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Autore: TeddyLup    04/06/2014    0 recensioni
Andromeda Tonks è stata costretta ad accollarsi un peso non da poco, dopo la morte della figlia, del genero e del marito.
Ha accolto a braccia aperte il nipote neonato dedicandogli tutta la sua vita. Era il suo nuovo obiettivo, l'ultima cosa che le regalava un briciolo di felicità.
Questo comportava rivivere tutte le fasi critiche di un ragazzino, e per la sua avanzata età era una dura prova. Soprattutto se il ragazzino era il figlio di Ninfadora Tonks. Per la seconda volta, alla donna spetta il compito di contrastare una personalità tutta unica nel suo genere. Ma ci saranno i Potter che le daranno una mano: per tutto il percorso della vita di Teddy, Harry e la sua famiglia saranno presenti per crescerlo ed educarlo nel migliore dei modi.
Il piccolo Lupin sarà pronto fin da subito a vivere una vita per lo più indipendente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Tonks, Ginny Weasley, Harry Potter, Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Teddy/Victorie
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Teddy Lupin era un bambino orfano di guerra. Dopo la morte dei suoi genitori, era stato cresciuto dalla nonna Andromeda con l’aiuto della famiglia Potter. 
Harry Potter, il mago più famoso del mondo magico, era stato nominato padrino di Teddy dal padre del piccolo, Remus Lupin, qualche tempo prima della sua improvvisa morte.
Il bambino era in salute, poco più grande dei suoi coetanei. Aveva sia i capelli che gli occhi castani. Il suo sguardo era particolare, molto vispo, uno sguardo che teneva sempre tutto sotto controllo e non si lasciava mai sfuggire nessun dettaglio. Sicuramente gli sarebbe tornato utile in un futuro lontano...
In molti faticavano a dire cosa avesse ereditato dal padre e cosa dalla madre: era un insieme ben omogeneo di entrambi. 
Era ancora piccolo per capire cosa fosse accaduto ai suoi genitori, la loro triste fine… quindi si era fin da subito abituato a considerare la nonna come una madre.
Andromeda Tonks era una donna bellissima, dai capelli ricci spesso raccolti in una molletta. Fisicamente era molto simile a sua sorella maggiore, Bellatrix Lestrange, nota mangiamorte e strega più devota al Signore Oscuro. Entrambi i malvagi erano stati sconfitti nella battaglia di Hogwarts. 
A differenza della sorella, ad Andromeda non mancava mai il sorriso e, se a Bellatrix gli occhi brillavano per ammirazione nei confronti di Lord Voldemort, quelli della vedova Tonks erano pieni di amore e di bontà. La sua famiglia era quella dei Black, nobile e antica casata di maghi purosangue disprezzante tutti coloro che non fossero maghi dal sangue puro.
Andromeda si era fidanzata con un nato babbano conosciuto ad Hogwarts: un Tassorosso di nome Ted Tonks ed inoltre aveva dimostrato di non aver alcun interesse per le arti oscure. 
Questi due elementi vennero vissuti dalla famiglia Black come gravi reati di alto tradimento - la famiglia disprezzava tutti coloro che avessero del sangue babbano in famiglia ed erano noti esperti in arti magiche oscure - e la giovane strega venne tagliata fuori dalla sua famiglia e cancellata dall’albero genealogico.
Questo non la privò di una vita felice con il marito e piena di emozioni, cominciate dal momento in cui diede alla luce la figlia Ninfadora.
La bimba dimostrò in tarda età di essere una metamorfomagus, durante il suo quarto anno di vita.
Per i genitori fu una sorpresa enorme e dovettero ritirarla dalla scuola babbana per non dare nell’occhio, visto che la piccola Ninfadora non riusciva a controllare la sua dote. 
Fino al momento in cui scoprì di avere un potere straordinario, la bimba aveva corti capelli boccolosi, scuri come la pece e due occhi vispi castani. Era alta poco più di un tavolo da cucina, con le piccole guance, le braccia e le gambe in carne. 
Dal momento in cui dimostrò chiaramente di poter cambiare il suo corpo a scelta, nessuno più riuscì a starle dietro: per lunghi periodi la si vedeva girare con dei capelli lunghissimi multicolor… un giorno era alta, quello dopo bassa. Se le si chiedeva perché, lei rispondeva che le piaceva divertire la gente, metterla un po’ in crisi.
Però la sera, quando era chiusa nell’intimità di camera sua, tornava al suo stato naturale, perché non voleva dimenticarsi chi fosse in realtà. Fu quando ricevette la lettera di ammissione ad Hogwarts che decise di non modificare più di tanto il suo aspetto. Lei era così e tutti dovevano conoscerla per com’era da sempre!
Le uniche cose che cambiava erano il colore dei capelli e in momenti specifici, qualcosa del suo corpo, per divertire le persone che erano con lei.
Fin da quando era piccola suo padre la chiamava “Dora”. Quando si trasferì ad Hogwarts, dove trascorreva la maggior parte dell’anno, iniziò ad odiare il suo nome. 
Lei sapeva benissimo che l’etimologia del suo nominativo era “dono delle ninfe” e non voleva essere paragonata a delle creature superficiali come quelle.
Dora le andava più che bene. Ancora meglio se direttamente la chiamavano Tonks.
Come il padre, fu una Tassorosso impeccabile. Voleva il bene del prossimo, era buona con tutti e si faceva valere con chi commetteva ingiustizie. I suoi capelli cambiavano improvvisamente colore ogni volta che provava forte emozioni… era una cosa che in vita sua non riuscì mai a controllare.
Normalmente la si vedeva sempre con i capelli fucsia dal taglio sparato, ribelle. Indossava svariati orecchini che le decoravano le orecchie, collane, bracciali ed in camera sua vi erano un sacco di poster e magliette delle Sorelle Stravagarie. 
La cosa che però più caratterizzava quella ragazza snella, era la sua goffaggine. Era famosa quasi in tutta la scuola per i suoi incidenti divertenti. Si inciampava frequentemente, si impigliava nelle statue o nelle armature -facendole spesso e volentieri precipitare a terra…
Tutte queste cose riguardo a Ninfadora Tonks, Teddy le scoprì solo grazie ai racconti delle persone che avevano conosciuto la madre durante la sua vita, bruscamente interrotta nel fiore degli anni a causa di una maledetta guerra.

Per quanto riguarda il piccolo Teddy Lupin, egli venne cresciuto con serenità e curiosità per le cose nuove: era un bambino molto attivo.
Oltre alla nonna ed ai coniugi Potter, Teddy considerava parte della famiglia anche i Weasley; i membri di questa famiglia erano assai numerosi - la moglie del suo padrino era per l’appunto una di questi. Contavano un numero pari a sei figli - il settimo morì nella famosa battaglia di Hogwarts, ma questa è un’altra storia - ed erano tutti come zii per il piccolo Lupin.
Avere vicino a lui ed alla nonna così tante persone, permise ai due di non sentirsi mai soli, mai abbandonati.
E Teddy era, è e sarà debitore per sempre a tutti loro. Perché se è cresciuto con dei sani valori, dei principi per cui lottare, è soprattutto grazie alle persone che l’hanno accolto come membro della famiglia.

Nella grande famiglia, quell’anno, una coppia era al termine della dolce attesa: Fleur Delacour, moglie di Bill Weasley, aspettava un figlio. 
L’imminente nascita tenne impegnate per molto tempo sia la madre dei Weasley che la nonna Andromeda, che non esitava mai a dare una mano ai cari amici.
Teddy passava dunque tanto tempo a casa di Bill e Fleur, anche perché -con nuova grande sorpresa della nonna- egli dimostrò di aver ereditato il dna da metamorfomagus della madre defunta, quindi doveva esser tenuto lontano dagli occhi dei babbani: e non c’era posto più isolato e tranquillo di villa conchiglia!
Per Andromeda, la storia si era ripetuta. A differenza del fatto che Teddy dimostrò i suoi poteri svariati anni prima della madre, quando ancora era in fasce a nemmeno un anno di vita.

Era ormai giunto il 2 maggio del 2000, Teddy aveva da poco compiuto i due anni, quando Fleur Delacour - una strega francese dall’aspetto bellissimo, quasi divino - dichiarò che le acque si erano rotte.
Nella stanze della casa vi era un grande via vai di gente e Teddy giocava con qualche sassolino sulla spiaggia, a pochi passi dalla villa, sotto l’occhio vigile di sua nonna.
Quando ormai era immerso in una grande battaglia tra draghi-sassi, venne invitato ad entrare in casa. Il sole era alto nel cielo, era circa l’ora media, ed il piccolo entrò in casa come se fosse stata la prima volta.
Salì le scale tenendosi aggrappato alla ringhiera ed arrivò al piano della stanza di Fleur. Vi entrò tenendo stretta la mano di sua nonna.
Sul letto vi era una donna bellissima, dai lunghi capelli biondo-argento raccolti in una molletta. I lineamenti erano praticamente perfetti: Teddy non aveva mai visto donna più bella, ad esclusione di sua nonna.
I capelli del bambino stavano cambiando colore, ma essendo ancora in giovane età non controllava bene il proprio potere. I capelli non si limitarono ad un unico colore, ma continuavano a passare senza sosta da una tinta all'altra. 
La donna teneva sul grembo un neonato, in gran parte nascosto da una coperta. Il piccolo Lupin riuscì a vederne solo il volto stropicciato.
« Teddy, questa è Victoire… » Il bimbo guardò nella direzione da cui proveniva la voce. Il volto di Bill Weasley non era mai stato così illuminato. Non distoglieva lo sguardo dalla moglie e la piccola neonata.
« Guarda Teddì, dorme! » 
Questa volta era stata Fleur a parlare, con il suo accento francese sempre ben marcato. Aveva scostato di poco la coperta per permettere al bimbo di vedere bene.
Andromeda era sinceramente emozionata. Ovviamente lei sapeva bene perché la bimba si chiamasse Victoire. Era da tutto il giorno che cercava di controllarsi, ma le emozioni erano fortissime. Ogni secondo di maggio, quell’anno in modo particolare, visto anche il parto della donna francese.
A quel punto, prontamente, Molly prese la mano di Teddy liberando così Andromeda e poggiandole una mano sulla spalla la invitò ad uscire.
« Andromeda, vai a riposare un po’ giù, in salotto! »
« Grazie Molly, ma sto bene. Ce la posso fare. E’ che, quella bambina… è così bella! » Finì la frase con un singhiozzo leggero. La donna era distrutta, con la lacrima facile e il cuore dolorante.
Il nipote era troppo piccolo per capire e in quel momento non faceva altro che guardare incuriosito la bambina, cambiando a distanza di alcuni minuti il colore dei capelli.
Ad interrompere il tira e molla delle due signore, intervenne Bill invitando gentilmente tutti ad uscire.
« Scusate, ma Fleur ha partorito non meno di un’ora fa! Ha bisogno di riposare. » 
Dopo averle sussurrato qualche parola all’orecchio ed aver aspettato che lei annuisse sorridendo, l’uomo prese in braccio Teddy accompagnando Andromeda e Molly fuori dalla camera.
Giunti nel soggiorno sottostante, non appena Andromeda si accomodò sul divano, si addormentò.
« Guardala, Bill! Non l’ho mai vista così fragile… Non sta bene! Dobbiamo fare qualcosa per lei! »
« Mamma, calmati… Andromeda è una donna forte, lo sappiamo tutti. E’ solo che oggi per lei è un giorno duro, è come obbligata a ricordare le sue perdite. Come noi, d’altronde! »
Bill aveva capito tutto. Molly si comportava in maniera oppressiva con Andromeda solo perché quello era il suo modo di agire di fronte al ricordo doloroso.
Quel giorno aveva segnato molti di loro: in quel giorno, due anni prima, erano morti entrambi i genitori di Teddy - la cui madre era figlia di Andromeda - e uno dei figli gemelli della signora Weasley. Oltre a tante altre morti a loro più o meno care.
Una volta preparata una tisana per la madre, Bill si assicurò che ella si sedesse su una delle poltrone e provasse a riposarsi. Controllò poi se sua moglie stesse bene e quindi, con ancora Teddy in braccio, si avviò sul lungo mare, per passeggiare e ricordare.
I due si fermarono. Bill si accucciò e, non appena guardò Teddy negli occhi, capì cosa doveva fare.
« Piccolo, ti va di giocare? » il neo papà aveva trovato un modo per reagire ai dolori nascosti nel profondo.
« Sì, ma la nonna sta bene vero? » 
« Certo! Hai la fortuna di avere una nonna in gamba. Non sai quante cose difficili ha superato! »
« Difficili come… cavalcare un drago con le spine? » Chiaramente si stava riferendo agli aculei.
« Esatto, più o meno così! » Una risatina accompagnò la frase di Bill.
« Facciamo che eri un cattivo e io ti catturavo? » 
« Un piccolo auror insomma… sì, ci sto! »
I due si misero a giocare per svariato tempo. Bill Weasley aveva a cuore Teddy, voleva il suo bene come tutto il resto della famiglia Weasley-Potter. Non sarebbe mai stato solo. Era il minimo che potessero fare nei confronti di Remus e Tonks, dopo tutto ciò che avevano fatto per il mondo magico...
   
 
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