Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: TeenAngelita_92    04/06/2014    5 recensioni
- "Non possiamo, tutto questo non deve accadere" le disse mentre cercava di allontanarsi, ma i suoi occhi l'avevano incastrato, non aveva la forza di allontanarsi da quel meraviglioso viso distante pochi centimetri dal suo.
"So che lo vuoi anche tu, sono certa che hai aspettato questo momento tanto quanto me." gli sussurrò ed il suo respiro lo fece rabbrividire.
"Io non... non posso provare queste cose per te! Non devo provare ciò che sto provando in questo momento."
"Perchè? Perchè non puoi dare ascolto a ciò che senti?" le sue labbra erano sempre più vicine, troppo.
"Perchè io sono tuo fratello" -
E se Demi Lovato scoprisse ad un tratto di avere un fratello? Se per caso lo incontrasse ed allo scuro di tutto si innamorasse di lui a tal punto da aver bisogno delle sue carezze, delle sue mani, dei suoi occhi e del suo bellissimo viso? Cosa succederebbe?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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26.
E vagava. Vagava per la strada. Ancora in cerca di qualcuno che l'aiutasse a capire, ancora in cerca di risposte e spiegazioni che probabilmente non sarebbero mai arrivate, se non da lui stesso. Vagava senza meta, senza un necessario scopo per farlo. Vagava per le varie auto che di tanto in tanto suonavano quel rumoroso e fastidioso clacson. E quei fastidiosi ed accecanti fari nella scura visione della notte che rendevano tutto ancora più confuso ed offuscato.
"Cosa sto facendo?" sussurrò a se stesso, coprendosi la testa con le mani. Gli era capitato di sentirsi il mondo cadere addosso, in molte delle situazioni analoghe o comunque simili a quelle che ora stava vivendo, ma tutto improvvisamente sembrava diverso. Ora sentiva davvero i pezzi del "suo" mondo dividersi, staccarsi l'uno dall'altro e cadergli velocemente e con forza addosso, senza neanche lasciargli il tempo di respirare. E capiva allora che forse non aveva mai provato una cosa del genere prima, perchè se mai l'avesse provato, non avrebbe fatto cosi male, non come ora. Non come avrebbe voluto prendersi a pugni, come avrebbe voluto prendere il se stesso "cattivo" e picchiarlo, quasi come se si trattasse di un'altra persona. Ma in realtà era solo lui, solo ed unicamente lui. Non esisteva un "Andrew cattivo" ed un "Andrew buono". Queste rappresentavano solo due facce del vero Andrew, doveva solo metterle insieme senza lasciare che una delle due avesse la meglio sull'altra.
 
"Ah, Dio! Ma cosa pretendi che faccia? Che sorrida e saltelli dalla gioia sapendo che mio padre conosceva Mark? Che non conosco niente di lui? Che mi sento cosi in colpa perchè ora mi sembra un estraneo? Io non so nemmeno chi è quell'uomo!" 
"Voglio che tu smetta di comportarti in questo modo! Tutto ciò non ti da il minimo diritto di comportarti cosi con chi ti ama e con chi sta cercando di aiutarti con tutti i mezzi che ha!"
"Mi parli di diritto? Allora spiegami, che diritto aveva George di incolparmi? Di accusarmi in quel modo quando anche io come lui ero solo confuso e bisognoso di risposte!"
"Lui è solo preoccupato per te!"
"Ah ma certo! Perchè a me non importa niente di te, ne di lui, giusto? Perchè io non ho paura di incasinare la tua e la sua di vita, perchè io non ho paura di incasinare la vita della sua famiglia!"
"Incasinarmi la vita? Ma di cosa stai parlando?"
"Basta, ti prego basta. Sono stanco, smettiamola."
"Dove vai ora?" 
"Dove non si parli ne di te, ne di George, ne di Mark e ne di mio padre!"


"Dove non si parli di te" ricordò di averle detto, mentre gli occhi già rossi di rabbia iniziarono a velarsi di un sottile strato di lacrime, pronto a cedere da un momento all'altro. Ricordò perfettamente la sua espressione, e ciò fu come una pugnalata allo stomaco: triste e delusa, i suoi occhi forse pronti a cedere e... Il suo silenzio, quasi come un segno di rassegnazione. Perchè le aveva detto questo? Perchè si era comportato in quel modo con lei? Perchè anche con George? Perchè aveva trattato cosi male le uniche due persone che stavano rischiando il tutto pur di aiutarlo? 
"Ti prego, perdonami" sussurrò ancora a se stesso, quasi come se volesse parlare con lei o con l'Andrew che non avrebbe mai fatto tutto questo, quello nel quale ora doveva ritornare. "Stai attento a dove cammini, maledizione!" gli aveva gridato un uomo alquanto giovane dalla sua auto, muovendo energicamente un braccio dal finestrino. E ciò interruppe per un attimo il flusso di ricordi che avevano iniziato a scivolargli lentamente davanti agli occhi, uno dopo l'altro. Ma dopotutto lui neanche se ne era accorto, o forse non gli era semplicemente importato di quella stupida voce.
Tutto davanti ai suoi occhi si presentava di un nero intenso, come se ogni cosa avesse improvvisamente perso anima e colore. Faceva freddo, ed un costante e forte vento batteva insistentemente contro il suo corpo, diventato ormai tremante e debole, ma ciò non si notava o forse lui non lo dava a vedere. Indossava una semplice canottiera bianca, una di quelle leggere. Non aveva portato nient'altro con se, solo i suoi ricordi, i suoi dubbi, le sue domande ed i suoi sensi di colpa, che ora sembravano entrati in una guerra in pieno svolgimento, di cui la sua mente ne rappresentava lo sfondo, lo scenario o il luogo più adatto. 
Continuò a camminare ancora, ed ancora e la strada davanti a lui gli parve per un attimo infinita, senza un arrivo ne una fine. Ma la stanchezza iniziava a farsi sentire: inciampò in qualcosa che non si impegnò a definire. Si accasciò a terra rendendosi conto di essersi fatto male, poichè sentiva sulla pelle piccole gocce scendergli con estrema lentezza, di cui solo dopo ne capì l'origine: era sangue. Ben presto anche le palpebre iniziarono a farsi pesanti, cosi come il suo corpo che gli impediva di alzare un qualunque arto. Cercò di stendersi, non sapendo neanche dove, e nel giro di qualche minuto, cadde in un profondo e lungo sonno.
Safe And Sound - Taylor Swift ft. The Civil Wars
I remember tears streaming down your face
When I said, I’ll never let you go
When all those shadows almost killed your light
I remember you said, don’t leave me here alone
But all that’s dead and gone and passed tonight
Just close your eyes
The sun is going down
You’ll be alright, no one can hurt you now
Come morning light, you and I’ll be safe and sound
Don’t you dare look out your window darling
Everything’s on fire
The war outside our door keeps raging on
Hold onto this lullaby, even when the music’s gone
Just close your eyes
The sun is going down
You’ll be alright, no one can hurt you now
Come morning light, you and I’ll be safe and sound
Just close your eyes
You’ll be alright
Come morning light, you and I’ll be safe and sound…
Mi ricordo le lacrime che rigavano il tuo viso
Quando ho detto, che non ti avrei mai lasciato
Quando tutte quelle ombre avevano quasi ucciso la tua luce
Mi ricordo che hai detto, Non lasciarmi qui da solo
Ma tutto questo è morto e sepolto e passato stanotte
Allora chiudi gli occhi
Il sole sta calando
Starai bene, nessuno può farti del male ora
Vieni luce del mattino, tu ed io saremo sani e salvi
Non azzardarti a guardare fuori dalla finestra, caro
Tutto è in fiamme
La guerra fuori dalla nostra porta continua infuriare
Aggrappati a questa ninna nanna
Anche quando la musica è finita
Allora chiudi gli occhi
Il sole sta calando
Starai bene, nessuno può farti del male ora
Vieni luce del mattino, tu ed io saremo sani e salvi
Allora chiudi gli occhi
Starai bene
Vieni luce del mattino, tu ed io saremo sani e salvi


Erano ormai le 2:00 di notte, notò lei, quasi le 3:00 e di Andrew ancora nessuna traccia. Aveva provato più volte a chiudere gli occhi, a ripetersi di stare tranquilla, che magari aveva solo bisogno di stare un po' da solo e che da un momento all'altro sarebbe ritornato, ma ogni minuto che passava, trasformava quei suoi incoraggianti pensieri in fumo al vento. 
Era li appoggiata al piccolo balconcino della sua stanza da un bel po' ormai. I suoi occhi ben aperti nella speranza di vederlo tornare, di poter sentire i suoi passi avvicinarsi, ma ciò sembrava non voler avvenire. Per ogni auto che vedeva avvicinarsi o passarle davanti, seppur molto poche, sperava fosse lui, o qualcuno che avesse sue notizie, ma ancora una volta lo stava solo sperando, immaginando. 
"Hey." George interruppe involontariamente tutti i suoi pensieri, che ancora provavano a trovare un'ipotesi plausibile per spiegare dove fosse potuto andare. 
"Hey." gli rispose voltandosi, rivolgendogli un piccolo sorriso sforzato.
"Come mai sei ancora sveglia? Dovresti dormire, sarai molto stanca dopo tutto ciò che sta succedendo." le chiese avvicinandosi.
"George, potrei farti la stessa domanda e dirti le stesse cose." rispose, quasi zittendolo "Tu sei stanco quanto me, anzi anche più di me dopo tutto ciò che sta succedendo."
"E' per lui, giusto?"
"E' per lui che neanche tu riesci a dormire, giusto?" gli disse semplicemente, quasi evitando la sua domanda. E lui abbassò lo sguardo sospirando, quasi come se avesse trattenuto il respiro. Si sedette al bordo del letto e prese a fissare le sue mani che sfregavano una contro l'altra con agitazione. 
"Perchè?" iniziò a chiedersi "Perchè si comporta cosi? Perchè è andato via cosi? Cosa ho fatto di male per.."
"George..." lei lo interruppe avvicinandosi, sedendosi accanto a lui. "Tu non hai fatto assolutamente niente di male."
"E allora perchè?" chiese ancora, quasi come avesse un bisogno disperato di saperlo.
"Non... Io non lo so. Io mi fido di lui, so che non farà mai niente di azzardato e sono certa che tornerà."
"Come fai ad esserne cosi certa? Tutti possono cambiare, lui..."
"Mi fido di lui e lui questo lo sa." gli rispose ancora, evidenziando il più possibile le due parole "Mi fido.". Stettero in silenzio per un po', quasi come per iniziare a convincere loro stessi di ciò che avevano appena affermato, ma dopotutto potevano solo sperare di aver ragione.
"Qualunque cosa succeda, credimi, ti prometto che riuscirò a tirarvi fuori da questa situazione." le promise, guardandola negli occhi, quasi per darle una conferma in più di ciò che le stava dicendo.
"Ti credo George, ti credo" gli disse, e lo abbracciò forte, quasi come un segno di eterna gratitudine per tutto ciò che stava facendo.
"Ora prova a chiudere gli occhi, ne hai bisogno." le consigliò, allontanandosi leggermente.
"Anche tu ne hai bisogno."
"Vieni qui."
Fu l'ultima cosa che le disse, prima di prenderla tra le braccia e stendersi sul letto dove erano seduti, accanto a lei. Sembrava ancora essere difficile chiudere gli occhi e fermare il loro flusso di pensieri, ma ben presto le palpebre iniziarono a farsi pesanti, cosi come i loro occhi e nel giro di qualche minuto, caddero tra le braccia di Morfeo, lasciandosi al loro disperato bisogno di liberare la mente, anche solo per qualche ora.
Ed esattamente e solamente per qualche ora riuscirono a mantenere il loro tanto bisognoso sonno. Troppo poco tempo per poter affrontare un nuovo giorno, nell'eventualità che fosse stato uguale o peggio del precedente.
Erano solo le 7:00 del mattino quando lo squillo di un telefono li fece sobbalzare. 
Il cielo sembrava ancora voler essere scuro e notturno, ma piccole macchine di bianco iniziarono a farsi vedere con l'arrivo del nuovo giorno. Diana era già sveglia, e quando li aveva visti dormire beatamente nella camera di Demi, aveva preferito non svegliarli dopo la lunga nottata che avevano passato ad aspettare Andrew. Ma ciò fu inevitabile quando al telefono rispose qualcuno che chiedeva disperatamente di lei. 
"Potrebbe cortesemente richiamare più tardi?" gli aveva chiesto con estrema gentilezza Diana, ma l'uomo non sembrava volerla ascoltare.
"La prego, è importante. Ho bisogno di parlare con la signorina Lovato." aveva continuato, con tanta insistenza, a ripeterle lui. E senza neanche bisogno di chiamarla più volte, si svegliò subito, in compagnia di George, con la speranza che fosse Andrew.
"Pronto" rispose, con voce ancora leggermente assonnata ma improvvisamente sveglia e vivace.
"Tu... tu sei Demi?" le aveva chiesto la voce maschile dall'altra parte del telefono.
"Si sono io. Con chi parlo?"
"Io sono Mattew. Non so se Andrew ti ha mai parlato di me, sono un suo amico."
"Mattew?" ripetè più volte quel nome a se stessa, quasi come per voler scavare nella sua memoria e ricordarsi di lui. "Si, certo, il giornalista!" rispose, forse un po' troppo forte.
"Si esatto! Ascoltami, si tratta di Andrew." le disse subito, ed improvvisamente le sue labbra presero a sorridere al solo sentire il suo nome. 


Spazio Autrice:
Ah, la fine della scuola. Da quanto tempo la stavo desiderando? Tanto, troppo. 
Ma veniamo a noi. Finally i'm FREEE. (sclera con inglese improvviso) No, a parte gli scherzi (come dico sempre) che liberazione, anche se un po' mi mancheranno i professori scassa... (lasciamo i puntini). Bene, sono felice di dirvi che in questa settimana ho scritto sia questo capitolo, sia il primo della nuova fanfic e non vedo l'ora di postarlo per farvelo leggere e sapere cosa ne pensate. Anyway, come sempre spero tanto che vi piaccia. Buona lettura.
Un bacio graaande grandissimoo (?)
TeenAngelita_92


  
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