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Autore: Mokusha    21/05/2014    5 recensioni
"Sono malvagio, Belle, e non c'è lieto fine per i malvagi."
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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II.

A MILLION LITTLE PIECES


all my dreaming torn in pieces now (*)

 

Belle tentò di aprire gli occhi. Le luci troppo forti dell’ospedale le davano fastidio. Una parte di lei la stava supplicando di non svegliarsi, di tornare a sprofondare nel profondo oblio che l’aveva colta quando le forze l’avevano finalmente abbandonata al Granny’s.
Sapeva che se si fosse svegliata, avrebbe trovato ad attenderla una realtà che l’avrebbe devastata, e sarebbe tornata preda di quel dolore straziante che l’avrebbe fatta impazzire.
Non voleva svegliarsi. Non voleva che tutta quella sofferenza le piombasse addosso di nuovo. Si sentiva debole, e stanca. La speranza che le aveva sempre permesso di affrontare tutto faceva fatica a farsi strada tra le macerie del suo cuore spezzato.
Letteralmente.
Ma la voce del dottor Whale era insistente, e voleva a tutti i costi strapparla al suo sonno.
Belle cedette, e aprì gli occhi.
La sensazione di vuoto la investì ancora prima che potesse mettere a fuoco la sagoma del dottore, chino su di lei.
Vuoto, in filosofia, significava la totale mancanza di qualsiasi materia. Come poteva l’assenza di tutto essere così dolorosa?
La ragazza sbatté le palpebre, e deglutì. Non osava parlare. Non osava muoversi. Riusciva a malapena a respirare senza che il dolore la possedesse.
“Belle.” fece l’uomo “Come ti senti?”
Non rispose. Poteva percepire la spaccatura nel suo petto pulsare e urlare.
“Viktor, ti ho portato gli esami che mi avevi chiesto… Oh, miss French è sveglia.”
Belle sollevò lo sguardo di scatto verso la sconosciuta che era entrata nella stanza.
Socchiuse gli occhi, provò a cercare nella sua memoria una figura che corrispondesse alla donna dai lunghi capelli rossi che le stava davanti, senza però riuscire ad identificarla.
Mrs. Gold.” riuscì a bisbigliare.
“Prego?” domandò la rossa.
“Il mio nome.” tentò di spiegare Belle “E’ mrs. Gold.”
“Belle” la chiamò il dottore “Cosa ricordi?”
La ragazza lo fissò. I suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Tutto.” rispose, con voce rotta.
“Belle, mi dispiace tantissimo, ma devo chiederti di essere più precisa.”
La giovane sospirò.
“Sono andata da Granny’s per chiedere aiuto. All’improvviso qualcosa ha iniziato a bruciare dentro di me. Faceva così male. E ho sentito quello che ha detto Regina. Mio marito è morto.” sussurò la ragazza. “Lui è morto e il mio cuore si è spezzato.”
“Belle…” fece l’uomo “Mi dispiace così tanto.”
Lei scosse la testa.
“Voglio andare a casa.”
“Sei sicura? Non credo che…”
“Puoi curarmi?”
“No.” ammise Whale dopo un momento. “Non posso farlo.”
“Allora” disse Belle “Voglio andare a casa.”
Il medico si strinse nelle spalle e sospirò. “Okay.” acconsentì “Megan preparerà le carte per la tua dimissione.” spiegò accennando alla sconosciuta “Quando saranno pronte, Ruby ti accompagnerà a casa."
***
 

“Chi diavolo è quella?” domandò Emma a Hook, alludendo alla stangona rossa che era appena uscita dalla stanza di Belle.
Killian la guardò distrattamente.
“Non il mio tipo.” rispose “Preferisco le bionde, Swan.”
Emma sospirò e sollevò gli occhi al cielo.
“Potresti prendere le cose sul serio una buona volta?”
“Io sono sempre serissimo.”
“Hook…”
“Swan…”
“Quella è Megan.” la voce di Whale li sorprese “La mia fidanzata.”
Entrambi si voltarono verso di lui.
“La tua che cosa?”
Fidanzata. Venite nel mio studio.”

***

 

Ruby aiutò Belle ad entrare in casa. La giovane si appoggiò al muro, tentando di riprendere fiato. Ogni passo, ogni parola, ogni respiro, le costava una fatica devastante.
Si guardò attorno.
Lei non aveva mai avuto una casa tutta sua a Storybrooke. Da quando era stata liberata dal manicomio e la maledizione era stata spezzata era andata subito a vivere con lui.
Non avevano nemmeno preso in considerazione l’idea di vivere separati.
La presenza di Rumpelstilskin era ovunque in quella villa, e Belle si sentiva mancare.
Nuove lacrime spuntarono dagli occhi blu della ragazza.
“Oh, Belle.” disse Ruby abbracciandola.
“Io… Io non ce la faccio.”
“Ce la farai invece. Sei forte.”
Belle scosse violentemente la testa.
“No. Non senza di lui. Non finchè lui non tornerà.”
Ruby si sentiva morire a vedere l’amica in quello stato, e ogni cosa che le passava per la mente le sembrava troppo stupida, fredda o insensata da dire. Così si limitò a stringere l’amica ancora più forte, sperando di poter lenire almeno un po’ il suo dolore.
Belle si divincolò e raggiunse il tavolo da pranzo. La tazzina sbeccata era lì, Rumple aveva voluto spostarla dal negozio, preferiva tenerla a casa, diceva.
La prese e se la rigirò tra le mani.
“Lui deve tornare, Ruby.” singhiozzò “Non può essere.. Non può essere morto. Io.. Non potrei essere qui. Non potrei sopravvivergli.”
L’amica sentì un nodo di lacrime salirle alla gola, e i propri occhi inumidirsi.
Belle crollò in ginocchio, il suo corpo tremava a causa dei singulti che si sforzava di trattenere.
“Mi ha mentito.” singhiozzò. “Mi ha mentito.”
“Oh, povera piccola” sospirò Ruby, stringendola. “Chi ti ha mentito?”
“Rumple” pianse la ragazza “Aveva detto che si affidava a me. “
“Ma lo ha fatto.” disse l’amica “Ti ha sposata.”
“Non è questo.” spiegò l’altra. “Guarda nella mia borsa.”
Ruby ubbidì. Non riuscì a nascondere una smorfia d’orrore quando prese in mano il pugnale.
“Ma… Se ce l’hai tu allora…”
Belle scosse la testa.
“No.” singhiozzò “ Quello è un falso. Credevo di averlo. In realtà non l’ho mai avuto.”
Alla bella cameriera del Granny’s non fu difficile capire che l’amica non si riferiva solo al pugnale.
Belle scoppiò a piangere disperatamente, rinunciando a trattenersi.
Quel cuore spezzato era troppo doloroso. Non c’erano medicine, non c’erano pillole, non c’era magia che potessero ripararlo e liberarla da quell’orrore.
Continuava a rigirarsi quella tazzina sbeccata tra le mani.
E’ solo una tazza 
Solo una tazza.
Solo una tazza.
Solounatazza
Belle la scagliò contro il muro, con tutta la sua disperazione
Solounatazza esplose in frantumi.
Era esattamente così che si sentiva Belle.
Distrutta in un milione di piccoli pezzi.


***


“Fammi capire.” disse Emma, scioccata. “Hai conosciuto questa tizia ad una conferenza sulla scienza a Boston, tre giorni fa e l’hai portata qui?”
“Sono venuto appena mi avete chiamato.”
“ Si, ma con lei?”
Emma si stava trattenendo dal mettere le mani addosso a Whale.
“Come è potuto passarti per la mente di portare una sconosciuta a Storybrooke?”
“Non è una sconosciuta… Lei sa.”
“Lei sa? Lei sa… Cosa?”
“Tutto.”
“Tutto?” ripeté la bionda, sempre più incredula.
“Sì. Gliel’ho raccontato io. Io la amo, Emma.”
“La conosci da tre giorni, Whale!”
“E questo cosa dovrebbe significare? David si è innamorato di Mary Margaret quando lei lo aveva appena derubato dell’anello nuziale della sua futura moglie e tu mi stai giudicando perché mi sono innamorato di una collega?”
Emma lo fissò.
“Non ti sto giudicando” sospirò “Ma sai i rischi che comporta portare un estraneo a Storybrooke… Con quello che è appena successo, tra l’altro…”
“Lei non è una persona qualunque, Emma. Quello che provo per Megan è… reale. Puoi fidarti di lei, Emma. Te lo assicuro.”
La donna lo studiò attentamente.
Non c’erano dubbi, sembrava sincero. Completamente sincero.
Era notte inoltrata, l’alba non avrebbe tardato ad arrivare e la stanchezza cominciava a farsi sentire. Le aspettavano dei giorni difficili, inoltre doveva andare a casa ed informare Henry che suo nonno era morto.
Emma aveva perso il conto delle volte in cui aveva dovuto sconvolgere la sicurezza di suo figlio, che in quella città sembrava essere il più forte di tutti.
“Okay.” cedette, infine “Ma stai attento.”

***

 
“Mettetelo sul lettino e procedete come vi ho ordinato.”
I due tirapiedi issarono il corpo di Mr. Gold sulla lettica, gli bloccarono i polsi, e cominciarono a collegarlo agli elettrodi.
All’improvviso il petto dell’uomo si sollevò, inarcò la schiena e spalancò gli occhi.
Provò a muoversi e si rese conto di essere imprigionato. Non ci mise molto a capire che le polsiere che lo bloccavano a quel letto erano incantate.
“Fermo, fermo Rumpelstilskin.” la voce proveniva dalla stessa figura incappucciata che l’aveva assalito nel bosco.
“Chi sei?
“Non così in fretta tesoro.”
“Cosa mi hai fatto?” ringhiò.
“A te ancora niente.” puntualizzò “In compenso non posso dire che la tua mogliettina se la stia passando bene.”
Rumple diede uno strattone alle polsiere, che sembravano serrarsi ancora di più.
“Scoprire che l’hai ingannata di nuovo le ha… spezzato il cuore.”
Belle …” sussurrò l’uomo.
“Non preoccuparti, non verrà a cercarti. Ti credono tutti morto. Nessuno verrà. Rimarrai qui. E quando avrò finito con te, saremo solo noi due. Sempre.”
“Sempre che io non ti uccida prima.”
“Oh, Rumpelstilskin … Quanta ambizione … Per un codardo come te.”
“Chi sei? Chi sono queste persone?”
“Loro?” domandò, accennando appena ai due uomini che stavano trafficando con il marchingegno a cui era collegato. “Solo un paio di miserabili che si sono offerti di aiutarmi con questo congegno che mi ha prestato un amico … Si chiama elettroshock. Ne hai mai sentito parlare?”
Mr, Gold tentò di mascherare il panico che si stava facendo strada dentro di lui.
“Non avere paura.” continuò la voce, melliflua. “Non voglio farti del male. Voglio solo guarirti. Da Belle. Dal tuo amore per lei. Ti restituirò te stesso, Rumplestilskin.”
“Dannazione!” gridò l’uomo “Chi sei tu?”
Lentamente, il cappuccio che la nascondeva scivolò via. Il manto di capelli rossi corse libero ad accarezzarle la vita.
Rumplestilskin spalancò gli occhi.

Morgana.”





Note: (*) Placebo, A Million Little Pieces




Eccomi!
Allora, prima di tutto volevo ringraziarvi tantissimo.
La vostra accoglienza è stata adorabile, ho ricevuto parole gentilissime, e il vostro gradimento ha superato le mie più rosee aspettative. Questo mi fa davvero piacere, quindi ringrazio tantissimo tutti, in particolare chi mi ha recensito, e aggiunto alle storie preferite/seguite.
Siete troppo buoni, mannaggia a voi ç_ç
Però io sono stata veloce no?
Abbiamo scoperto chi si è impadronito del pugnale dell'Oscuro e ha gettato i Rumbelle nella disperazione più pura strappandoli violentemente alla loro felicità meritata e tanto agognata  
Ehm, resta da vedere come e perchè.
Ho voluto introdurre un personaggio che non c'è in OUAT, nel tentativo (probabilmente malriuscito) di rendere la storia un pelo più originale.
Sì, Morgana è proprio quella Morgana, arrivata in tutta la sua malvagità da Camelot, di sicuro non per spargere dolcezza, amore, arcobaleni, unicorni e vendere zucchero filato alla sagra di paese.
Personaggio che probabilmente vi ricorderà molto Zelena, ma insomma, staremo a vedere come si svilupperà. (Non lo so nemmeno io, ehm..)
E'  tutto per oggi, miei cari...
Vi abbraccio e a presto!

Mokusha







   
 
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