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Autore: _Fedra_    05/06/2014    4 recensioni
Parigi, settembre 2013.
Durante una festa a tema, una ragazza dai lunghi capelli biondi abbigliata in maniera incredibilmente realistica fa la sua comparsa tra gli invitati. Sembra molto confusa e spaventata, come se non avesse la minima idea di dove si trovi.
Solo Rosalie Lamorlière, appena arrivata da Francoforte, riuscirà a capire che la giovane in realtà è molto più vecchia di quanto vuole far credere, forse addirittura di un paio di secoli.
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bernard Chatelet, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 17
                     







 
 
Tutti gli occhi erano puntati su Nanny, mentre Axel cercava di adagiare il corpo privo di sensi di Maria Antonietta sul divano.
Sembrava che improvvisamente la temperatura nel salotto si fosse abbassata di una decina di gradi.
“Nonna”, si azzardò a domandare André, anche se temeva di conoscere già la risposta “che cosa le hai detto?”.
“Ma io niente”, protestò Nanny incrociando le braccia.
“Per favore, non è che avete qualcosa per farla rinvenire?”, supplicò Axel spaventato.
“In bagno dovrebbero esserci dei profumi abbastanza forti”, rispose André senza staccare gli occhi da sua nonna.
“Vado io”, si offrì Oscar precipitandosi nella stanza accanto.
Tornò pochi istanti dopo, stappando un gigantesco flacone d’acqua di colonia.
Ebbene?!”, incalzò nel frattempo André.
“Oh, ma quante storie per una che è morta!”, si schermì Nanny, che ormai cominciava a irritarsi sul serio.
“Come sarebbe a dire morta?”, esclamò Oscar spaventata.
“Ma è ovvio, no? Maria Antonietta, la regina di Francia”.
Anche se si aspettavano una risposta del genere, sia Oscar che André si sentirono mancare il pavimento sotto i piedi.
“Non le avrai detto…”.
“…che c’è stata la Rivoluzione? Oh, andiamo, lo sanno anche i sassi!”.
“MA COME TI Ѐ SALTATA IN MENTE UNA COSA SIMILE?”, ruggì Andrè in preda al panico.
“Perché, non dovevo?”.
Nanny cominciava ad essere fermamente convinta che suo nipote fosse leggermente uscito di senno.
Del resto, come poteva credere che la ragazza svenuta davanti a lei fosse la vera Maria Antonietta d’Asburgo all’età di quindici anni?
“No che non dovevi!”, esclamò André disperato.
“Ma…perché?”.
“Si sta svegliando!”, disse in quel momento Axel.
In quel momento, Maria Antonietta socchiuse i grandi occhi celesti.
Lanciò una debole occhiata ai presenti, soffermandosi sui volti di ognuno, e per poco non svenne di nuovo.
Fu il tempestivo intervento di Axel, che le cacciò prontamente il profumo sotto il naso, a evitare il peggio.
“Dove sono? Chi siete?”, domandò disperata, gli occhi serrati.
“Va tutto bene, Antoine”, cercò di consolarla il ragazzo, stringendola tra le sue braccia. “Sei al sicuro qui. È tutto finito, davvero”.
Al sicuro?”, domandò Nanny guardinga. “Che cosa mi state nascondendo, voialtri?”.
“Non qui”, rispose André con fermezza. “Di là. Oscar?”.
“Vengo anch’io”, rispose la ragazza.
La donna lanciò loro un’occhiata perplessa; poi li seguì in cucina.
“Chi è quella ragazza?”, domandò una volta soli.
Oscar e André si lanciarono una lunga occhiata, poi la ragazza si fece coraggio.
“Non so come dirglielo, ma si dà il caso che quella ragazza sia Maria Antonietta”.
“Eh?”.
Nanny li guardò come se le stessero giocando un brutto scherzo.
“Lo so, è stato difficile anche per noi, ma lei è la vera Maria Antonietta. Non sappiamo come abbia fatto ad arrivare fin qui”, soggiunse André.
“E come fate a esserne così certi? Una cosa come questa è assurda!”, esclamò Nanny.
“Abbiamo controllato la firma: è identica”, rispose Oscar cercando di mantenere la calma. “E poi non sa niente della nostra epoca. Le sto insegnando tutto io. Ora vive con me”.
“Come sarebbe a dire non sa niente della nostra epoca?”.
“Le posso assicurare che fino a tre settimane fa non sapeva neanche accendere la luce”.
Nanny sbatté più volte le palpebre dietro le lenti rotonde degli occhiali, poi sbirciò per un attimo nel salotto.
In quel momento, Axel teneva Maria Antonietta tra le braccia, la testa di lei premuta contro il suo petto.
In effetti, la ragazza somigliava in maniera straordinaria all’arciduchessa.
Dall’alto del suo orgoglio patriottico, Nanny conosceva molto bene la storia di Francia.
Le piaceva leggere libri di ogni genere sulla Rivoluzione francese e fare ricerche accurate su usi e costumi dell’epoca.
Aveva ben presente i numerosi ritratti che raffiguravano l’odiata regina.
Anche se in quel momento era vestita con un semplice paio di jeans e maglietta e teneva i lunghi capelli biondo cenere sciolti sulle spalle, sarebbe stato impossibile non riconoscere la curiosa forma ovale del viso, lo sguardo sornione e il lungo collo di cigno.
In tutte le trasposizioni cinematografiche che avevano realizzato in quegli anni, non c’era stata una Jane Seymour o una Kirsten Dunst capace di eguagliare quei tratti.
“Ha firmato con la sbaffatura?”, chiese un attimo dopo rivolta ai ragazzi.
“Precisamente”.
Nanny restò in silenzio, continuando a fissare i due giovani rannicchiati sul divano.
Richiuse la porta quando notò che i loro volti si stavano avvicinando pericolosamente.
“Sapete che mi è difficile crederlo, ma so bene che non è nella natura di mio nipote il mentire ”, commentò pochi istanti dopo.
“Grazie per la fiducia, nonna”, sospirò André.
“In effetti, mi sembrava un po’ strana. Ha dei modi di fare un po’ d’altri tempi e per dirlo io!”, proseguì Nanny.
“Si sta adattando molto velocemente. È una ragazza molto intelligente, nonostante la cattiva fama”, assicurò Oscar.
“E voi non le avete mai detto come sarebbe morta?”.
“Come potevamo? Guardala, nonna! È solo una ragazzina di quindici anni. Come fai a dirle che verrà decapitata dal suo stesso popolo?”, osservò André disgustato.
“Ai suoi tempi si moriva anche molto prima dei quindici anni! Se è veramente la persona che dite, non è tanto la fine a sconvolgerla, ma il fatto di aver fallito tutto nella sua vita. E me ne compiaccio”.
“Nonna, tu non la conosci! Avrà sicuramente fatto delle scelte sbagliate nel corso della sua vita, ma dopo che l’avrai conosciuta sicuramente cambierai idea! È una persona molto diversa da quella che ci descrivono le cronache”.
“Sciocchezze, sappiamo benissimo cosa ha fatto”.
“Be’, tanto per cominciare non ha mai mandato a morte nessuno come ha fatto il tuo amico Robespierre!”.
“Ma ha fatto morire di fame il suo stesso popolo per comprarsi diamanti e vestiti!”.
“Per favore, la volete smettere?”, intervenne Oscar furibonda. “Sono comunque cose che devono ancora accadere nella sua vita. Lei è appena arrivata in Francia senza quasi conoscere la lingua, suo marito non le presta alcuna attenzione e per di più è in balia delle malelingue di una corte ostile. Chissà, forse le è stata concessa una seconda possibilità…”.
“Certo, questi qui cadono sempre in piedi”, sibilò Nanny velenosa.
“Basta, nonna! Non voglio sentirti parlare in questo modo dei miei amici!”, sbottò André.
“E io non avrei mai creduto di sentire mio nipote difendere gente simile!”.
“PER FAVORE, BASTA!”, ruggì Oscar. “Okay, pro o contro la Rivoluzione, qui abbiamo un problema serio. Visto che si trova confinata qui, speravamo che Maria Antonietta si rifacesse una vita in questo secolo senza preoccuparsi di ciò che l’attendeva se fosse tornata nel Settecento, ma visto che ora sa tutto dobbiamo usare il giusto tatto per farle superare lo shock”.
Nanny sbuffò spazientita.
“Insomma, come ti sentiresti se qualcuno ti dicesse che tra vent’anni morirai decapitata?”, esclamò André esasperato.
“Ho detto basta!”, tuonò Oscar. “Secondo me, Maria Antonietta non è piombata qui per caso. Deve esserci un motivo, anche se temo che non lo scopriremo mai. Per adesso, noi siamo le uniche persone che ha accanto. E, almeno per quanto riguarda me, io non la lascerò sola”.
“Nonna, io lo so che sei la persona più buona del mondo, ma secondo me nutri ancora troppi pregiudizi verso certe cose”, osservò André. “Chissà, forse Antoine è arrivata fin qui proprio per aprirti gli occhi!”.
“Ah, baggianate! Chi sono io per far scomodare la Sua Maestà la Regina?”, si schermì la donna scrollando le spalle esili.
Oscar non poté fare a meno di notare che in quel momento non stava fissando negli occhi nessuno dei due.
“C’è qualcosa che deve dirci?”, azzardò.
“Cosa dovrei dirvi?”, domandò Nanny.
Ancora una volta, i suoi occhi scuri erano puntati sulle piastrelle della parete.
“Qualsiasi cosa che le viene in mente. Magari potrebbe aiutarci a far luce su questa faccenda”.
“Io non so niente, ragazzi”, tagliò corto la donna, divenuta improvvisamente seria. “Be’, credo che si sia fatto tardi. Tra poco devo riaprire il negozio. Fate i bravi, mi raccomando. André, ti chiamo stasera. A presto, Oscar”.
La ragazza le stampò due baci formali sulle guance, la mente che galoppava.
Era sempre più convinta che la donna stesse nascondendo loro qualcosa di grosso.
“Tu conosci tua nonna meglio di chiunque altro, vero?”, domandò rivolta ad André una volta rimasti soli.
“Sì”, rispose lui continuando a fissare la porta chiusa della cucina. “O almeno credo”.
 
***
 
“Ѐ tutto un brutto sogno, vero?”, domandò Maria Antonietta, gli occhi ancora socchiusi.
“Va tutto bene, Antoine. Sei a più di duecento anni di distanza da chi voleva farti del male. Non può succederti assolutamente niente qui”, la rincuorò Axel, le parole scosse dall’emozione.
Era vero, proprio grazie a quel salto nel tempo la ragazza era salva.
Come le sembrava piccola e fragile tra le sue braccia.
Possibile che quella fosse davvero la futura regina di Francia, una donna così potente che nessuno avrebbe mai potuto nemmeno guardarla se non fosse stato degno del suo rango?
Ora invece eccola lì, distesa su un vecchio divano alla periferia di Parigi, pallida e spaventata.
Incredibile.
“Mi taglieranno la testa?”, domandò Maria Antonietta con un singhiozzo. “Per favore, Axel, non mentirmi!”.
Il ragazzo annuì piano.
“Mi dispiace”, mormorò a disagio.
“Perché me lo avete nascosto?”.
“Esiste forse un modo per dire una cosa tanto orribile?”.
Maria Antonietta scosse il capo, pallida come un cadavere.
“No”, rispose freddamente. “Ma non è questo il punto! Loro, la mia gente, il mio popolo…”.
“Nessuno immaginava quello che sarebbe successo dopo”, rispose Axel desolato.
La ragazza si lasciò sfuggire un altro singhiozzo.
In un attimo, il suo volto fu completamente bagnato dalle lacrime.
“Ho fallito”, fu tutto quello che riuscì a dire.
Axel la strinse forte tra le sue braccia.
I singhiozzi di lei diventarono ancora più forti, il volto premuto contro il suo petto.
In quel momento, Maria Antonietta avrebbe tanto voluto sparire nel nulla.
“Va tutto bene, va tutto bene”, cercò di rincuorarla Axel con dolcezza. “Non eri fatta per essere regina. Ora che sai la verità, sarai d’accordo con me sul fatto che è stato meglio così”.
“Ma non capisci? Io non sono più lì, eppure la storia è andata avanti lo stesso senza di me! Chi ha preso il mio posto e ha portato la Francia allo sfacelo?”.
“Non lo so. I libri di storia sono rimasti invariati, come se nessuno dei loro protagonisti fosse svanito improvvisamente nel nulla. Qualcosa deve essere accaduto per forza. Forse è destino che tu debba vivere due vite, riscattandoti nella seconda”.
Maria Antonietta si lasciò sfuggire un gemito, affondando le unghie nel maglione di Axel.
“Coraggio. Sei qui, adesso. Il tuo posto è fra noi”, cercò di tirarla su il ragazzo.
“Voglio sapere tutto quello che è successo, minuto per minuto”, sussurrò l’arciduchessa fissandolo dritto negli occhi con tutta la determinazione che riuscì a trovare. “E solo tu puoi aiutarmi, Axel”.
Il giovane rabbrividì.
Le sue emozioni non erano ancora finite.
Non solo aveva deciso di fare dello studio la sua passione.
Ora avrebbe dovuto impiegare le sue conoscenze per aiutare la protagonista assoluta delle sue ricerche.
La regina di Francia.
Un’amica.
Una persona speciale.
“Sei sicura?”, le chiese titubante.
“Non ho nessun altro che mi permetta di avverare questo desiderio”, rispose Maria Antonietta. “Ѐ per il bene del mio popolo. Per la Francia”.
Axel annì piano, i volti di entrambi di nuovo pericolosamente vicini.
Sarebbe bastato davvero poco per tornare a sfiorarsi con le labbra.
Il ragazzo avvertiva tutto il calore di lei sprigionarsi a contatto con il suo corpo.
“D’accordo, Madame”, disse piano.
 
***
 
Finalmente, anche quell’interminabile giornata di scuola era arrivata alla fine.
Rosalie riordinò tutte le sue cose nella cartella, accodandosi poi alla calca di studenti che premeva per uscire dall’aula.
Era stata una giornata terribilmente lunga e noiosa.
Louis era a casa con la febbre alta e il banco accanto a lei era rimasto vuoto per tutto il giorno.
Solo allora la ragazza si rendeva conto di quanto potesse essere noiosa la vita senza il suo migliore amico.
Per fortuna aveva un paio d’ore di allenamento che l’aspettavano di lì a poco.
Già pregustava il familiare formicolio di adrenalina che l’assaliva ogni volta che si ritrovava davanti a un avversario sulla pedana.
La prossima gara era alle porte e non vedeva l’ora di pregustare l’imminente vendetta per ciò che era stato fatto ad André.
Gongolando a questa prospettiva, Rosalie si cacciò gli auricolari nelle orecchie e accese l’Ipod.
Le note stridenti di Du riechst so gut si insinuarono dolcemente nel suo cervello, accrescendo il suo piacevole senso di benessere.
Canticchiando sottovoce, la ragazza uscì all’esterno dell’edificio scolastico, venendo investita dalla gelida pioggerillina invernale mentre si avviava alla fermata della metro.
“Ehi, ma quello è tedesco?”.
Rosalie trasalì come se l’avessero colpita alle spalle, ritrovandosi a pochi centimetri dal sorriso imbarazzato di Bernard Chatelet.
Ancora tu?, pensò esasperata.
“Ehm, ciao”, la salutò lui timidamente.
“Lo sai che è maleducazione strisciare di soppiato dietro la gente?”, rispose Rosalie senza togliersi le cuffie dalle orecchie.
“Lo so, scusami, ma quando ti ho chiamata prima non mi hai sentito. Credo che stessi ascoltando la musica…”.
Sentendosi avvampare, Rosalie si strappò gli auricolari dalle orecchie con un gesto veemente.
“Che cosa vuoi?”, chiese in tono tagliente.
“Niente…solo salutarti”.
“Salutarmi? Non credo che siamo amici, io e te”.
“No, ma ci conosciamo di vista”.
Molto di vista”.
Bernard di lasciò sfuggire un sospiro carico di imbarazzo, facendo gongolare Rosalie ancora di più.
Quel metterlo in difficoltà la riempiva di una strana eccitazione.
“Come sta André?”, chiese a un certo punto il ragazzo.
“Una merda”, rispose lei senza troppi complimenti.
“Senti, mi dispiace…”.
“Non è vero, a te non dispiace un fico secco”, lo troncò Rosalie, decisa a chiudere quella situazione fastidiosa una volta per tutte. “Lo so che ti piaccio. Ce lo hai scritto in faccia. Ebbene, la mia risposta è no. Quindi non farti tanti film e lasciami stare. Anzi, se vuoi proprio saperla tutta, io non ti posso neanche vedere”.
A quelle parole, Bernard rimase per un attimo come imbambolato.
Di sicuro non riusciva a credere alle sue orecchie.
Poi, finalmente, realizzò quello che Rosalie gli stava effettivamente dicendo.
Un’espressione di puro orrore si allargò sul suo volto improvvisamente pallido come un cencio.
“Scusami, non volevo essere così brutale”, borbottò la ragazza. “Ma non mi hai lasciato altra scelta”.
Detto questo, Rosalie riprese la sua strada, lasciando Bernard Chatelet sotto la pioggia che diventava ogni istante sempre più battente.
Finalmente me ne sono liberata, pensò con un moto di trionfo.
Allora perché improvvisamente le era venuto quel terribile groppo allo stomaco?
Non voltarti, si disse in tono secco poco prima di sparire nelle viscere della terra.
A pochi metri da lei, si udì lo sferragliare di un treno in arrivo.
 
 
 
Buonasera! :)
Lo so, in questo capitolo i nostri amici vengono un po' tutti strapazzati, ma non temete, soprattutto per Rosalie e Bernard: vi dico subito che per loro mi atterrò molto all'anime.
La domanda è: quale sarà la situazione scatenante?
Ve lo lascerò scoprire tra qualche capitolo ;)
Nel mentre, anche la nostra Nanny si sta rivelando molto misteriosa...cosa che credete che nasconda?
Sì, sono ancora tante le cose che devono ancora accadere! :D

Come sempre, vi lascio il link della mia pagina Facebook, dove potrete seguire tutti gli aggiornamenti in tempo reale: 
https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra

A presto!
Baci :)

F.





 
 
 






 
   
 
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