Epilogo
Ginny aspettava impaziente Harry sulla porta
dell’infermeria. “Dai, sbrigati, Harry!”
Madama Chips finì di sistemare la fasciatura al petto di
Harry, e gli raccomandò calorosamente di evitare colpi forti al petto e di fare
molta attenzione a come si muoveva, poi il ragazzo poté finalmente raggiungere
Ginny, anche lei con una fasciatura attorno alla spalla.
“Hermione, non vieni con noi?” chiese la ragazza prima
di uscire.
Hermione si girò distratta dalla sedia su cui stava e
scosse la testa. “Preferisco stare qui ad aspettare che Ron si svegli”
I ragazzi sulla porta videro Ron che aveva ancora gli occhi
chiusi sdraiato sul letto vicino alla sedia di Hermione e salutarono la ragazza,
uscendo di fretta dall’infermeria.
“Beh, ora che finalmente ti sei alzato dal letto, cosa
vuoi fare?” chiese Ginny allegramente.
Dovevano essere almeno le dieci di mattina del 25 dicembre,
il giorno di Natale.
“Mmmh… Perché non andiamo fuori?”
Uscirono dal castello felici di poter constatare che erano
soli in giardino. Gli altri studenti rimasti come loro a Hogwarts durante le
vacanze di Natale probabilmente dormivano o erano in Sala Grande a fare
colazione.
“Allora? Dove vogliamo andare?” Harry indicò a Ginny i
bellissimi giardini di Hogwarts imbiancati di neve e la ragazza sorrise alla
vista di quello spettacolo.
“Vorrei andare là, sotto quella immensa quercia
innevata” Ginny
additò a Harry un albero molto grande e tutto bianco, solo
qualche scoiattolo vi girovagava sopra, per il resto erano soli.
Harry sorrise e inconsapevolmente tese la mano a Ginny che
la prese felice e si incamminarono sotto la quercia mano nella mano.
Harry notò che Ginny tremava leggermente e si offrì di
darle il suo mantello, ma Ginny lo rifiutò dicendo che non aveva freddo.
Sedettero e si guadavano intorno, sembrava di stare sopra
una nuvola, tutta bianca e morbida, se non fosse stato per l’enorme castello
che si ergeva davanti a loro, anche esso tutto bianco di neve.
“Non lo trovi bellissimo?” chiese Ginny a Harry.
“Hai ragione, Ginny” confermò Harry. “È davvero
fantastico”
Gli sguardi dei due lentamente si incontrarono negli occhi
dell’altro, e con meraviglia del ragazzo, poté notare che la sua mano era
ancora in quella di Ginny.
Seguì un momento di profondo imbarazzo, e la tensione salì
alle stelle. Ginny diventò più rossa dei suoi capelli, e Harry guardò la
candida neve sotto di loro.
“Sai,” disse Ginny avvicinandosi di più. “Non ti ho
ancora ringraziato per avermi salvata da Voldemort”
Harry cercando di non arrossire pensò a Lucy. Ultimamente
stava popolando i suoi peggiori incubi, e i suoi sogni più belli.
“Mi manca molto…” disse il ragazzo con malinconia.
Ginny all’inizio parve non capire, e chiese. “A chi ti
riferisci, Harry?”
Harry non rispose subito. Tentò di nascondere gli occhi
rossi, e con un certo distacco disse. “Nessuno, Ginny. Nessuno”
Ma la ragazza capì lo stato d’animo dell’amico, e si
affrettò a scusarsi. “Scusami, Harry. Avrei dovuto capirlo subito che ti
piaceva Lucy…”
Non era sicura dell’affermazione, ma in effetti sembrava
proprio così. E se fosse stata la verità? Ginny tremò ancora di più.
Harry guardò la ragazza di traverso. “Non si tratta di
questo”
Harry sospirò e guardò Ginny sforzandosi di sorridere.
“Solo che… le volevo molto bene. Avrei desiderato che fosse davvero mia
sorella…”
Ginny non riusciva a crederci. “Ma ha mentito. A te e a
tutti quanti… come fai a dire di volerle bene?”
Harry arrossì.
“Beh, ecco… sai, tutti hanno diritto a una seconda possibilità… secondo
me Lucy non voleva bene a suo padre… si sforzava di obbedire a tutto quello
che le era stato ordinato, perché credeva che siccome Voldemort è malvagio lo
avrebbe dovuto essere anche lei. Ma si sbagliava, e lo ha capito molto tardi, ma
ancora in tempo per riparare in parte al suo sbaglio…” Harry si interruppe.
Una lacrima scese a rigargli il viso contratto per il freddo
pungente, ma se l’asciugò prima che Ginny la potesse notare.
“E pensare che io credevo che avessi una cotta per lei…
mi dispiace Harry… non volevo…”
Ginny abbracciò Harry, nella speranza di farsi perdonare.
Il ragazzo cambiò totalmente espressione, pensando che se
non fosse stato per Lucy, a quest’ora non si troverebbe sotto una quercia
innevata nel giardino di Hogwarts abbracciato a Ginny.
Aveva dimenticato che Ginny sapeva leggere il pensiero, ma
in quel momento non se ne curò molto, e strinse ancor più forte a sé la
ragazza, per quanto glielo permetteva la fasciatura del petto.
Lei gli aveva letto nel pensiero, ma invece di staccarsi da
lui lo abbracciò forte, tra la paura di guardarlo negli occhi e scoprire che
stava solo scherzando, e la consapevolezza di ciò che anche lei pensava.
Trascorsero alcuni minuti stretti in quel modo, poi, senza
quasi accorgersene, quando si sciolsero si guardarono innamorati l’uno
dell’altra.
Chiusero gli occhi affidandosi alla sorte, e le loro bocche
si incontrarono, come non avessero aspettato null’altro in vita loro, i loro
respiri si condensarono lentamente in vapore mentre i loro nasi quasi si
sfioravano.
Le mani di lui le cinsero dolcemente la vita, quelle di lei
passarono dal candido collo ai capelli arruffati.
Fu un bacio bellissimo, di sicuro il più bello che entrambi
avevano mai dato.
Restarono ancora un po’ abbracciati e a baciarsi, finché
non cominciarono a sentire un po’ di freddo.
“Vuoi entrare dentro?” chiese Harry a Ginny, che stava
ricominciando a tremare.
“Beh, si, un pochino… credo sarebbe meglio rientrare
dentro…”
Detto questo si alzarono e si diressero mano nella mano
verso l’entrata di Hogwarts.
“Ginny, devo dirti una cosa” disse a un certo punto
Harry.
“Dimmi”
“Ti amo…” mormorò arrossendo.
Ginny si girò di scatto. “Anche io” disse, e poi lo
baciò ancora.
Che bel regalo che mi
ha fatto Lucy, pensò
tra sé e sé il ragazzo. Mi ha dato il
coraggio di dichiararmi a Ginny. Era una vita che volevo farlo.
“Dove andiamo, ora?” chiese Ginny a Harry.
“Non saprei…” fece una pausa, mentre continuava a
camminare tra i corridoi deserti del castello “Un momento, forse la Sala
Grande sta ancora servendo la colazione. Sto morendo di fame!”
Erano passati alcuni giorni da quando era stato portato in
infermeria, e aveva il disgusto di tutte quelle schifezze che gli aveva
preparato Madama Chips.
Ginny parve capirlo e annuì. “Anche io comincio ad avere
nostalgia del succo di zucca e delle fette di pane tostato”
Così si diressero in Sala Grande, e come immaginavano
c’era ancora qualche studente di Tassorosso e Serpeverde che come loro non era
partito per le vacanze di Natale e si era alzato tardi.
Sedettero al tavolo dei Grifondoro, erano gli unici della
loro Casa che erano rimasti a quell’ora in Sala Grande a mangiare, assieme a
un gruppetto di studenti del quarto anno in fondo alla tavola.
Più volte ricevettero occhiate di soppiatto da parte da due
studenti del quarto anno che li guardavano incuriositi.
A un certo un punto a Harry venne in mente una cosa.
“Ginny, ti ho mai raccontato del fatto che forse io potrei avere una sorella o
un fratello?” chiese d’un tratto a bassa voce.
“Davvero? Sarebbe bellissimo!” esclamò lei.
Harry le raccontò più o meno tutto la storia che Silente
gli aveva raccontato.
“Allora dobbiamo subito correre da Silente per avere
notizie della Winter!” disse Ginny.
“Andiamo, allora!” il ragazzo si alzò velocemente, ma
fu trattenuto dalla vista di un gufo che scendeva dall’alto con una pergamena
in mano verso di loro.
“Chi è quello? Di sicuro non Edvige…” pensò ad alta
voce Harry.
Quando il gufo atterrò, Ginny lo riconobbe. “È un gufo
della scuola! Quello che porta sempre la Gazzetta del Profeta a Hermione… non
trovandola sarà venuto qui…”
Il gufo cominciò a spazientirsi e tubò indignato della
poca attenzione ricevuta.
“Hai uno zellino?” chiese Ginny frugandosi nelle tasche.
“Dobbiamo pagarlo…”
Harry ne trovò uno e lo mise nel taschino accanto alla
zampa del gufo e prese la pergamena.
“Gliela porteremo a Hermione in infermeria…” disse il
ragazzo aprendola.
Cominciò a camminare verso l’uscita della sala, mentre
scorreva velocemente i titoli degli articoli e si fermò di botto.
Harry cominciò a fare gli occhi rossi, e tentò di
nasconderli, mentre la sua disperazione cresceva ogni istante. Finito di
leggere, buttò il giornale a terra scappò dalla Sala Grande, diretto chissà
dove.
Per quanto Harry avesse cercato di nasconderlo, Ginny
avrebbe potuto giurare di vedere delle lacrime scender giù dagli occhi del
ragazzo.
“Harry, fermati!” gridò Ginny, ma ormai era troppo
tardi per trattenerlo, e così la ragazza si chinò a raccogliere il giornale
gettato con tanta violenza e rassegnazione, e cercò di leggere l’articolo che
poco prima aveva letto anche Harry, e alla vista del motivo di tanta tristezza
si bloccò anche lei di colpo.
TRAGICA MORTE DI UN
INSEGNANTE DI HOGWARTS
Questa notte si è
consumata una tragedia al San Mungo. Una giovane insegnante di mezza età, la
signora Flora Winter, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure alla Scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts, ha cessato di vivere proprio stanotte, tra le
dieci e le undici della Vigilia di Natale.
Nel visitarla, è
stato ritrovato il Marchio dei Mangiamorte, anche se il Preside della Scuola di
Hogwarts ha affermato con decisione che Flora Winter si era ricreduta e aveva
aiutato gli Auror del Ministero della Magia a catturare molti altri Mangiamorte.
La signora Winter si
stava riprendendo da un Incantesimo Stordente Superiore, arrecatole per errore,
sempre secondo il Preside di Hogwarts.
“Era grave, quando
è arrivata in ospedale” spiega uno dei Guaritori che la stava curando.
“Tuttavia aveva iniziato bene la sua cura, purtroppo per lei, però, qualcosa
deve averle procurato uno shock molto forte, ed è crollata ieri sera. Non
sappiamo ancora cosa di preciso, ma siamo tenuti a credere che sia stata una
causa esterna”
“Vuole dire un
omicidio?”
”Per ora stiamo ancora indagando, ma credo che questo resterà uno dei misteri
mai svelati dell’Ospedale Magico del San Mungo” hanno detto i Guaritori
senza sbilanciarsi troppo.
Ancora non siamo
riusciti a sapere se questa strega aveva o meno qualche parentela. Suo marito,
Brian Lode, era morto da tempo, (un’altra delle vittime di
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato) se abbia figli o meno, non si sa. Ben pochi
sono venuti a trovarla, la maggior parte vecchi compagni di scuola che non la
rivedevano dai tempi del liceo, altri, semplici conoscenti che non sapevano
molto sul suo conto.
I Guaritori del San
Mungo dicono: “Facciamo un appello a tutte le persone che conoscevano bene
Flora Winter, che vengano qui a dirci se lascia, o meno, parenti”
THE
END
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Lo trovate un pò schifoso come finale??? a me è sembrato così
e così....... fatemi sapere che ne pensate di tutta la storia......... ora
credo che me ne starò un pò a riposo..... (così sarete felici.....) buone
vacanze a tutti e mi raccomando, recensite!!!!
Ringrazio anche:
Cheryl: ho riscritto l'altro cap, se vuoi vai a vedere, e per quanto
riguarda il Quidditch, una partita l'ho fatta......e poi ti ricordo che siamo
ancora a Natale, ci dovranno essere ancora moooolte partite..... e poi tra Harry
e Ginny credi che non abbia scritto molto?? Beh, ho scritto solo lo stretto
indispensabile....
Didimai: ti ringrazio di aver letto tutta la storia, e dimmi se ti è
piaciuto il finale!!!!
La..... lala..... la.... la.....: (o come diavolo si scrive.....)
davvero non ti piace il nome di Lucy??? quando hai scritto tutte quelle cose
tipo: "so quanto possa essere brutto ricevere commenti negativi"
ecc... mi aspettavo che mi dicesi di riscrivere tutta la storia daccapo!!!!
semplicemente ho scelto il nome Lucy perchè mi piace..... e non mi sono
arrabbiata per niente....... trovo bello anche Lucia, per esempio......