ANGELO DELL'INFERNO
-è
notte fonda, che dici, dormiamo?-
-sei
per caso impazzito? Ho con me tante, piccole, dolci
monetine…potrebbero
rubarle…ci sono tanti male intenzionati e loro sono piccole
ed indifese. Non
potrei mai dormire con questa preoccupazione, piuttosto muoviti,
dobbiamo
tornare al covo…stammi vicino, potresti farti male, ragazzino-
-tze,
io da qui non mi muovo finché non vedo il Sole. Posso
cavarmela da solo,
sai...vattene se vuoi.
Eccome
se voglio. Mentre il mio compagno si inginocchia a pregare davanti ad
un masso,
continuo a camminare, quando…
-ehi,
tu! Se ci tieni al tuo amico dammi tutti i soldi-
Soldi?
Mi sento male! Un omone vestito di nero, incappucciato, ha afferrato
hidan,
ancora in ginocchio, per le spalle e un suo compare gli punta contro un
kunai.
-soldi?
Che soldi?-
-quelli
che devi portare in fretta al sicuro-
-ah-
-sgancia
il malloppo o lo faccio fuori-
-tze-
dico, convincendomi che tanto Hidan non può morire.
Così ricomincio a
camminare, incurante di lui che cerca di dimenarsi senza successo,
mentre un
ginocchio dell’aggressore preme contro la sua schiena
costringendolo a star
fermo
-brutto
stronzo, dammi una mano-
-arrangiati…non
eri tu mister-posso cavarmela da solo? Fallo!- dico riprendendo a
camminare
-ARGH-
Mi
volto a vedere che altro succede al mio compagno di missione e lo trovo
con un
kunai conficcato in una spalla, mentre lo stesso omone lo tiene fermo e
l’altro
gli rigira il kunai nella carne. Chissà, magari sta godendo,
non dovrei
interromperlo.
Infatti
ci pensa lo stesso tizio ad estrarre l’arma, strappando un
altro urlo ad Hidan
-che
schifo di amico che hai, ragazzino- dice quello con il kunai, venendomi
contro:
naturalmente non ci metto molto a trapassarlo da parte a parte con i
tentacoli,
restituendolo al compare che, lasciata la presa su hidan, raccoglie
ciò che
resta del morto e lo porta via.
Sicuro
mi dirigo verso il ragazzino che si tiene la spalla dolorante
-potevi
aiutarmi-
-non
sapevi cavartela da solo? Non erano tanto forti-
-non
li avevo visti ed erano due contro uno…-
-e
poi, scusa, non sei immortale?- gli dico, mentre con i tentacoli gli
ricucio lo
squarcio sulla spalla sinistra. Deve far male, ma l’albino
sembra più ferito
dalle mie parole che dai tentacoli che gli trapassano la carne
martoriata
-ah,
è così? Sono immortale, allora non fa niente se
mi fanno del male?? Ma che
cazzo hai cinque cuori, come puoi fare tanto schifo?-
La
sua arroganza inizia ad infastidirmi sul serio…insomma, come
si permette a
parlarmi in questo modo? La sola cosa che fino ad ora mi ha impedito di
mettergli le mani addosso è stata questo culo che non riesco
a smettere di
fissare…ma ora la sua arroganza sta passando il segno.
Se
l’è cercata. La mia mano chiusa a pugno si avventa
contro il suo volto. Cazzo.
Invece di continuare a menarlo, resto paralizzato da quegli occhi, da
quel fottutissimo
viso da angelo dell’inferno contratto in una smorfia di
dolore.
Ancora
più indispettito dall’effetto che ha su di me, lo
lascio da solo e me ne vado
con la valigetta dei soldi, dei miei bellissimi soldi:
l’unica cosa che mi
distrae dal pensiero di quel fisico scolpito, di quegli occhi grandi e
penetranti, di quell’espressione arrogante dipinta sul suo
visino pallido…cazzo
lo sto facendo ancora!
In
fondo è ancora notte, magari sono pensieri dovuti solo alla
stanchezza. Mi
accampo sul sentiero e abbraccio la mia amata valigetta, poi dormo.
Senza
Hidan che si sveglia alle sette per pregare, non mi rialzo prima delle
undici.
Cazzo è tardi. Però…sono lungo il
sentiero…è strano che non mi abbia svegliato
Hidan passando…e poi lo avrei sentito comunque, non
è esattamente un tipo
silenzioso, mi sarei svegliato con le sue bestemmie.
Che
non sia ancora passato? Strano. Troppo strano.
Istintivamente
percorro il tragitto all’indietro.
Naturalmente
non lo cerco perché sono preoccupato per lui, è
solo che non voglio far
arrabbiare il capo…sicuramente la mia preoccupazione non ha
nulla a che vedere
con le sue labbra rosee, con le sue dita affusolate…no!!
Assolutamente No.
Ad
un certo punto trovo un pezzo di stoffa nera, con un disegnino rosso
contornato
di bianco…un pezzo della palandrana di hidan, ma lui non
c’è. Sarà andato
avanti? Magari è riuscito a non svegliarmi, oppure ha preso
una
scorciatoia…sono certo che non è così.
A
qualche metro da me c’è un dirupo, mi affaccio.
Lo
sapevo. Senza perdere tempo trovo il modo di scendere e mi fiondo sul
corpo
slanciato dell’albino, immobile a terra. La ferita sulla
spalla, che non avevo
finito di cucire, sanguina ancora e la gamba destra è
tagliata dal ginocchio
fino a metà polpaccio. Mi soffermo un attimo sulla smorfia
di dolore che
storpia il bel visino, poi cerco di pulire la ferita alla gamba,
eliminando con
le mani i piccoli ritagli di stoffa intrappolati nella pelle viva. Non
ho modi
per disinfettare, così taglio con un kunai alcune strisce da
quello che resta
della sua cappa e le uso per bendarlo, poi faccio la stessa cosa con la
spalla.
Dei suoi vestiti è rimasto ben poco…e quel poco
non basta a coprire il suo
fisico stupendo. Gli poggio addosso la mia palandrana e mi allontano
per
cercare un po’ d’acqua, tanto non si
sveglierà molto presto. Quando ritorno
bagno un lembo della sua cappa e lo uso per pulire dal sangue rappreso
la pelle
diafana. Naturalmente per farlo gli tolgo completamente i vestiti
laceri,
rompendoli con il kunai e ad operazione terminata, cercando di non
smuoverlo
troppo, gli faccio indossare la mia cappa. Quasi me pento: è
davvero un peccato
coprirlo.
Dopo
un ultimo sguardo al suo fisico perfetto chiudo la palandrana e mi
soffermo sul
volto immacolato, posandogli un casto bacio a fior di labbra.
Dopo
avergli sistemato i capelli, che aveva tutti scompigliati, finalmente
apre gli
occhi e, ancora una volta, mi perdo dentro di essi, quando con la sua
lingua
lunga, riesce a deturpare l’armonia perfetta che si era
creata.
-era
ora che ti facessi vivo, brutto coglione-
-sai
che sei proprio sboccato, stronzetto?-
-tze,
ha parlato l’animale-
No.
Proprio non posso lasciargli rovinare la poesia intorno a noi. Annullo
con poca
delicatezza le distanze tra noi, costringendolo a dischiudere le labbra
per far
penetrare la mia lingua, desiderosa di assaporarlo fino in fondo.
Dopo
una piccola resistenza, finalmente si lascia andare e risponde al mio
bacio.
-sei
bellissimo, stronzetto-
-zitto
e datti da fare, brutto tirchio-
-non
rovinare tutto, cafone-
Gli
rispondo, allontanandolo quanto basta per slacciargli la cappa e fare
lo stesso
con i miei pantaloni
-ti
voglio kakuzu san-
Non puoi neanche immaginare quanto ti voglio Hidan…
CIAOOOOOOOOOO
è vero...ho altre ficcy da finire...però non so quanto tempo era che volevo scrivere una yaoi...la mia prima, vera YAOI...e poi ultimamente mi sono fissata con Hidan, così, mi è venuta questa "cosa" da un momento all'altro e non potevo fare altro che scriverla.
a voi le opinioni...RECENSITE, please
un bacio
Liby_chan