Risveglio
Ormai erano settimane che Anna continuava a dormire o era in coma, come le diceva la mamma.
A lei pero sembrava più che altro che dormisse sommessamente.
Per questo continuava a starle vicino e a preparare tanti thermos di caffè e di tè, cosi in caso si fosse svegliata avrebbe trovato qualcosa di buono da bere.
Anche quel giorno Marta era in cucina a preparare filtri e filtri di caffè.
Non andava a scuola da giorni e passava il suo tempo accanto al letto della sorella,
a leggere,
a scrivere o semplicemente a guardarla sperando che si svegliasse.
Cosi quel giorno con la casa silenziosa e lei stanca, stanca di sperare e triste da morire(Pero non si era fermata nemmeno una volta dal compiere quel rituale che le faceva sentire sua sorella accanto ,era arrivata al punto di voler quasi provare a berlo il caffè, rise tra se e se alla sola idea . No non lo avrebbe mai fatto, lo sapeva.)Marta prese il vassoio con entrambe le mani e con il gomito apri la porta della stanza.
La vista di sua sorella.
In piedi.
Che la guardava
e con un certo stupore anche,
le fece perdere l'equilibrio e il vassoio cadde per terra insieme a tutto il suo contenuto spandendo sul tappeto bianco una macchia marroncina che si estendeva come una pozza di sangue.
Macchiare quel candito tappeto peloso di cotone era appunto come uccidere qualcuno a sangue freddo,
quella macchia non si sarebbe mai tolta.
-Marta ma che succede?
Stai bene?-
Gli occhi castani di Marta erano una pozza di limpido stupore screziato dall'incomprensione che provava. Perché Anna si comportava come se niente fosse accaduto?
Non aveva forse capito che qualcosa era successo ?
Che ormai mancava da mesi?
Questa consapevolezza prima la spaventò ma poi fece nascere in lei una dolce nota di sollievo.
Non c'era alcuna ragione per cui dovesse saperlo, almeno per ora.
Aver perso mesi delle loro vite non l'avrebbe rallegrata di sicuro.
Cercò di ricomporsi di fare finta di niente ma non ci riusci si precipito nelle sue braccia cominciando a piangere e a liberarsi dai vincoli con i quali si era incatenata alla sofferenza e alla perdita.
-Niente scema, solo la tua giornaliera dose di caffè-
Anna le sollevo leggermente la testa, giusto quel poco che le serviva per il contatto visivo. -Ma se sono mesi che non lo bevo!
- Lo sguardo di Marta si riempi di nuovo di lacrime.
-Lo sai allora!- fece la piccolina con voce tremante .
-Ma come fai?
Mi avevano detto che non te ne saresti mai resa conto!? -
-Invece ti ho sentita.
Non sai quante volte avrei voluto risponderti ma il mio corpo non si muoveva e nemmeno la voce funzionava.
Non riuscivo a fare nemmeno un rantolo-
Marta non dava segni di aver capito, sembrava bloccata dentro ad un suo pensiero tanto personale quanto impenetrabile .
Ma allra ora com'è successo? Che ti sei alzata e hai ricominciato a fare le cose di prima?
Lo sguardo di Marta faceva sembrare questa domanda quasi un'accusa ma Anna non pote reagire diversamente se non con uno sbuffo di rassegnazione e tristezza.
-Non lo so!
-Ma giuro che cercherò una risposta!
-Assolutamente !Quindi stai tranquilla, lo sapremmo!
-Ora fai la brava che tra poco dobbiamo chiamare la mamma.
Devo dirle che sto bene ormai!–
Marta riusci solo ad annuire e rimase insieme alla sorella per tutto il pomeriggio a piangere, a ridere ,a raccontare e a smacchiare il tappeto.
Aveva riavuto sua sorella, ed era al settimo cielo .