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Autore: Cam17    31/05/2014    3 recensioni
Matteo ha intenzione di partecipare alla programmazione di Dark Souls 3, ma la Bandai Namco lo permetterà? Dark Souls è più reale di quanto si possa pensare.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Che cosa vuol dire che non posso evocarti!? >>.

<< Matteo sei morto ormai. Non hai più umanità. Senza quella non puoi evocare un fantasma >>.

Matteo lo guardò nervoso: << Ma scusa non potresti venire con me così, senza essere un fantasma? >>.

Il ragioniere del Sole scoppiò a ridere: << E che sono scemo io? Se venissi con te e morissi, poi morirei per davvero >>.

<< E vabè… almeno mi potenzierò con le anime che ho acquisito >>. Ma qualcosa lo fece rabbrividire: << Dove cazzo sono le mie anime!? >>.

<< Sei morto. Le tue anime sono rimaste nel luogo dove sei deceduto, cioè dove si trova il boss >>.

<< Che merda… >>.

<< Però sei morto prima di poterle recuperare, quindi ormai le hai perse tutte quante. Ma ci hai mai giocato a Dark Souls? >>.

<< Veramente io gioco solo a Resident Evil >>.

<< Nabbo! Ecco perché sei così scarso >>.

<< Mannaggia ai raggi mattutini del Sole! >>. Imprecò Matteo.

<< Possiamo farla finita? Odio le bestemmie. Sono offensive verso il mio Dio >>. Lo rimproverò il ragioniere.

Matteo si alzò in piedi, scoraggiato. Schivò l’attacco di un nemico e lo colpì alle spalle. Poi colpì il secondo con due colpi di attaccapanni e lo uccise. Prese le loro anime e decise di potenziarsi passando prima per altri luoghi; non poteva fronteggiare quel boss, ma col giusto potenziamento avrebbe aumentato le sue chance di vittoria.

Si avvicinò alle scale e passò sulla destra, dove c’era una piccola porta chiusa. Essa portava al piano inferiore, dove c’erano le piccole cucine. Il luogo in cui si ritrovò Matteo era buio e pieno di muffa. L’acqua arrivava fino alle caviglie ed era sporca come non mai. Piccole luci giallastre attaccate alle grigie pareti illuminavano la via, seppur ci fosse comunque poca visibilità nello stretto corridoio di fronte a lui.

Arrivato in fondo c’era un bivio. Scelse di andare a sinistra. Si ritrovò in un vicolo cieco, ma ciò che trovò al suo interno fu una vera manna dal cielo: un tavolo di legno marcio.

<< Posso farci un falò! >>.

Ma alla sua destra un individuo munito di chiave inglese lo attaccò: << Fermati! >>.

Matteo subì il colpo ed indietreggiò a sinistra. Il suo avversario era gracile, vecchio e possedeva una maglia azzurra con sopra la scritta “idraulico”. Si era rotta qualche tubatura, evidentemente.

<< Ho cercato quel tubo rotto per anni, ma niente, ne aggiusto uno e se ne rompe immediatamente un altro. Sono così arrabbiato che ammazzerei qualcuno! >>. Urlò l’uomo ormai privo di senno.

Matteo schivò il secondo attacco, rotolò in avanti e lo colpì da dietro, infilzandogli il fegato ed uccidendolo all’istante. Lo scaraventò a terra con un calcio.

<< T-trova quel tubo… trova quel cazzo di tubo e vendicami! >>. Disse, prima di scomparire per sempre.

Matteo strinse le labbra e fece un cenno di sì con la testa.

Un tubo dell’acqua era riuscito a piegare un pover’uomo. Che tristezza che gli rimase nel cuore.

Ruppe il tavolo, mise i pezzi assieme ed accese il falò. L’acqua attorno a lui evaporò e fu ben presto all’asciutto.

Si rialzò e presa l’altra strada del bivio, quella che portava ad una grande sala allagata e piena di muffa. C’era una cuoca che stava cucinando qualcosa con un pentolone.

Matteo si avvicinò e le diede parola: << Signora ma che razza di cucina è questa? Fa letteralmente schifo! C’è muffa dappertutto! >>.

La vecchia, grassa e brufolosa, vestita di bianco, lo guardò dall’alto in basso: << Sai, giovanotto. Qui dentro si mangia solo pane e cattiveria >>.

Matteo guardò il pentolone: << Io lì dentro ci vedo solo pane >>.

La vecchia si mise due dita in gola e ci vomitò dentro. Matteo si coprì la bocca, ma fu più forte di lui; iniziò a vomitare e la vecchia gli parò la bocca con il pentolone: << Tutto quel ben del Sole non va sprecato per niente >> Disse sorridendo.

Matteo concluse. Respirava a fatica: << Oh Sole mio… mi sento male… >>.

<< Se hai altro da buttare, dimmelo >>.

Matteo si riprese e cercò di non pensare alle parole della vecchia: << Signora… sono qui per vendicarmi degli sviluppatori di Dark Souls. Mi hanno sbeffeggiato fin troppo. Sono stato un grande sviluppatore videoludico in passato e voglio dimostrare loro di essere in grado di programmare il prossimo capitolo della saga >>.

<< Ed io sono la guardiana dei falò che accendi >>.

Matteo rimase allibito: << Fate sul serio, vecchia signora? >>.

La donna scoppiò a ridere: << No, per niente! Sei un pollo! Fammi indovinare: lavoravi alla Capcom prima di venire qui? >>.

<< Ma come si permette!? Non sono affari suoi! >>.

La donna continuava a ridere: << Perderai tante anime! E succederà tante volte. Così tante che cadrai in disperazione, povero stolto programmatore di zombie! >>.

Matteo, preso alla sprovvista ed improvvisamente fuori di senno, sputò fuori una grossa bestemmia: << Ma… all’anim e chi ta’ muort! *>>.

Matteo prese il coperchio della pentola per usarlo come scudo. Poi prese un forchettone: << Fatti sotto stronza! >>.

La vecchia si mise due dita in gola e lo inondò di vomito, avvelenandolo.

<< Dannazione! >>.

Lui le diede una forchettata nello stomaco. Lei gli suonò uno schiaffo che lo fece finire a due metri di distanza. Si rialzò, bevette dalla bottiglia di aranciata e tornò ad attaccare. Il secondo colpo fu letale. La donna stramazzò al suolo: << Complimenti per “Operation Racoon City”, nabbo! >>. E morì in un mare di vomito.

Matteo era in fin di vita. Prese l’oggetto che era caduto dal corpo della donna e corse indietro, nella speranza di raggiungere il falò prima che morisse per colpa del veleno. Si sedette al falò e il veleno sparì dal suo corpo.

Si rialzò e guardò meglio cosa avesse preso: era un’effigie umana. La strinse forte in petto e questa gli diede nuova vita, restituendogli la sua umanità.

<< Sì, ora posso evocare il ragioniere! >>.

Avanzò fino alle cucine. La vecchia non c’era più; era uno di questi nemici che non respawnavano. Prese l’enorme porta a destra ed una forchetta lanciata dall’alto lo colpì dritto in petto: << Oh cazzo! >>.

Il cuoco del palazzo lo stava attaccando dall’alto, su delle assi di legno. Era magro, vecchio, con una lunga barba bianca. Portava un grembiule bianco, con un cappello da cuoco in testa. Aveva il petto decrepito tutto scoperto.

<< Hai ucciso mia moglie brutto programmatore di serie c! >>.

Lanciò una seconda bomba, ma Matteo schivò a destra. Vicino ad un cadavere vide un oggetto. Lo raccolse: era una bomba. La lanciò ed il cuoco fu ben presto sbilanciato. Cadde e si spiaccicò al suolo. Era in fin di vita.

Matteo si avvicinò al vecchio con fierezza, mentre l’altro era pronto al colpo di grazia: << Ricorda che questo programmatore di serie c ha progettato il culo di Jill Valantine! >>. Gli disse.

<< L’unica cosa buona di Resident Evil >>. Gli rispose lui.

Matteo ringhiò forte e con il suo forchettone pugnalò il cuoco dritto al cuore.

Raccolse un buon numero di anime, ma c’era anche un oggetto disponibile: era il vestiario del cuoco. Indossò il cappello ed il grembiule. Ora aveva maggior protezione, soprattutto in testa. La morbidezza di quel cappello avrebbe potuto anche salvargli la vita.

Di fronte a lui, maestosa come non mai, si aprì una porta, ma niente era visibile per via della nebbia che annunciava la presenza di un boss.

Utilizzò l’effigie umana per ripristinare la sua umanità. Restò fermo e cercò il segno di evocazione. Non lo trovava.

<< “Sarò sempre disponibile”, diceva… >>. Poi guardò a terra e si accorse che ci stava sopra. Si spostò ed evocò il ragioniere del Sole.

<< Oh, salve Sir Matteo. Vedo che ti sei dato al mestiere di cuoco >>. Disse con evidente serietà.

<< Ma fai sul serio? >>. Disse stupito. << Ho solo rubato questo vestito da un cadavere! >>.

<< Ah… capisco. Beh, secondo me dovresti provare a cucinare qualcosa, sai… ti confesso che il cibo della mensa fa davvero vomitare >>.

Matteo non resistette al ricordo e vomitò a terra.

<< Hai mangiato anche tu qualcosa? >>. Replicò il ragioniere, abbastanza schifato, ma curioso di quella reazione.

<< Basta, per il Sole! >>. Gridò Matteo.

Il ragioniere gli diede una bella pacca sulla spalla, poi guardò la nebbia ed un brivido gli percorse tutta la schiena. Matteo sentiva la sua armatura tremare (nonostante fosse un fantasma, sì) e chiese del perché di tanta preoccupazione.

Il ragioniere lo guardò in volto: << Alto oltre due metri, con una lunga coda appuntita, viaggia insieme ad una decina di cani affamati. Armato di due possenti spadoni, copre il suo volto con un teschio di un animale >>. Matteo chiuse gli occhi e strinse le labbra. Il ragioniere avvicinò la sua bocca all’orecchio di lui. Ciò che disse fece raggelare il valoroso programmatore: << Mezzo uomo e mezzo capra >>.

Matteo spalancò gli occhi: << Cazzo >>. Disse << Quale uomo si scoperebbe mai una capra!? >>.

Il ragioniere rimase interdetto e, quasi quasi, non voleva più aiutarlo.

* Espressione napoletana. Una bestemmia verso i defunti della cuoca "all'anima di chi ti è morto!"
   
 
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