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Autore: tristansarms    30/05/2014    1 recensioni
Lui, il suo sorriso, il suo sguardo, la sua voce.
Eravamo solo noi due, senza che nessuno ci disturbasse. Soltanto io e lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bradley Simpson, Tristan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- BRAD! TRISTAN! COSA STATE FACENDO?

Non può essere, no. La voce di mia madre, è l’ultima cosa che avrei voluto sentire in questo momento. Non può averci scoperto, perché non si fa mai gli affari suoi? Non la sopporto più.

- Mamma, non è come sembra, posso spiegarti tutto - dico io.

- Non c’è assolutamente nulla da spiegare, ho visto fin troppo oggi, ora andatevene di qui, non voglio più vedervi insieme - urla lei.

Non voleva più vederci insieme? Certo, contaci mamma. Non lascerò mai Tris da solo, se lo può anche scordare. Intanto prepariamo la nostra roba per il viaggio, non vorrei sembrare un barbone appena arrivati là. Ovviamente il cappello devo assolutamente prenderlo, quello non manca mai.

- Brad, cosa pensi che dirà ora? Non sembrava molto felice di vederci.. ehm.. insomma, insieme.

- Tris, ne parliamo dopo - gli rispondo in modo rabbioso, non volevo farlo, però ero davvero arrabbiato con lei. Non voglio ferirlo, è l’ultima cosa che vorrei, soprattutto a lui.

- Brad, ti amo - mi dice, io rimango in silenzio, non volevo pensarci, davvero. Sì, lo amo anche io, ma non sopporto più questo clima, questa casa, tutto questo.

- Tris, muoviti a preparare la tua roba e andiamocene da questa casa, subito.

Mi continua a guardare con un faccino triste, mi sento troppo in colpa, non voglio davvero che succeda qualcosa tra di noi. Perché fare un errore da “fidanzati”, sarebbe la rovina sia del nostro rapporto d’amore che di amicizia. Quindi meglio starmene zitto, ne riparleremo dopo, però ho una voglia matta di baciarlo. Mi avvicino pian piano a lui, che però mi blocca subito il braccio che avrei dovuto appoggiare sul suo viso.

- No Brad, non farlo - risponde con gli occhi lucidi, prendendo la sua roba e andandosene via.

Rimango davanti alla porta vedendolo andarsene, come al solito, se ne vanno tutti. Lo sapevo, sono uno stupido, non dovevo fare nulla, non dovevo portarlo qua a casa, non dovevo fare niente. È sempre colpa mia, non è possibile. Lo osservo andarsene verso casa di Connor dalla finestra, fa così male. Odio la mia vita, è un continuo essere tristi, è un continuo vedere le persone andarsene, ora anche Tris. Sono in lacrime, esattamente come due giorni fa, mentre piangevo immaginando cose impossibili su noi due. Ora, invece, piango perché quell’impossibile è ancora più grande di prima.

Me ne vado in aeroporto da solo, aspettando la partenza. Nessuna traccia di Con, James e lui. Hanno deciso di non venire? Non lo so, però fa niente, me la caverò da solo, insomma dobbiamo andare a Parigi, mica in Cina.

- Il biglietto, signore - dice la signorina davanti all’entrata.

- Mh sì, eccolo qui.

- Grazie e buon viaggio!

Sì, proprio buon viaggio. Prima di salire mi guardo intorno, sperando di vederli, ma niente di niente. Decido di salire lo stesso, andando subito a sedermi al mio posto. Ero da solo, in un angolino abbastanza nascosto, quindi decido di ascoltarmi un po’ di musica e di addormentarmi.

- Signore, signore! Siamo arrivati, lei è l’ultimo che deve scendere dall’aereo, si svegli! - dice la signorina di prima, continuando a scuotermi.

Scendo dall’aereo e prendo un taxi, andando nell’hotel stabilito. Se non si presenteranno stasera, dovrò cantare da solo, non che ci voglia molto a prendere una chitarra e sostituirli.

- Sono 25 euro! - dice il taxista, perché deve costare così tanto la roba in Francia? Per non parlare della sua pronuncia inglese, zero proprio. Appoggio i soldi sul cruscotto e me ne esco dalla macchina, per poi andare nell’hotel che trovo subito davanti.

In questo hotel c’è qualcosa di strano, è tutto romantico, c’è addirittura una saletta tutta decorata per due persone, magari c’è qualche anniversario, sai siamo a Parigi, la città dell’amore. Amore, che cosa stupida, sono stufo di questa parola.
 Mi reco subito alla reception, dove fornisco tutti i miei dati e ricevo la chiave della camera. Al terzo piano, camera numero 63.. questo numero è uguale a quello della stanza in ospedale dove stava Tris. Salgo le scale, arrivando davanti alla mia camera, con sopra un post-it dove c’è scritto “Prima di andartene, vieni nella saletta giù, ho una sorpresa per te”, senza nessuna firma. Avranno sbagliato porta di sicuro, lui non è qui, non può essere qui. Apro la porta e appoggio le borse, per correre subito giù e vedere cosa stava succedendo, per poi vedere un tavolino con delle luci soffuse di un rosso abbastanza spento. Sembrava una cena al lume di candela, io adoro queste cose, come farà a saperlo?

- Non te lo aspettavi, vero? - sentii dietro alle mie spalle, era la sua voce, ne sono sicuro. Mi giro subito e vedo il suo bellissimo viso con un lieve sorriso designato.

- C-cosa ci fai qua? Che cosa sta succedendo?

- È un semplice modo per dirti che mi dispiace, non è nulla di che, però leggendo il tuo diario ho visto che ti piacciono questo tipo di cose - dice con una voce tenera.

- Tu hai letto il mio diario? Quindi significa che hai letto tutte quelle cose riguardo a.. ehm.. te?

- Esattamente, a mio parere scrivi benissimo, soprattutto la parte sui miei capelli, modestamente sono bellissimi, ma mai quanto i tuoi riccioli - sembra davvero dispiaciuto.

- Scusa Tris, non volevo.

- Tranquillo, ci abbiamo messo tutti e due del nostro, ma l’importante è che ora siamo io e te, insieme.

- Connor e James? Dove sono loro?

- Non preoccuparti, se è il concerto che ti preoccupa, stasera si farà tutto secondo i piani.

- Come fai ad aver programmato tutto in così poco tempo? Sei incredibile.

Incominciamo a baciarci per poi sederci al tavolino, ovviamente non c’era niente da mangiare, altrimenti saremmo arrivati come delle bombe sul palco, ma era un modo per parlare di noi.

- Allora? Raccontami di ciò che era scritto sul diario, se l’hai scritto là sopra puoi dirmelo anche a voce.

- Beh.. da dove cominciare.. sono innamorato di te da moltissimo tempo, la prima volta che ti vidi fu amore a prima vista. Non so come mai, di solito non credo a queste cose, però è successo veramente.

- Sappi che è la stessa cosa per me, davvero. Non mi spiego ancora il miracolo che è successo, tu sei entrato a far parte della mia vita ormai, non potrei desiderare di meglio, perché il meglio sei tu.

Ci teniamo mano per mano, continuando a dirci frasi di questo genere, però è arrivata l’ora di andare al concerto.

- Forse ora è meglio prepararsi e andare, non credi? - dissi frettolosamente.

- Sì, hai ragione. Muoviamoci, altrimenti James incomincia a diventare sospettoso. Andiamo nella nostra camera, iniziamo a prepararci e andiamo a chiamare gli altri due.

- Brad, mentre loro due si preparano, avresti voglia di venire in un posto con me?
 
- Mi spaventi e allo stesso tempo mi sorprendi, cos’hai tramato questa volta?

- Dovresti spaventarti, hanno pubblicato un articolo di giornale dove c’è una nostra foto in cui…

   
 
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