Videogiochi > Altro
Segui la storia  |       
Autore: telesette    22/05/2014    0 recensioni
[Playboy: The Mansion]
Quando nel 1952 l'Esquire mi negò quel legittimo aumento da me preteso, di cinque dollari in più nella busta paga, fu allora che cominciai ad aprire gli occhi.
Lavorare come copywriter presso di loro non offriva alcuna possibilità di sbocco, per uno come me: praticamente ero l'ultima ruota del carro, dovevo sempre chiedere autorizzazioni e consensi che mi venivano puntualmente negati, e avrei potuto continuare così per chissà quanto tempo ancora.
Nel 1949 ero entrato in possesso della foto di Marilyn Monroe, il nudo "storico" del suo calendario, e avevo la possibilità di rilanciare quella foto con un guadagno d'immagine altissimo.
Almeno così me lo immaginavo, ci speravo anzi, ma occorreva rischiare.
Ecco da dove nasce il mio coniglietto, con tutto quello che ne consegue, e non vedo perché ciò che procura piacere reciproco debba essere inteso tanto aspramente.
Ma sto divagando troppo.
Oggi è un po' come un ritorno alle origini: le gioie e le soddisfazioni, i fallimenti e gli insuccessi, dietro questo mio piccolo grande amico dalle orecchie lunghe; ci sono tante cose da sistemare, prima di andare in stampa, ed è meglio preparare il mio staff in vista del lavoro massacrante che ci attende...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nota Introduttiva:

Playboy: The Mansion, edito da Cyberlore Studios nel 2005, è un gioco di simulazione basato sull'impero economico costruito attorno alla celeberrima rivista erotica "Playboy" ad opera di Hugh Marston Hefner (soprannominato "Hef" dagli amici), fondatore di Playboy Enterprises nel lontano 1953.
Il gioco si compone di più parti: fondamentalmente si ha una struttura tridimensionale di azione, più o meno sul modello di "The Sims", attraverso cui è possibile interagire con l'ambiente e con i personaggi; lo scopo è quello di ottenere i contenuti necessari alla pubblicazione mensile della rivista, selezionando uno staff e contattando quante più celebrità e personaggi famosi, in modo da incrementare i guadagni e ingrandire sempre di più la Playboy Mansion; e ovviamente sussiste anche una parte semi-erotica, concernente le foto delle modelle (parzialmente vestite o in topless) oppure le relazioni semi-sessuali che i vari personaggi possono avere durante la fase interattiva di gioco.
Il gioco comincia nei panni di Hef, subito dopo aver scelto la modalità "gioco libero" o in alternativa la versione con le missioni da sbloccare, affiancato dalla segretaria Jenny e dal vicepresidente nonché direttore esecutivo Dick Rosenzweig. All'inizio si hanno pochi soldi a disposizione e sia i contenuti della rivista che il livello di competenza e notorietà dei personaggi sono piuttosto limitati. Man mano che si curano le relazioni col personale, contattando i VIP giusti e ampliando gradualmente ed esteticamente la Mansion, i contenuti acquistano molto più valore finanziario e la rivista diventa sempre più popolare.
Sostanzialmente, è un gioco di pazienza. Chi ha avuto modo di apprezzare The Sims, sa bene che la "chiave" in giochi di questo tipo è la combinazione delle risorse in modo strategico e più vantaggioso possibile.
Nella modalità "gioco libero" si può fare molta pratica di azione: sviluppando i talenti dello Staff, scegliendo le Playmates in base all'aspetto e alle caratteristiche, imparando ad organizzare l'agenda dei contatti, stringendo accordi finanziari vantaggiosi o infruttuosi, decidendo la forma e l'arredamento della Mansion in base alle proprie risorse e al proprio gusto architettonico, dando feste e ricevimenti per rafforzare le conoscenze e tenersi care le amicizie preziose, pubblicando riviste sempre più ricche di contenuti a livello editoriale cercando di tenere un certo equilibrio tra gli argomenti di interesse, etc.
La modalità "missioni" è come la prima con la differenza che, in aggiunta alla versione di base, il giocatore deve ripercorrere dodici tappe e simulazioni di fatti realmente accaduti nella storia della rivista Playboy... In modo da sbloccare il filmato finale ove, assieme ai ringraziamenti di gioco, Hugh Hefner in persona rispiega al pubblico che tutto il suo impero ha avuto origine da: cento dollari, una foto di Marilyn Monroe e un sogno.
La critica ha espresso molti dubbi su questo gioco all'epoca, a cominciare dalla scarsa qualità delle texture e dalla componente "erotica" neanche troppo esplicita, e oggi è chiaramente impossibile riproporre il prodotto con le varie esigenze di mercato. Tuttavia trovo simpatica l'idea di riproporre qui di seguito parte del divertimento con una serie di arrangiamenti e racconti del tutto personali.
Buona Lettura! 

clicca qui per vedere la theme introduttiva del gioco:
https://www.youtube.com/watch?v=UocTEJf37aY

***

Cominciare da zero
( immagini tratte da internet )

 

Devo essere impazzito!

Quando nel 1952 l'Esquire mi negò quel legittimo aumento da me preteso, di cinque dollari in più nella busta paga, fu allora che cominciai ad aprire gli occhi.
Lavorare come copywriter presso di loro non offriva alcuna possibilità di sbocco, per uno come me: praticamente ero l'ultima ruota del carro, dovevo sempre chiedere autorizzazioni e consensi che mi venivano puntualmente negati, e avrei potuto continuare così per chissà quanto tempo ancora.
Nel 1949 ero entrato in possesso della foto di Marilyn Monroe, il nudo "storico" del suo calendario, e avevo la possibilità di rilanciare quella foto con un guadagno d'immagine altissimo.
Almeno così me lo immaginavo, ci speravo anzi, ma occorreva rischiare.
Quattro anni dopo, nel 1953, feci quel tentativo: Stag Party uscì in edizione speciale, senza numero né premesse per un eventuale testata a seguire, eppure vendette oltre 50.000 copie.
Per lavorare è necessario scendere a compromessi, questa è una legge di vita che continuerà immutata nel tempo; ma quando nella tua mente prende forma l'idea di un sogno, un sogno troppo grande anche solo per essere descritto, è allora che ti ritrovi davanti ad una scelta. Esquire non avrebbe mai appoggiato la mia idea, troppo audace e immorale per il cosiddetto "perbenismo" puritano dell'epoca, ma io ero convinto che quello poteva essere l'inizio di qualcosa di veramente grande.
Ho lasciato il mio vecchio posto di lavoro nel 1955, e avevo già ventinove anni, per correre dietro a ciò che allora potevo solo e soltanto immaginare.
Poteva essere la mia fortuna, oppure la mia totale rovina, ma già le critiche si facevano minacciosamente sentire prima ancora che cominciassi. La società vuole il "sesso nascosto", come se si trattasse di un parente scomodo da nascondere, e con la mia opera stavo appunto per far saltare il coperchio di una pentola in piena ebollizione. Ricordo le molte lettere di fuoco che denunciavano la mia rivista come una bestemmia, un insulto alla dignità umana della nazione, alle quali risposi piuttosto sagacemente. D'altra parte, osteggiando tanto l'eterosessualità quanto l'omosessualità, forse che l'essere umano deve dirsi "asessuato" per non essere oggetto di polemiche?

- Amico mio, ne è passato di tempo - sussurro al simpatico coniglietto, disegnato su uno dei miei vecchi blocchetti di appunti, che tuttora è il solo ed unico playboy della situazione.

Poche donne possono resistergli.
La prova?
Presto detto: non è certo da "me" medesimo che le donne sono attratte, magari fosse così, bensì da ciò che il mio amico rappresenta.
"Playboy" non è altro che un simbolo, come direbbe oggi il protagonista di V per Vendetta, e di conseguenza assume solo e semplicemente il significato che altri gli conferiscono.
Fama.
Successo.
Sensualità.
Una vita da sogno, nella dissolutezza più assoluta, dove un uomo con gli stessi gusti del sottoscritto vede realizzato il suo più inconfessabile desiderio: vivere circondato da tante bellissime donne, una più bella dell'altra, e fare del proprio habitat il "vero" Paradiso Terrestre"... oppure l'inferno, a seconda di come lo si vuole guardare, e sono in molti a condividere il mio pensiero.
Non me ne voglia San Pietro, nel caso non mi facessero entrare quando sarà il momento, ma rinnegare quello che siamo non fa parte della mia scuola di pensiero.
Ogni essere vivente ha bisogno del compagno o della compagna, purché di sesso opposto, per riprodurre la propria specie. L'essere umano abbraccia anche e soprattutto il piacere alla riproduzione, a ulteriore dimostrazione della cara vecchia Filosofia Playboy, ed è qui che la logica si scontra costantemente col bigottismo e l'ipocrisìa del cosiddetto moralismo.
Eppure, quando ha fame, l'uomo mangia.
Quando ha sete, beve.
Quando ha sonno, dorme.
E quando gli occorre un'altra cosa... Cos'è, mettiamo la cintura di castità a tutti ?!?
Col cavolo!
Ecco da dove nasce il mio coniglietto, con tutto quello che ne consegue, e non vedo perché ciò che procura piacere reciproco debba essere inteso tanto aspramente.
Volendo citare il mio vecchio amico Mel Brooks: "fin da bambino, mi hanno insegnanto che il sesso è sconcio e indecente... ed è proprio così che deve essere!"
Ma sto divagando troppo.
Oggi è un po' come un ritorno alle origini: le gioie e le soddisfazioni, i fallimenti e gli insuccessi, dietro questo mio piccolo grande amico dalle orecchie lunghe; ci sono tante cose da sistemare, prima di andare in stampa, ed è meglio preparare il mio staff in vista del lavoro massacrante che ci attende.

 

( continua )...

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Altro / Vai alla pagina dell'autore: telesette