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Autore: evilbellatrix    04/08/2008    0 recensioni
Questa è la mia prima Fan Fiction che non abbia come protagonisti dei personaggi tratti dalla saga di J.K.Rowling. L'ambientazione è comunque quella di Hogwarts, all'incirca negli anni 80. E' romantica, al contempo drammatica e malinconica. Ma non vi anticipo oltre, spero vi piacerà.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My Immortal
Amanda Burton

I capitolo (introduttivo)
These wounds won't seem to heal

Il sole stava calando sui giardini di Hogwarts. Il cielo aveva assunto una gradazione rossastra mentre la luce calava, dietro l’orizzonte. Sulle sponde del Lago Nero regnava la tranquillità, nella quale facevano breccia soltanto i discontinui gridi di un’aquila, che fiera se ne stava sulla quercia più maestosa della sponda del lago.
Una giovane dai lunghi boccoli corvini si avvicinò alla sponda del lago, chinandosi per sfiorare l’acqua scura con i polpastrelli delle lunghe dita affusolate. Indossava la divisa della scuola, sulla quale spiccava lo stemma verde e argento della casata di Serpeverde. Quella giovane ero io.
Il mio nome è Amanda Burton e quella che sto per raccontarvi è la mia storia, la storia che mi vide coinvolta durante il mio sesto anno di scuola magica e che mi lacerò il cuore. Quella ferita non riuscì a rimarginarsi, nonostante ormai ne siano passati di anni. Nonostante io mi sia fatta una mia vita, nonostante mi sia realizzata a livello lavorativo e a livello affettivo. Ma l’amore che riesco a donare oggi è compromesso dall’amore che mi venne strappato nella primavera dei miei sedici anni.
Il sole era scomparso dalla mia vista e stava lasciando spazio al buio che, incurante, inghiottiva il rosso del cielo. Uno spicchio di luna si faceva sempre meno timido, alto nel cielo di quella notte di aprile. Non c’era nemmeno una nuvola, il cielo stellato sarebbe stato un ottimo intrattenimento, da lì a poco. Sedetti contro una roccia, una roccia liscia e di grandi dimensioni che non riusciva però a coprirmi completamente da seduta. Dal margine più alto di pietra, sbucava fuori qualche centimetro della mia folta chioma corvina. Nonostante il buio stesse avanzando, la lucentezza dei miei capelli riusciva a risplendere grazie ai sempre più chiari raggi di luna. E qualcuno la notò.
Maledico quel giorno. Maledico quella notte e maledico quella luna.
Il buio prese possesso del cielo scozzese. Le stelle erano sparse su quel manto blu, luminose più del solito. Un grande spicchio di luna dominava il centro del cielo stellato, rendendo chiaro e argenteo ogni frammento che componeva la sponda del lago. L’aria era fresca, non eccessivamente per una sera d’inizio aprile. Mi tenevo coperta dal mio mantello di ciniglia nero, non quello in dotazione dalla scuola. Era un regalo di mia madre, l’aveva fatto tessere a mano da un’anziana sarta Irlandese, la migliore dell’isola a sua detta. Ero molto affezionata a quel mantello e non me ne separavo mai. Ma in quella primavera fui costretta a farlo, mio malgrado.
Sentì dei passi dietro di me. Dei passi lenti, calmi. Passi che poggiavano morbidi sul manto d’erba verde del vasto giardino di Hogwarts. Qualcuno si avvicinava a me. Non sapevo che quell’incontro avrebbe cambiato la mia vita. Non potevo immaginare che quell’incontro si sarebbe poi evoluto in una storia d’amore straziante. Non credevo di poter arrivare a tanto, nonostante la mia natura.

  
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