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Autore: Invisible monsters    04/06/2014    1 recensioni
Elly Mckibben, una ragazza di soli 19 anni a cui le capitano molte sventure. A soli 9 anni la morte della madre scombussolò completamente la sua vita. Il padre la mandò in collegio, e questo distaccò completamente i rapporti dal padre. Droga, autolesionismo, alcool porteranno Elly a perdere se stessa, e finire in carcere e quando ne uscirà, una notizia sconvolgerà la sua vita, mettendosi in buona strada... In questo percorso incontrerà un persona, che la aiuterà ad andare avanti e le insegnerà che al mondo nessuno è mai solo.
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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(CAPITOLO 2) La morte di mio padre ha peggiorato tutto, ho passato gli ultimi due mesi isolata dal mondo, ancora una volta non ho avuto il coraggio di prendere in mano la situazione, quale difficile era. Consolandomi con alcool e lamette, ero ritornata a perdermi. E mettendo via le sue cose, rivedevo i nostri ricordi. La nostra piccola famiglia unita. E.. fissando quelle foto, mi piaceva pensare che un tempo ero perfetta ai loro occhi. Avrebbero voluto che spruzzassi arcobaleno, che studiassi e andassi avanti a testa alta. Infilando la mia mano in un’enorme scatolone di mio padre, trovo un biglietto consumato. Delle incisioni passate più volte con una penna indelebile ‘’Streat road 116’’. Strizzo gli occhi. Mi incuriosiva pensare a cosa significasse, e la scrittura non era di mio padre. Non sapevo ancora che questo, avrebbe cambiato totalmente la mia vita. Prendo il mio blackberry lasciando un messaggio ad Andrew. -Non torno per cena, non preoccuparti, stò bene.- Mi precipito in un taxi, indicandogli le incisioni scritte nel biglietto. Socchiudo gli occhi per un istante. Poi un urlo. ‘’Signorina, sta bene? Siamo arrivati’’. ‘’Oh si.’’ Sussurro scendendo dal taxy, trovandomi difronte a un’infinita struttura per malati terminali, vissuta. Non ricordo di essere mai stata così incantata, e continuo a fissare ogni minimo dettaglio, ben curato. Ma allo stesso tempo, mi lasciavo coinvolgere dall’aria triste che emanava all’interno. E sul portone d’ingresso le incisioni ‘’Str. 166’’. Questa era l'occasione della mia vita. Presto avrei potuto mettermi in gioco, e dimostrare in primi a me stessa che potevo farcela, ma non nascondo che una parte di me era tornata indietro su quel taxi. Con un sospiro leggero, suono al citofono. E una voce rauca maschile risponde ''Si?'' ''Mi chiamo Elly Mckibben, e ho trovato un biglietto con il vostro indirizzo sopra, e ero curiosa, si insomma.. posso entrare?'' in pochi secondi ero all'interno. Ferma, al centro della struttura, ammiravo la bellezza di ogni cosa che le appartiene consumata dal tempo, con il sorriso stampato in faccia, avevo in mente delle nuove parole per la mia nuova canzone. Mi piaceva sfogare il tutto cantando, buttando fuori degli schizzi di parole, ma era da molto che non avevo più ispirazione. E questo è un buon segno. Guardando altrove, fisso le varie porte che portano ad un lungo corridoio. ''C'è qualcuno?'' sussurro. ''Dipende da cosa stai cercando.'' riconosco la stessa voce che mi ha risposto al citofono,mi volto stupita. Un ragazzo appoggiato leggermente al muro, mi sorride fissandomi con quei suoi occhi color nocciola. Lo fisso per un istante incantata. ''In realtà, non sò perchè sono qui, non è da me.'' Si avvicina piano. ''Sei sicura? sai quando si và diretti per qualcosa, quel qualcosa si trova, la maggior parte delle volte.'' mi dice. Sorrido leggermente. ''La propietaria è via. Tornerà tra un'oretta. E io stò per uscire da qui. Ti và di bere qualcosa?'' continua con aria seria. ''Si, okay.'' ''Sono Matthew. E stò per portarti in un bar isolato dal mondo. Adoro starmene per conto mio.'' sussurra. ''Allora perchè mi porti con te?'' gli rispondo, guardandolo mentre si infila una mano tra i capelli, ed è così terribilmente sexy. ''Non so, ho sentito di chiedertelo, non mi era mai successo, ma è così.'' sorride leggermente guardandomi con la punta dell'occhio. Sentivo del feeling tra noi, e guardandolo mentre cercava di nascondere le sue insicurezze, eravamo simili. ''Sono Elly.'' gli sorrido.
   
 
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