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Autore: MarieCecile    20/05/2014    3 recensioni
C'è chi, come Asya, non desidera nient'altro che una sigaretta e fanculo tutto il resto.
Oppure c'è chi, come Abelke, non desidera nient'altro che urlare.
Poi, come Lula, c'è chi vive in un mondo tutto suo.
E c'è anche chi è come Niall, che per sentirsi in pace con se stesso ha bisogno soltanto di una chitarra.
E non bisogna dimenticare di quelli come Louis, che si sentono felici solo sui divani o alle feste.
Ma quanti sono come Harry, che pur di vedere il migliore amico felice sarebbero disposti anche ad uccidere?
Oppure quanti, come Zayn, pur di salvare qualcuno, subiscono gravi ricatti senza provare a difendersi?
E nessuno pensa mai a quelli come Maya, che vivono nel terrore di deludere e perdere la gente.
Ma chi, come Liam, è disposto ad aspettare anni pur di ottenere giustizia su un torto ormai dimenticato quasi da tutti?
Ed infine quanti come Naomi sarebbero pronti a diventare un'altra persona per salvare la vita a tantissima altra gente?
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Alice,
che è Abelke sotto
quasi ogni punto di vista.
 
Abelke Weiß sbuffa mentre si sistema svogliatamente i capelli usciti dalla coda di cavallo dietro le orecchie ed aspetta che Asya, la sua amica sin dai tempi dell’asilo riprenda fiato.
-Non faresti così fatica se non fumassi!- la rimprovera stufa dell’ennesima pausa chiesta dall’altra.
Le due hanno approfittato di uno degli ultimi giorni estivi londinesi per farsi una salutare corsetta .
Abelke gioca a calcio da dieci anni e quest’anno ha obbligato Asya ad aggiungersi alla squadra convinta che un po’ di sano sport le faccia bene sia psicologicamente che fisicamente.
È preoccupata per la sua situazione in cui si è cacciata la ragazza ed è convinta che sia meglio per lei trovarle qualcos’altro ad occuparle la mente.
-Faccio quello che mi pare maestrina.- si sente rispondere Abelke aspramente ma non ci fa caso, è troppo occupata a fissare un biondino poco più in la che, seduto su una panca, strimpella qualcosa alla chitarra.
Asya, invece, è ancora piegata in due con le mani sulle ginocchia a cercare di riprendere il respiro.
Maledetta lei e le sue cazzo di sigarette.
A vedersi sono l’una l’opposto dell’altra, hanno due caratteri che sicuramente non riuscirebbero mai ad andare d’accordo, eppure anni ed anni di amicizia confermano il contrario.
Abelke è tedesca, alta, bionda con gli occhi azzurri, la pelle chiara ed un fisico perfetto.
Non si fa problemi a parlare con la gente e sorride sempre a tutti.
Asya invece è più bassa, con dei capelli neri che le arrivano sopra le spalle e che sono perennemente spettinati, gli occhi scurissimi e la pelle olivastra. Non si veste bene come l’altra, anzi! È solita indossare maglie ormai del tutto scolorite e sformate ed è chiusa in se stessa, acida e silenziosa.
In quel momento, ad esempio, invidia la bionda che senza pudore fissa il chitarrista li poco lontano. Le fa cenno di non farsi problemi ed andare da lui a parlargli, lei ne approfitterà per riposarsi come si deve.
Ma Abelke rifiuta, devono finire l’allenamento e non ha alcuna intenzione di lasciarlo incompiuto, facendo sbuffare la mora che decide comunque di ricomporsi e seguirla nella corsa, certa che le farebbe sicuramente bene.
La bionda le parla di quello che l’aspetterà all’allenamento che ricomincerà la settimana successiva ma l’altra non si lascia impressionare, sa che Abelke ha il vizio di ingigantire ogni dannata cosa.
-Anziché continuare a guardarlo e sospirare Abbi, perché non vai li da lui?- le suggerisce Asya spingendola verso la panchina con il chitarrista appena gli arriva vicino.
-Si e tu cosa fai mentre mi aspetti?- risponde.
-Fumerò una sigaretta.
-Appunto!- esclama Abelke prendendole il pacchetto dalle mani. –Mentre mi aspetti fai qualche addominale!- le dice dirigendosi verso il biondino.
Si siede sullo schienale proprio accanto al ragazzo con l’intento di ascoltare quelle note strimpellate accompagnate dalla sua voce che sussurra parole d’addio.
Aspetta che tolga la mano dalle corde della chitarra prima di attaccare bottone, giusto per lasciargli i suoi spazi.
-L’hai scritta tu?- domanda sorridendogli civettuola.
Da lontano le era sembrato un bel ragazzo, ma non avrebbe mai immaginato di trovarsi davanti a due occhi azzurri e profondi come i suoi.
-Certo.- le dice accennandole un sorriso. –Ci sto ancora lavorando a dire la verità, non riesco a trovare delle parole decenti. Mi sembra troppo deprimente…-
-Sono belle le canzoni tristi!-prova a dirgli Abelke cercando di non far trapelare il leggero accento tedesco che non è ancora riuscita a togliersi.
-Si, ma quando tutte le canzoni che proponi ad un pubblico sono tristi tutti gli ascoltatori finiscono per annoiarsi.-
-Touché. Abelke comunque.- si presenta porgendogli la mano. –Abelke Weiß.
-Niall Horan.- risponde l’altro regalandole un sorriso dolcissimo. –Adesso devo andare però, se vuoi tra una settimana al Philip’s canto insieme ed una mia amica, mi farebbe piacere rivederti. Ciao!- La saluta prima di andarsene con la sua chitarra in spalla lasciando una bionda tutta sudata e con i capelli scompigliati seduta sullo schienale di una panchina con un sorriso da ebete.
 
-Terra chiama Abelke. Se n’è andato da un po’ ormai, se rimani così ancora a lungo probabilmente ti prenderanno per pazza.- la richiama alla realtà Asya che si è riavvicinata e le ha preso il pacchetto di sigarette dalle mani accendendosene una. –Direi che per oggi è più che sufficiente, ci sentiamo adolescente in piena crisi ormonale!-
La bionda non risponde al saluto, si limita ad alzarsi e dirigersi verso la seconda uscita per tornarsene a casa e farsi una bella doccia fredda.
 
---
 
Poco lontano da quel parco, in una delle zone più lussuose di Londra Maya Hasting è appoggiata al davanzale della finestra di una villa degli inizi del Novecento marrone e lussuosamente arredata. Non si preoccupa di nascondere l’aria annoiata davanti ai proprietari della casa, i suoi zii, ed ai genitori, riuniti per accogliere una diciannovenne orfana che andrà a vivere in quella casa frequentando l’università per laurearsi in architettura.
Si immagina già un’italiana noiosa e con un pessimo accento inglese che le chiederà di presentarle tutti i suoi amici e di portarla ogni sera in un locale diverso ad ubriacarsi con i soldi dello zio.
Per questo motivo non alza lo sguardo dal telefono nemmeno quando il maggiordomo apre la porta del salotto per permetterle di entrare.
Sente subito tutti i presenti farsi avanti e presentarsi dandole il benvenuto a Londra e domandandole del viaggio.
La risposta che la nuova arrivata da però risulta decisamente insicura alle orecchie di Maya che si sente obbligata ad alzare lo sguardo verso la nuova cugina spostandosi una ciocca da davanti agli occhi.
-Maya, tesoro, vieni a conoscere Naomi dai!- la incoraggia sua mamma lanciandole uno sguardo che non ammette repliche.
Naomi le rivolge un sorriso tirato, sentendosi intimidita dalla giovane davanti a lei.
È bassina con i capelli biondo sporco e gli occhi castani a mandorla, che ha preso dalla madre di origini asiatiche.
-Ciao Naomi-dice quella mettendo in borsa il cellulare. –Sono Maya.
-Piacere.- risponde l’altra facendo un passo avanti e guardandosi attorno.
Olivia, la sua nuova madre, si avvicina alle ragazze invitando sua nipote a mostrare la nuova camera a sua figlia.
Le due si incamminano silenziosamente su per le scale dirigendosi al secondo piano lasciando soli gli adulti che nel frattempo si stanno spostando in un salottino più appartato per discutere degli affari della loro famiglia.
-Dovrebbe essere questa.- afferma Maya aprendo una porta in mogano mostrando una vasta e luminosa camera con il soffitto in travi pregiate che segue l’inclinazione del tetto.
Tutti i mobili, rigorosamente in legno, hanno l’aria di non essere economici e davanti a tutto quel lusso Naomi rimane senza fiato.
-Se ti stupisci di questo non oso immaginare la tua faccia quando aprirai quella porta la infondo!- le dice la cugina indicandole un punto della stanza.
Curiosa Naomi va a vedere, trovandosi davanti ad un’immensa cabina armadio completamente vuota.
-Ma io non ho abbastanza vestiti per riempirne nemmeno un quarto!- dice guardando con aria afflitta la misera valigia grigia che si è portata con se.
-Beh, per tutto questo c’è un rimedio!- le risponde sorridendole Maya sventolando una carta di credito presa da una mensola dell’immensa libreria che occupa un’intera parete della stanza.- servirebbe a me un mobile così.- afferma poi guardandola ammirata.
-Io adoro leggere, penso che non rimarrà vuota a lungo, su tre valigie una contiene soltanto libri!
-Andremo d’accordo allora, Naomi cara!- esclama la cugina regalandole per la prima volta un vero sorriso. –Dai vieni adesso, devi riempire un armadio e abbiamo fin troppo poco tempo.
 
Quando alle otto e mezza Naomi Hilton si siede a tavola insieme ai nuovi genitori, Olivia e Rick, è stanca morta.
Maya le ha fatto fare il giro di tutti i negozi di Londra senza darle tregua, hanno cercato di conoscersi entrambe cercando di nascondere l’imbarazzo e la tipica ostilità femminile.
Olivia le chiede della sua infanzia, del suo paese d’origine e di cosa le piace fare o meno.
Rick invece è più silenzioso, la squadra e le rivolge qualche sorriso tirato quando la ragazza si volta verso di lui.
La tavola è imbandita di ogni ben di dio e le cameriere continuano a portar via i piatti vuoti per rimpiazzarli con altri pieni.
L’atmosfera è tirata ma tutti cercano di ignorarla per rendere piacevole la serata, anche quando insieme si siedono sul divano in salotto per vedere un film.
 
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Louis Tomlinson è chiuso in casa, nonostante sia sabato sera e nonostante stia perfettamente bene di salute.
Un festaiolo e play boy come lui è raro che decida di non uscire nel weekend solo per stare con la sorellina che convive con lui.
Sarah ha la febbre alta ed i loro genitori non possono occuparsi di lei poiché vivono in un paese ad un’ora da li.
Sta vedendo un film e intanto controlla il sito internet dove ha messo in vendita il suo vecchio televisore nella speranza che ci sia qualcuno interessato.
Ma niente da fare.
Nessuno ha bisogno di una tele abbastanza nuova e decisamente economica.
E lui ha bisogno di soldi, adesso.
Non sa più cosa fare per guadagnare qualche spicciolo ma non ha la minima intenzione di lavorare, non è uno che ama sbattersi.
Sul comodino in sala c’è una bolletta che richiede un pagamento che non è sicuro di potersi permettere.
Sua sorella lavora in un negozio di vestiti e continua ad incoraggiarlo a cercar qualcosa ma lui è ostinato, ha venduto la televisione, la macchina, è persino disposto a vendere la sorella, ma il culo da quel dannato divano lo alza solo se si tratta di andare a divertirsi.
 
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Maya sta aspettando da mezz’ora Lucas, che sarebbe dovuto passare dal suo monolocale per prenderla ed uscire per una cenetta romantica tra di loro, ma di lui non c’è traccia.
Il cellulare è staccato ed il telefono di casa squilla a vuoto.
Non sa cosa pensare, è un tantino preoccupata, non è da lui questo ritardo, come non è da lui l’essere irraggiungibile. Non le resta nient’altro da fare che sedersi paziente sul divano.
Sono le otto e mezza.
Ora sono le nove.
Ed ora sono le dieci.
Bii-bii.
Le è arrivato un messaggio.
‘Lucas non passerà da te sta sera, sta a te riuscire a trovarlo e riportartelo a casa. Pronta per questa caccia al tesoro?
Ps: fanne parola con qualcuno e i tuoi genitori troveranno la tua testa nella buca delle lettere.’
Emittente: numero sconosciuto.
 
 
 
Heilà!
Eccomi con il secondo capitolo.
Ringrazio chi mi ha dato fiducia mettendo questa storia tra le seguite o tra le preferite, ma soprattutto chi mi ha fatto sapere cosa ne pensa.
Spero di non aver deluso le vostre iniziali aspettative, fatemi sapere cosa ne pensate!(:
Vi lascio con una foto di Abelke Weiß,
A presto,
-Ceci.

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