<<
Che cosa vuol dire che non
posso evocarti!? >>.
<<
Matteo sei morto ormai. Non
hai più umanità. Senza quella non puoi evocare un
fantasma >>.
Matteo lo
guardò nervoso: << Ma
scusa non potresti venire con me così, senza essere un
fantasma? >>.
Il ragioniere
del Sole scoppiò a
ridere: << E che sono scemo io? Se venissi con te e
morissi, poi morirei
per davvero >>.
<<
E vabè… almeno mi potenzierò
con le anime che ho acquisito >>. Ma qualcosa lo fece
rabbrividire:
<< Dove cazzo sono le mie anime!? >>.
<<
Sei morto. Le tue anime sono
rimaste nel luogo dove sei deceduto, cioè dove si trova il
boss >>.
<<
Che merda… >>.
<<
Però sei morto prima di
poterle recuperare, quindi ormai le hai perse tutte quante. Ma ci hai
mai
giocato a Dark Souls? >>.
<<
Veramente io gioco solo a
Resident Evil >>.
<<
Nabbo! Ecco perché sei così
scarso >>.
<<
Mannaggia ai raggi mattutini
del Sole! >>. Imprecò Matteo.
<<
Possiamo farla finita? Odio
le bestemmie. Sono offensive verso il mio Dio >>. Lo
rimproverò il
ragioniere.
Matteo si
alzò in piedi, scoraggiato.
Schivò l’attacco di un nemico e lo
colpì alle spalle. Poi colpì il secondo con
due colpi di attaccapanni e lo uccise. Prese le loro anime e decise di
potenziarsi passando prima per altri luoghi; non poteva fronteggiare
quel boss,
ma col giusto potenziamento avrebbe aumentato le sue chance di vittoria.
Si
avvicinò alle scale e passò sulla
destra, dove c’era una piccola porta chiusa. Essa portava al
piano inferiore,
dove c’erano le piccole cucine. Il luogo in cui si
ritrovò Matteo era buio e
pieno di muffa. L’acqua arrivava fino alle caviglie ed era
sporca come non mai.
Piccole luci giallastre attaccate alle grigie pareti illuminavano la
via,
seppur ci fosse comunque poca visibilità nello stretto
corridoio di fronte a
lui.
Arrivato in
fondo c’era un bivio.
Scelse di andare a sinistra. Si ritrovò in un vicolo cieco,
ma ciò che trovò al
suo interno fu una vera manna dal cielo: un tavolo di legno marcio.
<<
Posso farci un falò!
>>.
Ma alla sua
destra un individuo
munito di chiave inglese lo attaccò: <<
Fermati! >>.
Matteo
subì il colpo ed indietreggiò
a sinistra. Il suo avversario era gracile, vecchio e possedeva una
maglia
azzurra con sopra la scritta “idraulico”. Si era
rotta qualche tubatura,
evidentemente.
<<
Ho cercato quel tubo rotto
per anni, ma niente, ne aggiusto uno e se ne rompe immediatamente un
altro.
Sono così arrabbiato che ammazzerei qualcuno!
>>. Urlò l’uomo ormai privo
di senno.
Matteo
schivò il secondo attacco,
rotolò in avanti e lo colpì da dietro,
infilzandogli il fegato ed uccidendolo
all’istante. Lo scaraventò a terra con un calcio.
<<
T-trova quel tubo… trova
quel cazzo di tubo e vendicami! >>. Disse, prima di
scomparire per
sempre.
Matteo strinse
le labbra e fece un
cenno di sì con la testa.
Un tubo
dell’acqua era riuscito a
piegare un pover’uomo. Che tristezza che gli rimase nel cuore.
Ruppe il tavolo,
mise i pezzi assieme
ed accese il falò. L’acqua attorno a lui
evaporò e fu ben presto all’asciutto.
Si
rialzò e presa l’altra strada del
bivio, quella che portava ad una grande sala allagata e piena di muffa.
C’era
una cuoca che stava cucinando qualcosa con un pentolone.
Matteo si
avvicinò e le diede parola:
<< Signora ma che razza di cucina è questa? Fa
letteralmente schifo! C’è
muffa dappertutto! >>.
La vecchia,
grassa e brufolosa, vestita
di bianco, lo guardò dall’alto in basso:
<< Sai, giovanotto. Qui dentro
si mangia solo pane e cattiveria >>.
Matteo
guardò il pentolone: <<
Io lì dentro ci vedo solo pane >>.
La vecchia si
mise due dita in gola e
ci vomitò dentro. Matteo si coprì la bocca, ma fu
più forte di lui; iniziò a
vomitare e la vecchia gli parò la bocca con il pentolone:
<< Tutto quel
ben del Sole non va sprecato per niente >> Disse
sorridendo.
Matteo concluse.
Respirava a fatica:
<< Oh Sole mio… mi sento male…
>>.
<<
Se hai altro da buttare,
dimmelo >>.
Matteo si
riprese e cercò di non
pensare alle parole della vecchia: << Signora…
sono qui per vendicarmi
degli sviluppatori di Dark Souls. Mi hanno sbeffeggiato fin troppo.
Sono stato
un grande sviluppatore videoludico in passato e voglio dimostrare loro
di
essere in grado di programmare il prossimo capitolo della saga
>>.
<<
Ed io sono la guardiana dei
falò che accendi >>.
Matteo rimase
allibito: << Fate
sul serio, vecchia signora? >>.
La donna
scoppiò a ridere: <<
No, per niente! Sei un pollo! Fammi indovinare: lavoravi alla Capcom
prima di
venire qui? >>.
<<
Ma come si permette!? Non
sono affari suoi! >>.
La donna
continuava a ridere:
<< Perderai tante anime! E succederà tante
volte. Così tante che cadrai
in disperazione, povero stolto programmatore di zombie!
>>.
Matteo, preso
alla sprovvista ed
improvvisamente fuori di senno, sputò fuori una grossa
bestemmia: << Ma…
all’anim e chi ta’ muort! *>>.
Matteo prese il
coperchio della
pentola per usarlo come scudo. Poi prese un forchettone:
<< Fatti sotto
stronza! >>.
La vecchia si
mise due dita in gola e
lo inondò di vomito, avvelenandolo.
<<
Dannazione! >>.
Lui le diede una
forchettata nello
stomaco. Lei gli suonò uno schiaffo che lo fece finire a due
metri di distanza.
Si rialzò, bevette dalla bottiglia di aranciata e
tornò ad attaccare. Il
secondo colpo fu letale. La donna stramazzò al suolo:
<< Complimenti per
“Operation Racoon City”, nabbo! >>. E
morì in un mare di vomito.
Matteo era in
fin di vita. Prese
l’oggetto che era caduto dal corpo della donna e corse
indietro, nella speranza
di raggiungere il falò prima che morisse per colpa del
veleno. Si sedette al
falò e il veleno sparì dal suo corpo.
Si
rialzò e guardò meglio cosa avesse
preso: era un’effigie umana. La strinse forte in petto e
questa gli diede nuova
vita, restituendogli la sua umanità.
<<
Sì, ora posso evocare il
ragioniere! >>.
Avanzò
fino alle cucine. La vecchia
non c’era più; era uno di questi nemici che non
respawnavano. Prese l’enorme
porta a destra ed una forchetta lanciata dall’alto lo
colpì dritto in petto:
<< Oh cazzo! >>.
Il cuoco del
palazzo lo stava
attaccando dall’alto, su delle assi di legno. Era magro,
vecchio, con una lunga
barba bianca. Portava un grembiule bianco, con un cappello da cuoco in
testa.
Aveva il petto decrepito tutto scoperto.
<<
Hai ucciso mia moglie brutto
programmatore di serie c! >>.
Lanciò
una seconda bomba, ma Matteo
schivò a destra. Vicino ad un cadavere vide un oggetto. Lo
raccolse: era una
bomba. La lanciò ed il cuoco fu ben presto sbilanciato.
Cadde e si spiaccicò al
suolo. Era in fin di vita.
Matteo si
avvicinò al vecchio con
fierezza, mentre l’altro era pronto al colpo di grazia:
<< Ricorda che
questo programmatore di serie c ha progettato il culo di Jill
Valantine!
>>. Gli disse.
<<
L’unica cosa buona di
Resident Evil >>. Gli rispose lui.
Matteo
ringhiò forte e con il suo
forchettone pugnalò il cuoco dritto al cuore.
Raccolse un buon
numero di anime, ma
c’era anche un oggetto disponibile: era il vestiario del
cuoco. Indossò il
cappello ed il grembiule. Ora aveva maggior protezione, soprattutto in
testa.
La morbidezza di quel cappello avrebbe potuto anche salvargli la vita.
Di fronte a lui,
maestosa come non
mai, si aprì una porta, ma niente era visibile per via della
nebbia che
annunciava la presenza di un boss.
Utilizzò
l’effigie umana per
ripristinare la sua umanità. Restò fermo e
cercò il segno di evocazione. Non lo
trovava.
<<
“Sarò sempre disponibile”,
diceva… >>. Poi guardò a terra e si
accorse che ci stava sopra. Si spostò
ed evocò il ragioniere del Sole.
<<
Oh, salve Sir Matteo. Vedo
che ti sei dato al mestiere di cuoco >>. Disse con
evidente serietà.
<<
Ma fai sul serio? >>.
Disse stupito. << Ho solo rubato questo vestito da un
cadavere! >>.
<<
Ah… capisco. Beh, secondo me
dovresti provare a cucinare qualcosa, sai… ti confesso che
il cibo della mensa
fa davvero vomitare >>.
Matteo non
resistette al ricordo e
vomitò a terra.
<<
Hai mangiato anche tu
qualcosa? >>. Replicò il ragioniere,
abbastanza schifato, ma curioso di
quella reazione.
<<
Basta, per il Sole!
>>. Gridò Matteo.
Il ragioniere
gli diede una bella
pacca sulla spalla, poi guardò la nebbia ed un brivido gli
percorse tutta la
schiena. Matteo sentiva la sua armatura tremare (nonostante fosse un
fantasma,
sì) e chiese del perché di tanta preoccupazione.
Il ragioniere lo
guardò in volto:
<< Alto oltre due metri, con una lunga coda appuntita,
viaggia insieme ad
una decina di cani affamati. Armato di due possenti spadoni, copre il
suo volto
con un teschio di un animale >>. Matteo chiuse gli occhi
e strinse le
labbra. Il ragioniere avvicinò la sua bocca
all’orecchio di lui. Ciò che disse
fece raggelare il valoroso programmatore: << Mezzo uomo e
mezzo capra
>>.
Matteo
spalancò gli occhi: <<
Cazzo >>. Disse << Quale uomo si scoperebbe
mai una capra!? >>.
Il ragioniere
rimase interdetto e,
quasi quasi, non voleva più aiutarlo.