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Autore: Gretel85    24/05/2014    14 recensioni
In occasione di una particolare lezione di filosofia Ranma si ritrova a bramare più convinto che mai una cura definitiva per la sua maledizione. Tuttavia, quando si desidera ardentemente e a lungo una cosa, c'è anche il rischio che questa prima o poi si avveri. Sarà un bene? Io dico di no.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Fan Art di Spirit99.
Capitolo 7 e la reazione di Ryoga: 
 “maledetta bambina che hai fatto soffrire la mia dolce Akane, preparati a morire!”  
 



Vorrei che tu venissi da me in una sera d'inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo. Per gli stessi sentieri fatati passammo infatti tu ed io, con passi timidi, insieme andammo attraverso le foreste piene di lupi, e i medesimi genii ci spiavano dai ciuffi di muschio sospesi dalle torri, tra svolazzare di corvi. Insieme, senza saperlo, di là forse guardammo entrambi verso la vita misteriosa, che ci aspettava. Ivi palpitarono in noi per la prima volta pazzi e teneri desideri. "Ti ricordi?" ci diremo l'un l'altro, stringendoci dolcemente, nella calda stanza, e tu mi sorriderai fiduciosa mentre fuori daran tetro suono le lamiere scosse dal vento.

(Dino Buzzati – Inviti Superflui. Racconto tratto da “La boutique del mistero”).


 

 

 

*Akane...* Lungo quel buio labirinto di vicoli e stradine che conosceva a memoria si muoveva rapido come un'ombra. Le fredde luci bianche dei lampioni ne segnavano di tanto in tanto il passaggio, inaspettate compagne di un battito cardiaco accelerato ed una mente meno confusa di prima. Ranma correva, lontano dalla madre che aveva sempre sognato di rivedere e anche se sapeva che era sciocco pensarlo, ancora sentiva quegli occhi su di sé. Occhi pazienti, dolci quanto severi, lo avevano accompagnato, quasi minacciato di riprendere la sua strada, qualunque fosse la meta.

*E così lui ti ha trovata per primo, eh? Bene...- Sorrise sicuro. -Io sarò il secondo, ma il migliore, te lo prometto...*

Senza perdersi d'animo aveva già percorso tutte le vie del quartiere, perlustrato ogni angolo, assottigliato lo sguardo là dove si era reso necessario, pregando vivamente di non scorgere mai nell'oscurità di certi anfratti una piena realizzazione di alcune remote fantasie, suo malgrado ora elette a più grandi paure.

Senza riflettere si addentrò quindi nel parco abbandonato, silenzioso, cupo. Gli enormi crateri, segno inconfutabile del passaggio di un Ryoga disperato, erano ovviamente ancora lì.

Di Akane però nessuna traccia. Del suo alter ego tanto meno.

*Anche qui niente...* Sbuffò.

Lo smascheramento di un felino tra i cespugli lo costrinse poco dopo ad abbracciare in stato di shock un tronco, miagolando aiuto per almeno cinque minuti.

L'avvicinarsi furtivamente al rifugio d'amore di una coppietta, intenta a sbaciucchiarsi su una panchina, lo rese bersaglio invece di una notevole e forse meritata lista d'improperi.

E mentre se la dava a gambe imbarazzato, gli epiteti poco cortesi di un certo Toshio e i lamenti nasali di una certa Mariko gli rimbombarono nelle orecchie.

*Pervertito a me??* Turbato, contrariato e anche un po' affaticato non se ne capacitava. -Ma come si permettono? Perché non le vanno a fare a casa loro certe cose?- Si chiese, rendendosi conto solo in quel momento di quanto logica e dolorosa per la sua gelosia fosse quella stessa affermazione.

*E va bene, Ranma...* Inspirò mestamente e, sforzandosi non poco, prese a dirigersi con meno fretta di prima verso il luogo in cui probabilmente erano già in atto i festeggiamenti per il fidanzamento dell'anno. Anche in quel caso non si sarebbe arreso, era davvero pronto a tutto.

O almeno così credeva.

Giunto all'ingresso del dojo, infatti, non fece in tempo ad aprire il robusto portone di legno, che esso si spalancò da solo, rivelando dall'altra parte una cospicua presenza di persone a lui note che lo attendevano. Presumibilmente per i più assurdi e svariati motivi.

Sbiancò.

Tanto per cominciare, suo padre, evidentemente già alticcio, gli venne incontro agitando ventagli celebrativi di dubbio gusto.

-Ranma! Oh figliolo, era ora! Hai trovato la chiave? Eh? L'hai trovata? Eh?-

-Ma dov'è la mia bambina? Dov'è Akane? Non è con te?-

Con le unghie e con i denti Ranma si aggrappò allo stipite tentando di non crollare emotivamente di fronte ad un'accoglienza tanto “calorosa”.

-Veramente...no...Soun...-

-Non vorrai dirmi che è sparita, Ranma, vero?-

-Sparita...?-

-Eh già. Dì un po', Ranma, tu non ne sai niente per caso?-

-Ma io...- *Maledetta serpe...*

Non voleva di certo ammettere la sconfitta davanti a tutti. A tutti quei matti, per essere precisi.

Accigliato, si apprestò saggiamente ad indietreggiare.

-Buahhhh! Akane, bambina mia, dove sei???-

-Cosa dovrebbe sapele il mio Lanma? Tesoluccio, gualda come mi sono fatta bella per il nostlo appuntamento!-

-Ran-chan! Mi devi una spiegazione! Cos'è questa storia che le hai dato un appuntamento, eh?-

-Ranma Saotome! Che cosa hai fatto alla dolce Akane Tendo e alla ragazza senza il codino? In quale luogo oscuro, frutto delle tue depravate fantasie, le hai celate al mio sguardo e alla mia protezione? Rispondi, è un ordine!-

-Papà, signor Genma, la cena è pronta!-

-Ranma! Non ti posso lasciare solo due minuti che il primo che passa viene e si porta via la dolce Akane! E tu cosa fai? Pensi solo a tornare a casa per riempirti lo stomaco, vero? Preparati a morire!-

-Ehi, guarda che “il primo che passa” in fondo sarei io!- Reagì finalmente il ragazzo, divincolandosi offeso dalla presa dell'eterno disperso. E poi sorrise.

Quel Ryoga...contro ogni logica doveva sempre trovare un motivo per avercela con lui.

Annaspando in cerca di aria e di una soluzione, si rese conto di essere indietreggiato a sufficienza e, di fronte all'urlante valanga umana di fronte a lui, decise che era ora di fare un altro giro. Si tappò le orecchie, girò i tacchi e per l'ennesima volta in quella lunga, lunghissima giornata riprese a correre. Tanto nessuno lo ascoltava. Ma non si stupì del fatto che tutti lo stessero inseguendo.

-Ranma, buahhh, fai qualcosa, buahhh!-

-Figlio degenere...!-

-Amole, ma dove vai?-

-Torna subito qui...!-

-Mi devi una spiegazione!-


 

-E così hai perso, eh?-

Al suo fianco una gracchiante voce fuori dal coro lo fece sussultare.

-Eh? E che cosa te lo fa pensare, brutto vecchiaccio?- Sbraitò nervoso al suo interlocutore in tutino, fazzoletto annodato sotto al naso e grosso foulard verde scuro sulle spalle. Zompettando in equilibrio sul muro, Happosai seguiva parallelo e divertito il percorso del giovane allievo, sebbene il suo obiettivo fosse più che altro una lunga serata a caccia di pizzi e merletti...

-Ahahah!- Scoppiò a ridere di fronte all'ingenua domanda del ragazzo. -Sarò anche vecchio, Ranma, ma come vanno a finire certe cose ancora me lo ricordo, sai? E poi se tu avessi trovato la chiave, a quest'ora Akanuccia sarebbe con te, no? E invece mi sa proprio che il tuo alter ego ti ha battuto su tutta la linea, non è vero?-

-Sgrunt! Fai poco lo spiritoso se ci tieni a quella vecchia pellaccia! Almeno tu sei l'unico ad averci pensato...sembra che agli altri sia sfuggito completamente di mente che Akane potrebbe essere con lui!- Rifletté sottolineando volutamente il condizionale.

-Mmm...forse perché tutti si aspettavano che fossi tu a trovarla...- E per un attimo Ranma credette seriamente che il maestro stesse dicendo qualcosa di sensato. Fu costretto a ricredersi.

-Comunque non ti abbattere, ragazzo! Se vuoi, tieni, ti regalo uno dei reggiseni di Akane! E poi non dirmi che non sono generoso!-

-Aaargh! E non lo voglio! Riprenditelo!- E come una patata bollente o un testimone da staffetta, in un attimo rispedì al mittente il morbido capo intimo.

-Umpf! Solo tu puoi trattare male un gioiellino così prezioso, Ranma! Prima le mutandine, poi il reggiseno...ma che vergogna che sei!-

-Perché invece non mi fai il piacere e sparisci, maniaco?-

-Peccato! Volevo giusto invitarti ad una gran battuta di caccia, eheheh! Ti risolleva l'umore, sai?-

-Bellissimo, guarda, fa come se avessi accettato, ma purtroppo ho altro da fare, grazie!-

-Come vuoi...pivello...come vuoi! Non sai cosa ti perdi! Ahahah!-

Ma parlare e correre contemporaneamente dopo una giornata del genere cominciava a privarlo seriamente di fiato ed energia. Svoltando l'ennesimo angolo, Ranma si liberò dell'inopportuna presenza del suo maestro, che tranquillamente aveva preso la solita strada del furto, ma non riuscì a seminare il caotico polverone che impetuoso continuava ad inseguirlo, adorarlo e minacciarlo.

*Accidenti...possibile che non si possa mai avere un momento di pace? E anche tu, Akane, ma dove ti sei cacciata?* Sfruttando al limite le ultime forze, accelerò il passo e, non visto, saltò oltre un muro di cinta, quello del retro di casa Tendo.

Due salti ed era sul tetto. Si fermò a riprendere fiato.

Asciugandosi il sudore sulla fronte, alzò lo sguardo al gelido cielo stellato, unico testimone del suo immenso vuoto interiore di quel momento.

*E poi...perché te ne sei andata?*

Ma si diede un pugno in testa da solo. Che domanda sciocca, lo sapeva bene il perché! Akane era sparita, sparita con quell'altro, Ranma 2. E se si fosse rivelata una persona pericolosa? Se tutto quell'essere gentile e garbato non fosse stata che una maschera e Akane fosse in pericolo? Chi l'aveva spinta tra le sue braccia? Lui e soltanto lui.

Se le fosse successo qualcosa...scoppiò a ridere.

-Ma chi voglio prendere in giro...?- Evidentemente stava impazzendo.

Ranma 2 era davvero il meglio di sé -considerò torturandosi il mento- e non solo non avrebbe alzato un dito contro Akane, ma l'avrebbe resa felice; le avrebbe detto e dato tutto quello che lei desiderava e meritava. Lui invece cos'era ormai? L'ombra di se stesso. Uno scarto. L'avanzo.

Aveva voluto perdersi e infine aveva perso tutto.

-Ma si può essere più idioti?- Gridò alla notte. E per un attimo rimase in silenzio, quasi si aspettasse una risposta da quell'interlocutrice tanto fredda e indifferente. Ricadde seduto sulle tegole umide, la testa fra le mani. Fino all'ultimo aveva davvero sperato di poter porre rimedio al terribile errore commesso solo due sere prima, di trovare Akane, parlarle, dirle tutto quel che aveva dentro. Già. Ma cosa aveva dentro?

“Dovresti prendere lezioni da me!” Si ricordò del primo consiglio di Ranma 2. E capì. Lui aveva bisogno della chiave per arrivare al cuore di Akane e al contempo la chiave era lui. Lui e ovviamente quell'altro damerino del suo odiato gemello. Insieme, un'unica persona, come una volta. Si sorprese nel sentirsi ridere sommessamente. Se le cose stavano così, allora sì che tutto era perduto...

Ma proprio in quell'istante, come per uno scherzo crudele, un'eco lontana nella sua mente gli suggerì una piccola frase, semplice semplice. Una verità, diciamo. Quella che, forse, se avesse avuto l'occasione, avrebbe scelto finalmente di raccontarle.

*Non sono niente senza te. Non mi lasciare mai...*

Scosse il capo ad occhi chiusi.

*Non sono niente senza te...* Ancora una volta.

*Non mi lasciare mai...*

Finché esternare quelle parole inespresse non divenne un'impellente necessità.

-Akane...non mi lasciare...-

-Non lo farei mai.- Lo consolò un vento caldo alle sue spalle mozzandogli il fiato.

Che cosa era stato? Il suo cuore copriva ogni rumore...

Incapace di voltarsi, fece appena in tempo ad abbassare lo sguardo, sentendo materializzarsi un lieve peso al collo, come quello di un ciondolo di metallo.

Brillante, solo per lui.

Qualcosa gli sfiorò la mano e inspirando quanto più fiato possibile, si voltò.


 

* * *


 

La luce...il volto di lei...il bianco...e ancora il volto di lei...le guance accaldate...la preoccupazione negli occhi...

Gli girava la testa.

-Ma...- Che fosse lei a fargli questo effetto?

-Ranma...- Sì, doveva essere così. Di scatto si avvicinò afferrandola per le spalle.

-Io non sono...-

-Cosa?-

-Non sono...- Deglutì vistosamente.

-Cosa, Ranma...?-

-Non sono...sul...tetto?- Un filo di delusione attraversò gli occhi della piccola Tendo, ma fu appena un istante. Era troppo sollevata per badarvi.

-No, Ranma, siamo in infermeria, a scuola. Le lezioni sono finite da un pezzo e...- Due lacrime calde e sincere le rigavano il volto, si era davvero spaventata. -Scusami...- Bisbigliò distogliendo lo sguardo da quello ancora confuso e fin troppo vicino di lui. -Sono stata una sciocca a tirarti quel banco in testa, è colpa mia se ora sei qui. Perdonami, Ranma...-

Ma Ranma non poteva rispondere, avendo smesso di respirare già da qualche secondo.

Stordito dall'enorme senso di sollievo che in un attimo le parole di lei avevano cominciato ad infondergli, lasciò che le sue labbra si increspassero in un sorriso quasi ebete.

Un sogno e niente più. Solo di questo si era trattato.

E ora Akane era lì e senza alcun timore dimostrava chiaramente di essersi preoccupata per lui e tanto anche. Al di là della fasciatura in testa, non si era mai sentito meglio in vita sua.

Sospirò felice.

*Non sai quante cose hai da farti perdonare, maschiaccio...* E in un attimo gli venne un'idea.

Accarezzandole le guance, roventi nonostante il pianto, le asciugò le lacrime con i pollici; un gesto spontaneo, sì, ma anche improvvisamente imbarazzante non appena si rese conto di quanto morbida e soprattutto reale fosse quella pelle sotto alle sue dita.

Imponendosi la calma si portò il bel volto più vicino al suo.

-Posso chiederti una cosa, Akane?- Solo così scoprì che la ragazza aveva smesso di respirare.

-Dimmi...-

-Sai dirmi per caso dove posso trovare...-

-...-

-Ranma 2?-

-R...Ra...- Si schiarì la voce. -Ranma...2?- Sussurrò a denti stretti la fidanzata impallidendo del tutto.

*Bene...come previsto...* Compiaciuto, inarcò un sopracciglio. A malincuore si staccò da lei, alzandosi in piedi sul lettino in preda ad un attacco di esibizionismo da cella d'isolamento.

-Ma sì, dai, Ranma 2, il mio bellissimo alter ego dai capelli corti, o forse...- Si zittì.

-Cosa?-

-Shhh!...Aspetta un attimo!-

-Cosa??-

-Mi stai...mi stai forse dicendo che posso diventare ancora una donna? È questo che mi stai dicendo, Akane?-

-Oh Kami! Ma che ti prende ora, Ranma?- Indietreggiò la ragazza, spaventata dallo sguardo folle e fondamentalmente inquietante del suo fidanzato.

-La mia versione femminile con i capelli rossi, hai presente?- Incalzava l'altro gesticolando esageratamente.

Aggrappandosi con forza al lettino dell'infermeria, Akane si tirò dietro tutto il lenzuolo, ritrovandosi pochi istanti dopo a terra. I begli occhi sgranati, non riusciva a crederci...

-Certo che ho presente, ma di che diavolo stai parlando? Ch...chi...chi è Ranma 2...?- E non era ancora tutto.

Rovesciatasi addosso il primo bicchiere d'acqua a portata di mano, la rossa aveva preso a saltellare su e giù per la stanza. -Che bello! Posso ancora trasformarmi! Oddio guardami, guardami, Akane! Non sono semplicemente perfetta?- La finestra, le asettiche e lucide mattonelle, un piccolo specchietto posto sopra il lavabo...ogni superficie era buona per riflettersi, tastarsi dappertutto e considerare, tra un sorriso smagliante e l'altro, che a discapito delle apparenze, tutto in lui era cambiato quel giorno.

-Ran...ma...ti prego...- Lo supplicò l'altra coprendosi il volto. E tuttavia, dita forti quanto sottili intorno ai suoi polsi le imposero di guardare.

-Guardami, Akane! Ho tutto, non mi manca niente! Evviva!!!- Gioì Ranma a seno scoperto.

-Oh Kami! Che cosa ho fatto...?- Del tutto inorridita si divincolò dalla presa, non voleva vederlo ridotto in quello stato. Accucciata a terra, si coprì di nuovo il volto con le mani. Se fosse stato necessario avrebbe sradicato il lavandino della stanza e glielo avrebbe dato in testa.

Magari avrebbe funzionato...

Peccato che il lavandino in quel momento fosse occupato e l'acqua, che scrosciava a fiumi, non le fece presagire nulla di buono.

-E poi all'occorrenza...ta daaaaa! Di nuovo uomo! Non è fantastico, Akane? Akane, ma non mi ascolti? Non sei felice per me?-

-È impazzito! È andato! Cosa dirò a casa adesso?-

-Yahooo! Uomo più bello del mondo, sì lo so, grazie, sono io... e poi...donna più bella del mondo, sì, sono sempre io, ahahah! E poi...uomo...donna...uomo...!-

Toc. Toc. Toc.

D'istinto Ranma si voltò verso la porta, ma nessuno aveva bussato.

-Che qualcuno mi aiuti...!- Piagnucolava ancora la ragazza dietro di lui.

Voltandosi verso la fidanzata s'intenerì e chiuse l'acqua. Tanto era presa a far risuonare ritmicamente la propria testa contro il pavimento che nemmeno si accorse di averlo accanto, accucciato alla sua stessa altezza.

Una mano tra la fronte e la dura mattonella attutì l'ultimo toc.

-Ehm, ehm! Hai intenzione di distruggere a testate l'intero istituto o hai finito?-

La ragazza si risollevò a guardarlo.

-Eh?- Era uno spettacolo. La fronte arrossata, gli occhi sgranati, insomma, una maschera di lacrime e stupore.

Ranma scoppiò a ridere. -Ahahah! Ci sei cascata! E dai, stavo scherzando, sto benissimo!-

-D...dici davvero?-

-Mai stato meglio, giuro! Ti stavo solo prendendo in giro!- Le sorrise, mentre scorgeva già le prime avvisaglie di un'aura bluastra che tanto gli era mancata. Ma stavolta non si sarebbe fatto trovare impreparato.

-E...ma...ma ti sembrano questi scherzi da fare, brutto stupido che non sei altro???- Gridò puntuale la fidanzata.

-Sgrunt! E ti sembra un banco di legno e metallo un oggetto da tirare in testa?-

-Per tua informazione se tu non mi avessi dato del maschiaccio violento davanti a tutti facendomi vergognare come al solito...-

-Ho fatto il tuo nome per caso?- Ribatté serio e tranquillo mentre si riabbottonava la casacca. Ci era riuscito. L'aveva lasciata senza parole.

-Umpf...Andiamo a casa che è meglio...-

-Ma sì, andiamo...tra le altre cose ho una fame che non ci vedo!-

-Possibile che tu non faccia altro che pensare ad ingozzarti?-

-Chissà di chi è la colpa se oggi non ho mangiato niente!-

-Che fai, ricominci, baka?-

E spenta la luce dell'infermeria, si avviarono verso l'uscita.


 

* * *

-Ahhhh! Finalmente anche questa giornata è finita!- Si stiracchiò il giovane camminando in bilico sulla sua recinzione preferita.

-E sai che sforzo! Hai perso due ore di lezione e sei rimasto a ronfare beatamente sulla barella dell'infermeria fino a quest'ora...una vera fatica, davvero! Un altro po' e sarei stata costretta a chiamare a casa...-

-Ti ricordo che...-

-Risparmia il fiato, Ranma. Lo so perfettamente che cosa vuoi dirmi. Ti ho già chiesto scusa mi pare, no? E poi...-

-Uh?-

-Non mi hai ancora risposto...chi diavolo è Ranma 2?-

-Ma niente, Akane. Devo aver fatto un sogno oggi, mentre ero svenuto, ma non chiedermi cosa ho sognato perché non me lo ricordo già più...- Mentì allegro.

-Mmm. Peccato, avrei potuto aiutarti ad interpretarlo...-

-Oh scusami se ho dimenticato i tuoi oscuri poteri da strega! A quando la prossima edizione del libro delle ombre?-

-Idiota! Parlo della lezione del professore Nakamura; oggi ci ha spiegato delle cose davvero molto interessanti...-

-Immagino...com'è andata a finire poi quella storia dell'anima e dell'animale in ognuno di noi?-

-Anima e animus, Ranma! Sei proprio senza speranza! Oh, beh, comunque dopo che ti hanno portato via il prof. ha approfondito un'altra teoria di Jung molto famosa.-

-Cioè?-

-Ha parlato degli archetipi.-

-Arco...eh?-

-Archetipi, Ranma. Sono dei personaggi universali e mitici che fanno parte del nostro inconscio, sebbene alcuni siano più forti e prevalenti e diano forma al nostro carattere rendendoci diversi. Gli archetipi li puoi ritrovare nei personaggi delle fiabe e delle leggende e, ancora oggi, scrittori e sceneggiatori di tutto il mondo li riprendono per inserirli nelle loro storie, dar modo ad ogni lettore o spettatore di identificarsi con almeno un personaggio ed avere quindi maggiore successo...-

-Sembra interessante...- Commentò poco convinto e proiettandosi con il pensiero già a casa e più precisamente a tavola.

-Lo è. In ogni caso, tutti questi personaggi sono presenti in ognuno di noi come aspetti nascosti della nostra personalità e sai quando vengono fuori?-

-Cos'è? Mi stai forse interrogando, maschiaccio?- Sorrise divertito portandosi con un salto accanto a lei.

-Nei sogni, baka che non sei altro! Ma non leggi mai? Eppure questa l'avevo già sentita persino io!-

-Bah...se per letture intendi quei quattro rotocalchi patinati tutti rosa e profumati di tua sorella, no mi dispiace!-

-Scemo! Parlo di libri, libri veri! Ma non la trovi una cosa estremamente affascinante?-

-Mmm? Beh, sì...certo...insomma quali sarebbero questi fantomatici archetipi?-

La ragazza sorrise, emozionata per la richiesta. E Ranma non poté fare a meno di notarlo. Certo che a volte bastava proprio poco...

-Allora, vediamo se me li ricordo tutti...dunque, sì, c'è l'innocente, un po' romantico e sognatore, che rappresenta il primo stadio del nostro sviluppo interiore e solitamente è un personaggio che ci riporta alla nostra infanzia.-

-Mmm...ok...e fuori uno.-

-Subito dopo c'è l'orfano, colui che ha perso l'innocenza a causa di una qualche perdita importante nella sua vita. Le evoluzioni dell'orfano che desidera riscattare questa perdita sono generalmente tre.-

-Devo prendere appunti, prof.?- Scherzò facendo finta di scrivere con una penna invisibile sul palmo della propria mano.

-Fai poco lo spiritoso, Ranma. La prossima settimana c'è il compito in classe, quindi cerca di ricordare quello che ti dirò, altrimenti sarai costretto a cavartela da solo in compagnia del tuo cervello e del povero libro di scuola. O forse li hai già venduti entrambi al mercatino del “mai usato prima”?

-Uff...sempre carina tu, eh? E va bene, dai, spiegami questa teoria super avvincente e senza la quale non posso vivere!-

-Allora, dicevo...c'è l'orfano che si appiglia a ciò che ha perduto prendendone gradualmente ruolo e funzione e questo personaggio dall'animo tanto gentile ed altruista si evolve nell'archetipo dell'angelo.-

-Mmm.- La guardò di sottecchi, qualcosa non quadrava.

-Ci sono poi orfani che invece non si arrendono all'idea di essere rimasti tali e canalizzano la propria collera verso gli altri diventano abili manipolatori. E infine ci sono orfani che tentano di farsi avanti nella vita lottando e contando solo sulle proprie forze. Questi ultimi sono quelli che accedono spesso all'archetipo successivo, quello del guerriero o eroe.-

Ok, improvvisamente il discorso si era fatto interessante, doveva ammetterlo.

-E...roe, hai detto?-

Akane sorrise, non si aspettava tanta attenzione.

-Già. L'eroe è colui che ha bisogno di mostrare di valere qualcosa attraverso atti di coraggio, il che va anche bene, però...-

-Però?-

-Però poi ha paura di apparire debole e quindi risulta spesso un tipo arrogante. Insomma, è uno che ha sempre bisogno di avere una sfida davanti per dimostrare di valere qualcos...oh!- Si bloccò.

-Eh? E ora che c'è? P...p...perché mi guardi così?-

-Ma sai che come personaggio ti calza a pennello? Ahahah!-

-Grrr! Sempre spiritosa! E dimmi, esiste per caso anche l'archetipo del maschiaccio privo di fascino?-

-Dì un po', Ranma...vuoi arrivare vivo a domani?-

-Umpf...per oggi ho già dato, mi sembra. Vai avanti...-

-Davvero ti interessa?-

-Ma sì...un argomento come un altro...-

-E poi...vediamo...ah sì! Poi c'è il mio preferito: il viaggiatore! Il vagabondo che è mosso dall'ossessione di cercare qualcosa, ma in realtà è solo alla ricerca del proprio io...non la trovi una figura incredibilmente attraente?-

-E perché mai quel maiale sarebbe il tuo preferito, scusa?- S'impuntò e lei gli sorrise, deliziosamente malefica.

-Ma quale maiale, Ranma? Di cosa parli?-

-Lascia perdere. Vai avanti...il fascino del suino, ma dimmi tu...-

-Ehm...un altro archetipo è l'amante, ovvero il giovane, lo sposo, il principe...insomma, colui che ama e non ha paura di dirlo.- Aveva detto tutto d'un fiato e subito era arrossita.

-Ahahah! Spero che sul libro non sia scritto così, Akane! Parli come la cartomante di un canale regionale!- Un piccolo crack al cuore gli aveva nel frattempo spezzato il fiato, ma questo Ranma lo tenne per sé.

-Vai a dirlo al professore se ne hai il coraggio! Sono parole sue, sai?-

-Sarà...-

-E comunque ognuno di questi personaggi può avere anche un risvolto negativo. Per esempio il personaggio dell'amante al femminile può dare origine sia alla principessa delle fiabe da trarre in salvo, sia ad un'infima seduttrice che si abbasserebbe a tirare fuori tutti i trucchetti che conosce pur di ottenere ciò che vuole. Non ti ricorda nessuno per caso?-

-Dovrebbe?-

-E figuriamoci! Sto solo sprecando fiato. È inutile parlare di filosofia o psicologia con uno che ha la sensibilità di un pezzo di coccio!-

Ranma sorrise e non rispose. Aveva invece l'impressione di aver capito molto di più di quanto lei credesse. Non che Akane potesse sapere il contenuto del suo sogno, ma comunque glielo stava facendo apposta. Si stavano parlando, raccontando e sfidando su un piano fin troppo noto ad entrambi.

-Cerca di aprire bene le orecchie che non ho voglia di ripeterti la lezione a casa. Un altro archetipo è quello del sovrano, che teoricamente è un aspetto positivo, ma che spesso è anche terribilmente negativo e dà luogo a personaggi arricchiti, superficiali e megalomani.-

-E dal dubbio gusto in fatto di arredamento...- Completò in un sussurro.

-Mmm?-

-Niente, non farci caso. Considerazioni personali...- Ma l'espressione divertita tradiva un'emozione incontenibile. Quante cose gli erano improvvisamente più chiare...

Certo, l'idea che un piccolo Kuno si annidasse dentro di lui lo disturbava e non poco. Fortuna che emergeva solo nei sogni, si consolò. In ogni caso e per una volta stava davvero apprezzando una lezione che non fosse di educazione fisica e questo Akane non poté fare a meno di notarlo.

-Sei strano oggi. Forse sarà meglio passare dal dottor Tofu prima di andare a casa.-

-Ma come faccio a convincerti che sto bene?-

-Mah...se lo dici tu. Comunque, tanto per concludere il discorso, alla fine dell'ora il professore ha accennato anche ad una serie di archetipi per le figure più anziane, come ad esempio il padre saggio che può essere tanto buono, quanto eccessivamente severo o tradizionalista; il folle o giullare, ovvero l'anti-saggio per eccellenza, che adora rompere le regole e trascorre l'intera esistenza divertendosi alle spalle degli altri; la grande madre, un archetipo potentissimo, primordiale e ambivalente, che sa essere tenera e terribile al tempo stesso...e infine c'è il mago, colui che fa accadere le cose e ha come obiettivo quello di realizzare i sogni.-

-Ma non mi dire?- Sempre meglio. Di questo passo avrebbe preso il massimo dei voti al compito. -Senti, ma tornando all'eroe...-

-Ti interessa solo quello, eh?-

-No, no...anche l'amante, non le ho capite bene come figure...- Era sincero.

-Beh, in effetti sono tra le più complesse. All'inizio l'eroe lotta solo per se stesso, il desiderio di essere sempre migliore di qualcun altro lo porta ad essere solo, è incapace di dialogare...insomma, è il lupo delle favole, l'insidia, la gelosia, l'ombra. L'amante invece è un guerriero di livello superiore, con intenti altruistici e migliore sotto ogni aspetto.-

*Perché lui mi ha trovata per primo...*

-Non so perché ma questa non mi suona nuova.- Commentò acido, ma Akane lo ignorò.

-A volte capita di sognare un'avventura e l'eroe, ovvero colui che sogna, comincia il proprio viaggio alla ricerca di qualcosa. Con il supporto dell'angelo e l'amante come modello da perseguire, l'eroe scopre il desiderio di evolversi e diventare anche lui un guerriero superiore. Riconoscere e sconfiggere la propria ombra in un sogno è segno di crescita interiore, lo sai, Ranma? Oltre che l'unico modo per arrivare al tesoro...-

-Eh? Aspetta un attimo! Hai detto “tesoro”?-

-Sì, perché?-

-Senti, ma...e questo tesoro che cosa rappresenta veramente?-

La risposta di lei non lo sorprese.

-Beh, da quanto ho capito il tesoro in un sogno può essere rappresentato da una persona o da un oggetto, ma nella fattispecie non è nessuna delle due cose. Il tesoro è la nostra identità completa, quello che Jung chiama il “sé unitario”. L'obiettivo del viaggio è scoprire chi siamo, in base a ciò o chi amiamo. Io lo trovo un concetto bellissimo...non credi anche tu?- Si voltò.

-Ranma...?- Era sparito. -Ma dove sei andato a cacciarti adesso, baka?-

 

 

* * *

 

Ma il suddetto baka non era molto distante.

Pochi metri prima, infatti, aveva scorto in una stradina laterale una figura piccola e stravagante, a lui purtroppo nota. Un vecchietto per essere precisi. Un Happosai si sarebbe potuto dire, se non fosse stato per i lunghi capelli e la folta barba bianca che gli ricoprivano quasi del tutto il viso.

Allegro saltellava sul suo banchetto, tentando invano di attirare l'attenzione dei passanti. Avvicinandosi cauto, Ranma tirò un sospiro di sollievo. L'umile venditore, tanto simile a quello del suo ultimo sogno, non vendeva che inutili cianfrusaglie del secolo scorso. Quel genere di cose che, come scritto a matita sopra un pezzetto di cartone, spacciava per antichità.

-Posso fare qualcosa per lei?- Lo accolse felice.

Accidenti, lo aveva beccato. E sì che generalmente Ranma cercava di tenersi accuratamente alla larga da individui del genere proprio per evitare discussioni inutili. Tanto non aveva mai un soldo in tasca.

-Beh, ecco...veramente io...- Principiò imbarazzato.

-Ho capito, ho capito! Le serve un vecchio pomello privo di vite? Una forchetta in argento senza manico? Un bricco sbeccato del settecento? Una bombola del gas vuota? Ho tutto, sa?-

-No, guardi, forse non ci siamo capiti, io...-

-Cliente difficile, eh? Bene, aspetti e vedrà!- E con un tonfo che sollevò un quantitativo di polvere allarmante per qualsiasi allergico, sbatté con forza sul tavolino quello che forse era stato il primo vassoio della storia. -Allora, che gliene pare?-

-Be...bello...bellissimo...- Si sforzò di dire osservando allucinato un rettangolare piatto in metallo tutto incrostato ed ossidato. -Però, il fatto è che...-

-Ohhhh...ho capito ora...!-

-Eh? Davvero?-

-Oh sì, i miei occhi ci mettono un po', ma alla fine capiscono sempre cosa vogliono i miei clienti...eheheh!-

*Ma perché, ne ha?* Non poté fare a meno di pensare Ranma, riferendosi tanto ai clienti, quanto agli invisibili occhi del mercante, evidentemente molto ben nascosti da barba e sopracciglia.

-Lei sta cercando qualcosa di particolare, lo sento...ma dove l'ho messa...accidenti...era qui un attimo fa!- Si inchinò appena un istante per cercare meglio sotto al banchetto e per un secondo Ranma pensò seriamente di darsela a gambe. Quale occasione migliore? Già.

-Trovata!-

Ma ciò che vide gli spezzò il fiato e come pietrificato si scoprì incapace di muoversi.

-La chiave...- Balbettò.

Il vecchio leggermente preoccupato per la reazione fin troppo stupefatta del giovane si accigliò. Che lo stesse prendendo in giro?

-Beh, è una chiave, sì, ma niente di speciale...- Ma non era vero. Quella era la chiave. Identica a quella del suo sogno. Brillava più di quanto lui ricordasse, lucida, senza un graffio, con il passante a forma di cuore e un sottile nastro blu oltremare intorno. Avrebbe dato non sapeva nemmeno lui cosa per averla.

-Allora? Le piace?-

-Quanto...quanto vuole per quella?- Si trovò disperato a cercare anche la più piccola monetina nelle pieghe delle tasche.

Il vecchio sorrise. -Se vuole, gliela regalo...non è un pezzo particolarmente pregiato. Pensi che doveva essere il doppione di un'altra chiave e invece è stata fatta male e non apre nessuna porta...-

A quelle parole il volto del ragazzo si illuminò ancora di più.

-Davvero me la regalerebbe?-

Il vecchio annuì. -Ma sì, la prenda pure. Le porterà fortuna...- Concluse, mentre iniziava a disfare il proprio banchetto; il sole volgeva ormai al tramonto, era ora di tornare a casa.

*Questo è certo...* Pensò Ranma, mentre fra le mani stringeva un grande, apparentemente inutile, ma preziosissimo tesoro.

Dopo aver ringraziato a lungo il generoso mercante fece per avviarsi nuovamente verso casa. Ormai Akane doveva averlo dato per disperso. Ma prima, si voltò ancora una volta.

-Posso farle un'ultima domanda?-

-Uh?-

-Ma lei viene spesso qui con il suo banchetto?-

-Ma certo.- Borbottò allegro quello, caricandosi tutto sulle spalle e avviandosi per la propria strada.

-Ogni volta che qualcuno ha bisogno di me, eheheh!-

*Non si affatichi troppo allora, mi raccomando!* Rise fra sé e sé Ranma, non del tutto sicuro di aver capito il significato di quelle parole. Una voce poco distante lo riportò subito con i piedi per terra.

-Ranma! Ma insomma, dove ti sei cacciato? Se ti trovo...giuro che...-

Rabbrividì.

 

* * *

 

Sotto il peso degli anni e delle cianfrusaglie che ancora si ostinava a tentare di vendere, il vecchio mercante camminava lungo la scia di un ultimo raggio di sole. Era certo di aver fatto una buona azione, questo il suo cuore gli diceva e anche se non ci aveva ricavato nulla, non gliene importava poi molto.

Svoltando l'angolo in direzione del ponticello, si soffermò intenerito a guardare due giovani perdersi l'uno negli occhi dell'altro.

Tremavano, vibravano, sussultavano insieme.

Erano uno spettacolo di imbarazzi, silenzi e gesti impacciati che allargava il cuore.

 

-Se ti piace, puoi tenerla.- Gli parve di sentire.

Sorrise distogliendo lo sguardo.

-Sai, c'è una cosa che vorrei dirti...-

E continuando a sorridere, riprese il proprio cammino, abbandonando i due sconosciuti alle conseguenze delle loro emozioni.

Qualsiasi cosa quel semplice oggetto significasse per loro, lui era contento.
 

Fan Art di Spirit99

 

Stars shining bright above you;
Night breezes seem to whisper 'I love you'.
Birds singing in the sycamore tree.
Dream a little dream of me.

(The Papas and the Mamas – Dream a little dream of me).

 

 

Fine.

 

 

* * *

 

Un giorno qualunque di un mese qualsiasi di troppi anni fa il mio prof. di filosofia, a seguito di una lezione non troppo dissimile da quella descritta nel primo capitolo, ci diede come compito quello di individuare una storia o un film, animato o meno, in cui gli archetipi di Jung fossero ben evidenti, spiegando ovviamente i motivi della propria scelta. Io portai questo. Non questa ff, ben inteso, ma quello che secondo me era un esempio più che evidente e anche divertente dell'altrimenti interessante quanto ammuffita teoria scolastica. Il mondo di Nerima. Inutile dire che il mio prof non sapeva nemmeno di cosa stessi parlando e presi un 6 striminzito, sulla fiducia e tanto per. Due anni fa, tornando a scuola per il quarantennale dell'istituto e una festa di ritrovo di ex studenti (non vi sto a dire la tristezza a palate), ritrovai il mio prof. Diventato nel frattempo nonno di gente ggggiovane (con otto G) aveva avuto modo di vedersi un paio di puntate del meraviglioso anime che tutte ci appassiona e mi ha dato ragione. Con soli 10 anni di ritardo, ma è stata una bella soddisfazione visto che non se l'era dimenticato quello stupido compito. Da questo ricordo e da un paio di letture recenti (Jung e Buzzati) è nata questa storiella, senza pretese come sempre, ma che tanto mi sono divertita a scrivere.

E proprio per tutto l'affetto e l'entusiasmo che mi avete dimostrato anche in questa storia, voglio ringraziarvi come si deve. Prima di tutto un grazie gigantesco e sentito a tutti voi che avete letto, seguito, ricordato o preferito questa storia. Il vostro supporto, anche se “silenzioso” è sempre fondamentale e dà la giusta carica a chi (e non parlo solo di me) scrive solo per passione e nei ritagli di tempo :) Ma sarei ingiusta se non rivolgessi un ringraziamento tutto speciale a coloro che con tanta pazienza e simpatia mi hanno sempre seguita, spronata e rallegrata con i loro stupendi commenti. E mi riferisco ad esempio a Vale/Violet, la mia autrice del cuore, le cui recensioni alle quattro del mattino passeranno alla storia prima o poi ;) E poi a Spirit99 e Aron_oele, ragazze siete uniche e sapete bene quanto sia bello per me ricevere i vostri commenti ma in questo caso il ringraziamento è doppio e sapete bene perché. Le vostre meravigliose doti artistiche hanno dato semplicemente vita a questa storia e per tutto questo io non vi sarò mai abbastanza grata!!! Per il sogno...beh ci avevate preso e non siete le sole. Fin dall'inizio ho cercato di buttarvi qualche parolina strategica circa l'atmosfera onirica in cui tutto si svolgeva, un po' speravo di farvela fino alla fine, ma nulla sfugge al vostro attentissimo occhio :D E lo stesso vale per te, carissima Pia. Le tue “intuizioni” ed impellenti curiosità sono state davvero dolcissime e mi ha fatto un piacere immenso vedere con quanta partecipazione stessi aspettando questo finale, grazie! Spero di non averti delusa ;)

Un grazie di cuore va ovviamente anche a Faith84, Antonella84, Lallywhite e Maymell :) Ragazze, con le vostre parole mi regalate sempre momenti emozionanti e ricchi di spunti ed allegria, siete davvero preziose e fondamentali!

Grazie infinite anche a voi, Icy_londoner, Biba89 e Xingchan, per avermi onorato con i vostri punti di vista, gli incoraggiamenti e mille stimoli. Non sapete nemmeno quanto le vostre recensioni mi siano state d'aiuto in qualche momento di terribile mancanza di ispirazione :D

Infine un mega grazie anche a Memole82, InuAra, Edvige-Hoshi e Lillixsana che avete trovato il tempo e la voglia di lasciarmi, a seconda dei casi, più di un pensiero, conferma e apprezzamento.

Un forte abbraccio a tutti voi, spero tanto che il finale sia stato di vostro gradimento e alla prossima!

Gretel.

 

  
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