete
contenti??? *--* Vi giuro, io non sto più
nella pelle! Sinceramente, avrei sperato che questa storia avesse un
seguito
maggiore, e sono un po’ delusa dal fatto che le visite e le
recensioni siano
così minime. Non vi piace? Vi annoia? Ritenete non scriva
molto bene? Dovrei
cancellarla?? Non so, ditemi tutto iò che pensate riguardo
questi capitoli,
davvero… La vera e propria storia è appena
cominciata e ci saranno tantissimi
colpi di scena che vi lasceranno a bocca aperta! Posso davvero
assicurarvelo! J Bene, andiamo
avanti… Cosa ne pensate di
questo capitolo?? Harry e Hope si ritroveranno? Oppure lei
partirà?? Harry la
incontrerà a Bradford? E il comportamento di Zayn?? Stava
per baciarla!! O.O
Perché?? E Garrett?? Da come abbiamo capito vuole vedere
Hope distrutta… Disperata.
Perchè mai?? E Harry quanto è dolcioso??? *-* E
la coppietta dell’aeroporto?? E
il rapporto tra Harry e Kat?? Da nemici giurati ad alleati per Hope??
Cosa
succederà più avanti?? Cercherò di
postare il prossimo capitolo il più in
fretta possibile, ma per favore, ditemi cosa ne pensate a riguardo. Mi
SCUSO
infine con tutti voi per non aver aggiornato prima e avervi fatto
aspettare
così tanto tempo. Spero che questo capitolo riesca a farmi
perdonare, seppur in
parte. Concludo, invitandovi a leggere anche la mia nuova fanfiction, Save
my Life
che
troverete nel link in basso. Grazie mille per tutto ciò che
fate e
per l’affetto che mi dimostrate! Grazie a coloro che hanno
seguito
precedentemente la mia storia e che continueranno a farlo.
Vi
adoro
tutti! :** Bacioni <3 <3
Smookie97
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2342807&i=1